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Autore: CUCCIOLA_83    28/05/2008    6 recensioni
Attenzione probabili spoiler di Eclipse
[...]La stanza di Edward era accogliente come sempre anche grazie ai colori caldi di cui erano adorne le pareti e i mobili. L’attenzione di Bella però fu attirata da un pacchetto infiocchettato posto al centro del letto a baldacchino [...]
Cosa conterrà quella scatolina? questa e altre sorprese vi attendono in questa ff sul fenomeno letterario dell'anno. Buona lettura e buon divertimento ;)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mentre il sole, nascosto dalle nuvole stava ormai calando all’orizzonte, gli invitati, tra cui gli ormai ex compagni di classe

Per la barba di Merlino vi chiedo scusa! Il capitolo è pronto da un sacco di tempo ma la mia linea del telefono è stata off per più di una settimana. L’importante è che ora sono qui giusto?

Quindi, buona lettura ;)

 

Dedicato ad Angie

che è sempre pronta a sorbirsi le mie paranoie

 

Tutto Nelle Mani Di Alice

Il Grande Giorno (II° parte)

 

Mentre il sole, nascosto dalle nuvole stava ormai calando all’orizzonte, gli invitati, tra cui gli ormai ex compagni di classe e amici di Bella e Edward, i colleghi di Charlie e quelli di Carlisle con pochi altri, avevano ormai preso posto ai due lati del tappeto rosso posto in mezzo alle colonne di marmo in attesa che la cerimonia avesse inizio.

I primi a percorrere il tappeto rosso furono Phil, Renée, in un bellissimo quanto corto vestito giallo senza spalline  e con un golfino bianco a coprirle le spalle, ed Esme con un abito di seta rosa lungo fino alle caviglie, entrambe tenute sottobraccio dall’uomo. Tra una sosta per salutare qualcuno e un’altra per sistemare una decorazione che non voleva saperne di stare al suo posto, andarono a sedersi in prima fila. Dopo di loro fecero il loro ingresso, Emmett con Rosalie, in un abito molto elegante di una splendida tonalità di azzurro cielo con svolazzi di chiffon leggermente più chiari, seguiti da Jasper con Alice, con indosso un abito corto e nero cosparso di piccole gemme che creavano bellissimi giochi di luce, eleganti ed aggraziati come sempre lasciarono a bocca aperta tutti i presenti. I quattro si sistemarono vicino all’altare mentre Edward li seguì subito dopo, l’abito nero che indossava, con una rosa bianca all’occhiello, dava alla sua carnagione chiara ancora più risalto, sorrideva ai presenti senza però fermarsi a parlare con nessuno.

All’interno della casa Bella cercava di non andare in iper ventilazione. Nemmeno i tentativi di Charlie di tenerla calma furono utili anzi, nel vederlo così premuroso nonostante quello che stava per succedere la fece agitare ancora di più.

«Papà ti prego non fare la parte del premuroso. So che odi quello che sta per succedere quanto me».

«Pensavo di averti già detto che non m’importa se siete toppo giovani per questo passo, io…»

«Veramente mi riferivo alla cerimonia in sé, al fatto di essere al centro dell’attenzione e dell’abito scuro», si affrettò ad aggiungere visto che il padre aveva frainteso le sue parole.

«Oh sì certo. Ma sei la mia bambina, per te questo ed altro. In fondo l’accompagnare la propria figlia all’altare è uno dei compiti dei padri».

«Grazie, papà», disse abbracciandolo, ma si scostò immediatamente ricordandosi della rosa che Alice le aveva appuntato al vestito, ma lo fece talmente rapidamente che se non fosse stato per Charlie sarebbe rovinata a terra a causa dei tacchi che, sempre Alice, l’aveva costretta ad indossare.

«Stupidi tacchi…» Mormorò cercando di riacquistare l’equilibrio.

«Non ti lascerò cadere, te lo prometto».

«Grazie, anche se credo che sarebbe un’entrata ad effetto. Ora andiamo, e togliamoci il pensiero», sospirò.

Appena la videro, tutti gl’invitati rimasero a bocca aperta, e non solo loro. Edward, senza accorgersene aveva smesso di respirare, tanto che Emmett fu costretto a dargli una gomitata per farlo riprendere.

