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Autore: Andrechan    07/01/2014    1 recensioni
"Alla neve non importa di una, dieci, cento vite, ma la neve non dimentica. Mi ripagherai il favore a tempo debito"
Rina e Gourry sono nella città di Kion, famosa per l’abbondanza di neve per tutto l’inverno. Lì, in prossimità del solstizio di inverno, si svolgono i mercatini più caratteristici della penisola e Gourry ne approfitta per cercare un regalo speciale. Ma Rina si troverà ben presto coinvolta in qualcosa di più grosso che danneggia la città e sarà costretta a ricambiare un favore che le è stato fatto dieci anni prima.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla neve non importa (Capitolo 1)

 
A Zephilia una volta la figlia del fornaio le aveva raccontato una credenza comune:  quando stai per morire ti passa tutta la vita davanti agli occhi. Ma perché a lei non succedeva?
Tutto quello che le veniva in mente era che si chiamava Rina Inverse, aveva 8 anni e stava  cadendo in un crepaccio. Eh si, lo aveva detto Luna di stare attenta quando c’era il ghiaccio a terra, era facilissimo scivolare e cadere, ma la voglia di afferrare con la mano guantata quel bucaneve che sporgeva sull’orlo di uno strapiombo era stata troppo forte.
 
-Alla tua età dovresti già conoscere la Levitazione…-
Chi aveva parlato?
Proprio un attimo prima di toccare il suolo, un vento gelido la investì, gonfiando i suoi pesanti panni di lana e agitando i suoi capelli rossi. Per un secondo il vento la sostenne, poi finì a faccia in giù su uno spesso strato di neve.
-Chi sei?- domandò lei, sputando neve, alla figura che la osservava al di sopra del crepaccio.
Il viso dello sconosciuto era in controluce, ma i suoi lunghi capelli bianchi brillavano al sole. Doveva essere un qualche stregone, visto che il vento e la neve erano comparsi dal nulla per suo volere.
-Un’altra bambina più educata mi avrebbe detto “Grazie”- rispose lui, con voce giovanile dal tono strafottente.
-Allora si vede che quell’altra bambina non è figlia di mercanti…- la rossa si alzò in piedi, scrollandosi la neve di dosso -… quindi a lei non sarebbe parso strano uno sconosciuto che ti salva la vita e poi non si fa vedere chiaramente in faccia. Comunque, grazie mille infinite. Chi sei, signore?-
Il giovane rise dal naso.
-Non ha importanza chi sono io, ma chi sarai tu. Alla neve non importa di una, dieci, cento vite, ma la neve non dimentica. Mi ripagherai il favore a tempo debito.-
-Ecco, lo sapevo che c’era il trucco… signore? Ehi signore?-
Rina ebbe giusto il tempo di rialzare gli occhi dai pantaloni impiastricciati di neve, che lo sconosciuto non c’era più.
 
***
-Uffa, Rina, volevo la neve! –
Rina e Gourry erano nella città di Kion, famosa (o famigerata) nelle guide turistiche per l’abbondanza di neve per tutto l’inverno. Lì, in prossimità del solstizio di inverno, si svolgevano i mercatini più caratteristici della penisola.  Le bancarelle erano piene di oggetti magici e non, dedicati ai festeggiamenti del solstizio, ed era per questo che i due erano lì.
Da come gliene avevano parlato altri maghi, Rina era convinta di trovare qualcosa di veramente interessante in mezzo a tutte quelle cianfrusaglie, mentre Gourry…
-Come fa una città che ha come sottotitolo nel cartello “la principessa delle nevi” a non avere neanche un centimetro di neve a Dicembre?- lo spadaccino biondo mise il muso.
-Ti ho già detto cosa ne penso della neve… - la maga sbuffò – Sporca le strade, ostruisce gli ingressi delle case, ti ostacola nei viaggi, ti bagna i vestiti . Per non parlare di quegli orribili pupazzi che si vedono in giro, che sembrano tutti fabbricati  da bambini spastici. Dammi retta, è una fortuna che qui non abbia nevicato per nulla.-
-E’ una fortuna per lei, magari, ma per noi no!- intervenne scocciato il padrone di una bancarella di frutta secca –Sono due anni che non vediamo neanche un fiocco, e il turismo è calato a picco.-
-Per non parlare dei raccolti di quest’anno, uno sfacelo.- aggiunse sconsolata quella che doveva essere la moglie – Certo che il tempo ultimamente è proprio impazzito.-
“Ecco, ora ci manca solo che dicano non ci sono più le mezze stagioni” pensò la rossa.
 
