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Autore: iloveroseandrosie    07/01/2014    0 recensioni
Erano giorni che non la vedevo. Ed eccola lì, di fronte a me, più bella che mai, con uno dei suoi sorrisi che mi fanno sempre sciogliere, che mi fanno sentire così bene che potrebbe esplodere una bomba dietro di me e non me ne accorgerei. Ho aspettato questo momento da così tanto tempo!
Questa è una storia che parla dell'amore tra due ragazze, separate da una sola ora e mezza di volo, che capiscono, in una settimana insieme, che la loro amicizia è in realtà qualcosa di più.
- Ho deciso di scrivere in modo un pò originale... Il primo e gli ultimi capitoli sono scritti dal punto di vista sia di Rose che di Charlie e il secondo e il terzo sono uno scritto dal punto di vista di Charlie, e l'altro dal punto di vista di Rose... spero di non aver create troppa confusione ^^ Volevo solo far capire le emozioni che provavano entrambe :) un bacio!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Circa tre mesi fa, Rose si era dovuta trasferire con la sua famiglia in Francia a causa del lavoro del padre e a Charlie non era restato altro che il ricordo del suo sorriso, del suo profumo, della sensazione che le dava starle vicino, delle emozioni che provavo semplicemente guardandola. Ma Rose non sapeva nessuna di queste cose, Charlie era troppo spaventata dall’eventuale reazione dell’amica. Come poteva dire alla sua migliore amica che ne era innamorata? Forse poteva, ma non ora, non così senza essersi preparata un discorso ben strutturato e ben pensato. Non lì. Non in mezzo all’aeroporto.
Era un giorno come tutti gli altri, se non fosse per il fatto che Rose tornava a fare visita all’amica dopo tre mesi nei quali si erano accontentate di telefonate, skype e messaggi. Si sentivano ogni giorno, sempre per messaggio e se riuscivano si chiamavano a fine giornata per raccontarsi i vari pettegolezzi, ma soprattutto per sentire la voce dell’altra, per ricordarsi quanto era bello avere sempre vicino l’amica. Charlie quasi non credeva che era veramente lì, davanti all’uscita dell’aereo della SUA Rose. Non aveva ancora metabolizzato l’idea che la stava per rivedere, per riabbracciare.

Rose intanto, stava aspettando che il nastro, lento come non mai, le portasse la sua valigia. Vicino a lei c’erano dei ragazzi così volgari che la stavano squadrando dalla testa ai piedi da quando erano saliti sull’aereo. Continuavano a stuzzicarla, a dire frasi con doppi sensi e cose sinceramente troppo stupide per uscire dalla bocca di un gruppo di diciottenni. Voleva solo recuperare la sua valigia così da poter rivedere Charlie, la sua migliore amica, che non vedeva da mesi. Le mancava, più di qualsiasi altra cosa, più di quanto a un nuotatore possa mancare l’aria dopo un allenamento, più di quanto possa mancare l’acqua nel deserto. Insomma, le mancava. E tanto. E tra pochi minuti l’avrebbe rivista. Non ci poteva credere.

Charlie si guardava intorno per rendere la situazione reale, per far capire al suo cervello che era davvero lì. Guardava le porte d’uscita del gate, dalle quali cominciavano ad uscire le prime persone dell’aereo diretto a Londra, partito poche ore fa dalla città dell’amore, Parigi. Una famiglia piena di valigie che faceva un rumore pazzesco, una coppia che si teneva per mano e si dirigeva verso l’uscita dell’aeroporto ancora un po storditi dal viaggio, un gruppo di amici che scherzava e rideva in francese. Charlie cercò di seguire la conversazione, aveva fatto solo due anni di francese e poi aveva optato per lo spagnolo, decisamente più facile. Le parve di capire che la loro discussione fosse su una ragazza che a quanto pare non era niente male seduta dietro di loro, con un paio di jeans, capelli biondi, occhi verdi chiari e maglione beige. Niente male, ottimi gusti ragazzi, sembrava quasi… E poi la vide. Stava cercando qualcuno, me, e non capiva dove doveva andare. Era lei quella di cui parlavano i ragazzi: bionda, occhi di un verde che quasi non esiste nella scala dei colori, maglione beige, quello che le avevo regalato io l’anno prima per il suo compleanno. Era bellissima. Se l’era quasi dimenticato quanto fosse bella dal vivo. Charlie scosse la testa come per scacciare dalla sua testa quei pensieri per andare in contro alla sua amica appena atterrata.