Dal canto suo Bella non sapeva cosa guardare, gli sguardi degl’invitati la mettevano in imbarazzo, mentre quello di Edward le faceva aumentare le palpitazioni. Alla fine optò per Carlisle, che se ne stava tranquillo e sorridente proprio al centro dei suoi figli, pronto ad accoglierla nella sua famiglia. Quello sguardo dolce e sereno, la fece calmare, pronta ad affrontare quello che stava per succedere.

Edward la raggiunse a pochi passi dall’altare, sorridendo quasi imbarazzato.

«Abbi cura di lei…» Disse Charlie affidandogliela. Edward annuì, spostando solo per qualche frazione di secondo gli occhi per guardarlo poi tornò a Bella e non gli tolse gli occhi di dosso fino a quando raggiunsero Carlisle, il quale cominciò subito a parlare.

«Cari amici e familiari, siamo qui riuniti oggi, per assistere all’unione di questi due giovani ragazzi, che hanno deciso di passare il resto della loro vita insieme.

Sapete fin da quando Edward è entrato a far parte della mia famiglia ho sperato che trovasse sulla sua strada una persona da amare veramente e con cui continuare il cammino della vita, così quando una domenica mattina si è presentato a casa nostra con questa stupenda creatura al suo fianco, sono stato davvero felice per lui anzi, per loro. Quindi, potete immaginare il mio stato d’animo quando ci  hanno annunciato i loro imminente matrimonio e  chiesto a me di celebrarlo.

E dopo questa piccola premessa direi di cominciare con la cerimonia vera e propria.

 Edward, vuoi tu prendere Isabella come tua legittima sposa?»

Edward tornò a guardarla con infinita intensità. «Sì, lo voglio»,e così dicendo le infilo una piccola fede in oro all’anulare.

«Isabella, vuoi tu prendere Edward come tuo legittimo sposo?»

Bella, ancora rossa in viso e cercando di riprendere il controllo della voce con un bel respiro riuscì a dire «sì, lo voglio», anche lei e gl’infilò la fede al dito.

«Con l’autorità concessami dallo stato di Washington vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa».

Senza farselo ripetere due volte Edward le prese il viso tra le mani e la baciò, quasi dimentico delle persone che li stavano osservando e che battevano le mani.

«Ciao, Bella Cullen», le sussurrò quando lentamente si allontanò da lei.

«Suona bene…» Commentò lei ridendo, decisamente più rilassata ora che il peggio era passato.

«Non è stato così terribile, vero?» Le chiese Edward mente si allontanavano dall’altare per dirigersi verso la zona dedicata al ricevimento.

«No, direi che è stato molto…Rapido».

«Già, come ti avevo promesso. Ho chiesto a Carlisle di non dilungarsi troppo».

«Grazie…»

 

Tutti al ricevimento sembravano divertirsi, in particolare Alice che saltellava qua e la con una piccola macchinetta fotografica digitale in mano scattando un sacco di foto a tutti, e in particolare agli sposi i quali non riuscivano mai a trovare un attimo di tempo per stare insieme, perché ogni volta che provavano ad allontanarsi o a parlare tra loro arrivava sempre qualcuno a congratularsi o a fare le domande più disparate.

Leggermente esasperato da questa situazione, Edward prese da parte Alice.

«Credo che sia il caso di anticipare la partenza». Sentenziò.

«Ma come, la festa è appena cominciata!» Si lamentò Alice.

«Guardala, ti sembra che si stia divertendo?» Le chiese indicando Bella, intrappolata in una discussione tra Jessica, Eric e Tayler.

«Non è colpa mia se non si sa divertire alle feste». Mugugnò Alice.

«Alice, ti prego…»

«Ok, tra poco la porto di sopra per aiutarla a cambiarsi. Prima però dovete tagliare la torta».

«Torta? Quale…» Edward si bloccò di colpo vedendo i due fratelli entrare con una mega torta a 4 piani con in cima due statuine vestite da sposi.

«Quella… Andiamo! Bella vieni qui!» Li trascinò entrambi dietro al tavolo su cui era stata deposta la grande scultura di panna montata e pan di spagna, per poi mettergli tra le mani un assurdo coltello infiocchettato.

