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Autore: Spectrum_    08/01/2014    0 recensioni
L'alcol attenua il dolore, era questo ciò in cui credeva. Ma era una bugia.
L'alcol lo amplificava, a tal punto da fargli sentire la voce di Sherlock nella testa per tutta la notte.
Era come un fantasma che lo tormentava. E insieme a lui, lo rincorrevano tutte le parole che non gli aveva detto quando lui poteva ascoltarle.
Ad esempio, che con lui era come se fosse nato un altra volta.
La sua vita, con Sherlock, aveva un senso, era piena.
John con lui si sentiva completo.
Ora, era vuoto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Quella sera la pioggia non dava segno di voler smettere, e nel 221B c'era solo il suo rumore. 
La luce era soffusa, e John era rannicchiato a terra, in un pessimo stato.
Solo una frase si fece sentire nella sua testa: "Tieni gli occhi fissi su di me."
Da quando aveva visto il suo migliore amico morire davanti ai propri occhi, tutto aveva preso una piega diversa.
Tutto era cambiato, soprattutto il dottore.
Le sue giornate erano vuote, come lui. 
Mangiava giusto quando il suo appetito chiedeva pietà, beveva alcolici come se fossero acqua.
L'alcol attenua il dolore, era questo ciò in cui credeva. Ma era una bellissima bugia.
L'alcol lo amplificava, a tal punto da fargli sentire la voce di Sherlock nella propria testa per tutta la notte.
Era come un fantasma che lo tormentava. E insieme a lui, lo rincorrevano tutte le parole che non gli aveva detto quando lui poteva ascoltarle.
Ad esempio, che con lui era come se fosse nato un altra volta.
La sua vita, con Sherlock, aveva un senso, era piena. 
John con lui si sentiva completo.
Ora, era vuoto.
La pioggia continuava a battere sulle finestre, e John l'ascoltava, sperando di distogliere l'udito dalla lontana voce di Sherlock.
Ma ciò era impossibile, e il dottore questo lo sapeva.
Era diventato un controsenso, cercava di isolare quel ricordo, ma nel frattempo lo cercava disperatamente.
Passava le ore steso sul letto del detective, abbracciato al suo cuscino, con le lenzuola strette fra le dita...
Socchiudeva gli occhi e si perdeva nel suo profumo, nel suo ricordo.
Se solo fosse stato lì, l'avrebbe abbracciato, forte... Così forte da infastidirlo.
Quando faceva visita alla sua tomba, John gli portava ogni volta una rosa, rigorosamente blu.
Il blu era il colore del detective, secondo il suo blogger.
Si sedeva accanto alla lapide, e iniziava a piagere.
Piangeva... e farfugliava.
Sussurrava ogni volta le stesse cose, e ogni volta le parole diminuivano, e i silenzi accompagnati dalle lacrime aumentavano.
Forse a causa della voragine che nascondeva dentro al petto.
Si, perchè Sherlock si era portato via anche il cuore del povero John.
Quell'organo che ogni volta batteva all'impazzata quando gli occhi del dottore incontravano quelli del detective.
Se solo avesse avuto l'occasione di dirglielo... magari quel peso sullo stomaco ora sarebbe stato meno pesante.
Uno dei rimpianti più profondi, era quello di non averlo amato quando poteva.
Avrebbe potuto far scoprire al suo coinquilino quanto fosse bello amare... anche se in quel momento era tutt'altro che bello.
Era distruttivo.
Improvvisamente, un tuono interruppe il rumore della pioggia, e John sobbalzò. 
Guardò l'ora, erano le 2 di notte, e non si ricordava nemmeno che giorno fosse.
Ma sapeva che quello sarebbe stato l'ultimo giorno.
Si alzò, e si diresse verso la porta. 
Scese le scale, un pò barcollante, e prima di uscire, per l'ultima volta, lasciò vicino alla porta della signora Hudson le chiavi dell'appartamento.
Uscì senza ombrello, poco gli importava della pioggia che dopo due minuti l'aveva infradiciato dalla testa ai piedi.
Non voleva prendere un taxi, voleva camminare, e sapeva benissimo dove andare.
Dopo svariati minuti, e dopo scale su scale, si ritrovò esattamente dove voleva essere. 
Sul tetto di quel palazzo dove Sherlock prese il volo, come un angelo.
John si affacciò sulla strada, con i piedi sul bordo del tetto, sul confine che aveva separato il detective da vita e morte.
Guardò in basso, senza paura.
Il suo viso era inespressivo, e le lacrime si confondevano con la pioggia.
Il dottore aprì le mani, con i palmi rivolti verso l'alto, sentendo la pioggia batterci sopra.
Socchiuse gli occhi, e con un filo di voce, sussurrò:

" Tieni gli occhi fissi su di me, Sherlock. Ti sto per raggiungere. "
  
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