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Autore: Mash    07/01/2014    0 recensioni
Terza notte bianca della pagina di "No ma Free lo guardo per la trama.".
Prompt: "Perchè mi hai baciato?"
[Non aveva capito, Rei.
Non aveva capito che lo strano nodo allo stomaco che gli si era formato quando aveva visto per la prima volta tuffarsi Haruka, potesse essere qualcosa di diverso da quello che in realtà aveva immaginato.]
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non aveva capito, Rei.
Non aveva capito che lo strano nodo allo stomaco che gli si era formato quando aveva visto per la prima volta tuffarsi Haruka, potesse essere qualcosa di diverso da quello che in realtà aveva immaginato.
All’inizio credeva si fosse trattato semplicemente di ammirazione, ma sotto quell'iniziale sentimento c'era qualcosa di più.
Il non capire l’aveva portato a interrogarsi ogni giorno su quella strana sensazione che aveva provato.
Si era informato, Rei.
Aveva cercato in tutti i modi di capire perché il suo cuore sussultasse ogni volta che lo sguardo del senpai si posava su di lui.
Aveva cercato di capire i messaggi che il suo corpo mandava alla sua testa, come una scarica adrenalinica, ogni qual volta lo guardava nuotare.
Non succedeva con tutti.
Succedeva unicamente con lui.
Aveva letto libri di medicina, di qualsiasi cosa potesse dargli un suggerimento su ciò che gli stava succedendo, e alla fine era stato un commento di Nagisa a fargli capire cosa stava veramente accadendo al suo corpo e alla sua mente.
-Rei-chan, guardi così tanto Haru-chan che sembri esserti innamorato di lui.- l’aveva detto senza malizia e con un sorriso sulla faccia, ma da quel commento Rei aveva capito.
La spiegazione verteva unicamente verso quei sentimenti che non aveva ancora avuto modo di sperimentare:
Sentimenti d'amore.
La cosa all'inizio gli aveva dato non pochi fastidi. E gli aveva causato non pochi problemi imbarazzanti.
Più volte infatti si era scoperto a fissare Haruka.
E anche Nagisa aveva notato questi suoi gesti. Sicuramente quella frase detta senza malizia adesso era diventata una convinzione, e l’atteggiamento dell’altro si era un pochino freddato rispetto a prima.
Ma lo sguardo di Rei seguiva il suo senpai non solo dentro la piscina, ma anche fuori dall’acqua.
Stava diventando un problema quel rincorrere il senpai con lo sguardo, non solo perché i pensieri stavano cedendo verso la lussuria quando lui non riusciva a controllarli, ma anche perché quelli che gli stavano intorno avevano cominciato a notare che qualcosa non andava. Nagisa per primo, ma anche Makoto aveva capito che c’era una strana atmosfera intorno a Rei quando il suo più caro amico aveva a che fare con lui.
Soltanto il diretto interessato non era ancora arrivato a capire quello che stava accadendo. O meglio, il diretto interessato sembrava infischiarsene altamente, da quello che aveva potuto intuire Rei.
Così aveva cercato di smettere di fissarlo, ma non ci era riuscito. E ogni giorno quello che sentiva nel petto diventava sempre più forte e straziante per via della situazione che si era andata a creare insieme a quel ragazzo della Samezuka.
Soffriva, Rei, perché non era al corrente della situazione e non sapeva che tipo di rapporto avesse quello strano ragazzo dal sorriso irriverente con il suo senpai.
La cosa peggiore era che nessuno riteneva che l’altro avesse diritto a una spiegazione. E questo era più fastidioso del sorriso di Rin.
Quel sorriso che sembrava ricordargli di come Haru fosse qualcosa che spettasse a lui per primo. Come una sorta di precedenza.
Fu in un momento disperato che si sporse senza pensare verso il volto di Haruka lasciando un leggero bacio su quelle labbra che lo avevano subito conquistato.
Arrossì immediatamente, Rei, non appena compì quel gesto troppo impulsivo anche per uno come lui e in preda al panico iniziò a emettere strani versi che avrebbero dovuto comporre una scusa.
Fu Haruka, prima che lui potesse arrivare a una frase di senso compiuto, che articolò per primo qualcosa che sembrava una vera e propria frase.
Ma che in realtà gli arrivò come un pugnale fin dentro al petto, a squarciare il cuore.
-Perchè mi hai baciato?- domandò, passando un dito sulle labbra, guardandolo con un’espressione che non esprimeva niente e che Rei non riusciva a decifrare.
-P-p-perchè?- ripetè il ragazzo, sistemando gli occhiali e cercando qualcosa di appropriato da dire.
Haruka non annuì né tantomeno disse qualcosa. Attese. Semplicemente attese che l’altro si spiegasse.
E Rei lo fece.
