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Autore: darkangel98    07/01/2014    3 recensioni
Di là, ragazzino. Chi l'avrebbe detto che ce l'avresti fatta anche tu, eh?-
Lo sguardo di ghiaccio dell'uomo e il suo tono crudele gli fecero ribollire il sangue, riportando alla luce tutta l'ansia di quei giorni, la violenza degli allenamenti e il terrore di essere scartato. Il suo pugno si abbattè sul viso dell'addestratore prima ancora che decidesse di farlo.
***
Ora avrebbe lottato il doppio perchè aveva la responsabilità di vincere per entrambi, di realizzare i sogni di entrambi, di portare gloria alle famiglie di entrambi.
Perchè l'ultima parola che aveva cercato di sussurrargli tra gli urli di dolore somigliava più a un "Vinci" che a un "Ti amo", e lui era felice così, perchè lo avrebbe aiutato a rimanere forte.
***
Una scossa di dolore gli tolse il respiro e quando lo ritrovò, iniziò a imprecare con tutta la forza che lo teneva ancorato alla vita, contro Capitol City, gli Sventurati amanti, che poi erano stati più fortunati di lui, contro Thresh e Lyme che non gli mandava un'altra arma e persino Clove, perchè se fosse stata ancora viva sarebbero stati due contro due e non sarebbero mai riusciti a farlo cadere.
Genere: Angst, Guerra, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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He said "Son, have you seen the world?
And what would you say if I said that you could?
Just carry this gun, you'll even get paid"
I said, "That sounds pretty good"

Il bambino aveva iniziato a piangere da ore e, malgrado il padre continuasse ad accarezzargli la zazzera bionda e sussurrargli di fare l'ometto e tenere duro per la mamma ed Ana, non riusciva a smettere. Era sicuro di non temere la morte, allora perchè vederne l' ombra che cadeva sopra la sua famiglia lo faceva frignare come una matricola di sei anni?
- Dimmi qualcosa, pà'- si ritrovò a supplicare con la mano stretta convulsamente in quella del padre, perchè sapeva che presto non avrebbe più potuto sentirlo rivolgergli la parola.     Jonathan sospirò piano, ogni parola gli usciva come l'ultimo respiro. - Cosa vorresti da fare da grande, Cato?-                                  
- Il-il Pacificatore papà.- mentì il bambino, strofinandosi gli occhi in silenzio.                  
- Non vorresti andare agli Hunger Games?- gli chiese il padre che lo conosceva meglio di quanto lui conoscesse sè stesso.   
- Non abbiamo i soldi per l'accademia, papà. Lo sai.- gemette il piccolo, chiedendosi cosa gliene importasse.                                            
Era lui che era a letto con le ore contate, cosa gli importava di quel che Cato avrebbe fatto per il resto della sua vita?                                                                          
Lui non sarebbe stato lì per essere fiero del suo bambino.
- Promettimi che combatterei sempre, Cato.- mormorò l'uomo con la voce che si spegneva, facendo sussultare il figlio. - Promettimelo. Se vuoi fare il Favorito e non hai i soldi per le armi prendi un coltello e un bastone e fatti una lancia. Se ami una ragazza e lei non sa che esisti chiedile di uscire. Ma non arrenderti mai, okay? Combatti e... porta alta la tua bandiera...- 
L'uomo sospirò e chiuse gli occhi e Cato scese dal letto, si asciugò le lacrime e uscì dalla stanza, andando ad abbracciare la madre e la sorella maggiore.           
Più tardi quella sera l'ombra della morte scese sulla famiglia per portare via il padre, per la seconda volta da quando cinque anni prima Caroline, dodici anni appena, era andata volontaria ed era morta, per l'onore e la gloria del Distretto 2.
Sua madre e Anabella piangevano, ma lui aveva gli occhi asciutti e un sorriso sereno.        Perchè suo padre gli aveva dato un ordine che avrebbe portato a termine, perchè aveva dieci anni e già sapeva che avrebbe fatto della sua vita.     

