Burton’s angels
Come esistono gli angeli di Charlie, esistono gli angeli di Burton. Due angeli, per essere esatti. Indovinate voi chi sono.

C’erano un volta due ragazzi molto diversi tra loro.
Il primo, da giovane, era il classico bulletto scolastico da quattro soldi che attirava ragazze come i pasti della loro mensa attiravano le mosche, con una sola differenza: aveva un sfrenata passione per la chitarra.
Passava ore e ore nel suo garage a provare e riprovare stonate performance con il suo gruppo The Kids, sperando, un giorno di calcare i palcoscenici, finchè non ci riuscirono.
Ma ben presto i problemi monetari e le ragazze o la roba, obbligarono il gruppo a sciogliersi e quel ragazzo a trovare un’altra strada.
Per sua fortuna aveva anche uno spirito artistico chiuso, e leggermente assopito, dentro di sé, che io ho avuto il compito di svegliare.
Ricordo la prima volta che lo vidi, mi dissi:
“Mai, mai prenderò uno come lui sotto la mia ala!”
Ma mi ricredetti non appena prese in mano il copione.

Il suo nome? Johnny Depp.


La seconda, invece, era il suo contrario, se vista dall’esterno: era la bellissima discendente di una delle famiglie più potenti d’Inghilterra, destinata a grandi cose, ma, decisamente, i genitori non si aspettavano che entrasse nel campo artistico della recitazione.
Volevano una figlia banchiera, o psicologa…
Se la osservi bene, da fuori della sua vita privata, non potresti mai dire che lei avrebbe il coraggio di ricevere tranquillamente il bacio della buona notte da sua madre, per poi saltare fuori dalle lenzuola, infilarsi un vestito succinto e scappare dalla finestra per intrufolarsi in qualche festa e farsi qualcuno.
Chi dice di non crederci, vuol dire che non la conosce affatto, o almeno non come la conosco io: non solo smossi la sua grande tecnica teatrale, ma me la portai all’altare.

Ricordo la prima volta che la vidi, in una sala d’attesa, aspettando di essere provinata, proprio da me.
La vidi di spalle, all’inizio, e subito la criticai:
pensai che chiunque fosse in grado di indossare un abitino così provocante, non era affatto adatta per quel ruolo.
Insomma dire che era vestita era dire troppo!
Ma non appena si girò, pensai che dire che era splendida era troppo poco!
Subito la presi, senza pensarci due volte.

Il suo nome? Helena Bonham Carter.


Ecco chi volevo presentarvi: i miei angeli.
Come avete visto sono diversi l’uno dall’altra, ma entrambi sono riusciti a farmi capire quanto le apparenze possano ingannare.
Ed entrambi lavorano, molto spesso, per me.

Il mio nome? Tim Burton.