Anime & Manga > Anna dai capelli rossi
Ricorda la storia  |      
Autore: telesette    07/01/2014    4 recensioni
In quel momento, Anna comprese.
Ora, finalmente, pareva comprendere tutto l'amore negli occhi sinceri di lui.
Lei non rispose subito ma, stringendo a sua volta le mani di Gilbert tra le proprie, i suoi grandi e limpidi occhioni blu tradirono chiaramente il misto di gratitudine ed attrazione che sentiva verso quel giovane così generoso.
Verso colui che l'amava.
Anna disse solo un altro "sì" come quello, non molto tempo dopo, e questa volta non per accettare qualcosa di materiale da Gilbert...
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Gilbert, Marilla Cuthbert
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso! ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.
Ciao Gina!

***

 

Anna dai capelli rossi ( 赤毛のアン Akage no Anne "Akage no An" ), adattamento per ragazzi dell'omonimo romanzo opera della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery, è una celeberrima serie anime in 50 episodi del 1979. A differenza della versione integrale, ed opportunamente "adattata" dagli sceneggiatori, la storia segue le vicende della piccola orfana Anna Shirley quando, all'età di undici anni circa, viene mandata per un disguìdo alla casa dei fratelli Matthew e Marilla Cuthbert nella cittadina di Avonlea. Costoro infatti, volendo adottare un maschio per dare loro una mano nel mandare avanti la fattoria, restano perplessi nell'accogliere invece quella bambina gracile, tutta capelli rossi e lentiggini, dagli occhi grandi e profondi di un colore blu intenso. Anna tuttavia, oltre a smuovere subito il cuore del buon vecchio Matthew, riesce anche a risvegliare l'istinto materno nella sua triste e sofferente sorella indurita dall'età. Anna stringe amicizia con la coetanea Diana Barry, sviluppando con lei un affetto reciproco che le terrà unite per sempre, e manterrà  invece orgogliosamente una profonda ostilità verso il giovane ed arrogante Gilbert Blythe. Attraverso i sogni, le fantasie, e lo straordinario mondo di meraviglie che Anna riesce a creare armoniosamente attorno a sé, negli anni che seguono, Anna cresce e diventa una donna matura e consapevole di ciò che vuol fare del proprio futuro. Seguendo l'esempio della sua adorata maestra Muriel Stacy, decide infatti di studiare con impegno e diligenza per conseguire un'importante borsa di studio all'università e ripagare l'affetto di Matthew e Marilla con le soddisfazioni di un brillante lavoro accademico. Purtroppo però, quando Matthew viene dolorosamente a mancare e Marilla si ritrova in gravi difficoltà finanziarie, Anna deciderà di restare vicino alla famiglia che l'ha cresciuta perché il "Tetto Verde" è l'unica vera casa che lei abbia mai avuto. Grazie anche alla generosità di Gilbert, il quale rinuncia alla cattedra di Avonlea per andare ad insegnare nel paese vicino, Anna diventa la nuova maestra del paese e si riconcilia finalmente col ragazzo. Il finale non ha una vera e propria conclusione, se non appunto un vago accenno all'amore che unirà Anna e Gilbert in futuro, ma nonostante le differenze col romanzo originale la serie ha il pregio di giungere direttamente al cuore con il forte impatto emotivo dei dialoghi e delle azioni che prendono vita.

 

clicca qui per guardare la sigla:
https://www.youtube.com/watch?v=P_vZ0LixO7k

 

 

Anna è in pericolo
immagini tratte da internet

 

"L'autunno è arrivato più triste e minaccioso del solito quest'anno: le piogge si abbattono con violenza sui tetti delle fattorie, i fulmini causano danni molto gravi, e anche le comunicazioni sono fortemente in crisi per via del tempo"...

