Il suono della sveglia mi fece svegliare completamente, e lentamente iniziai a rotolare fuori dalle lenzuola mettendo i piedi sul pavimento gelato.

 

Guardo me stessa allo specchio, il riflesso del mio viso mostrava ancora i segni degli occhi rossi dovuti alle lacrime della scorsa notte.

Andai in bagno, che stava a destra della mia camera da letto, mi rinfrescai il viso con l’acqua gelida e spazzolai i miei capelli.

 

Tornata in stanza presi il mio iPhone, 50 minuti prima del mio colloquio. L’altro giorno navigando su internet avevo trovato un annuncio per diventare una sorta di segretaria personale per un grande nome della musica.

Sul fondo c’era un indirizzo, si trovava abbastanza vicino alla mia città per cui convinsi me stessa a provare per avere quel lavoro.

 

Stavo aspettando un’opportunità del genere da quando avevo 16 anni. La scuola non era abbastanza per me, volevo lavorare con la musica, avere a che fare con la musica 24 ore su 24. Ho sempre avuto una passione per il business della musica.

Parte di questo è dovuto al fatto del vivere a Los Angeles, dove tutti sono artisti o qualcosa di simile. C’era solo un piccolo problema, dovevo chiedere a mio fratello, Liam, che era il mio tutore legale; mi ero svegliata 30 minuti prima apposta per provare a convincerlo.

 

Incomincia a strizzarmi dentro ad un paio di jeans a vita alta, una maglietta bianca e un paio di Blazer ai piedi, aggiunsi poi un anello e il mio look formale fu completo. Normalmente non mi vestivo così, ma nel caso avessi avuto il permesso per andare al colloquio, sarei stata presentabile.

Riempita la borsa con iPhone, iPod e portafoglio, chiusi la porta della camera e scesi le scale.

 

I miei occhi fissavano mio fratello mentre lui era impegnato a guardare la TV e a farsi il caffè mattutino. Gli corsi in contro e lo abbracciai stretto.

 

“Buon giorno” gli dissi prima di lasciare le sue braccia.

 

“Hey, come stai?” lui girò la testa verso di me con un sorrisetto affettuoso e mi rivolse la stessa domanda con la stessa voce squillante con cui glielo avevo chiesto io.

 

“Non posso solo essere felice?” gli risposi e cominciai a preparare la mia colazione.

 

“C’è sempre qualcos’altro, dimmi..”

 

“Ho bisogno di dirti qualcosa..per favore, cerca di essere comprensivo”cercai di iniziare l' importante conversazione mangiando i cereali al bancone della cucina. Lui si sedette sulla sedia accanto alla mia disposto ad ascoltarmi.

 

“Allora, ero connessa al computer ieri e ho trovato un’offerta per un lavoro”

 

Lui mi interruppe “un lavoro?” potrei dire che questo non stesse andando del tutto bene.

 

“È più qualcosa come uno stage. Per una persona nel mondo della musica” stavo cercando di manovrare la conversazione usando le parole giusto con lui, in modo di giocarmi bene quest’opportunità, pregavo di avere successo.

 

“Chi?” mmh, non so la risposta.

 

“Io onestamente non lo so, ma so che tutti saranno del tutto gentili con me”. Era fatta, le mie ultime parole sarebbero probabilmente state quelle decisive. Non avevo davvero idea per chi avrei dovuto lavorare e onestamente non mi interessava, era qualcuno nell’industria della musica e questo era abbastanza per me.

 

“Non lo so… perderai scuola così..”

 

“Ne parli come se mi  dispiacesse, come se andare a scuola fosse divertente. Seriamente, solo le persone popolari si godono la scuola. La scuola è un luogo in cui io non posso esprimere me stessa. Non mi sto godendo la scuola e questo non migliorerà le cose, sarebbe un piacere se tu mi lasciassi andare a quel colloquio..” Cercavo di trattenere o per lo meno, controllare la mia agitazione con un triste mezzo sorrisetto da cane abbandonato. Non c’era alcun modo che lui riuscisse resistere a questo.

 

“tu sei fortunata che faccio tutto per te.. a volte anche troppo”

 

“Grazie mille! Tu sei il miglio fratello del mondo” dissi avvicinandomi a lui per un altro abbraccio. Sempre, da quando avevo 11 anni fino ai 18 siamo sempre stati noi due. Lui è sempre significato il mondo per me.

 

“E lasciami indovinare, immagino che devo guidare io..”

 

“Come fai a saperlo?” dissi ironicamente alzandomi dalla sedia e pulendo i piatti.

 

“Ancora non capisco come tu riesca a manipolarmi in questo modo” dopo aver finito di bere il suo caffè prese le chiavi dell’ auto.

 

“Tu mi ami così tanto” dissi col più grande sorriso stampato in faccia. Lui ha sempre fatto tutto per me, più di quanto abbiano mai fatto i miei genitori.

 

“Andiamo..hai l’indirizzo?"