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Autore: DiDiGlee    09/01/2014    1 recensioni
Un anno dopo la loro rottura, finalmente Blaine parte per NY, sperando in una riappacificazione, ma scopre presto che Kurt ha un altro perfetto fidanzato.Tutto questo fino a che non capisce che Kurt è caduto in una relazione abusiva..
OOC!Kurt
Canon fino alla 4x06
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Hey there! Ho trovato questa FF su Fanfiction.net e ho deciso di tradurla con il dovuto consenso.
Premesso che faccio schifo con le presentazioni, io sono Ronan. 
La FF è completa di diciannove capitoli. Gli aggiornamenti dovrebbero essere settimanali, il più regolarmente possibile. 
Detto questo, non rompo più.
Enjoy.
Link al capitolo originale: https://www.fanfiction.net/s/8905275/1/Trust-Is-A-Flexible-Word 

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“Blaine! Sono qui!”

Blaine sentì il suo nome e si girò istantaneamente in direzione dell’urlo acuto.

“Blaine Warbler! Qui!”

Una piccola figura bruna venne correndo verso di lui attraversando la strada, quasi investita da un taxi giallo, con le braccia tese e un grande sorriso sul suo viso.

Blaine aprì le braccia per prenderla e farla girare, compensando il suo slancio.

“Blaine! Non posso crederci, sei qui! È così bello vederti! Benvenuto a New York!”.

Rachel quasi lo fece annegare in un fiume di parole, mente lo abbracciava esuberantemente.

“Grazie, Rachel. È bello anche per me vederti!”, Blaine le sorrise calorosamente, felice di essere ricevuto con un così tanto affetto che sentiva di non meritare affatto.

Per un momento si sorrisero a vicenda, mentre tutte le parole non dette ruotavano nelle loro teste. Era passato circa un anno, in cui si erano tenuti in contatto a malapena.

Blaine l’aveva contattata di nuovo solo quando aveva ricevuto la sua lettera di accettazione e aveva saputo di andare a vivere a New York, e non si era aspettato un così caldo

benvenuto.

“Comunque,” Rachel lo prese a braccetto per trascinarlo. “C’è questa piccola, accogliente caffetteria e devo portatrici! Dio, abbiamo così tanto di cui parlare. Non posso credere

che tu sia finalmente qui! Sembra come ai vecchi tempi!”

“Sì, è vero”, Blaine si morse le labbra. Le era mancata. Tutto di lei, inclusa la sua pazzia e la sua personalità opprimente. Solo ora che la vedeva di nuovo realizzava quanto gli

era mancato parlare con lei e, realizzandolo, gli venne voglia di piangere. Se lui non le avesse mandate all’aria, le cose sarebbero andate in modo diverso ora.

“Grazie per avermi voluto incontrare”, disse camminandole al fianco, non vedendo la città per davvero. I suoi occhi scrutavano il pavimento davanti ai suoi piedi e la piccola mano

di Rachel che gli stringeva il braccio.

“Sono qui solo da una settimana e mi sento già oppresso da tutto questo. Intendo, wow, New York!”, tese il braccio libero per catturare la vastità della città.

Rachel sogghignò. “So cosa vuoi dire”, gli assicurò. “Sono stata anche io oppressa da tutto questo, ma non ti preoccupare, te la mostrerò io! Presto ti sentirai a casa!”

Rachel lo spinse in una piccola caffetteria, mettendo la sua giacca su uno sgabello libero vicino alla finestra, per salvare il posto e andando alla cassa a ordinare i loro caffè.

“Un cappuccino medio per te, Blaine Warbler?” gli chiese con un luccichio felice negli occhi.

Blaine alzò le sopracciglia. “Sai come prendo il caffè?”

“Alcune cose non cambiano mai, vero?” rispose, e un altro sorriso triste scalfì i suoi lineamenti. Era diventata più bella, notò Blaine. Era sempre stata carina, ma non si poteva

confrontare con il vedere quando fosse sbocciata, vivendo a New York.

Si sedettero vicino alla finestra e si sorrisero l’un latro per un momento, entrambi ancora eccitati di essersi visti e non sapendo da dove cominciare. Blaine aveva paura che lei

rifiutasse di vederlo; dopo tutto, era ancora la migliore amica di Kurt. Ma eccola ancora lì, con le braccia aperte e un caldo, tenero sorriso, facendo sentire Blaine il benvenuto.