Mentre scriveva le sue impressioni sul diario, Anna non poté fare a meno di sospirare tra sé.
Da più di tre settimane infatti, ad Avonlea non accennava a smettere di piovere, se non in rari momenti di quiete. Per scongiurare il pericolo di straripamento, gli argini attorno al fiume venivano costantemente alzati, con sacchi e sacchi di sabbia lungo tutta la strada principale.
Nonostante questo però, i danni provocati dalle piogge sempre più frequenti erano davvero gravi: l'ufficio postale e diversi magazzini erano bruciati a causa dei fulmini; la linea ferroviaria era stata interrotta, a causa degli alberi caduti di traverso sui binari; il raccolto dell'uva e quello delle olive erano andati irrimediabilmente perduti e, anche una volta terminata la stagione delle piogge, l'ormai inevitabile aumento di prezzo del vino e dell'olio si sarebbe fatto sentire per tutto l'anno.
Anna e Marilla, rimaste sole a mandare avanti il Tetto Verde, avevano non pochi problemi nel gestire la situazione.
Improvvisamente alcune gocce caddero dalla finestra aperta, proprio dove Anna stava scrivendo, e di lì a poco il cielo della notte si trasformò in un terrificante diluvio. Anna chiuse rapidamente i vetri e gli stipiti, stando bene attenta a fissare il gancio di sicurezza, allorché la voce di Marilla prese a chiamarla dal piano di sotto.

- Anna - esclamò. - Anna, per l'amor del cielo, vieni subito!
- Arrivo, Marilla - rispose la fanciulla preoccupata, scendendo rapidamente giù per le scale. - Che succede?

Debole com'era, la povera Marilla non riusciva quasi più a camminare.
Anna la vide tossire, cercando invano di sostenersi da sola lungo la parete, e subito la aiutò a sedersi sulla poltrona vicina e corse dunque in cucina a prenderle un bicchiere d'acqua fresca. La donna ansimò gravemente, sorseggiando piano dal bicchiere che Anna le andava porgendo, allorché informò la giovane dell'incidente appena occorso.

- Il tetto della stalla sta... sta cedendo - mormorò piano Marilla. - Occorre puntellàre le travi di sostegno, prima che... prima che venga giù tutto, come un castello di carte...
- Non preoccuparti, Marilla - la rassicurò Anna, stringendole forte la mano. - Me ne occupo immediatamente: esco a sistemare i pali di sostegno e torno!
- Ma è troppo faticoso, per te da sola - obiettò dunque Marilla.
- No, affatto - sorrise Anna. - Matthew mi ha insegnato sia a metterli che a toglierli, so perfettamente come devo fare!
- Ma...
- Tranquilla, Marilla - concluse Anna, dandole un lieve bacetto affettuoso sulla guancia. - Appena torno, preparo subito un té e ci sediamo a berlo in salotto!

Ciò detto, Anna indossò svelta il cappotto, la sciarpa, i grossi stivali da lavoro e si precipitò nella stalla, incurante dei grossi lampi che a tratti illuminavano le nuvole minacciose sopra Avonlea. Marilla non disse nulla ma, non appena Anna uscì fuori, il fulmine che riecheggiò sopra la fattoria la fece sussultare ad occhi sbarrati per la paura.

***

- Come sarebbe che la strada è interrotta ?!?

Gilbert reagì piuttosto furiosamente, quando lo informarono che gli era impossibile proseguire a cavallo sino ad Avonlea. La pioggia aveva smosso i sacchi di sabbia lungo l'argine, trasformando la strada principale in un pantàno di fango impossibile per i cavalli, di conseguenza le autorità avevano sancìto lo stato di allarme per scongiurare incidenti ai viaggiatori.

- Mi dispiace, signor Blythe - si scusò l'addetto alla sorveglianza, allargando le braccia. - Questa dannata pioggia sta causando guai ovunque, e non accenna a smettere; purtroppo deve tornare indietro, è molto più sicuro per lei...
- Ma io devo andare assolutamente ad Avonlea - protestò il giovane. - La mia famiglia e i miei amici vivono là: devo accertarmi che stiano tutti bene!
- Senta, io la capisco, ma vede anche lei che è impossibile - sottolineò l'altro, alludendo alle condizioni impraticabili della strada alle sue spalle. - Con quest'acqua, è impossibile vedere ad un palmo dal naso; la pioggia e il fango sono peggio delle sabbie mobili, molte carrozze si sono rovesciate, e alcuni cavalli si sono rotti i garretti scivolando malamente... Se la lasciassi passare, finiremmo nei guai sia lei che io!

