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Autore: ringostarrismybeatle    06/01/2014    1 recensioni
Quando John finalmente decise di aprire gli occhi, vide uno degli spettacolo più belli della sua vita. Il viso candido di Paul, rischiarato dalla luce del sole, era girato verso il proprio. Sul suo volto era stampato un sorriso puro, quello con cui Paul si addormentava ogni notte, mentre il compagno lo teneva stretto a sé.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La luce iniziò a filtrare dalle tende bianche, raggiungendo il letto matrimoniale della camera di John. Lentamente la stanza fu inondata dai raggi di un timido sole che iniziava a rischiarare la piccola città di Liverpool. Non c’erano nuvole nel cielo, non c’era un misera imperfezione che potesse sporcare quel paesaggio perfetto. Persino la cittadina, adesso, appariva trasformata: il grigio dei palazzi splendeva fino a diventare sgargiante, illuminando l’intero panorama e ricoprendolo con il proprio manto argenteo.
Fu quella stessa luce a raggiungere il viso di John, posato delicatamente sul cuscino ed immerso in un sonno tranquillo. Si accorse lentamente che il mattino era arrivato, mantenendo gli occhi chiusi ancora per un po’ e sorridendo serenamente. Riusciva a farlo solo da quando Paul era lì, con lui. Erano tre anni, ormai, che il ragazzo si era trasferito in casa sua. Ed erano tre anni che John riusciva a sorridere dalla mattina fino alla sera. Perché c’era Paul. Lo sentiva, tra le sue braccia. Il suo respiro era regolare, la sua pelle liscia e leggermente fredda, per le coperte spostate più in basso nel corso dei movimenti notturni.
Quando John finalmente decise di aprire gli occhi, vide uno degli spettacolo più belli della sua vita. Il viso candido di Paul, rischiarato dalla luce del sole, era girato verso il proprio. Sul suo volto era stampato un sorriso puro, quello con cui Paul si addormentava ogni notte, mentre il compagno lo teneva stretto a sé. Stava riposando ancora in tranquillità, senza una minima interruzione. John non volle svegliarlo. Era così bello osservarlo in silenzio. Con i capelli arruffati sparsi sul cuscino, con il petto nudo che cercava ancora il calore del più grande. Era perfetto.
John mosse lentamente una mano, cercando di non farlo svegliare, raggiungendo il suo viso. Accarezzò delicatamente la sua guancia, rosea, piena, riposata. Sorrise. Quello spettacolo era solo suo. Gli apparteneva da sempre. Nessuno glielo avrebbe mai portato via.
Si alzò da lì, spostando le coperte dal proprio corpo. Si stropicciò gli occhi con le dita, cercando la propria maglietta. Ma un mugolio dietro di sé lo fece voltare di nuovo. Paul si stava muovendo, allungando un braccio sul posto in cui John aveva riposato fino a quel momento. Quando non lo trovò, aggrottò leggermente le sopracciglia, senza però aprire gli occhi, continuando a cercare il calore del suo compagno.

“Johnny..”

Il suo fu quasi un sussurro, ma John lo avvertì alla perfezione. Si inginocchiò sul letto, allungandosi in avanti fino a raggiungere il corpo di Paul. Erano solo le sei e mezza del mattino, non voleva farlo alzare così presto. Prese l’orlo della coperta, sistemandola di nuovo sulle spalle del compagno. Si accorse, sorridendo, che la propria maglia era tra le braccia di Paul, vicina al suo naso. Aveva bisogno di quel profumo per addormentarsi, e ora che John si era allontanato da lì, non l’avrebbe lasciata per nulla al mondo.

“Dormi, angelo mio.”

Gli diede un lieve bacio sulla guancia, lasciandolo riposare ancora. In un attimo, il ragazzo cadde di nuovo in un sonno profondo.
John si rialzò, guardando verso la finestra del balcone. Si avvicinò, senza fretta,  spostando la tenda e facendo attenzione a non far arrivare troppa luce sul viso del compagno. Dal secondo piano della casa, la visuale era perfetta. Liverpool si estendeva davanti ai suoi occhi come una distesa luminosa. L’argento che l’aveva tinta in precedenza si stava ora trasformando in un caldo manto dorato, che avvolgeva ogni cosa e faceva risplendere le strade, ancora bagnate per le piogge dei giorni appena trascorsi. Un altro sorriso apparve sul viso sul John. Da lì riusciva ad osservare tutti quei luoghi che avevano composto, tassello dopo tassello, la sua emozionante vita. Li ricordava tutti. Ricordava ogni momento. Ricordava ogni persona con cui aveva condiviso quegli attimi del proprio cammino. E amava quei ricordi. Chiuse lievemente gli occhi, restando a godere ancora di quel calore. E quando li riaprì, dopo un ultimo sguardo al paesaggio, si mosse, andando a passo svelto verso il tavolo di legno di fronte al letto. Aprì un cassetto, tirando fuori un foglio di carta ed una penna. Voltò la sedia, trovandosi di nuovo con il viso rivolto verso il proprio compagno.
Si sedette, allungando una gamba ed appoggiandosi con essa sul bordo del letto, per poter riuscire a scrivere. Riportò su quel foglio tutti i suoi sentimenti di quel momento. I luoghi che aveva rivisto, i suoi amici, la sua vita. Cercò di comporre mentalmente quei versi, per non svegliare Paul, ma alcune volte ebbe bisogno di cantare a bassa voce per poter capire fino in fondo ciò che stava scrivendo.
Ma mancava qualcosa. Era riuscito a tirare fuori la propria anima, riversandola su di un foglio, ma sentiva che non era del tutto libero. C’era ancora un qualcosa che lo teneva legato a quel testo. Era come se fosse incompleto.
E quando alzò lo sguardo, capì. Era l’amore. Era Paul. Se c’era una cosa che andava oltre quei ricordi, oltre quei luoghi e quei momenti trascorsi con i suoi amici, era Paul. La frase venne da sola nella sua mente. Si formò velocemente, una parola dopo l’altra, continuando a risuonare in lui. Si gettò di nuovo sul foglio, appuntandola di scatto, per non dimenticarla.

“But of all these friends and lovers, there is no one compares with you, and these memories lose their meanings when I think of love as something new.”

Sì, era lei. Forse perché parlava proprio di Paul. Rispecchiava i suoi sentimenti per lui. Non poteva che essere perfetta. John sorrise, portando la penna fino alle labbra e giocando un po’ con essa. Continuò a guardare il compagno, che dormiva teneramente, steso in parte sul suo posto. Con una mano sul suo cuscino, la sua maglia stretta al petto e il sorriso ancora sulle labbra.
John riaprì la penna, portandola ancora una volta sul foglio. Serviva un’ultima frase, una che concludesse il tutto. Una che trasmettesse a Paul quelle stesse emozioni.

“In my life, I love you more.”



Estremo momento di dolcezza, dopo la tristissima oneshot di ieri. Il risultato di una giornata passata ad ascoltare soltanto "In my life".
E ogni giorno continuo a tormentarvi con le mie storie :D Poveri voi!
Ma grazie a chi continua a leggere ciò che scrivo e a chi mi spinge a scrivere ancora di più.
Questa è per te, il mio spettacolo, il mio angelo, la mia vita.

Peace&Love,

ringostarrismybeatle
  
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