Edward e Bella si guardarono per qualche istante poi, rassegnati, tagliarono una fetta di torta che condivisero imboccandosi a vicenda, Edward riuscì a mascherare piuttosto bene il disgusto, e riuscì ad ingannare gl’invitati, ma non Bella.

«Bel fuori programma per te, vero?» Chiese.

«Tranquilla, sopravviverò, e poi il tuo profumo mi ha aiutato a mandare giù quella roba». Le sussurrò, facendola arrossire. «Non temere, tra poco ce ne andiamo».

«E dove?»

«Sorpresa. Ora vai di sopra con Alice così ti aiuterà a cambiarti».

Bella annuì e sparì all’interno della casa, anche se in pochi se ne accorsero, troppo intenti a banchettare con la torta.

Fu di ritorno dopo circa mezz’ora in quanto la maggior parte del tempo la passo litigando con la “cognata” sul vestito da indossare, Bella voleva stare comoda e quindi aveva insistito per indossare dei semplici jeans, mentre Alice alla fine riuscì a convincerla ad indossare un completo bianco composto da una gonna a pieghe lunga fino alle ginocchia coordinato ad una giacca allacciata da solo tre bottoni e con un’ampia scollatura che lasciava intravedere una camicetta blu.

Edward, che si era cambiato decisamente più in fretta di lei sfoggiando dei semplici pantaloni neri e una camicia azzurra, la raggiunse in cima alle scale del portico e stringendola per la vita annunciò a tutti i presenti della loro partenza.

«Vi ringrazio per aver condiviso con noi questa giornata, o meglio, questa serata. Noi dobbiamo andare altrimenti rischiamo di perdere l’aereo, ma voi continuate pure a divertivi. Ci vediamo tra qualche giorno». E così dicendo prese per mano Bella e si diresse verso il garage.

«Hai detto aereo? Quale aereo? Dove andiamo? Edward fermati immediatamente e spiegami cos’hai in mente», disse bloccandosi di colpo.

«Non ti agitare, e per favore non fermati o faremo tardi, non vorrei dover corrompere il personale di terra per farci cambiare il volo».

«Non mi muovo di qui se prima non dici cos’hai in mente». Lo minacciò.

«Se prometto di dirti tutto in auto, possiamo andare?» Chiese con tono calmo e pacato, che però lasciava trasparire una certa esasperazione.

Bella ci pensò un attimo poi annuì.

«Forza ragazzi, o faremo tardi!» Li rimproverò Emmett che li attendeva vicino alla Mercedes nera di Carlisle. Bella lo guardò con sguardo interrogativo, poi passò il suo sguardo su Edward.

«Qualcuno deve riportare l’auto a casa, e sì, i tuoi bagagli sono gia in auto». Rispose alle sue domande inespresse.

Nelle due ore che ci vollero per arrivare all’aeroporto di Seattle Bella estorse il piccolo segreto che accomunava tutti fratelli Cullen e, secondo lei, anche tutti gli altri membri delle due famiglie, tutti tranne lei.

«Stiamo andando a Ithaca, dove Esme e gli altri si sono trasferiti durante il mio periodo di pazzia. Abbiamo una casa lì, e ho pensato che fosse il posto ideale per potercene stare un po’ da soli senza nessuno in torno. Ho davvero bisogno di stare un po’ da solo con te, dopo questi mesi infernali. Sei tanto arrabbiata?» Chiese guardandola con certi occhini che, se anche fosse stata davvero arrabbiata con lui, la sua furia sarebbe crollata inesorabilmente davanti a quello sguardo.

«Certo che no. Anche io ho voglia di restare sola con te, e trovo la tua idea molto carina».

Edward sembrò particolarmente felice che il suo “piano” le fosse gradito e lo rimase anche dopo aver salutato il fratello una volta giunti a destinazione, nonostante i pensieri tutt’altro che ripetibili di Emmett.

«Beh ragazzi, divertitevi, ci vediamo tra qualche giorno». Li salutò, ma evitando accuratamente di dar voce ai suoi pensieri.

«Grazie… Emmett…» Biascicò Edward, cerando di mantenere il controllo per evitare di strangolarlo davanti a tutti.

Bella ignorando del tutto lo scambio tra i due, abbracciò il neo cognato e seguì Edward verso il gate.