Rose non se lo aspettava, non si aspettava il fatto che vederla dopo tre mesi le facesse sempre lo stesso effetto: come se una fiamma si accendesse proprio in mezzo allo stomaco e si propagasse in tutto il corpo, come se tante scintille le girassero intorno e si posassero sulla sua pelle. Eppure anche quella volta sentiva tutte queste emozioni, forse erano fin più forti delle ultime volte. E non pensava ad altro che lasciare tutto e correrle nelle braccia e restarci li per sempre. E forse lo avrebbe fatto.

Charlie dal canto suo era come imbambolata. Più la guardava più si rendeva conto di quanto la amasse e di quanto volesse stare con lei, sempre. Corse da lei e le gettò le braccia intorno al collo, non curandosi del fatto che stavano bloccando il traffico. Dopo qualche secondo, un uomo sulla sessantina cominciò a spintonarle per far capire di lasciare un passaggio. A quel punto, Charlie si staccò e non poté far altro che notare una lacrima sul viso di Rose, una lacrima forse di gioia per essersi ritrovate o forse di tristezza per la consapevolezza che questo sentimento era destinato a finire presto perché l’aereo di ritorno era solo una settimana dopo. Senza dire una parola, prese una delle sue due borse e si diresse verso l’uscita dove aveva lasciato la macchina.

A causa del signore si erano dovute lasciare andare, cosa che non avrebbe davvero voluto fare, almeno non per i seguenti dieci minuti. Vide che la sua amica aveva notato la lacrima che le era scesa durante l’abbraccio, e aveva apprezzato il fatto che non avesse detto nulla a riguardo, non avrebbe saputo cosa dire. Nel senso che sì, lo sapeva cosa avrebbe dovuto dire, ma non avrebbe potuto farlo. Non ancora. Rose notò che Charlie non parlava, ma quel silenzio non le dava fastidio, anzi era rilassante, era naturale. Si avvicinò all’amica e la prese sottobraccio, e sentì un sussulto da parte di Charlie che subito nascose dicendo che faceva freddo e che doveva comprarsi una giacca più pesante.

Charlie si maledì mentalmente per essersi lasciata scappare il brivido che le aveva provocato il tocco di Rose. Infatti, non appena entrate in macchine, accese il riscaldamento al massimo, come per far vedere all’amica che era vero che aveva fredda. Dio, che impacciata che era! Dopo aver messo la prima e avere schiacciato sull’acceleratore, cominciò a parlare.

“Com’è andato il viaggio? Ho sentito dei ragazzi che parlavano di una certa ragazza misteriosa che a quanto ho sentito era una vera bomba sexy! La conosci?” disse Charlie scherzando.
“Oh, vuoi dire quella ragazza dagli occhi verdi e i capelli biondi, che un po’ mi assomigliava? Cavolo se l’ho vista! Non sono riuscita a staccarle gli occhi di dosso per tutto il viaggio! Haha! Lascia stare guarda, quei ragazzi erano davvero volgari, avresti dovuto sentire che cosa dicevano! Secondo me pensavano che non capissi il francese perché prima di partire ho chiamato mia mamma e hanno sentito che le parlavo in inglese… ragazzi!”
“Beh dai se non altro hai fatto conquiste! Haha!” E non hai conquistato solo loro, pensò Charlie.
Ma non quella che avrei voluto conquistare, pensò quasi di rimando Rose.
“Allora dove mi porta signorina?” disse Rose cercando di scacciare i pensieri tristi dalla sua testa, almeno per quella sera.
“Sorpresa.”
“Mi sei mancata, Charlie.” che si limitò a guardarla con uno sguardo dolce, che poteva lasciare intendere qualsiasi cosa, rispondendo silenziosamente.
A Rose non restava quindi nient’altro che scegliere la musica e mettersi comoda in attesa della sua sorpresa. 
  
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