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Autore: Nezuchan Sketch    10/01/2014    19 recensioni
Da sempre, draghi e umani si sono dati guerra per decidere la sopravvivenza di una delle due razze, e ormai la guerra è in stallo, in una situazione dove anche una creatura può fare la differenza, soprattutto quando le si offre la cosa più preziosa al mondo: la propria libertà.
Genere: Fantasy, Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'La guerra dei draghi'
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Ogni volta che entravo lì mi sembrava di tornare indietro nel tempo, ritornando con la mente  al momento della mia prima volta lì, ricordi che mi tormentavano ancora.

Per quello che avevano fatto, li avrei voluti uccidere tutti, ma non potevo e quel desiderio mi consumava, anche se facevo del mio meglio per ignorarlo. Erathiel si sarebbe divertita da matti se l’avesse scoperto.  La maggior parte di noi non ricordava neanche quel giorno, l’avevano dimenticato facilmente, ma io non ci ero riuscita. Avevano trasformato la mia amica in un mostro, costringendomi ad ucciderla. Parzialmente immersa in quei pensieri affondai i miei artigli nella soffice gola di una guardia, che mi fissava paralizzata dal terrore. Secoli fa, i loro maghi ci avevano costretto in quella patetica forma, rendendoci simili a loro, sperando di ucciderci più facilmente. Ma qualcosa era andato storto, e i nostri poteri c’erano ancora, così come la nostra arma più temibile, l’aura di terrore. Certo, era stata ridotta, ma ciò non era un problema.

A causa di questo errore, la guerra non era ancora finita e quindi avevano iniziato a creare delle chimere e dei golem, aberrazioni artificiali, creati dall’unione di svariate razze. La struttura in cui mi trovavo era uno dei loro laboratori e mi stavo facendo strada verso il suo cuore, in modo da liberare le chimere, costringendoli ad ucciderne la maggior parte. Dietro di me lasciavo una scia di cadaveri e sangue, pensando che erano sempre imprudenti. Non avevano ancora imparato nulla. Certo, rispetto al passato non utilizzavano più archi di legno, ma archi fatti di metallo, che loro chiamavano ‘fucili’, e facevano più male dei loro predecessori, ma  anche noi ci eravamo evoluti, infatti le nostre squame erano più dure, facendoci subire meno danni e, talvolta, deviando i proiettili.

Una volta arrivata nel cuore del laboratorio mi guardai attorno, cercando il pannello che regolasse le gabbie. Quando lo trovai lo attivai, sentendo, dagli schermi di fronte a me, provenire un sonoro ‘click’. Li osservai un attimo, assicurandomi che tutte le gabbie si fossero aperte, liberandoli dalle loro catene, quando notai una creatura uscire, il soggetto ‘2-a’. Di solito, le chimere non erano sveglie e il suo aspetto mi sorprese ancora di più. Aveva la forma di un umanoide: la sua pelle era parzialmente ricoperta di scaglie; i suoi capelli erano neri, mentre i suoi occhi erano blu dalle venature color sabbia e dalle pupille verticali. Aveva una coda lunga quasi quanto il mio braccio, che muoveva nervosamente, mentre muoveva la bocca, facendo uno strano rumore con i denti appuntiti. Notai del sangue uscire dalla sua bocca, e capii che aveva dei problemi a chiuderla. Era simile a lei, non importava quanto la guardassi. In quel momento scattò l’allarme, e capii che dovevo sbrigarmi a scappare da lì.

Durante la fuga fui costretta ad uccidere alcune di quelle creature, che non avevano altra colpa se non quella di essersi trovate in mezzo ad una guerra. Alla fine, per non essere più scocciata, ruggii, terrorizzando la maggior parte di loro.

Una volta fuori, guardai l’unica creatura che era riuscita ad uscire. Come sospettavo, non era stupida come le altre. Ora che notavo, il soggetto 2-a era anche vestita, con una tunica sporca. Sembrava affamata e mi guardava con una sorta di rispetto.

“Vattene, scappa da qualche parte… sei libera, ora.”

Ringhiò e per una volta benedii il mio dono delle lingue:

- Perché parli in un altro linguaggio, anche se sei simile a loro? – Non era solo intelligente, aveva anche il dono delle lingue.

“Non paragonarmi ai tuoi carcerieri.” Si sorprese.

- Mi capisci… sei la prima persona che ci riesce. 

“Non sono una persona. Sono un Drago.” Ringhiai, facendole abbassare la testa. “Vattene e scappa prima che ti trovino. Sei libera, adesso” aggiunsi, fredda.

- Sei tu che ci hai liberati, quindi? 

“Si. Ma ciò non cambia che la tua vita è solo tua.” Si avvicinò, continuando a guardarmi.

- Non mi hai uccisa. Ed il tuo sangue ha un odore simile al mio. Sei come me?

 Aveva ragione, e capii perché era così intelligente. Avevano creato un fottuto incrocio di drago e umano. Avevano creato un mezzosangue artificiale, usando il suo sangue.

“Non sono come te” Ruggì, cercando di imitare grossolanamente il mio ruggito. Gli animali selvatici scapparono, impauriti.

- Sono intelligente. Imparo in fretta. Posso aiutarti ad ucciderli. – Capii che non me la sarei tolta di torno facilmente, e sbuffai.

“D’accordo. Ma non sarò io a decidere se ti unirai a noi o ti uccideranno. “ Sorrise, mostrando denti insanguinati, mentre comparivano i primi raggi di sole e mi seguì, con una strana camminata, tra una camminata eretta e una camminata a quattro zampe. Mentre camminavamo, sapevo già che mi aspettavano solo guai.


Eccoci qui. Libertà è una storia legata ad una mia One-shot, Prigionia, ma non è necessario leggerla per conoscere i personaggi. I trattini saranno utilizzati per far parlare il soggetto 2-a, in quanto non parla con una lingua normale, ma nella sua propria lingua.

I tipi di draghi sono quelli di D&D, ma non ciò che possono fare. Mi scuso per eventuali errori grammaticali e ortografici. Le recensioni sono sempre gradite!

   
 
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