Gilbert imprecò qualcosa tra i denti.
L'idea di tornare indietro, non sapendo se ad Anna e alla signora Cuthbert fosse successo o meno qualcosa, era semplicemente fuori discussione. Purtroppo nessun cavallo poteva proseguire sicuro, in quella specie di palude acquitrinosa che andava gonfiandosi sempre di più.

- Al diavolo - pensò Gilbert, smontando da cavallo e tagliando a piedi attraverso la linea dei campi immersi nel buio.
- Ma cosa fa, è pazzo? - strillò l'addetto, cercando di fermarlo. - Non vorrà mica raggiungere la città a piedi, sotto questo diluvio; se il fiume trabocca, verrà trascinato via da una valanga d'acqua... Cerchi di ragionare, per favore, è un suicidio!
- Mi lasci andare - sbottò Gilbert, spingendolo via malamente. - Se anche venisse giù il Diluvio Universale, vuol dire che proseguirò a nuoto!

L'uomo rimase impietrito a guardarlo, mentre costui si allontanava a passo sicuro e deciso.
Ovviamente non poteva sapere quanta ansia spingesse Gilbert ad arrivare a destinazione prima possibile. Non avendo più notizie di Anna, preoccupato dal fatto che lei e Marilla vivevano da sole al Tetto Verde, il giovane non poteva assolutamente rimanere con quel dubbio sul cuore.
E incurante del rombo del tuono in distanza, che sembrava annunciare la fuga dei diavoli dall'inferno quella notte, Gilbert Blythe prese a correre sotto la pioggia per quanto gli era possibile.

***

Frattanto Anna aveva appena cominciato a puntellàre i pali di sostegno, proprio come le aveva insegnato Matthew alcuni anni prima, e tuttavia si rese conto immediatamente che si trattava di un lavoro tuttaltro che facile in quella situazione. La pioggia degli ultimi giorni, oltre a marcìre il legno più sottile, aveva allargato oltremodo le fessure già esistenti trasformando la stalla in una interminabile doccia.
Anna provò a martellare i puntelli più in fretta che poteva, malgrado la fatica e l'acqua che le riempiva gli occhi, e tuttavia il martello sembrava sempre sul punto di scivolarle di mano.
Ad un tratto il tetto si squarciò e, con uno schianto tremendo, la poverina rimase travolta sotto una pioggia di: canapa, pece indurita dal tempo, e una quantità impressionante di tavole di legno sfasciate...
Anna ebbe appena il tempo di urlare, prima che un dolore fortissimo alla testa la facesse piombare nella più totale incoscienza.

***

- Anna...

Gilbert impallidì, non tanto per il fulmine che si era appena abbattuto alle sue spalle quanto piuttosto per la convinzione di aver udito distintamente la voce terrorizzata della fanciulla, e d'istinto prese a correre ancora più in fretta col fango che gli arrivava fin sopra le caviglie.
Distinguere qualcosa era impossibile, anche potendo disporre della vista di un'aquila, e tuttavia Gilbert poteva contare sulla sua conoscenza dei luoghi e sul suo senso dell'orientamento. Fin da quando era bambino, nato e cresciuto com'era in mezzo ai campi attorno ad Avonlea, avrebbe saputo trovare la strada anche a occhi chiusi.
Il suo problema adesso era il tempo.
Sarebbe arrivato in tempo, per scongiurare un grido simile a quello che aveva appena creduto di sentire dalla bocca di Anna?

- Sto arrivando, Anna, resisti - mormorò disperatamente, facendo forza sulle ginocchia doloranti, con i vestiti fradici che gli rendevano sempre più difficile muoversi.

