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Autore: ermete    07/01/2014    11 recensioni
Questa sarà una raccolta di diversi tipi di flash fic: le prime 3 sono reaction-fic alla terza stagione, mentre le altre saranno storielle scemine ispiratemi da gif e fanart varie. Sarà spessissimo presente il tema degli animali (Sherlock gatto per la maggiore XD). Accetto eventuali prompt! Nel capitolo 1 sposterò l'indice :3
Note: johnlock e tomcroft forever
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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***Buona sera! Ho deciso di iniziare questa raccolta di reaction-fic a vari pezzi delle puntate della nuova stagione perché se i Mofftiss ci hanno fatto questo regalo (a me sta piacendo da morire la stagione :D), allora anche io li omaggio a modo mio, scrivendo sui pezzi che ho amato maggiormente :D Il titolo (che ho scoperto essere anche il titolo di una poesia XD) si riferisce a me o.o nel senso che il pesce rosso sono io o.o non sapevo che altro titolo dare o.o e poi, magari fossi il pesce rosso di Mycroft! Un ringraziamento a Mars (CrackedActress) che mi ha betato sta belinata qui *_* BACIO!!! PS: Johnlock lives! PPS: lecitamente influenzata da questa fanart di reapersun http://allineedislol.tumblr.com/post/72544093369/reapersun-if-either-remembers-in-the-morning ***

Rating: giallo
Personaggi: John, Sherlock
Genere: sentimentale, comico, what if
Scena di riferimento: loro ubriachi sulle poltrone, quindi what if non avessero avuto una cliente?



