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Autore: Fed    09/01/2014    0 recensioni
“L’ultima volta che ho smarrito la strada ero nel mio paese. Siccome ero da sola, avevo tentato una strada che non conoscevo, pensando fosse parallela a quella principale e, come sempre, sbagliandomi."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“L’ultima volta che ho smarrito la strada” cominciai a scrivere. Alzai la penna per rileggere la frase e presi a mordicchiare il tappo della mia Bic “ero nel mio paese, a piedi, in un vicolo assolato. Siccome ero da sola, avevo tentato una strada che non conoscevo, pensando fosse parallela a quella principale e, come sempre, sbagliandomi.”
 
Gettai la penna sul quaderno e mi alzai, dirigendomi in cucina.
Versai l’acqua fresca di frigorifero in un bicchiere da birra fino al segno che indicava la capienza di 0,4 litri.
Bevendo quasi non respirai e mi venne spontaneo farlo rumorosamente una volta svuotato il bicchiere. Mi ricordai di come la mia nipotina sbuffava ogni volta dopo aver bevuto.
 
L’ultima volta che ho smarrito la strada, ricordai, ero nel mio paese ed avevo preso a camminare troppo in fretta, col sudore lungo il collo, sotto ai capelli.
Avevo fumato almeno un paio di sigarette lungo quelle stradine deserte, guardandomi intorno e sbirciando nelle finestre aperte degli appartamenti.
 
Una signora molto anziana era seduta su una panchina di pietra.
Quando si avvide di me mi guardò tanto profondamente da costringermi a fermarmi.
 
“Scusi,” chiesi dopo un attimo di esitazione, avvicinandomi un poco e sussurrando, certa di non voler rompere l’incanto silenzioso che l’estate creava nei paesini intorno alle due di pomeriggio “sa dirmi da che parte devo andare per arrivare al Castello?”
Lei annui e mi regalò un sorriso fatto di labbra sottilissime.
“Di là” mi disse rauca, indicando a destra “Poi giri nella strada larga che incontri e arrivi ad un semaforo, da lì lo vedi.”
 
Ringraziai e ripresi a camminare, ma lentamente.
Molto lentamente.
Non avevo voglia di tornare a casa. Non ne avevo mai avuto voglia.
 
Desideravo una vita fatta di lunghe camminate e lunghe attese di treni in ritardo. Desideravo un sole troppo caldo che mi facesse sudare e un inverno freddo che mi gelasse le ossa.
 
Arrivai al castello impiegandoci più tempo del dovuto.
Lì di fronte mi sedetti e fumai una sigaretta.
 
 
 
Una nuova ondata di sete interruppe i miei ricordi; mi versai un altro bicchiere d’acqua.
 
Tornai in camera e mi diressi verso la finestra.
Con le mani tremanti tirai su le serrande.
 
 
 
  
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