-Senti Rina err… perché non ci dividiamo?- Gourry si massaggiò la nuca – intendo temporaneamente, magari ci diamo appuntamento tra un’oretta alla bancarella di vino speziato.-
Strano, il suo compagno di viaggio era solito starle incollata come solo una guardia del corpo poteva fare.
-D’accordo ma, ehm perché?-
-Ecco, ho intenzione di girarmi tutti e dico tutti i negozietti di decorazioni, e ho paura che dopo il decimo tu possa ammazzarmi.-
In effetti separarsi per un po’ non era male come idea, lei poteva mettersi a cercare con calma qualche oggetto raro e prezioso venduto a poco da qualche mercante ignorante.
-Facciamo tra due ore allora, e non fare tardi!-
 
***
Era fatta. Gli era dispiaciuto mentire alla sua compagna di avventure, ma finalmente era riuscito a rimanere solo.
Ormai Gourry aveva superato i vent’anni, ma la festa del solstizio riusciva a farlo fremere di impazienza come un bambino, o, in questo caso, come un adolescente spaesato.  Frammenti di ricordi familiari felici gli balzarono in testa, come quando a casa sua le donne attendevano, immerse nell’oscurità, l’arrivo della candele  portate dagli uomini con cui veniva acceso un grosso fuoco, per poi festeggiare tutti insieme alla luce da esso emanata.  O quando suo padre gli aveva raccontato di aver baciato sua madre per la prima volta sotto il vischio.
Non ce la vedeva proprio Rina ad attenderlo trepidante in casa. Per il vischio… eh, chissà. Ma almeno una cosa doveva riuscire a farla: trovare un bel regalo per lei, che a tutti gli effetti era la sua famiglia.
-Palle di vetro! Palle con la neve! Palle di vetro magiche!-
Ne aveva viste tante di bancarelle che vendevano palle di vetro, ma nessuna era magica. A Rina sarebbero piaciute sicuramente, basta che c’era la magia ed era contenta.
-Come funzionano questi oggetti magici, buon uomo?- chiese al corpulento e baffuto venditore.
-Semplice, le faccio vedere. Mi dia un capello, o un’unghia di qualcuno. Anche di due persone-
Gourry si strappò un capello, e rovistando nella sua borsa da viaggio trovò un bel capello rosso di Rina su una delle sue maglie.
-Perfetto! Ora stia a vedere.-
In una palla di vetro vi erano rinchiusi due pupazzetti grigi, anonimi e inerti. L’uomo aprì la boccia e legò ad ognuno dei pupazzi un capello. I due esserini iniziarono a cambiare forma.
-Uah  è una genialata assurda!- lo spadaccino fissò con stupore i due fantocci che avevano preso le sembianze sue e di Rina, anche se sembravano la loro versione buffa e infantile.
-E cosa fanno più questi due?-
Gourry osservò sconsolato la pupazzetta dai capelli rossi picchiare senza motivo il pupazzetto biondo.
 
