07/01/2014
3 recensioniIn un momento di assurda noia ho scritto... sta roba. Mi è venuto un po' alla cavolino *le me cry*
La coppia in questione è... Matt/Mello! ( PLS, NON FUCILATEMI SE HO FATTO MELLO UKE, MA IO LO VEDO UKE CON MATTUCCIO( ma perché urlo ) )
Ho usato i loro veri nomi perché nonloso e boh, buona lettura
✞✞✞
Entrambi tacciono.
Non hanno da dire nulla, niente; era loro solito starsene in silenzio, senza proferire parola, mentre uno si divertiva con il suo adorato Nintendo, con in bocca una sigaretta, e l'altro si mangiava la sua quotidiana barretta di cioccolato.
Ma questa volta, il silenzio opprimente che avvolge entrambi, è una sorta di addio, che ad entrambi spaventa.
Mail abbandona la propria console sul tavolo di fronte a loro due, seduti sul divano. Mihael lo guarda; gli occhi cupi, bui, annebbiati da un velo di tristezza, logorano dentro Matt.
Ormai non c'è nulla da fare: Mihael partirà da suo padre, domani, e Mail non potrà fermarlo. Perché il loro amore è imperfetto e loro sono fatti della medesima sostanza imperfetta, con impurità e difetti. Perché per il padre del più grande essere gay è un peccato, è un'imperfezione, che però si può curare. Dice che c'è una cura a tutto ciò e che per curare suo figlio deve solamente portarlo fuori di lì, allontanarlo da quel ' mostro ', come lui chiama.
Il tessuto bianco del materasso si mischia con la pelle chiara di Mihael, e la fioca luce che riflette su di essa lo rende ancora più bello agli occhi del più piccolo, che vede ogni suo particolare alquanto perfetto, senza l'esclusione del suo volto ormai deturpato da quella cicatrice.
Si abbassa rapidamente per incontrare le labbra altrui e fondersi con esse, gustarsele per un'ultima volta, senza che nessuno li bloccasse, senza che nessuno frenasse il loro amore, i loro respiri infranti, le poche parole spezzate e ormai sbriciolate che si scambiano.
Mihael vorrebbe dire qualcosa ma non ci riesce, e dà via libera alle lacrime, che con lentezza rigano le sue guance e che, delicatamente, Mail lecca via, costatandone il sapore salato e triste, cercando di arginarle.
E Mihael si adatta all'altro, accoglie il suo amore, mentre il compagno si spinge con estrema delicatezza in lui, quasi come se fosse una bambola di porcellana e non volesse romperla. Si fondono in un unico corpo, in un unico amore. I loro ansimi, i loro sospiri, i mugolii appena accennati colano nel silenzio mentre i loro battiti irregolari creano una dolce melodia che presto li cullerà.
Mihael adesso vuole dire qualcosa, ma Mail gli posa un dito sulle labbra, sopprimendo ogni parola dell'altro in gola. Sa perfettamente che se pronunciasse qualcosa renderebbe le cose ancora più difficili.
Per Mail, loro non hanno bisogno di parole.
Non hanno da dire nulla, niente; era loro solito starsene in silenzio, senza proferire parola, mentre uno si divertiva con il suo adorato Nintendo, con in bocca una sigaretta, e l'altro si mangiava la sua quotidiana barretta di cioccolato.
Ma questa volta, il silenzio opprimente che avvolge entrambi, è una sorta di addio, che ad entrambi spaventa.
Mail abbandona la propria console sul tavolo di fronte a loro due, seduti sul divano. Mihael lo guarda; gli occhi cupi, bui, annebbiati da un velo di tristezza, logorano dentro Matt.
Ormai non c'è nulla da fare: Mihael partirà da suo padre, domani, e Mail non potrà fermarlo. Perché il loro amore è imperfetto e loro sono fatti della medesima sostanza imperfetta, con impurità e difetti. Perché per il padre del più grande essere gay è un peccato, è un'imperfezione, che però si può curare. Dice che c'è una cura a tutto ciò e che per curare suo figlio deve solamente portarlo fuori di lì, allontanarlo da quel ' mostro ', come lui chiama.
Il tessuto bianco del materasso si mischia con la pelle chiara di Mihael, e la fioca luce che riflette su di essa lo rende ancora più bello agli occhi del più piccolo, che vede ogni suo particolare alquanto perfetto, senza l'esclusione del suo volto ormai deturpato da quella cicatrice.
Si abbassa rapidamente per incontrare le labbra altrui e fondersi con esse, gustarsele per un'ultima volta, senza che nessuno li bloccasse, senza che nessuno frenasse il loro amore, i loro respiri infranti, le poche parole spezzate e ormai sbriciolate che si scambiano.
Mihael vorrebbe dire qualcosa ma non ci riesce, e dà via libera alle lacrime, che con lentezza rigano le sue guance e che, delicatamente, Mail lecca via, costatandone il sapore salato e triste, cercando di arginarle.
E Mihael si adatta all'altro, accoglie il suo amore, mentre il compagno si spinge con estrema delicatezza in lui, quasi come se fosse una bambola di porcellana e non volesse romperla. Si fondono in un unico corpo, in un unico amore. I loro ansimi, i loro sospiri, i mugolii appena accennati colano nel silenzio mentre i loro battiti irregolari creano una dolce melodia che presto li cullerà.
Mihael adesso vuole dire qualcosa, ma Mail gli posa un dito sulle labbra, sopprimendo ogni parola dell'altro in gola. Sa perfettamente che se pronunciasse qualcosa renderebbe le cose ancora più difficili.
Per Mail, loro non hanno bisogno di parole.