Black leather boots, spit shined so bright
They cut off my hair but it looks alright
We marched and we sang
                               We all became friends as we learned how to fight
A hero of war, yeah that's what I'll be
And when I come home they'll be damn proud of me
I'll carry this flag to the grave if I must
'Cause it's the flag that I love and a flag that I trust


-Alaric Quarry, sette anni, bocciato!- declamò l'addestratore, mentre un bambino si allontanava piangendo.                      
Cato sbuffò. Era umiliante essere in mezzo a quei bambini quando lui era quasi in età da tributo, solo perchè non aveva avuto i soldi per iscriversi prima, ed irritava il suo spirito competitivo: come poteva essere fiero dei suoi risultati, se quei mocciosi erano gli unici metri di paragone?                                                     
Si consolò pensando che nel giro di pochi nomi l'addestratore avrebbe chiamato lui, e sarebbe entrato nel corso avanzato come sicuramente meritava.      
- Feast Riley, sei anni, promossa con un punteggio di dieci virgola otto su dodici!- una bimba biondissima saltò in piedi esultando e Cato realizzò sgomento che era il suo turno.   
Si torse le mani cercando di ripescare la sua sicurezza e arroganza che in quel momento erano seppellite da una sfilza di vocine malefiche che sussurravano "Fallito" "Disonore del Distretto" "Vergogna della sua famiglia".                              
Si convinse che era ciò per cui era nato e non poteva fallire.  
-Cato Rooney, undici anni- il tono beffardo con cui pronunciava quell'età troppo elevata gli fece salire i fumi al cervello, ma si limitò ad affondare le unghie nei palmi fino a sanguinare -promosso con un punteggio di dodici su dodici-
Il biondo saltò in piedi a bocca aperta, troppo stupito persino per provare gioia.  
- Di là, ragazzino. Chi l'avrebbe detto che ce l'avresti fatta anche tu, eh?-   
Lo sguardo di ghiaccio dell'uomo e il suo tono crudele gli fecero ribollire il sangue, riportando alla luce tutta l'ansia di quei giorni, la violenza degli allenamenti e il terrore di essere scartato. Il suo pugno si abbattè sul viso dell'addestratore prima ancora che decidesse di farlo.
Scattò indietro pronto a schivare la mossa dell'altro, ma questa non arrivò. 
Alzò gli occhi e vide l'altra addestratrice che sorrideva e bloccava il braccio del suo collega. - Hai spirito, ragazzo. Vai e cerca di non farti ammazzare.-                                 
Cato si mise orgogliosamente sull'attenti, infilò lo zaino e corse verso la palestra dei grandi, con un brivido di eccitazione infantile e troppo adulta allo stesso tempo. 
Aprì la porta e una groviglio confuso di armi, lotte e grida di trionfo e dolore strettamente mischiati gli si aprì davanti agli occhi.            
Sono nato per questo, pensò mentre varcava la soglia della sua nuova casa.

I kicked in the door, I yelled my commands
The children they cried but I got my man
We took him away, a bag over his face
From his family and his friends
They took off his clothes, they pissed in his hands
I told them to stop but then I joined in
We beat him with guns and batons
Not just once but again and again 


Melysse scoppiò in una lunga, sadica risata e Glimmer e Clove risero con lei. Mentre si schizzava ridendo il sangue della ragazza sul viso, Cato pensò che i capitolini non avevano idea di cosa fosse la bellezza femminile, che tutte quelle parrucche e quel trucco erano solo mezzucci in confronto al fascino di una risata crudele, sincera.    
- Marvel, tu rimani fuori?- lo punzecchiò Melysse, così il ragazzo dell'1 si accigliò, tirò fuori un coltello e si unì al gruppo, con il risultato di far strillare ancora di più la ricciolina dell'8.
L'idea di mettere fine alle sofferenze della ragazzina e andare a cercare qualche altro divertimento per la serata gli balenò in mente, ma mentre alzava la spada per farlo lei sgranò gli occhi per il terrore e Cato rimase paralizzato, la lama bloccata in aria. Aveva gli occhi di un nocciola dolce che gli dava i brividi, aveva gli occhi dello stesso colore della sua mentore, di quell'altra puttana dell'8 che aveva fatto a pezzi Caroline e aveva pure vinto. 
Tirò una gomitata a casaccio nel buio per spingere via gli altri, una delle ragazze lo mandò a quel paese ma nella frenesia non capì nemmeno quale delle tre fosse.     
Scoppiò in un verso liberatorio a metà tra un gemito e una risata mentre la scuoiava viva come se quella ragazzina fosse l'incarnazione di tutto il male del mondo.  
Sentì una ragazza, probabilmente Clove, sussurrare a qualcuno "Per me gli manca qualche rotella", ma lo ignorò, immerso nel suo divertimento.  
In fondo non poteva nemmeno contraddirla.                  