 
Come se non ci fosse un domani



John e Sherlock sono seduti l’uno davanti all’altro e si scrutano intensamente. Sempre che due persone esageratamente ubriache riescano a farlo.
Strizzano gli occhi, arricciano le labbra e traballano sulle proprie natiche pesantemente appoggiate sulla rispettiva poltrona e cercano di mettere in fila una lettera dietro l’altra, poi le parole -va prima l’articolo, poi il soggetto, quindi il verbo. E gli avverbi? Oh, non esageriamo. Articolo, soggetto e verbo. Breve, ma conciso- e cercano di formare una frase.
“Sono un ortaggio?” inizia John.
Sherlock sembra confuso nel suo già totale e intorpidito stato di ebbrezza “Tu o la cosa?” domanda, l’indice che punta verso la fronte di John, il resto delle dita incollate al bicchiere di whisky.
Ridono prima ancora che Sherlock concluda la domanda.
“Divertente.” ridacchia John, chinato in avanti.
“Grazie.” biascica Sherlock che, invece, è schiacciato sullo schienale della poltrona nera: se solo si muovesse, rischierebbe di vomitarsi addosso tutto l’alcool che ha scolato fino a quel momento “Non sei un ortaggio.” e poi si ritrova a pensare che se John fosse un ortaggio, probabilmente sarebbe una spiga di grano, per il colore dei suoi capelli. O una carota, per la sua dolcezza.Oppure una patata. Beh, sì, perché è più tonto di un asino a volte. Sì, a volte è proprio potato.
John si arrende e appoggia la schiena alla poltrona “Tocca a te.”
E all’allontanarsi di John è lui a sporgersi in avanti rischiando che la stanza inizi a girare tutta attorno a lui “Sono umano?”
Da sobrio, John avrebbe risposto che no, non è umano. Perché il nome scritto sulla fronte di Sherlock è lo stesso a cui appartiene la fronte stessa, quindi no, Sherlock Holmes non è umano. Ma John è ubriaco, quindi risponde “Talvolta.” e di fronte all’incertezza dell’amico abbandona ogni strana filosofia -decisamente troppo complicata in quel momento- e annuisce “Sì, sei umano.”
Poi inizia un botta e risposta che sembra quasi lucido.
“Sono un maschio?”
“Sì.”
“Alto?”
John è ormai stravaccato sulla poltrona “Non quanto pensa la gente.” risponde di getto e sorride internamente per quella piccola rivalsa nei confronti di Sherlock che ama sottolineare quanto invece lui sia basso.
Sherlock mugola e pensa rumorosamente “Simpatico?”
“Più o meno.”
“Intelligente?”
John ride “Direi di sì.” davvero, deve trattenersi dal perdere il controllo della propria risata.
“Diresti, eh?” mugola Sherlock, perdendosi alla vista di un John sempre più discinto che non la smette di far ciondolare quelle gambe aperte.
John mugola e lo guarda: perché non fanno mai quelle cose assieme? Più spesso? Ubriacarsi e fare gli idioti.
“Sono simpatico?”
“Per qualcuno.” conferma John.
“Le persone mi apprezzano?”
Chissà se se l’è chiesto, il vero Sherlock. Chissà quante volte se l’è chiesto il vero Sherlock.
Eppure a John escono parole tipo “Non direi. Le prendi sempre per il verso sbagliato.”
Eppure a John viene da pensare che se gli avesse chiesto se lui, nello specifico, lo apprezzi, avrebbe riso e, forse, lo avrebbe abbracciato.
Ride, però, John. E non riesce a staccargli gli occhi di dosso. E inizia a fare quei pensieri che ti vengono in mente solo da ubriaco. Quelle cose del tipo, se non le faccio ora, quando?
“Sono l’attuale re d’Inghilterra?” domanda poi Sherlock, e sembra esserne veramente convinto.
John scoppia a ridere ed è sempre più supino tra la poltrona e il pavimento, ma quando Sherlock gli cede la mano e si appoggia allo schienale della poltrona, è pronto a ritirarsi su e a sporgersi in avanti. E a scendere dalla poltrona. E a inginocchiarsi, praticamente, tra le gambe aperte di Sherlock. Perde l’equilibrio, infatti, e per reggersi si appoggia al ginocchio di Sherlock. Quanto è secco il suo ginocchio? Sherlock è un uomo e corre tutto il giorno, dovrebbe avere un po’ più di massa, per l’amor del cielo! Lo palpa, quasi, per poi far spallucce e dichiarare un cristallino “Ohibò, pace.”
Sherlock, d’altro canto, è altrettanto tranquillo “Oh, fa pure.”
John si tira un po’ più su, ma la tentazione di infilarsi nuovamente tra le gambe di Sherlock è così appetibile e al tempo stesso così giusta, ora che è ubriaco, che gli chiede la prima cosa che gli passa per la mente “Sono una donna?” e la conferma che è completamente sbronzo arriva dal fatto che non si indispettisce alla risata e alla risposta affermativa di Sherlock, ma si premura di domandare “Sono di aspetto piacevole(1)?” stava forse flirtando? Ci pensa un po’ su e quindi specifica “Lei.” dice indicando il cartellino che ha sulla fronte.
Sherlock, scavando dentro un piccolo barlume di lucidità borbotta qualcosa del tipo “La bellezza è un concetto interamente basato su impressioni infantili, influenze e modelli comportamentali.”
John non ce la fa più. Possibile che Sherlock debba fare il sapientone anche da ubriaco? Non capisce che vuole solo flirtare un po’? Divertirsi un po’? Scende nuovamente dalla poltrona e si inginocchia davanti a lui “Sì, ma sono di bell’aspetto?”
Sherlock si riappoggia allo schienale e fa spallucce “Non so manco chi sia. Ho scelto un nome a caso dal quotidiano.” sta per riavvicinare il bicchiere alle labbra quando la mano di John gli blocca il polso “John?”
“Io?” inizia a strusciarsi sul corpo di Sherlock per poterlo, letteralmente, scalare “Io sono di bell’aspetto?” coi movimenti intorpiditi dall’alcool, non gli importa di far cadere il bicchiere per terra a costo di riuscire ad intrecciare le dita della mano con quella di Sherlock “Io?”
