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Autore: Ultraviolet_    07/01/2014    5 recensioni
CLACE.
Un "missing moment" tra il terzo e quarto libro di TMI.
A Simon non è mai andato a genio Jace. Cosa succederebbe se un giorno decidesse di rendere partecipe Clary delle sue perplessità riguardo il fidanzato?
ALTO CONTENUTO DI ZUCCHERO!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Simon Lewis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La cosa migliore a cui affidarsi.

Camminava a passo deciso sul marciapiede affollato, scansando le persone che andavano nella direzione opposta alla sua, le mani affondate nelle tasche della felpa. Non aveva la minima voglia di obbedire a sua madre e fare le sue commissioni.
Da quando erano tornati da Idris aveva in mente solo una cosa: Jace. Erano d’accordo sul fatto che avrebbero dovuto passare insieme ogni attimo disponibile, per “recuperare il tempo perduto”.
Le sembrava ancora piuttosto strana come situazione. Per quanto tempo aveva sognato di poter baciare Jace, amarlo senza sentirsi ripugnante e disgustosa, stare con lui senza doversi trattenere mai. E ora poteva farlo. Quando l’assoluta certezza di non essere sua sorella aveva raggiunto la sua mente, il mondo era come esploso. Non aveva mai provato tanta gioia prima, mai. Una sensazione simile l’aveva colta quando sua madre di era presentata a Idris, sveglia, viva, intera, com’era sempre stata. Ma in fondo Clary sapeva benissimo dentro di sé che prima o poi sarebbe successo. Al contrario, ormai era del tutto convinta di essere la sorella di Jace. La menzogna di Valentine le aveva offuscato la mente e lei ci aveva creduto. Si era sentita stupida, soprattutto perché Jace sosteneva di aver sempre saputo, in fondo, che non era vero. Non era possibile. Ma ben presto aveva messo da parte quel sentimento, era troppo felice per fermarsi e commiserarsi, non aveva senso.
Erano passate solo due settimane dal loro ritorno a New York, ma a lei erano sembrate di più.
Non sempre è vero che quando passi il tempo piacevolmente, questo passa più veloce, si disse.
I suoi pensieri furono interrotti da qualcuno che la urtò accidentalmente.
-Mi scusi, non guardavo dove and…- iniziò, ma si interruppe alzando lo sguardo e riconoscendo nella figura davanti a lei il suo migliore amico.
-Simon!- esclamò.
-Oh, ma guarda chi si vede! Da quanto tempo, Clary- rispose lui un po’ freddamente.
-Hey… qualcosa non va?- domandò allora lei, confusa –E’  per il marchio, vero?- si morse il labbro.
Simon scosse la testa, la prese per un braccio e la guidò fino a un piccolo vicolo, per evitare di intralciare la gente già nervosa di suo che camminava speditamente verso chissà dove. Si appoggiò al muro con la schiena.
-Sicuro che vada tutto bene? Non ci siamo visti molto ultimamente, ma sono stata quasi tutto il tempo all’Istituto e…
-Clary… sono preoccupato per te- disse il ragazzo interrompendola.
Lei lo fissò spaesata.
-O meglio, per te e lui- completò.
-Oh andiamo, Simon! L’hai già detto più volte che odi Jace, ma mi era parso che avessi accettato la cosa… altrimenti non sarei così sicura di quello che faccio. Tu sei una parte importante nelle mie decisioni- asserì con un piccolo sbuffo.
-Non è per me che dico questo. Io l’ho superata, credo. Ma lui… Jace, ti mette in pericolo. Guarda quante cose sono successe da quando lo conosci! Ti era mai capitato di uccidere un demone prima di incontrare Riccioli d’Oro? A me no- disse senza spostarsi dal muro, la pelle bianca quasi spettrale e lo sguardo fisso nei suoi occhi.
-Non puoi dire sul serio- rise lei –Simon… non vorrei aprirti gli occhi troppo bruscamente, ma tutto quello che è successo negli ultimi tempi non è colpa di Jace. E’ in parte colpa di mia madre, che decise di nascondermi chi sono. Ma questa storia è vecchia, e credevo di averla ormai chiarita e di non dover rivangare.  Per la maggior parte è colpa mia, perché non penso prima di fare le cose e perché sono voluta andare in fondo a tutto questo. Ma non è assolutamente colpa di Jace. Se non ci fosse stato lui saremmo già morti tutti e due, e lo sai bene. Hai dimenticato di chi era il sangue che hai bevuto sulla nave? Ah e rettifico: sei una parte importante nelle mie decisioni quando il tuo parere ha un senso.
-No, non l’ho dimenticato, e sono grato a Jace per questo. Ma ciò non toglie che non sia il ragazzo per te. E’ un pazzo avventato e presuntuoso, e non è tutto come dici. In gran parte è colpa sua… se non ci fosse stato lui magari avresti deciso di non voler entrare nelle faccende dei Nephilim. E non dirmi che questo non ha senso- ribatté Simon arrabbiato.
-Vuoi saperla una cosa? Tu sei veramente fuori! Non è stata una scelta la mia! Mia madre era chissà dove priva di sensi, credi davvero che avrei potuto fregarmene? E anche quando è tornata, se ho deciso di essere addestrata è perché voglio farlo. E tu dovresti saperlo- era rossa in viso e agitava le mani in modo convulso.
-E come, se nelle ultime due settimane non mi hai considerato per dedicarti esclusivamente a quel… a quel tizio che non ha portato che disastri? Come?- chiese il ragazzo tirando un calcio al muro, la voce rotta.
-Per esempio cercandomi! Mi sembra un discorso da prima elementare davvero- gridò Clary furiosa –E se proprio devo ricordartelo, TU hai bevuto quella stupida roba alla festa di Magnus, ed è stato per salvare TE che ho trascinato Jace in quell’albergo infernale! Chi è che porta guai ora?- non si diede neanche il tempo di finire la frase che già si pentì di averla detta.
-No, non volevo dirlo così… Simon…- ma lui ormai aveva già girato l’angolo con l’intenzione di sparire dalla sua vita. Si girò solo una volta per ricordarle di non lanciargli addosso la lattina che aveva raccolto, perché avrebbe corso il rischio di essere schiacciata da qualcosa per via della maledizione che aveva sulla fronte.
 