***
Appunti per Rina Inverse. Non dare mai retta alle dicerie dei maghi.
Oltre a un paio di radici di mandragola rarissime, vendute a basso prezzo come ingredienti per tisane, non era riuscita a trovare nulla di che.
Beh, in fondo non poteva dire di non essere contenta di quel viaggio. Ogni tanto ci voleva anche un po’ di relax per staccare il cervello da magie e incantesimi, e girare a vuoto tra persone felici e bancarelle piene di cibarie ipercaloriche non era poi così male.
-Senta signora, non le sembra un po’ troppo chiedere 5 monete d’argento per una sciarpa? Senza neanche un disegno poi.-
Gourry faceva sempre l’eroe, ma recentemente aveva sofferto di mal di gola per ben tre volte.  Quindi si era trovata così, senza pensarci, a quel negozietto che vendeva sciarpe tutte uguali a prezzi esorbitanti. Gliene avrebbe presa volentieri una, ma il suo senso da mercante pizzicava troppo.
-Bella signorina, provi a prenderla in mano e a pensare alla persona a cui intende regalarla – disse una vecchina – poi mi dirà se le piace la sciarpa –
Rina toccò la stoffa ruvida e si ritrovò a pensare a lui, ai suoi capelli biondi, a quell’armatura azzurra come i suoi occhi, al suo carattere così ingenuo e bonario che lo rendeva unico, quasi un diamante grezzo in mezzo a tutti quegli uomini gretti e senza cuore che aveva incrociato nella sua vita. La stoffa sotto le sue dita divenne morbida come la seta. In mano ora aveva una sciarpa color del cielo con delle striature più scure e dei ricami bianchi che assomigliavano ad antiche rune.
-Caspita, deve proprio piacergli questo giovanotto!- La vecchina le fece l’occhiolino.
-Eh? Non so di cosa stia parlando.  Si faccia gli affari suoi!- Rina avvampò
-Ah  allora non la vuole la sciarpa? Me la riprendo?- La signora fece il gesto di afferrarla
-No no.  Senta stia zitta e si prenda i soldi.-
Buttò con violenza cinque monete d’argento sul bancone e si allontanò, riponendo il borsellino in tasca e la sciarpa nella sua borsa da viaggio.
 
-Ehi zietta! Hai perso qualcosa!-
Rina si voltò. Un bambino sui dieci anni , dai capelli bianchi a spazzola e dalla carnagione chiarissima, agitava un borsellino nella mano destra a pochi passi da lei. Il Suo borsellino.
-Uh, grazie mille piccolo. Ora ridammelo, da bravo.- allungò una mano.
Il ragazzino non le dava retta, stava scrutando il contenuto del suo portamonete. Le sue vesti pulite azzurro chiaro suggerivano venisse da una famiglia bene.
-Ci ho ripensato, me lo tengo. Ciao ciao.-
E corse via, facendo a zig zag tra la folla.
-Ehi! Brutto ladro maledetto! Hai derubato la persona sbagliata! Fermati!-
L’avrebbe incenerito volentieri con una fireball, ma c’era troppa gente intorno. Prese a corrergli dietro, ma il moccioso sembrava portato dal vento.
-Ora sei mio! Freeze arrow!-
Erano finiti in un bosco dove non c’era nessuno. Rina scoccò la freeze arrow mirando ai suoi piedi, ma con sua grande sorpresa non sortì nessun effetto.
-Una freccia di ghiaccio? A me? Che cosa divertente.- Il bimbetto, ridendo, si infilò in un tronco cavo.
-Ora la finirai di ridere! Povero scemo, ti sei messo in trappola da solo! Appena ti prendo io… AAAHHH-
Anche Rina si era infilata nel tronco , ma invece di trovare il ladruncolo stava scivolando giù per un tunnel che sembrava senza fine. Alla fine il tunnel sbucò in un’immensa grotta.
-Levitation!- disse lei, prima di finire col sedere per terra.  Planò dolcemente sul pavimento di roccia.
 