Parlarono della NYADA e della Juilliard per un po’, fino a che non divenne ovvio che stessero soltanto girando intorno alla questione veramente importante.

“Come sta Kurt?” trovò finalmente il coraggio di chiedere Blaine. Ed eccolo di nuovo, il triste e sconfitto sorriso sulle sue labbra e i suoi occhi diventarono lucidi per nessun’altra

ragione apparente se non per il rimpianto del pasticcio che era diventata la loro vita condivisa.

“Bene”, rispose con una piccola alzata di spalle. “Sì, sta bene. Beh, considerate le circostanze.”

Blaine aggrottò le sopracciglia. “Quali circostanze?”

“Beh”, Rachel si scostò una ciocca di capelli dietro la spalla. “Per prima cosa, il fatto che abbia smesso di cercare di entrare alla NYADA. Gli ho detto che avrebbe potuto

continuare a provare, ma dopo due rifiuti ha rinunciato”.

Le energie di Blaine si spensero, a sentire quella notizia. Kurt aveva rinunciato alla NYADA?!

“Ma beh, d’altra parte ama lavorare per Vogue ed è super impegnato lì, è un vero e proprio stacanovista!” rise, ma non suonava molto convinta.

“Inoltre, ha un nuovo ragazzo”, aggiunse con un piccolissimo sorriso, facendo smettere di battere il cuore di Blaine.

“Veramente, sono stata io a incoraggiarlo a ricominciare a uscire”, gli confessò. “Era rimasto in una terribile depressione per mesi, dopo la vostra rottura. Non avrebbe mai

pensato di vedere qualcun altro, ma sono davvero felice per lui, adesso.”

Blaine si schiarì la gola e guardò in basso, verso la sua tazza.

“Sono contento di sapere che è felice”, provò a dire, e lo intendeva sul serio, anche se faceva male. Non avrebbe voluto ammetterlo ad alta voce, ma parte del motivo per cui era

venuto a New York era stata la speranza di poter riconquistare Kurt, in qualche modo, anche se non si erano parlati per più di un anno.

“Sì, Kurt è molto felice”, confermò Rachel un po’ troppo ardentemente, mentre tamburellava le unghie sul tavolo, irrequieta. “Il suo nuovo ragazzo è come un sogno che si avvera.

Si chiama Andrew, è una sorta di pubblicitario e, apparentemente, ha molto successo”.

Andrew. Blaine odiò istantaneamente quel nome.

“E’ divertente e affascinante”, Rachel continuò la sua lista di aggettivi sul nuovo ragazzo di Kurt. “Non posso dire proprio nulla di male su di lui”.

“Suona come se non fosse reale”, disse Blaine, provando a contenere la gelosia nella sua voce.

“Oh, sì, è troppo bello per essere vero! Da quello che è sentito ‘è magnifico in ogni tipo di aspetto’!” alzò le sopracciglia teatralmente, ma poi sembrò ricordarsi con chi stesse

parlando.

“Scusami.”

“E’ ok.” Blaine si rigirò piano il suo caffè tra le mani e guardò la sua amica con affetto. A discapito del suo discorso entusiasta, Rachel non sembrava essere realmente felice del

nuovo ragazzo di Kurt.

“Lui non ti piace?” suonava più come un’affermazione, che una domanda.

Rachel lo guardò sorpresa, sentendosi smascherata. “Non è che non mi piaccia”, spiegò cautamente. “E’ solo… il modo in cui Kurt è cambiato da quando sta con lui..”

Blaine aggrottò di nuovo le sopracciglia. “Cambiato come?”

Rachel sospirò in modo drammatico. “Partendo dal fatto che non ha più tempo per vedere me. Ho la sensazione che si stia allontanando da me di proposito, ed è andata

sempre peggio da quando è andato a vivere con lui.”

E’ andato a vivere con lui?!” chiese Blaine, preso totalmente alla sprovvista. Kurt stava vivendo con un ragazzo. La gelosia eruppe come fuoco nelle vene. Aveva sempre

sognato di vivere con lui.

“Quando.. perché.. come?”