Jace aveva camminato così tanto in tondo attorno al suo letto che avrebbe potuto venire il solco nel pavimento senza che se ne stupisse. Clary se n’era appena andata, dopo diverse ore di pianti e grida isteriche per via della lite con Simon. Aveva cercato di tranquillizzarla in ogni modo possibile, ed era riuscito a farla smettere di imprecare per l’ora di cena. Voleva accompagnarla a casa, ma Jocelyn era passata a prenderla, evidentemente per assicurarsi che non passasse troppo tempo con lui, con quel ragazzo che le ricordava così tanto Jonathan.
Si bloccò all’improvviso interrompendo il cerchio, afferrò la giacca dal letto e uscì dalla stanza. Avrebbe voluto poter creare un portale come Clary, per arrivare subito a destinazione, ma fu costretto a camminare per le strade ormai buie e poco popolate di New York. Era diretto a casa di Simon, ma fortuitamente lo incontrò prima di arrivarvi. Lo intravide dentro ad un bar. Senza esitare entrò, si diresse al tavolo dov’era seduto e lo prese per la maglietta, ignorando il gestore allarmato e la biondina seduta di fronte. Una fata, pensò.
Lo trascinò fuori e lo sbatté con malagrazia contro al muro.
-Lo sapevo che avrebbe mandato il fidanzato macho- commentò il vampiro ricomponendosi.
Jace, senza riuscire a trattenersi, lo inchiodò di nuovo al muro, bloccandogli il collo con il braccio destro.
-Non posso picchiarti perché ci rimarrei secco, ma lo farei volentieri- lo mise al corrente –Allora, la vuoi finire con le tue battute decisamente infelici o devo rivolgermi a qualche vampiro molto potente per farti abbassare la cresta?
-Nessuno può farmi nulla- fece Simon senza muoversi.
-Possono fare in modo che tu esaurisca le scorte di sangue e non possa procurartene altro.
L’altro si ammutolì, ricordando le sofferenze che causava la mancanza di sangue nel suo corpo.
-Non lo faresti mai- disse poi.
-No, non lo farei mai- ammise Jace lasciandolo andare –perché non farei mai niente che possa far soffrire Clary. A differenza tua.
-Senti, non volevo aggredirla, ma non ci posso fare niente se non mi piaci- alzò le spalle.
-Senti lo dico io. Non dobbiamo sposarci, mondano, non dobbiamo avere a che fare l’uno con l’altro se tu non vuoi. Io potrei anche sopportarti per Clary, ma decidi tu. Devi solo finirla di fare così. Non so perché lo fai e non voglio saperlo. Pensa a lei, tu che dici di tenerci tanto- e detto questo si voltò e si allontanò, senza aspettare risposta.
 