 

Quando Alice le aveva parlato della casa che Esme aveva cominciato a ristrutturare mesi prima ad Ithaca, certo non si aspettava quel genere di casa. Era decisamente “antica” risalente più o meno al diciassettesimo secolo, disposta su tre piani, con un alto tetto a più punte e con molte finestre su tutti i lati, in oltre era circondata da una folta vegetazione, l’ideale per le giornate di sole.

«Benvenuta, signora Cullen». Le sussurrò prima di baciarla, e dopo averla fatta scendere dall’auto che avevano noleggiato all’aeroporto di Ithaca, dove arrivarono alle prime luci dell’alba dopo uno scalo in quello di Albany.

«Ti piace dirlo, vero?» Chiese lei osservandolo attentamente mentre cercava di nascondere un grande sorriso.

«Sì, molto». Sogghignò non riuscendo più a trattenersi, «entriamo». Prendendola in braccio per entrare in casa.

Bella non sapeva spiegarsi il perché ma l’interno della casa era esattamente come se l’era aspettato, i mobili del salotto e della sala da pranzo, rapidamente liberati dai lenzuoli bianchi in cui erano stati avvolti per proteggerli dalla polvere, erano di varie tonalità di marrone chiaro e le pareti bianche, le davano un aspetto rustico ma elegante allo stesso tempo, niente a che vedere con la casa di Forks, certo, ma l’effetto era sorprendete ugualmente.

«Cosa te ne pare?» Le chiese Edward stando attento ad ogni sua reazione.

«E’ adorabile, è così… Calda e accogliente, non so perché ma mi ci potrei abituare davvero a questa casa», rispose continuando a guardarsi in torno.

«Davvero? Mi fa piacere, pian piano ti farò visitare tutte le case che abbiamo in giro per il paese».

Bella lo guardò stupita. «E quante sono per esattezza?».

«Beh, due le hai già viste, quindi te ne mancano atre quattro, sai alla lunga diventa noioso stare sempre nello stesso posto. Vieni ti faccio vedere i piani superiori». Così insieme salirono le scale diretti al primo piano dove si trovavano lo studio di Carlisle, la camera che divideva con Esme, la camera di Emmett e Rosalie e un altro salottino arredato con mobili probabilmente risalenti alla stessa epoca della casa. Poi fu il turno del secondo piano, dove si trovava la stanza di Alice e Jasper, due stanze vuote, un altro salottino come quello del primo piano e proprio in fondo al corridoio, sulla sinistra, la stanza di Edward.

«Ti va…Di entrare? Fuori c’è i sole non credo si a il caso di fare una passeggiata…». Le chiese, con un tono di voce vagamente imbarazzato.

La stanza in cui si ritrovarono era molto spaziosa, nonostante il grande letto a baldacchino posto verso la parete ovest, illuminato dalla luce che entrava da un’ampia porta finestra che portava ad un balcone in marmo. Di fronte al letto, si trovava un armadio d’epoca scurito dal tempo con le maniglie di ottone lavorato che gli davano un aspetto ancora più antico.

Bella cominciò a passeggiare nella stanza osservando attentamente ogni dettaglio, come le tende color panna e il morbido tappeto in coordinato, oppure le rifiniture eleganti dei drappi color avorio che scendevano dalla struttura del letto.

Edward la osservò attentamente, come se tentasse di capire cosa le girasse nella testa. Quando, alla fine, capì che Bella non aveva intenzione di pronunciarsi decise d’intervenire.

«Hai intenzione, prima o poi, di dirmi cosa te ne pare?» Chiese avvicinandosi.

«E’ bellissima, e devo dire che me l’aspettavo proprio così, non so spiegartene il motivo». Rispose lasciando avvolgere dalle sue braccia.

«Bene, ci tenevo al tuo parere», le sussurrò, baciandole la testa. «Sai da un certo punto di vista sono contento che tutta la faccenda del matrimonio sia finita, cominciavo a maturare l’idea di scappare davvero a Las Vegas».

«Non dirlo a me, quella pazza di tua sorella, voleva farmi indossare un bustino. Ti rendi conto?»

«Wow mi sarebbe piaciuto assistere. Come mai ha desistito?»

«Rosalie l’ha convinta a rinunciare. Se non ci fosse stata lei non so se sarei sopravvissuta tutta la cerimonia».