Sherlock sbatte le palpebre rapidamente una, due, tre volte e prova a ragionare, ma è tutto così confuso. Perché ha bevuto così tanto? Aveva fatto i calcoli proprio per non arrivare a quei punti! E ora si ritrova un John particolarmente espansivo praticamente disteso su di sé che gli domanda se… Oh. Ha un John particolarmente espansivo praticamente disteso su di sé. Lui. Con John. Sopra di sé. E se Sherlock per certe cose è particolarmente lento da sobrio, figurarsi se è più pregno d’alcool di una pina colada servita nei peggiori bar di Caracas -basta televisione, Sherlock, basta. Meglio fumare, a questi punti!-
John insiste “Sono di bell’aspetto?” insinua la punta del naso tra i lembi della camicia ancora fortunosamente tenuti legati dai bottoni e inspira l’odore di Sherlock che in quel momento è un misto di muschio, sapone, birra e un accenno salato ma inconfondibile di sudore “Mh?”
“Ma…” inizia Sherlock che alza la mano libera in alto in segno di resa “Tu, tu?” deglutisce quando, dopo la lenta risalita di John, si ritrova a faccia faccia con lui “O… lei…?” domanda incerto osservando la scritta ‘Madonna’.
“Idiota da sobrio e idiota da ubriaco.” commenta John e tocca con la propria fronte quella di Sherlock “Ma se io volessi baciarti…”
Sherlock spalanca occhi e bocca “Ma tu non sei gay, ti piace così tanto ripeterlo.”
“Perché tutti lo insinuano.” John sembra sicuro di sé: d’altronde, in testa il ragionamento che sta per fare fila liscio come l’olio “E visto che tutti sembrano così convinti del fatto che io e te abbiamo dei trascorsi…” si lecca le labbra guardando quelle di Sherlock “...allora prima che io mi sposi voglio capire almeno cosa voglia dire baciarti.”
“Almeno.” commenta l’altro e finalmente rilassa il braccio sospeso in aria appoggiandolo sulla schiena di John.
“Sherlock, sono così ubriaco che se anche volessi scoparti non centrerei neanche il buco.” dice il dottore e il silenzio si impossessa di loro per alcuni secondi.
Secondi che si interrompono con una risata di entrambi seguita da John che, stufo di aspettare, bacia Sherlock, in parte sulle labbra, in parte sul mento, per tre secondi, a stampo. Peggio che all’asilo.
“John!” borbotta Sherlock quando l’altro si stacca “John.” borbotta “JohnJohnJohn.” ridacchia per poi provare a baciarlo a sua volta. Riuscendoci. Più o meno. Centra le labbra in pieno, ma le sue sono così serrate che è come se lo stesse baciando con la cute che sta appena sotto il naso e poco sopra il labbro superiore. Davvero, peggio che all’asilo.
John si stacca e ride, per poi decidere di prendere in mano la situazione e trascinare Sherlock sul pavimento “No, guarda, si fa così.” rimane sdraiato sopra un curiosissimo detective mentre avvicina le labbra a quelle di lui e, finalmente, le schiude.
Non è un bacio profondo e duraturo, è un continuo giocare con le punte della lingua, un mordicchiare di labbra, un leccare palato e interno delle guance. Interrotto da piccole risate e sguardi divertiti. Non c’è nulla di erotico in tutto questo. C’è un accenno di dolcezza, tanto divertimento e un’infinita dose di curiosità.
Non vanno oltre i trenta secondi di bacio, eppure non riescono a smettere. Iniziano anche a parlare tra un bacio e l’altro.
“Pensa se salisse Mrs Hudson.” ipotizza John posando un bacio sullo zigomo destro di Sherlock.
Sherlock si stiracchia come un gatto sotto il corpo di John, allacciandogli poi le braccia attorno alla schiena “Non credo che sarebbe poi così shockata.” rimane alla mercé di John che continua a costellargli il viso con piccoli e fugaci baci “E poi siamo amici.”
“Appunto. Gli amici non fanno queste cose.” e si contraddice baciando le labbra di Sherlock nel punto in cui l’aveva ferito il giorno del suo ritorno in vita. Poi gli sfiora anche il naso e i suoi occhi sembrano chiedergli scusa.
Sherlock capisce -deduzione facile persino per il suo cervello appesantito dall’alcool- e accoglie lo spirito contraddittorio di John con un sorriso malizioso “Eri tu quello curioso.”
John scuote il capo divertito “E tu no?”
“Sì.” annuisce Sherlock, senza scomporsi troppo “Se c’era un’unica persona con cui avrei potuto provarci, quella eri tu.”
“Perché tu…” John fa camminare le proprie dita sul torace di Sherlock, quindi sul suo viso fino a togliergli l’etichetta dalla fronte e mostrargliela “...sei Sherlock Holmes.”
Entrambi scoppiano a ridere e Sherlock, dopo aver accartocciato il biglietto mostratogli da John, struscia la punta del proprio naso sulla sua “Perché tu sei ossessionato da Sherlock Holmes.”
“Mmh.” mugugna John “E tu sei ossessionato da…” si stacca il biglietto dalla fronte e legge “Madonna?” vede Sherlock alzare le spalle in un’espressione inconsapevole, ma se il detective pensava di essere al sicuro da qualsiasi presa in giro, John si illumina e canticchia “Like a virgin… yeah… touched for the very first time…”
Sherlock spalanca occhi e bocca e inorridisce “Cosa… cosa…” arrossisce imbarazzato “Questa cosa dovrebbe essere…? Un… una…” sbuffa e scuote il viso, anche se farlo gli provoca un giramento di testa che fa traballare il soffitto del salotto “Oh, gosh…”
John ride. Di nuovo. E in quel momento vorrebbe solamente che la notte non finisse e che domani non arrivasse mai. Ma sa che domani, il grande giorno, arriverà e non può fare altro che godersi quei momenti ancora per qualche ora. Quindi ferma il viso di Sherlock tra le proprie mani e lo bacia. Questa volta con più dolcezza, profondamente e al tempo stesso con un’innaturale delicatezza.
Quando si staccano, Sherlock ha gli occhi lucidi per un’infinità di motivi. Ma non ne pronuncerà neanche uno. Si limiterà a girarsi su un fianco e a nascondere il viso sotto il collo di John. E stringerlo. Come se non ci fosse un domani.




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(1) Ho scelto le parole "di bell'aspetto" come genere neutro u.u''' beati gli inglesi che non hanno il femminile e il maschile XD
   
 
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