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Autore: beyoungbedopebeproud    10/01/2014    1 recensioni
Nessuno di loro due sapeva cosa AMORE volesse dire, eppure erano quasi sicuri di provarlo, era una sensazione indefinita, che le parole avrebbero rovinato.
Maeve e Michael, due ragazzi, un unico ritmo, un unico respiro, e un unico cuore.
*Tratto dalla storia*
Modo strambo, ma quei due ragazzi di 18 anni si comprendevano così.
Maeve in circa 10 secondi capì che si trattava di "Give Me Love", di uno dei pochi artisti che amavano entrambi, amore, era quello di lui aveva bisogno, amore era ciò che lei avrebbe cercato di dargli.
Dopo quella canzone che entrambi cantarono un sorriso apparve sulle loro labbra, era una sintonia che solo in pochi capivano.
“Ricordi cosa è successo in quell’angolo?” le domandò Michael indicando l’angolo tra il letto e il suo armadio.
Lei arrossì leggermente, come poteva dimenticare?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un bacio, una carezza e un sorriso



La luce che illuminava quella piccola camera creava un’atmosfera molto strana, ma, nonostante lui sapesse delle poche ore che rimanevano a quella lampadina che era giunta quasi alla fine della sua vita, non si decideva a cambiarla eppure lei glielo aveva ricordato ogni giorno nell’ultima settimana, ma lui era troppo impegnato nel suo mondo. 
Era soltanto uno dei tanti pomeriggi invernali che trascorrevano insieme tra videogiochi, tè e degli snack che sicuramente non facevano bene al loro organismo se mangiati in quantità quasi disumana. Il loro modo di parlare era diverso da quello di qualsiasi altro essere umano, non dicevano molte parole, però i loro gesti e i loro sguardi dicevano tutto, le parole possono essere bugie, ma  gli occhi scurissimi della ragazza, i più scuri che lui aveva mai visto, e quelli verdi suoi non mentivano mai.
Si conoscevano da talmente tanto tempo che oramai erano la loro famiglia, solo loro due, da sempre; avevano questa capacità di allontanarsi dal mondo, da tutti e rinchiudersi nel mondo di Maeve e Michael, e niente e nessuno era ammesso.
Lei era sdraiata sul letto, una vecchia trapunta, regalata dalla nonna Theresa, le riscaldava le spalle e la schiena, lui era seduto su una sedia poco più in là, era concentrato su un gioco e ogni tanto si concedeva una piccola pausa per mangiare qualcosa, bere un po’ della birra che avevano rubato qualche ora prima dal frigo dei suoi genitori oppure per strimpellare qualche accordo alla chitarra.
Non appena lui si voltò verso Maeve suonando i suoi occhi la sfidarono, o, quello era uno dei loro giochi preferiti, lui suonava e lei aveva pochi secondi per capire quale canzone aveva intenzione di cantare, era così che comunicavano, così capivano ciò di qui avevano bisogno. 
Modo strambo, ma quei due ragazzi di 18 anni si comprendevano così.
Maeve in circa 10 secondi capì che si trattava di "Give Me Love", di uno dei pochi artisti che amavano entrambi, amore, era quello di lui aveva bisogno, amore era ciò che lei avrebbe cercato di dargli. Dopo quella canzone che entrambi cantarono un sorriso apparve sulle loro labbra, era una sintonia che solo in pochi capivano.
“Ricordi cosa è successo in quell’angolo?” le domandò Michael indicando l’angolo tra il letto e il suo armadio.
Lei arrossì leggermente, come poteva dimenticare?  
Qualche anno prima, esattamente 4, proprio in quell’angolo i due ragazzi, appena quattordicenni si diedero un piccolo bacio, era il primo per lei, e lui o lui aveva trovato una scusa per poter finalmente assaporare quelle labbra.

 
 *** 

 
“Io non so se lei mi piace davvero” confessò all’amica “ forse l’unica cosa che mi lega a lei è il fatto che è stata la prima ragazza che ho baciato, magari non è niente di che.”
Maeve non capiva benissimo, lei che sognava l’amore e pensava che il suo amico l’avesse trovato e potesse dirle il segreto di esso e il modo di trovarlo all’improvviso si ritrovò con niente.
“Credo di dover baciare qualcun altro per capire se quello che provo esiste solo perché è l’unica ragazza che bacio oppure perché mi piace davvero, ho bisogno di qualcuno di cui fidarmi e tu sei l’unica che mi capisce.”
E dopo che lei annuì entrambi si alzarono in piedi, così, senza essersi messi d’accordo.
“Almeno il tuo primo bacio ti sarà dato da qualcuno che ti vuole bene sul serio.” Disse avvicinandosi al suo volto.
Entrambi chiusero gli occhi quando solo pochi centimetri dividevano le loro bocche, ansiose, affamate e così caste.
Fu un bacio semplice, lei morì dentro cento volte, e in ogni secondo quel contatto la riportava in vita per un ucciderla nuovamente. 