-Ah quindi adesso la conosci la levitazione! Ma sono passati anche dieci anni.-
-Io so solo che tu tra poco avrai il collo ritorto!-
La rossa si buttò sul ragazzino, ma con grande stupore passò attraverso la sua sagoma, come fosse un fantasma. Lui rise di gusto.
-Ragazzina, se vuoi il tuo borsellino, lo trovi nella tua tasca.-
Rina si toccò il fianco. Aveva ragione. Cominciava a non capirci più nulla.
-Ok, ho capito. Bravo, bravo, mi hai attirato fin qui con un trucchetto illusionista, ma ora spirito dimmi chi sei e cosa vuoi da me prima che inizi a ripassare qualche lezione pratica sugli esorcismi.-
Il finto bambinetto sorrise.
-Chi sono io? Alcuni mi chiamano Jack Frost, altri Mastro Gelo, altri Re Inverno, ma in realtà sono lo Spirito della Neve, niente di che. Ceiphied, il mio creatore, diceva che ero come la neve, un Utile rompiballe.-
-Non posso dargli torto.- Rina alzò un sopracciglio.
-Per farla breve, quello che voglio da te è semplicemente che mi ricambi il favore che ti ho fatto dieci anni fa. Ti ricordi? Bambina dai capelli rossi? Crepaccio? Neve?-
La maga da tempo aveva fatto due più due sulla vicenda di tanti anni prima. Che strano, se lo ricordava diverso quell’essere dai capelli bianchi che l’aveva salvata, ma per tanto tempo era stata convinta che si fosse trattato tutto di un sogno.
-Senti Jack, mi piange il cuore, davvero, a sfatare tutte le teorie di dare e avere che avete voi esseri immortali, ma io non mi sento di doverti nulla. Soprattutto, Rina Inverse non si imbarca a far favori a uno come te, prima di capire di cosa si tratta.-
Gli occhi di ghiaccio di Jack Frost diventarono due fessure.
-Temevo sarebbe stato difficile con te. E va bene, ti spiegherò tutto dal principio. Come ti avranno già detto, è da due anni che non nevica né a Kion né in tutta la sua provincia. Ed è da due anni che sono stato rinchiuso dai demoni  in una bara di vetro alla fine di questa grotta. Quella che vedi è solo una mia proiezione.-
-Vorresti dire che sei tu il responsabile se la neve cade o meno? Ti svelerò un segreto, la neve altrove cade anche senza di te.-
-Ma non nelle regioni con una forte inversione termica.  Quando la temperatura dello strato termico aumenta con la quota invece di diminuire. Vabbè, non pretendo che tu capisca. Comunque, in zone come Kion naturalmente la neve sarebbe assente e ci sarebbero solo piogge gelide, ed è qui che intervengo io. Da due anni a questa parte, invece, il gelo ha distrutto i raccolti e affamato la popolazione.-
-Mi chiedo perché i demoni siano interessati a danneggiare questo popolo.- Rina pensò ad alta voce.
-E che ne so io.- scrollò le spalle.- I miei piani di solito vanno a breve scadenza, massimo un paio di decenni. Tipo il salvare persone con un potenziale magico rilevante, che possono sempre tornare utili. I demoni sono capaci di pianificare per secoli, per cui il senso si coglie solo alla fine.-
Rina fece una smorfia – E quindi se fossi stata solo una bambinetta con un potenziale magico di una zucchina, mi avresti lasciato a crepare nello strapiombo?-
-Si.-
-Lo sai che sei simpatico? Devi essere uno di quelli che alle feste hanno un successone.-
-Che ti devo dire.-Jack sorrise da un lato - Alla neve non importa delle singole vite, cade su tutti senza distinzione. Quello che conta è il disegno complessivo.-
-Si, bla bla. Tornando a noi, tu vuoi che ti liberi, giusto? Mi sfugge ancora perché dovrei farlo, soprattutto dato il fatto che ho un appuntamento con una persona tra una mezz’oretta.-
Il bambino dai capelli a spazzola ci pensò su, tenendo una mano sulla bocca.
-Te l’ho già detto che un gigantesco ghiacciaio sta per staccarsi dalla montagna e scivolare in città?  Lo farà tra tre ore. Anzi due ore e 55 minuti. Peccato, se non fossi stato sigillato l’avrei fermato, ma vorrà dire che continuerò a farmi una cura del sonno nella bara. Due ore e 54 minuti.-
-Ok, questo è un ottimo argomento.  Accetto.-
 

Fine Capitolo 1

 
 
   
 
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