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Autore: giu91    29/05/2008    4 recensioni
Conosciamo tutti la storia di cappuccetto rosso e del lupo, ma se lei fosse una giovane commerciante di rhum? Tra una nonnina proprietaria della più famosa taverna di Tortuga e un affascinante e stralunato lupo (di mare) come se la caverà?
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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la foresta
La foresta degli ubriachi, ovvero: io lo sapevo che mi sarei cacciata nei guai!


E' sera, è le ombre si stagliano sull'orizzonte del mare, con passo un po' esitante mi dirigo verso la città, appena entro mi sembra di essere soffocata dalla folla, di colpo mi arrivano al naso tutti gli odori tipici del luogo: il puzzo di alcool che proviene dalle numerose taverne che costellano questo luogo, i profumi ricercati delle prostitute d'alta classe e l'inconfondibile aria ricca di salsedine.

Questa è Tortuga e mi ritrovo quì proprio mentre scende la sera, ma come ho fatto a farmi convincere!?

Ah si, ora ricordo, la salsedine, i profumi... e tutte le altre sviolinate che mi sono dovuta sorbire, vai a Tortuga mi ha detto, non c'è un posto più bello di quello, vedrai che te la caverai benissimo, conosci forse un luogo migliore Alya?


Guarda così sul momento me ne vengono in mente almeno una ventina

Stupida, stupida, stu-pi-da!
E stupido fratellone, bel modo di proteggere tua sorella, mandarla nel covo dei più ubriachi pirati dei Caraibi con delle bottiglie di pregiatissimo rhum da consegnare alla "nonnina", bravo Drian, proprio una fantastica idea mandare una ragazza che non sa orientarsi neanche nel suo paese natale in una città sconosciuta e più intricata di una foresta.

Uff, vediamo di concludere in fretta e di trovare la "nonnina", da quanto ho sentito dire dovrebbe essere la proprietaria della più famosa taverna di tutta la città, una anziana signora di piccola statura che, non si sa come, è riuscita a diventare la padrona di un famosissimo locale: "La tana del lupo".

Mi avvicino alla vetrina di un negozio in cui sono esposte alcuni antichi mobili, tra i tanti un piccolo specchio in cui riesco a vedere un frammento della mia immagine: ho il viso un po' pallido, non mi sento ha mio agio qui, stare in mezzo alla gente non mi è mai piaciuto, gli occhi scintillano di lieve preoccupazione e spiccano grigi sul mio viso, alcune ciocche di un biondo chiarissimo mi cadono scomposte sulla fronte; sembro un dipinto antico i cui colori hanno perso l'antica intensità e brillantezza.

Sospiro stancamente e cerco di sistemarmi il vestito, un sobrio abito rosso cupo, un po' consunto ma molto pratico, stringo al petto una borsa contenente le preziose bottiglie; la mia famiglia produce rhum da generazioni e ormai siamo diventati degli esperti rinnomati in tutti i Caraibi, però questa storia delle consegne a domicilio sta degenerando, non che avessimo avuto molta scelta: pochi giorni prima un ceffo armato di spada e pistola ci aveva candidamente fatto presente che eravamo in ritardo con le consegne, alludendo a possibili e futuri incidenti; non è mica colpa nostra, da quando i nostri genitori sono morti io e mio fratello non riusciamo a stare dietro al lavoro.

Sospirando mii rimetto in cammino e vago per le caotiche e rumorose vie, mi copro la teste con la mantella rossa che mi ricade sulle spalle, non mi piacciono gli sguardi che mi lanciano alcuni ubriachi al bordo della strada, mi faccio più piccola nei vestiti e affretto il passo.

Ora vado quasi di corsa, anche se non so dove sto andando, sono finita in un vicolo buio, il locale non può certo trovarsi qua, inizio ad allontanarmi quando sento una voce roca e strascicata che mi porta a girami di scatto.

"Ciao, bambina", mi ritrovo davanti un armadio con l'alito che puzza di alcool ad un kilometro di distanza "Cosa fai tutta sola la sera, non ti andrebbe un po' di compagnia?" mi si avvicina, troppo vicino, è un problema e grosso anche, gigantesco direi!
"E' un vero peccato ma" mi sposto di alcuni passi di lato "stavo giusto per andarmene" mi volto e inizia a camminare rapidamente, spero di non sembrare troppo spaventata peggiorerebbe solo le cose.

"Ehi bambina, dove vai, non avere paura non ti mangio mica" sento i suoi passi alle mie spalle, dal rumore che fa direi che si trascina tanto è sbronzo, maledizione mi sono ficcata di nuovo nei guai, oltretutto se quel coso non la pianta di chiamarmi bambina gli tiro una scarpa in faccia, va bene che sono esile ma non sono così piccola ho ventuno anni!
"Aaaaah" lancio un urlo quando sento il suo alito sul mio collo e una sua mano prendermi un braccio.

Sorpreso e con i sensi annebbiati mi lascia andare quando gli tiro un calcio sugli stinchi, e inizio correre, qualsiasi posto sarà meglio di questo, non mi importa dove finirò.
Dopo aver attraversato mezza città mi fermo per cercare di riprendere fiato, non sono abbituata a correre così tanto e sono sfinita, mi infilo in una taverna, sono un genio, se anche mi trovasse non oserebbe toccarmi davanti ad altra gente, mi giro ad osservare il locale... ok sono un'idiota, sono indecisa se la cosa peggiore sia che una ventina di luridi ubriaconi mi osserva con sguardo torvo oppure il fatto che insieme a loro ci siano altrettante prostitute, la cui vista mi fa ritornare in mente una cosaossia che le prostitute per farsi riconoscere indossano delle mantelline rosse¹, come quella che porto stupidamente io.
Ora capisco perchè per strada mi quardavano tutti, confermo: uno sono un'idiota, due se riesco a tornare a casa sana e salva ammazzero mio fratello!

Esco nuovamente in strada senza respirare e mi strappo di dosso il cappuccio appallottolandolo e nascondendolo sotto un braccio.
Mi sento meglio, ma anche molto stanca, tengo lo sguardo basso e cerco di riordire le idee, poteva andarmi peggio controllo preoccupata le bottiglie che per mia fortuna sono tutte intere.
Intenta nella mia operazione non mi accorgo di finire contro una persona "Finalmente ti ho trovata piccola", oh no, di nuovo lui no! Che cosa ho fatto di male!

Cerco di scappare ma lo scimmione mi imprigiona contro un muro e l'unica cosa che mi rimane da fare è urlare "Lasciami brutto coso, aiuto, per favore qualcuno mi aiuti!"
"Su, su non fare tante storie ti tratterò be... uh" non fa in tempo ha finire la frase che un forte rumore, per la precisione quello di una bottiglia che si infrange contro la sua testa, gli rende vacuo lo sguardo (peraltro già non troppo sveglio).

Cade, e io con lui non riuscendo a reggerne il peso, schiacciata nella mia posizione riesco solo a sentire una voce che esclama allegra "Se non te ne fossi accorto la signorina ha detto di no!"

Cerco di togliemi l'energumeno di dosso per vedere il volto del mio salvatore.

Continua...




Premetto che non ho idea di come mi sia venuto in mente di scrivere questa roba, è nata come one-shote ma o deciso di scriverci qualche capitolo.
Non so se è il caso di continuarla o meno, ditemelo voi (se non ricevo neanche un commento lo considero un invito ad abbandonarla).

¹Nella francia del XVII secolo la "mantellina rossa" era davvero il simbolo di riconoscimento delle prostitute, anche se a Tortuga non serviva certo quella per capire quali lo fossero.




 
  
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