Iniziò dal principio. Quando lo aveva visto tuffarsi per la prima volta e la proposta di Nagisa di unirsi al club non gli era sembrata più tanto impossibile da soddisfare. Quando l’altro era emerso dalla piscina e gli aveva parlato per la prima volta. Gli parlò persino del fatto che non riusciva a distogliere lo sguardo da lui. Gli disse tutto.
E Haruka al contrario, non disse niente.
Aveva assunto uno sguardo pensoso, come se stesse rimuginando su quanto gli era stato appena detto.
-Mi dispiace. Non posso ricambiare.-
E Rei capì che Haruka non gli avrebbe rivolto parole dolci. Non avrebbe attutito la botta. Non si sarebbe scusato per non provare i suoi stessi sentimenti. Non gli avrebbe rivelato per chi il suo cuore era in fermento.
Ma a Rei stava bene così.
Pianse, ovviamente.
Ma non lo fece davanti al suo senpai.
Davanti a lui sorrise, semplicemente, e si congedò in tutta fretta buttando una scusa campata per aria, distogliendo per la prima volta lo sguardo da quegli occhi azzurri e puri come una pozza d'acqua.
Pianse da solo, non appena arrivò nella sua stanza. Al riparo da tutti. Da tutti quelli che avrebbero potuto giudicare. Da quelli che avrebbero potuto deriderlo.
Non credeva che gli altri del club di nuoto potessero fare una cosa simile, ma per un paio di giorni non si presentò nemmeno davanti a loro.
Aveva bisogno di tempo, Rei, per metabolizzare la cosa e cercare di andare avanti. Doveva rimettere insieme i pezzi.
Rimetterli insieme e tornare a nuotare.
Perché gli piaceva nuotare, e gli piaceva stare con gli altri membri del club.
-Rei-chan!- la voce del compagno di classe gli arrivò improvvisa mentre cercava di concentrarsi sui suoi compiti e lo sguardo si spostò da equazioni a una saltellante furia bionda:-Tua madre mi ha fatto entrare.-
-Nagisa…- si limitò a pronunciare il suo nome, per poi tornare sul quaderno, lo sguardo basso, come se sapesse che l’altro stava cercando di entrargli dentro l’anima per analizzare cosa aveva che non andasse.
-Non sei venuto nemmeno oggi al club. Per caso hai il ciclo?-
-Nagisa. Il ciclo lo hanno solo le donne.- Rei sorrise appena a quella battuta di cattivo gusto, e la sua voce tornò a essere la solita. Quella che adorava precisare le cose, e Nagisa fu contento di ciò.
Il ragazzo, si voltò verso l’altro che si era accomodato senza tanti complimenti sul suo letto, come se venisse da una vita nella sua stanza e lo guardò per la prima volta seriamente.
-Un sorriso finalmente. E' da qualche tempo che ti comporti in maniera strana Rei-chan. Non parli se non costretto, non vieni al club, eviti in tutti i modi i senpai… Sei persino scappato quando Gou era venuta a chiederti se era tutto apposto, quest’oggi.-
Rei non disse niente. Non sapeva cosa dire. Nagisa era un mago nel fare domande o affermazioni pericolosamente spinose.
-Hai litigato con qualcuno?- domandò dopo un po’ di silenzio.
-No.-
-Qualcuno ti ha detto qualcosa che ti ha dato fastidio? Magari Haru-chan… Lui dice sempre le cose senza pensare. Non devi prenderlo sul serio. Fa lo scorbutico, ma sotto sotto è un ragazzo molto gentile.-
Bingo.
Nagisa aveva un sesto senso che poteva spaventare certe volte. E lo conosceva solo da poco, nemmeno che un paio di mesi. Chissà che sorprese aveva in serbo per lui quel ragazzino esagitato.
-Il senpai non ha fatto niente. Sono stato io quello che ha agito senza pensare.-
-Mmmm.- il mugugno di Nagisa gli arrivò a rallentatore. Perché non aveva risposto con qualche strana frecciatina o un’affermazione che andava dritta al sodo? Sapeva perfettamente che l’altro aveva capito che provava qualcosa per Haruka. Quindi perché mugugnare e non dire niente?
-Capisco. Beh, non so cosa sia successo ma Haru-chan di certo non pensa male di te. Sai, ha chiesto quest’oggi come mai non sei venuto agli allenamenti e sembrava abbastanza abbattuto.-
Un’altra pugnalata nel cuore.
Non era pronto a tornare. Non poteva affrontare i senpai.
Si accorse che le prime lacrime avevano preso a scendere troppo tardi.
Nagisa non disse niente.
Rei continuò a piangere silenziosamente, lo sguardo abbassato e le mani strette a pugno. Dopo quello che apparve un’eternità, il biondo si alzò e lo strinse in un abbraccio.
Non ebbe alcun ripensamento, Rei, a lasciarsi andare stringendo quella vita sottile, aggrappandosi alla maglia dell’altro, continuando il suo lamento silenzioso.
  
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