“Tre settimane fa”, gli disse Rachel. “Andrew gli ha chiesto di andare ad abitare con lui, proprio così. Ho implorato Kurt di stare con me perché non voglio dover cercare un altro

coinquilino, ma ha detto di volerci provare. Cosa potevo dirgli? Dopo tutto, è stata una mia idea. Intendo, ho convinto Kurt a ricominciare a uscire, quindi ora non posso

lamentarmi, no?!”

Era chiaro a Blaine che Rachel aveva il cuore spezzato perché non aveva più potuto vedere Kurt. Apparentemente, tra il lavoro e il suo convivere con Andrew, non aveva

abbastanza tempo libero per vedere lei.

“Pensi che accetterebbe di vedermi?” chiese Blaine. “Vorrei tanto vederlo e provare ad essere di nuovo amici.”

“Posso chiederglielo, se vuoi che lo faccia”, offrì Rachel.

Blaine annuì. “Sì, ti prego.”


 
 
 Due giorni dopo Blaine era seduto sul suo letto nel dormitorio, cercando di lavorare su un saggio e, grazie al cielo, il suo noioso coinquilino era fuori.

Il suo cellulare squillò. Guardò il nome e congelò immediatamente quando vide che a chiamare era Kurt. Un milione di pensieri corsero nella sua mente. Era spaventato, ma

anche molto felice di quella chiamata.

“Pronto?” rispose provvisoriamente.

“Ciao”, la voce di Kurt risuonò nelle suo orecchie. Suonava allegro e un po’ esuberante. “Rachel mi ha detto che sei in città. Ho pensato di chiamarti per darti il benvenuto a New

York.”

“Grazie”, disse Blaine, ancora scioccato da quella chiamata inaspettata. Non parlava con Kurt da.. da sempre. Sentire la sua voce lo fece rabbrividire.

“Quindi, se alla Juilliard? È fantastico.”

“Sì, è così”, ammise Blaine e voleva schiaffeggiarsi, perché non sapeva cos’altro dirgli.

“Okay, è fantastico”, ripeté Kurt. “Ascolta, devo andare. Volevo solo dirti ciao e che è bello averti qui. Ciao!”

“Kurt, aspetta!”Blaine chiuse gli occhi e strinse il telefono. Prese un profondo respiro e pregò di trovare il coraggio.

“Che ne diresti di andare fuori per un caffè, qualche giorno?”

“Uh, sì, certo”, rispose Kurt, ma suonava diffidente. “E’ solo che sono estremamente impegnato con il mio lavoro.”

“Che ne dici della pausa pranzo di domani?” chiese Blaine, cercando di suonare casuale, anche se il suo cuore batteva all’impazzata nel suo petto alla possibilità di vedere

Kurt, il giorno dopo.

“Non faccio pause pranzo”, rispose Kurt.

Blaine rimase in silenzio. Era ovviamente un rifiuto. Kurt non voleva realmente vederlo. Questa chiamata non era nulla se non un gesto formale.

“Capisco”, disse Blaine.

“Ma a volte vado a prendere un caffè in quella caffetteria dove ti ha portato Rachel l’altro giorno”, disse Kurt lentamente. “Magari possiamo incontrarci lì? Domani pomeriggio

verso le quattro?”

“Sì, va bene!” si affrettò a rispondere Blaine.

“Ma non posso farti promesse”, disse Kurt. “Non so quanto sarà delirante domani, al lavoro, quindi non offenderti se non mi faccio vedere.”

“Va bene”, gli assicurò. “Andrei a prendermi un caffè in ogni caso. Sarebbe bello vederti lì.”

“Okay, quindi, a domani. Forse.”

“Ci vediamo.” Blaine mise giù e si stese nuovamente sul materasso. I suoi occhi erano pieni di lacrime.

Gli era mancato così tanto sentire la sua voce.

“Grazie per avermi chiamato, Kurt”, sussurrò nel silenzio, stringendosi forte il telefono al petto.


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Ovviamente, essendo solo l'inizio, tutto deve ancora evolversi. Spero che vi abbia incuriosito almeno un po'.
Per suggerimenti, commenti, consigli, qualunque cosa, scleri su quanto Chris sia un figo/cucciolo/gfrhdgwhd e tutto il resto, io sono qui, non mi muovo.
Dimenticavo! Sono ancora incerta riguardo il rating, perché non ho finito di leggerla, ma il rating dell'autrice è M, so.. al limite lo modificherò

 
  
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