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Autore: shanna_b    29/05/2008    0 recensioni
La vita a volte prende pieghe non prevedibili... e se Jared, durante un concerto, si rompesse una gamba? Cosa succederebbe al suo ego, alla sua vita e alle sue vicende lavorative e personali?
In questa storia è contenuto anche il sequel della mia ff precedente "Shannonite acuta", in cui compaiono i personaggi di Shannon e Stella.
Soliti avvertimenti: non conosco i 30STM e questi "Leto" sono come me li immagino io (e qualche mia amica...), non scrivo a scopo di lucro e mi sono inventata TUTTO MA TUTTO MA TUTTO MA TUTTO...
La dedico a Tannaca e Folleria che mi fanno da Beta-Readers, amiche e psicologhe...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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UNITY DIVIDES, DIVISION WILL UNITE

 

Shannon salutò con la mano Stella, ferma al terminal dell’aeroporto di Los Angeles, mentre la hostess le controllava il biglietto: la donna prendeva l’aereo per tornare a casa.

Era da più di un anno che la loro storia era in piedi, da quella illogica e magica notte in quell’albergo di Milano, e, in tutto quel tempo, quella era soltanto la terza volta che si vedevano.

Stella restituì il cenno con un sorriso e gli mandò un bacio di addio con la mano, prima che la porta del gate si chiudesse inesorabilmente dietro di lei.

Shannon sospirò, avviandosi verso l’uscita, e chiedendosi ancora per quanto avrebbe potuto fare fronte a una situazione senza senso come quella: la sua donna, a detta della famigerata strega boliviana addirittura la sua anima gemella, non una donna qualsiasi, tornava a casa dal marito e dal figlio ed era rimasta con lui soltanto pochi giorni, dopo avere trovato una scusa per andarsene da casa.

Shannon aveva sempre detto, e anche Stella lo sapeva bene, che non voleva una famiglia in stile classico, che non voleva legami formali, che voleva essere libero, ma la lontananza  da Stella cominciava a farlo stare male ed ogni volta era una tortura lasciarla andare via. E poi, si chiese, che cazzo voleva dire essere LIBERO? Alla fine, fatti i debiti conti, questa libertà significava solo privazione: altre donne non ne voleva, anche se ci aveva provato visto che non aveva problemi a trovarne, aveva la coda di donne alla porta, MA quella che voleva NON ce l’aveva.

E poi, cominciava a non gradire l’idea che Stella dormisse ancora con suo marito e che, addirittura, lui facesse l’amore con lei. Stella giurava che pensava al suo Shan e che quello del marito con lei era solo uno sfogo fisico, non un rapporto d’amore, ma a Shannon questa cosa non andava giù. Avevano deciso insieme di fare così, di vedersi ogni tanto: ma ora a Shannon non bastava più, era possessivo e voleva averla solo per sé.

Tuttavia, faceva buon viso a cattiva sorte: a Stella non diceva niente, per non farla stare male, e si accontentava degli spiccioli della sua vita e del suo tempo, sperando che un giorno si sarebbe decisa a lasciare suo marito per sempre.

Guardò l’orologio: erano solo le nove del mattino. Cominciò a pensare, sbuffando infastidito, alla giornata che aveva davanti: studio di registrazione, arrangiamenti vari, organizzazione della tournee, un’intervista per un giornale… Una giornata piena. Ma quando sarebbe tornato a casa non avrebbe trovato Stella ad attenderlo, non avrebbe avuto i suoi baci appassionati, le sue carezze intense, il suo corpo smanioso, la sua intera anima, ma una casa triste e vuota. E poi svegliarsi al mattino, come poche ore prima, e trovarsela lì, con i capelli lunghi sciolti sul cuscino, il suo corpo sinuoso coperto a malapena dal lenzuolo, con quegli occhi languidi, dolce e voluttuosa e…

ALT!

Che cacchio stava pensando?

Si stava scrivendo da solo un romanzo Harmony? Che male che era ridotto! Proprio male, se ormai si esprimeva come se stesse scrivendo un fottuto romanzetto rosa! Cos’altro mancava, nei suoi pensieri? Candele e rose rosse? Era meglio non pensarci…

Però…

Però di Stella era proprio cotto e quella sensazione unica che scaldava l’anima e che provava quando faceva l’amore con Stella e le cicatrici sui loro polsi e…

ALT!

Che doveva fare? Scrivere alla rubrica dei cuori solitari del Los Angeles Times? “Cara rubrica ‘I consigli della zia Cunegonda’, la mia donna torna da suo marito. Che devo fare? Farla rapire dagli alieni?”. E se…

Bip-bip-bip-bip.