A hero of war, yeah that's what I'll be
And when I come home they'll be damn proud of me
I'll carry this flag to the grave if I must
'Cause it's flag that I love and a flag that I trust
She walked through bullets and haze
I asked her to stop, I begged her to stay
But she pressed on
So I lifted my gun and I fired away

Si sporse in avanti e scostò una ciocca di capelli neri dal viso di Clove, che alzò gli occhi al cielo, divertita da quel gesto d'affetto che in diretta nazionale era il massimo che potessero fare. - Sei sicura? -                                          
Si astenne dall'aggiungere "Io sono più forte di te" perchè aveva ancora intenzione di vivere, e con tutte le parti del corpo al loro posto, ma lo pensava.
- è la centesima volta che me lo chiedi e ti rispondo di sì, Cato. Abbiamo un piano e lo rispetteremo.- ribattè la ragazza con un tono a metà tra il divertito e l'esasperato, respingendo la sua mano.                 
- Non voglio vederti morire.- insistette il ragazzo, con un velo di preoccupazione negli occhi castani. Aveva già visto morire troppe persone a cui voleva bene. 
- Piantala.- sibilò la ragazza, rifacendosi la coda. Persino il suo elastico era del colore del sangue e aveva un piccolo numero due stampato sopra. 
Probabilmente agli occhi dell resto di Panem era inquietante, ma Cato era cresciuto con la stessa logica della ragazza e trovava che fosse una cosa carina.
Portare avanti la propria bandiera, fino alla tomba.   
Si tirò indietro il ciuffo biondo, poi con la massima disinvoltura avvicinò di nuovo il viso a quello della ragazza e le diede un bacio. Lei rispose per un attimo e il sedicenne sussultò come se avesse preso la scossa, eccitato. Clove era aggressiva e senza esitazioni come quando combatteva.                                       
Si staccò e avrebbe voluto dirle qualcosa come "Buona fortuna" o "Dagli un bello spettacolo" o "Ci vediamo", ma lei era già sparita dietro gli alberi, e poteva solo immaginare la mano sottile stretta al coltello e il bellissimo sorriso sadico. Scosse la testa, incredulo.
Già sparita. Era perfetta, era nata per uccidere ed era come lui. Si mise la lancia in spalla e si diresse verso il punto concordato del bosco, pensando che non vedeva già l'ora di vederla tornare con gli schizzi di sangue sul viso.          

And the shells jumped through the smoke
And into the sand that the blood now had soaked
She collapsed with a flag in her hand
A flag white as snow

Tirò l'ennesimo calcio al tronco di un albero, imprecando verso nessuno in particolare.                                                                                                                                                   - Ti troverò!- urlò, rivolgendosi più alle telecamere, perchè non credessero che si era arreso, che a Thresh, ma non poteva sapere che erano tutte rivolte sui finti baci dei ragazzi del 12.                                       
Si lasciò cadere a terra e affilò la lancia già affilata con gesti  meccanici, perchè sapeva che se non si fosse distratto in qualche modo avrebbe pianto o sarebbe impazzito e in quel caso non sarebbe mai riuscito a tornare a casa con onore.          
Probabilmente tutti davano per scontato che dopo la morte della sua ragazza si sarebbe rassegnato e avrebbe smesso di lottare, non sapevano niente.           
Ora avrebbe lottato il doppio perchè aveva la responsabilità di vincere per entrambi, di realizzare i sogni di entrambi, di portare gloria alle famiglie di entrambi. 
Perchè l'ultima parola che aveva cercato di sussurrargli tra gli urli di dolore somigliava più a un "Vinci" che a un "Ti amo", e lui era felice così, perchè lo avrebbe aiutato a rimanere forte.     
Un fruscio dietro di lui lo fece saltare in piedi, mentre un sorriso sadico si faceva strada sul suo viso.                                                                                                                                    - Era ora che ci incontrassimo, amico.- esclamò in tono beffardo, alzando il viso per incontrare lo sguardo di Thresh. Piantò la lancia a terra e con l'altra mano strinse la spada così forte da farsi sanguinare il palmo.      
Alzò la lama al cielo, richiamò tutta la sua rabbia fino a sentirsi scoppiare il cuore e si scagliò sull'altro lanciando un'urlo di battaglia.     