Il Tetto Verde gli apparve improvvisamente davanti, quasi come un segno benevolo del cielo, e Gilbert ringraziò mentalmente Dio e i Santi per aver condotto i suoi passi sotto quel temporale.

- Anna - gridò sgomento, nello scorgere il tetto crollato della stalla. - ANNAAA !!!

L'unico suono che gli giunse in risposta fu lo scroscio incessante della pioggia.
Barcollando come se fosse diventato cieco, Gilbert si avvicinò alla stalla, ripetendo il nome della fanciulla tra le lacrime che gli rigavano il volto. Una volta giunto davanti alla porta della stalla, accostando il proprio volto ad una fessura, intravide il corpo di Anna che giaceva immobile in una pozza che andava salendo sempre più.
Afferrata dunque una vanga che era appoggiata di fianco all'ingresso, poiché dei calcinacci avevano bloccato la stalla dall'interno, Gilbert prese a sfondare la porta con tutta la forza che aveva in corpo. Ignorando le schegge che andarono a conficcarglisi sotto la pelle, facendogli un male cane, il giovane continuò ad accanirsi finché lo spazio non fu sufficiente a consentirgli di entrare. Anna era svenuta a causa del crollo ma, come lui ebbe fortunatamente modo di constatare, respirava ancora e il suo cuore batteva regolarmente.

- Anna, mi senti ?!?

Gilbert la sollevò da terra con entrambe le braccia, sconvolto dal timore di perderla, e di fatto la strinse a sé piangendo calde lacrime sul suo viso inerte.

- Anna - gemette. - Ti prego, dimmi qualcosa, qualunque cosa... Ti supplico!
- Gil... bert...

Solo a sentire quel lieve sussurro, Gilbert parve rasserenarsi, sfiorando la soffice guancia della fanciulla con la propria.
Per fortuna era arrivato in tempo.
Anna recuperò in fretta i sensi, stupita di trovarsi tra le braccia di Gilbert, allorché questi le spiegò in breve cos'era successo. Dopo averlo ovviamente e sinceramente ringraziato, per averle salvato la vita una seconda volta, Anna guardò preoccupata l'enorme buco nel tetto e la pioggia che ancora non accennava a smettere.
Gilbert capì immediatamente quello che c'era da fare.

- Ti senti bene adesso, Anna?

La ragazza annuì.
Dopo essersi tolto la giacca e rimboccatosi le maniche, Gilbert raccomandò ad Anna di non muoversi dalla stalla ed aspettarlo. Abituato com'era ai lavori più duri, proprio come suo padre, Gilbert sfidò ancora una volta coraggiosamente il temporale per salire sul tetto con assi di legno ed apporre una riparazione di fortuna. Malgrado la pioggia violenta e il vento che rischiava di sbilanciarlo, Gilbert tenne duro e inchiodò saldamente le assi a coprire il buco, con tutte le energie rimastegli. Anche se sfinito, continuò a martellare sopra ogni possibile infiltrazione.
Una volta terminato il lavoro all'esterno, lui e Anna finirono dunque di puntellàre gli ultimi sostegni dall'interno e tirarono entrambi un sospiro di sollievo.

- E' fatta - disse Gilbert, abbracciandola.
- Oh, Gilbert - fece lei, stringendolo a sua volta, piangendo dalla commozione.
- Va tutto bene - mormorò l'altro socchiudendo gli occhi. - Va tutto bene, Anna, non temere... è tutto finito!