Il giorno dopo, Clary si recò all’Istituto per l’addestramento, ma prima fece una puntata in camera di Jace. Bussò rumorosamente alla porta svegliandolo ed entrò come una furia. Gli si lanciò addosso senza dargli il tempo di alzarsi dal letto e lo baciò.
-Simon si è scusato con me- disse subito dopo.
-Oh… bene, sapevo che sarebbe successo- commentò lui pigramente, tirandole delicatamente una ciocca di capelli.
-Jace… mi ha detto che gli hai parlato.
-Oh, davvero? Credevo che si sarebbe inventato una scusa, del tipo “il mio personaggio nel videogioco tal dei tali mi è apparso in sogno e mi ha detto che era la cosa giusta”- disse lasciandosi cadere sul cuscino e tirandosela dietro.
Lei soffocò una risatina contro il suo petto e lo baciò di nuovo.
-Grazie- disse –ti amo, Jace, non puoi immaginare quanto, per tutto- a quel punto le lacrime le bagnarono gli angoli degli occhi.
Lui la strinse a sé e la coprì con la coperta. Continuò a baciarla a lungo, quasi distrattamente, ma in realtà era tutto tranne che distratto. Era ancora presto, quindi rimasero così per un po’ di tempo, in silenzio, a coccolarsi come avevano desiderato di fare da tanto tempo. Quelli erano gli unici momenti in cui Clary si sentiva al sicuro da quando aveva scoperto di essere una Nephilim, gli unici attimi in cui poteva staccare la mente e rilassarsi per davvero, senza pensare a nulla se non a Jace.
Jace, Jace, Jace.
Jace, che le riempiva gli occhi con la sua bellezza, il tatto con i suoi capelli dorati e morbidi, il naso con il suo profumo inconfondibile, le orecchie con le sue frasi scherzose e improbabili, ma anche dolci. Semplicemente, lui le riempiva le giornate, l’intera vita. E non avrebbe mai trovato una cosa più bella alla quale affidare il suo cuore.
Fu solo quando Clary si fu addormentata tra le sue braccia che lui mormorò:
-Grazie a te- e poi chiuse a sua volta gli occhi.





 



Angolino Autrice
Rieccomi qui!
Ultimamente le storie su Shadowhunters mi stanno prendendo tantissimo.
Questa è un'altra piccola One Shot senza alcuna pretesa, spero che l'abbiate gradita :3
Come ho scritto nella descrizione, direi che soprattutto alla fine il tasso di zucchero è decisamente diabetico, ma ho un debole per queste cose ahaha :D
Come sempre vi chiedo perfavore di lasciarmi una piccola recensione per dirmi che ne pensate, mi aiutano tantissimo e mi fanno considerare l'idea di scrivere una long su questo fandom.
Beh, vi ringrazio se lo farete, e alla prossima :D


 


 
  
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