A hero of war is that what they see
Just medals and scars, so damn proud of me
And I brought home that flag, now it gathers dust
But it's a flag that I love, the only flag I trust 
He said, "Son, have you seen the world?
Well, what would you say if I said that you could? 

Il lungo gemito del ragazzo morente risuonò nella Cornucopia quando il coltello che aveva usato per lottare disperatamente contro gli ibridi gli fu strappato dalle mani. In fondo non si era mai davvero illuso di sopravvivere agli ibridi, ma lui era un guerriero ed era qualcosa di profondamente umiliante rimanere a guardare la morte che veniva a prenderlo senza nemmeno provare a combatterla.                                             
Si sentiva come ogni goccia di vita nelle sue vene fosse stata versata e dentro gli rimaneva solo dolore, dolore e rabbia perchè lui avrebbe dovuto essere sopra la cornucopia, non in mezzo agli ibridi, perchè era lui che si era allenato come un pazzo per sedici anni, era lui che si era offerto volontario, era lui- erano lui e Clove - che erano nati per vincere.    
Una scossa di dolore gli tolse il respiro e quando lo ritrovò, iniziò a imprecare con tutta la forza che lo teneva ancorato alla vita, contro Capitol City, gli Sventurati amanti, che poi erano stati più fortunati di lui, contro Thresh e Lyme che non gli mandava un'altra arma e persino Clove, perchè se fosse stata ancora viva sarebbero stati due contro due e non sarebbero mai riusciti a farlo cadere.        
Si vide per un attimo mentre tornava a casa, vide i bambini che sognavano di diventare come lui, sua madre e sua sorella che gli sorridevano abbracciate, l'allenatore che non aveva mai creduto in lui guardarlo allibito, si vide entrare nella casa del villagio dei vincitori con Clove in braccio, come due sposi.       
Probabilmente lei l'avrebbe preso a schiaffi, ma non importava. Non importava prevalentemente perchè quel momento non sarebbe mai avvenuto all'infuori dei suoi sogni, con ogni probabilità nemmeno in quelli.     
Come non avrebbe mai avuto bambini come sognava, non li avrebbe allenati e incoraggiati come suo padre faceva con lui e non li avrebbe visti tornare dai giochi con la corona in testa, sentendosi un po' come quando c'era stato lui al loro posto.              
La consapevolezza della fine lo raggiunse e iniziò a piangere, incapace di mantenere un minimo di contegno, pianse per il suo orgoglio e i suoi sogni brutalmente strappati e gettati nella polvere contro tutti i suoi sforzi, pensò alla sua famiglia che non avrebbe mai rivisto e pianse ancora più forte.                                                               
Si arrese e supplicò piano "Per favore", e la freccia della ragazza del 12 lo trafisse di colpo.                                                                                                                                                            A casa non sarebbero stati fieri di lui, ma ormai non era più un suo problema.


Sclerotime
Bao. L'OS probabilmente più chilometrica, deprimente e OOC che abbia mai scritto.                                                                                                                                                La canzone è qui, ed è bellissima:     http://www.youtube.com/watch?v=MOV3X0dxed0&feature=player_detailpage                                     
Secondo me lo rispecchia in un modo assurdo.     
Ah, la puttana dell'8 sarebbe Cecelia, che amo ma il poveraccio ha pure il diritto di odiarla :p                                                                                                                                                                                E niente, cerco di astenermi il più possibile dalla Clato ma la canzone aveva dei riferimenti anche abbastanza evidenti, sono la mia OTP e non ce l'ho fatta a non metterli: ho cercato di mantenere almeno Clove vagamente IC visto che con lui ho toppato clamorosamente.                                                                                                            
Ciao! darky <3                                  

  
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