Il blackberry segnalò l’arrivo di un SMS. Shannon, giunto ormai all’uscita dell’aeroporto, nella zona dei taxi, si fermò per leggerlo, berretto calato in testa e occhiali scuri per non essere riconosciuto.

Non erano gli alieni… ma la costumista della tournee che chiedeva che vestiti preparargli per i concerti. Shannon rise tra sé e sé, guardandosi intorno. Si vede che era appena stata assunta e non lo conosceva affatto: fosse per lui avrebbe suonato la batteria nudo, ad eccezione delle scarpe! I vestiti gli erano solo d’impaccio e quando c’era il blood ball, che si doveva mettere quel cazzo di completo Dolce & Gabbana nero, con giacca, camicia e cravatta, se lo toglieva pezzo per pezzo, una canzone dopo l’altra, e spesso si augurava di perderlo da qualche parte o di buttarlo in pasto alle echelon.

Decise che, come ultima cosa da fare quel giorno, l’avrebbe chiamata per chiarire, una volta per tutte, gentilmente ma con decisione, che lui si vestiva come diavolo voleva, possibilmente maglietta consunta e bermuda, e che i suoi vestiti di scena la costumista poteva pure fare a meno di portarli in tournee. Era un musicista, lui, mica un bambolotto da vestire a piacere, un Big Jim da quattro soldi!

Mentre rimetteva il telefonino nella tasca della giacca, si accorse che, nella fila dei taxi, una signora che gli pareva di conoscere, era scesa dall’auto e aspettava, dandogli le spalle, che il taxista prendesse la sua valigia dal bagagliaio.

La signora si girò per entrare in aeroporto e Shannon se la trovò proprio davanti: era Kate Jones.

Kate gli gettò un’occhiata distratta, non lo riconobbe e, afferrato il trolley, cominciò a spostarsi verso l’entrata dell’aeroporto. Shannon le si avvicinò di un passo.

“Kate? Sei tu?”

La donna sobbalzò, si girò completamente e Shannon, con sorpresa, notò che la donna era incinta e anche abbastanza avanti. Sui cinque, sei mesi. Una deliziosa pancia rotonda avvolta in una salopette di jeans la faceva sembrare ancora più carina.

“Oh. Shannon?”

“Sì, sono io. Come stai?”

Shannon le strinse la mano che la donna gli porse e le diede un lieve bacio sulla guancia, ricambiato.

“B-bene. E tu?”

“Sì, bene, bene.” Avrebbe voluto domandarle del bambino ma si trattenne: non erano poi così in confidenza da chiederle tali cose intime. Si limitò ad un: “Che fai di bello a Los Angeles?”

“Sono stata ad un congresso medico. Ora torno a New York.”

“Da tuo marito?” A Shannon venne spontaneo chiederlo: quella era la giornata delle donne che tornavano dal marito, si disse, chissà quante ne avrebbe viste, a star lì all’aeroporto tutto il giorno: un paio di migliaia?

Kate non rispose alla domanda, ma arrossì violentemente e disse: “Ehm… scusa, ora devo scappare che sono in ritardo, perdo l’aereo.” E si avviò nuovamente verso l’entrata, lasciando lì Shannon impalato che le diceva “Ok. Buon viaggio. Ciao.”

L’uomo rimase a guardarla mentre Kate entrava di corsa in aeroporto.

C’era qualcosa che non gli tornava. 

Cominciò a rimuginare, mentre cercava di ricordare in che zona del parcheggio avesse mollato la sua auto. Kate, fino a dicembre dell’anno prima, non era sposata. Che si fosse sposata agli inizi dell’anno nuovo? Ma si doveva trovare un fidanzato prima. O no? L’ultima volta lui l’aveva vista a Novembre e non era fidanzata. Matrimonio lampo? Mmmmh… non gli pareva comunque di avere visto la fede al dito, come aveva Stella.

Era la fine di Maggio ed era incinta di circa cinque mesi. Allora si era sposata che era già in attesa. Ma non poteva essere. Oppure sì?

Shannon arrivò alla sua auto e prese dalla tasca la chiave per aprirla.

Forse Jared sapeva qualcosa.

Suo fratello l’aveva vista a Natale e…

Improvvisamente capì.

E per un attimo sperò ardentemente di avere sbagliato.

 

 

 

Dedicato a tutte quelle che mi hanno chiesto di continuare la storia di Shannon e Stella… vi ho esaudito, contente?? ;-*

   
 
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