«Bene, allora dovrò ringraziarla appena la vedo». Sorrise continuando a stringerla a sé, mentre guardavano fuori dalla finestra.

«Tu, invece? Hai qualche aneddoto divertente pre cerimonia?» Chiese a sua volta Bella.

Edward non sapeva cosa rispondere. Come fare a spiegarle l’imbarazzante conversazione avuta con i fratelli riguardo agli “approcci fisici”?

Non capendo il motivo del suo silenzio, Bella si voltò per guardarlo in faccia e cercare di capire cosa pensasse.

«Edward?»

«Beh, non… Non è successo niente d’interessante», ma l’esitazione nella sua voce risultò poco convincente e Bella continuò a fissarlo in attesa. «Ok, diciamo che Emmett e Jasper si sono divertiti un mondo a fare la parte dei fratelli maggiori carichi di esperienze. Mi hanno voluto dare il loro parere riguardo a… Noi due e quello che ti ho promesso». Confessò tornando a guardare la foresta fuori dalla finestra.

«Ah, capisco. Non so perché ma credo che sia meglio non indagare più a fondo», sogghignò pensando per un attimo a quello che i due fratelli di Edward avrebbero potuto dire in merito.

«Sì direi che è meglio», rise.

In quel momento a Bella scappò uno sbadiglio che cercò malamente di nascondere.

«Scusa, devi essere esausta. Vieni», e così dicendo tenendola per mano la condusse verso il letto.

«Non voglio dormire». Biascicò intontita dalla stanchezza che l’aveva assalita tutto d’un tratto.

«Sì invece. Non temere, rimango qui con te e quando ti sveglierai mi troverai ancora qui, amore mio». Ma Bella, probabilmente, non aveva nemmeno sentito quelle ultime parole perché era gia sprofondata in un sonno profondo.

 

Quando riaprì gli occhi non capì subito dove si trovava. Si guardò più volte in torno nonostante la semi oscurità, cercando di fare mente locale, improvvisamente ricordò la cerimonia, il viaggio in aereo e la grande casa sconosciuta nella foresta.

«Ben svegliata», le sussurrò Edward facendole il solletico con il suo freddo respiro.

«Grazie, ti sei annoiato molto mentre dormivo?»

«No, ma devo dire ad Alice di stare attenta, l’hai minacciata più volte di arrotolarla in un bustino». Edward scoppiò a ridere in capace di trattenersi.

«In effetti non è una cattiva idea». Sorrise anche lei, accoccolandosi contro il suo petto.

Edward respirò a fondo.

«C’è qualcosa che non va?» Chiese Bella preoccupata di aver fatto qualcosa di sbagliato.

«No, tranquilla. E’ che mi mancava stare da solo con te, sono state infinite le notti di questi ultimi mesi».

«Sì hai ragione, ma ora possiamo stare insieme quanto ci pare», disse alzando la mano sinistra per fargli vedere la fede che portava.

Edward le prese il viso tra le mani e la baciò, incapace di esprimere a parole quanto lo rendesse felice vedere che non si era pentita di averlo sposato. Allontanandosi da lei notò che entrambi avevano il respiro affannato, incoraggiato forse dalla reazione di Bella al suo baciò, si avvicinò nuovamente a lei, posando le labbra sul suo collo per poi risalire di nuovo verso la bocca.

Se solo avesse visto  anche solo un segno di esitazione in lei, avrebbe desistito, in fondo Bella aveva ragione, avevano tutto il tempo che volevano davanti a loro. Ma non ci fu nessun segno di esitazione o ripensamento anzi, Bella lo baciò in un modo talmente convincete che Edward si rilassò, lasciandosi trasportare da quelle nuove sensazioni che stavano scoprendo insieme per la prima volta.

 

 

Allora, cosa ne dite? Siete soddisfatte? Spero davvero di sì, io ci ho messo tutto l’impegno possibile, ora sto già pensando all’epilogo.

Per quelle di voi che si aspettano di vedere come procede “la prima notte” di Ed e Bella, mi dispiace deludervi, ma non troverete niente, non mi andava di cambiare il Rating della FF all’ultimo capitolo, quindi, magari ne scriverò un’altra NC, sempre se la volete.

Vi do appuntamento all’epilogo!

Tao tao smack :*

   
 
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