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Autore: Gilda della Memoria    07/01/2014    0 recensioni
Il segreto della nascita, la scintilla di vita trapiantata in qualcosa che di vivo non ha nulla.
Genere: Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una spina elettrica ed una presa della corrente: l'una ha cercato l'altra per tanto a lungo, con un desiderio inesprimibile dentro di sé. Questo incontro andrà a buon fine?

Le due combaciano perfettamente, completandosi: sì, è la volta buona. Il desiderio è realizzato, il fascio elettrico pervade il cavo collegato alla spina con una gioia incontenibile, sprizzando scintille ed elettroni. La macchina della creazione si mette in moto: ora è solo questione di tempo, prima che l'invisibile diventi concepibile, che la volontà diventi concretezza, attraverso la trasformazione più arcana del mondo, la generazione.

Una spia rossa si illumina e il processo ha inizio: la corrente elettrica dà la spinta necessaria ad un singolo ingranaggio, minuscolo, banale, identico a tanti miliardi di suoi simili, ma allo stesso tempo unico e particolare: è il contatto tra tutti, tra i suoi fratelli e il mondo al di là della macchina. È il tassello iniziale della lunga catena di tessere del domino e, come c'è da aspettarsi, il suo moto influisce su tutto ciò che lo circonda e, senza fretta, ogni singolo componente racchiuso all'interno della grande incubatrice materna riceve la carica per compiere il proprio dovere e piacere.

Sono tutti atomi invisibili, di quasi ogni elemento possibile ed immaginabile: sono le basi di tutto, ognuna con caratteristiche talmente diverse che sembra impossibile che possano coesistere all'interno di uno spazio unico, eppure eccole tutte lì!

Come all'inizio del mondo, ogni singola particella concorre nella creazione, spinta dal desiderio di rinnovarsi e trasformarsi continuamente. E, come all'inizio del mondo, tutto ha inizio con una scossa elettrica.

La macchina madre, attraverso il movimento di tutti i suoi ingranaggi, rende il proprio interno favorevole alla trasformazione e a tutti gli atomi viene passato il testimone bramoso dell'incubatrice: ognuno di loro inizia a fremere e a reagire, con una gioia viscerale. Chi inizia ad aggregarsi con i propri simili, chi con particelle completamente opposte, formando molecole mano a mano sempre più specifiche alle necessità espresse dall'incubatrice, direttrice d'orchestra e teatro allo stesso tempo. Le molecole, più ordinate dei loro progenitori, si legano con più logica, dando piano piano concretezza alla loro forma macroscopica di materiale: metalli, fibre, fluidi, che assumono spontaneamente la foggia necessaria come pistoni, fili, viti, bulloni, ingranaggi, cavi...

Con la stessa naturalezza con la quale si sono modellate, ognuna di queste parti va porsi nel suo luogo prestabilito e funzionale, incastrandosi con la stessa perfezione con la quale si unirono spina elettrica e presa della corrente.

Quando tutto è ormai compiuto, sono proprio questi due genitori a dare l'impulso finale, con un'ultima e vivace scossa: l'androide, all'interno dell'utero meccanico, apre finalmente i suoi occhi e gode del fascio che pervade le sue membra metalliche. Vive.

  
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