 
***

 
O quella sensazione dolce- amara che quel ricordo le procurava. Lui riusciva ancora a sentire il suo burro cacao al lampone sulle labbra.Non avevano bisogno di dirlo ad alta voce entrambi ricordavano.
“Michael …. “ lo richiamò e lui in un millisecondo si voltò “credo di non poter restare stanotte.”
Il ricordo di quel bacio l’aveva quasi risvegliata, avevano programmato di trascorrere la notte insieme, ma lei non se la sentiva più.
“Okay, cioè non è okay però se è quello che vuoi … lo accetterò.” 
Anche in lui quel ricordo aveva risvegliato qualcosa, la nostalgia di quella vita che era così semplice, almeno adesso la vedeva così, da quando si era complicata ancora di più.
Si alzò e riprese la sua giacca che aveva poggiato sulla sedia della scrivania, Michael si alzò e prima che lei potesse indossare quell’indumento che avrebbe reso meno intimo quel tocco la strinse a sé, non voleva lasciarla andare, lei aveva dimenticato la sua richiesta d’amore espressa poco tempo prima, si erano persi nel passato e ora lui aveva solo quell’abbraccio a cui aggrapparsi.
Dopo aver sciolto quell’ancora di salvataggio per lui i loro occhi si cercarono, le loro anime si trovarono.
“Oh Maeve” sussurrò in un modo così bello che per lei fu un canto.
Le loro labbra si incontrarono nuovamente, o i suoi baci, come erano mortali e vitali, erano l’unica cosa che la facevano sentire viva e che la uccidevano allo stesso tempo. Tutti i baci che lui le aveva rubato erano l’unica cosa che la notte non faceva dormire nessuno dei due.
Lui aveva resistito per tanti mesi, l’ultima volta che aveva ceduto a quella tentazione gusto lampone era estate, lei gli aveva chiesto di non farlo mai più, ma lui non ci riusciva, la voleva amare, ma non sapeva come si amava, quindi si limitava a baciarla.
“Ti amo.”
Le confessò, come se quel segreto potesse salvare la sua vita. Lei non capì più nulla e raccogliendo da terra quel vecchio cappotto che le era scivolato di mano durante il bacio, che paragonato ai precedenti era tutto e niente allo stesso tempo, e quello parole, o quelle parole.
Uscì dalla stanza lasciandolo lì, in quell’angolo, da solo.
Si fermò nel corridoi che l’avrebbe condotta a quella porta legno scuro, la sua salvezza oppure la sua porta per l’inferno. Riuscì a sentire le braccia di lui che ora toccavano il muro freddo invece dei suoi fianchi. 
O, quanto lo amava, quanto lo odiava, quanto sarebbe sopravvissuta senza lui? Forse neanche un secondo.
Dopo pochi secondi tornò in quella camera, aprì la porta, lo guardò e un mezzo sorriso comparve quando vide che i suoi palmi erano poggiati sul muro blu notte.
“Ti amo anche io.”
Confessato il suo amore si buttò tra le sue braccia, lui fu talmente sorpreso che stava quasi per cadere con la sua amante in braccio, barcollò fino al letto e poi si tuffò con lei ancora tra le braccia.
Quella volta, per la prima, fu lei a prendere l’iniziativa, lei fece incontrare le loro labbra e lei determinò il momento in cui le loro labbra si sarebbero allontanate, anche i loro cuori battevano allo stesso ritmo.
“Fai una promessa.” Lei gli impose, lui sorrise come non faceva da quando aveva circa 4 anni e annuì, “non cambierà niente e tutto non resterà lo stesso.”
O le sue frasi contraddittorie affermare il falso e negare la verità. Lui rispose con un piccolo bacio casto sulle labbra che oramai avevano perso il loro sapore di lampone.
Quella notte tutto cambiò, la trascorsero come tutte le altre sera, aggiungendo qualche carezza in più e leggermente più intima e qualche bacio che diventava sempre più romantico e significativo e i loro sorrisi, così sinceri e così naturali come quelli dei bambini che non sanno fingerne uno.
Un bacio una carezza e un sorriso quello era il modo in cui volevano trascorrere il tempo che rimaneva a entrambi prima di lasciare il mondo, prima di purificare le loro anime.
 
 
“Ti amerò fino alla fine dei tempi.”
“Bene, perché io  ti amerò finché il sole scalderà e la pioggia bagnerà.”

 
“Spazio Autore”
Salve, allora l’idea probabilmente non è la più originale, però non so avevo questa idea che mi ronzava in testa, quindi pur di liberarmene ho scritto qualcosa.
Spero che la One Shot vi sia piaciuta, è la prima volta che scrivo di uno dei componenti dei 5sos eppure li ascolto da qualche mese, però adesso ho finalmente avuto un’idea che a me sembrava carina, poi non so …
Comunque adesso, dopo 1392 parole, vi lascio, spero trascorriate un bel weekend e delle bellissime giornate. :)
  
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