***

Il mattino seguente, nel contemplare più chiaramente i danni provocati dal temporale, Anna e Marilla si resero conto che i soldi non sarebbero mai bastati a riparare: la stalla, il fienile, la legnàia, il recinto... e tutto il resto.
La stalla da sola, in quelle precarie condizioni, non avrebbe mai potuto resistere all'inverno.
In mancanza di un luogo adeguato ove sistemarlo, Marilla sarebbe stata costretta a vendere il bestiame. Senza le mucche tuttavia, in quanto risorse preziose, non si poteva far fronte a tutte le spese; e dunque anche la vendita del Tetto Verde si presentava come una conseguenza pressoché inevitabile.
La povera Anna pianse amaramente, al pensiero di dover lasciare l'unico vero luogo che aveva potuto davvero chiamare "casa".
Il Tetto Verde non era solo un'abitazione qualsiasi: Anna era arrivata lì da orfana, senza alcuna sicurezza per il futuro, e in quella casa i Cuthbert le avevano dato la famiglia che tanto desiderava per sé.
Quella casa era il concretizzarsi di un sogno.
Ed ora a seguito delle circostanze, quel sogno pareva destinato ad infrangersi, come la superficie lucida di uno specchio contro la pietra.

- Non piangere, Anna - le sussurrò piano Gilbert - E anche voi, signora Cuthbert: vi assicuro che non dovrete vendere la casa, se mi farete la cortesia di accettare il mio aiuto!
- Non capisco, che cosa vuoi dire?

Gilbert sorrise.

- Durante questi anni di lavoro lontano da Avonlea, ho messo da parte una piccola fortuna, grazie anche a dei buoni investimenti bancari - spiegò. - Non conosco la cifra esatta, ma so per certo che è più di quanto occorra a permettervi di sistemare le cose qui al Tetto Verde!
- Sei un caro ragazzo, Gilbert - mormorò Marilla rassegnata. - Ma non possiamo accettare!
- E' troppo - aggiunse in fretta Anna. - Non possiamo prendere una somma simile da te, perché non saremmo mai in grado di restituirtela...
- Anna - tagliò corto il giovane, prendendole dunque le mani e guardandola dritto negli occhi. - Tu e io lo sappiamo quanto ami questa casa, e che non potresti mai vivere senza; non ti sto offrendo un prestito, ti sto solo pregando di accettare un mio regalo!
- Ma Gilbert, io...
- Lo so che non ti piace sentirti in debito, e anch'io rifiuterei la carità altrui al tuo posto, ma il punto è che io non voglio perderti Anna - sottolineò Gilbert, con voce piena di emozione. - Ti scongiuro, non fare come quando eravamo bambini e non volevi neppure rivolgermi la parola; permettimi di aiutarti, di fare questo per te, per permetterti di restare qui... Non dire di no, te ne prego!

Anna era rimasta senza parole.
Sapeva che Gilbert provava dell'affetto per lei, e lo sapeva ormai da molto tempo, ma non immaginava certo che i sentimenti del giovane nei suoi confronti fossero così intensi e profondi da spingerlo a simili gesti di altruìsmo.
Oltre ad aver sfidato la pioggia, per giungere a salvarla proprio nel momento di maggior bisogno, si stava addirittura privando di quanto aveva per darlo a lei.
Ma come poteva Anna accettare da lui un simile dono?

- Sei molto caro, Gilbert - sussurrò commossa. - Io... Io non so cosa dire, sono confusa...
- Dimmi solo che resterai qui ad Avonlea - concluse Gilbert serio. - Al Tetto Verde, vicino alle cose che più ami, e sarà questo il tuo modo di ripagarmi... Te lo assicuro, Anna, te lo giuro con tutto il cuore!

In quel momento, Anna comprese.
Ora, finalmente, pareva comprendere tutto l'amore negli occhi sinceri di lui.
Lei non rispose subito ma, stringendo a sua volta le mani di Gilbert tra le proprie, i suoi grandi e limpidi occhioni blu tradirono chiaramente il misto di gratitudine ed attrazione che sentiva verso quel giovane così generoso. 
Verso colui che l'amava.
Anna disse solo un altro "sì" come quello, non molto tempo dopo, e questa volta non per accettare qualcosa di materiale da Gilbert... bensì per accettarne il cuore!

FINE

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Anna dai capelli rossi / Vai alla pagina dell'autore: telesette