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Autore: Fed    08/01/2014    0 recensioni
“L’ultima volta che ho smarrito la strada ero nel mio paese. Siccome ero da sola, avevo tentato una strada che non conoscevo, pensando fosse parallela a quella principale e, come sempre, sbagliandomi."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo a San Lorenzo, seduti sul marciapiede con la testa ritta come civette.
“No, non hai idea di quanto sia vero. Ho letto un articolo su come in realtà le dimensioni parallele, nel caso esistano, non siano altrove, che so, lontane anni luce o cose così, ma sussistano tutte nello stesso spazio. Solo che lo spazio come lo avvertiamo noi non basta a percepirle.”
Il mio interlocutore mi guardò interessato e mi rispose qualcosa a proposito della teoria delle stringhe.
Il nostro cicaleccio si udiva appena nella massa di voci e di suoni che popolavano la strada. Una ragazza ubriaca mi passò accanto e mi guardò le scarpe, per poi alzare lo sguardo al mio viso.
Le sorrisi debolmente e lei ricambiò.
Afferrai la bottiglia di birra ancora fredda dall’asfalto, ne tracannai un sorso e ripresi a parlare.
 
[…]
 
In fila al supermercato, la signora davanti a me continuava a guardare le poche cose che avevo tra le braccia.
“Passa avanti” disse con un tono leggero.
“Non si preoccupi,” sorrisi “non ho fretta. Sono le sette, ormai, tra le sette e le otto che differenza fa?”
“Già” sospirò lei “oggi si corre troppo, nessuno si dà il tempo di capire cosa sta facendo prima di iniziare a fare qualcos’altro!”
Annuii, colpita.
“È veramente una bella frase.”
 
“Scusi, posso passare? Sono un po’ di fretta” chiese un ragazzo con una busta di latte in mano.
Era di quelli a lunga conservazione, intero. Sul tetrapak il muso di una mucca dagli occhi troppo grandi mostrava i denti bianchissimi.
“Ma certo!” risposi, facendo un passo indietro.
 
 
[…]
 
“Il solito?” chiese il tabaccaio.
“Sì. Oh, e i filtri.”
“Sei e quaranta.”
 
 
[…]
 
“Che piano?”
“Sesto, lei?”
“Quarto”
Premetti il numero quattro.
L’ascensore emise il solito sibilo e tra il primo ed il secondo piano tremò un poco.
“Ho sempre paura di rimanere chiuso dentro” disse l’uomo, visibilmente allarmato.
“Mi è capitato. Però sa quella levetta? Quella vicino alla maniglia. Se la alza la porta dei piani si apre”
“Il problema è se l’ascensore si blocca tra un piano e l’altro”
“Tra un piano e l'altro, eh?" valutai "Quella è decisamente sfortuna” conclusi ridacchiando.
L’ascensore si fermò, l’uomo aprì la porta e scese, salutando con formalità.
  
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