Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: GiveUpResistance    10/01/2014    5 recensioni
Post-CoLS: è passato molto tempo dall'ultima volta che Magnus ha sentito bussare alla porta del suo appartamento e di certo non si aspetta di trovarci dietro quella persona che era stata la causa di tutto il dolore che prova. Sempre a causa sua, Magnus ha imparato ad odiare i bugiardi e le loro menzogne più di ogni altra cosa sulla faccia della terra, così non può mentire quando gli viene posta quella domanda, la più importante di tutte.
Ispirata da "Young and Beautiful" di Lana del Rey.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nota importante!
Non sono l'autrice di questa storia, solo la sua traduttrice e forse più grande fan; per chi volesse dare un'occhiata riporti qui il link del profilo su fanfiction.net di questa scrittrice australiana ( https://www.fanfiction.net/u/3060092/GiveUpResistance ) e qui quello della storia originale ( https://www.fanfiction.net/s/9468116/1/Will-You-Still-Love-Me ).
Come ho scritto nel sommario, questa storia è stata scritta sulle note della splendida "Young and Beautiful", che vi consiglierei davvero di ascoltare e.... cos'altro dire? Buona lettura! 




Will you still love me

Giacciono senza fiato sulle lenzuola famigliari, le membra intrecciate, le braccia di uno che circondano l'altro come se non ci fosse un domani.

Ogni respiro è un assaggio di paradiso.

Ogni respiro li trascina più vicini all'inferno.

 

§-...-§


 

Un furioso bussare alla porta sorprende Magnus distogliendolo da quei pensieri, quei ricordi, che intorpidivano la sua mente. Tanti anni e tanta esperienza non erano riusciti a risparmiarlo da quella dolcissima tortura, quella sete di lui che -ne era sicuro- non si sarebbe estinta molto presto. C'era stato un primo momento in cui aveva creduto che riempirsi di clienti e di lavoro l'avrebbe distratto, prosciugato al punto che non sarebbe più stato in grado di pensare ad altro. E invece la sua mente traditrice era rimasta fedele a lui, proprio come quel suo dannatissimo cuore che a volte – e sempre più spesso – avrebbe voluto strapparsi dal petto. Quando poi il suo corpo si era ribellato a quei ritmi assurdi e che di fatto si erano rivelati utili solo a guadagnare più soldi di quanti ne volesse, aveva chiuso la porta in faccia all'ultimo cliente e aveva fatto girare la voce che per un certo periodo non sarebbe stato disponibile. Assolutamente per nessuno. Quindi chi diavolo...

<< Cosa vuoi? >> ringhia ancor prima di aver aperto la porta del tutto.

Quando presta attenzione alla figura davanti maledice Raziel e tutti gli angeli di cui conosceva il nome.

Capelli neri disordinati, guance arrossate e fiato corto nonostante la runa della resistenza ben in vista, gli occhi azzurri e agitati da un fuoco che lo attrae quasi fosse stato trasformato a sua insaputa in una falena.

<< Mi ami ancora? >>

Le parole escono dalla bocca del ragazzo così velocemente che Magnus può permettersi qualche istante in cui conservare la speranza che il suo udito gli avesse giocato qualche scherzo a quell'ora della notte.

<< Che hai detto? >>

E Alec lo guarda dritto negli occhi, implacabile, determinato come se la sua vita dipendesse da quella semplice domanda.

<< Mi ami ancora? >>

<< Ti ho risposto in quella metropolitana. >>

<< Ma mi ami ancora? >>

<< Ha importanza? >> sbuffa in risposta, esasperato più dalla risposta che sta per dare che dalla domanda in sé. Odia non riuscire a controllare i suoi sentimenti.

<< È sempre importante. >>

Magnus non può fare a meno di sussultare interiormente a quelle parole, facendo ancora del suo meglio per mantenere quella maschera di indifferenza, noia quasi, che aveva perfezionato nel corso degli anni. Non può crollare proprio in quel momento, stringere a sé quel ragazzo che aveva risvegliato sentimenti avvizziti nel tempo e che tanto gli mancava nelle notti fredde in cui il suo letto sembrava semplicemente troppo vuoto. Non può permetterselo, non sarebbe giusto, non dovrebbe...

<< Non è cambiato niente. >>

<< Perché? >>

La voce del ragazzo si ammorbidisce, eppure Magnus non riesce ad impedirsi di aprire gli occhi di scatto come se gli avessero appena dato una frustata.

<< Perché? Io...- come si può spiegare l'amore? È davvero qualcosa di limitabile con delle parole?- Tu un tempo mi amavi. Perché? >>

<< Io ti amo. Perché...perché sei tutto! >>

Alec respira velocemente, gli occhi spalancati. Sembra sconvolto, probabilmente perché la conversazione non sta andando come doveva aver immaginato, e lo stesso Magnus non può negare di sentire il battito del suo cuore contro la gabbia toracica accelerare ad ogni parola che esce dalla bocca del ragazzo.

<< Mi amerai ancora tra un anno? >>

<< Io... >> tanto poteva cambiare in un anno. Roma aveva visto l'alba e il tramonto di quattro imperatori, lui stesso poteva sedurre e chiudere più relazioni in un anno.

<< Non lo so- in un anno avrebbe smesso di pensare ad Alec? Vederlo in ogni passante, in ogni sfumatura di blu? Annusare il vento alla ricerca di un'insolita miscela di caffè e legno di sandalo? Nella sua testa sembravano quasi domande retoriche.- Sì. >>

Può vedere per un secondo la sorpresa farsi strada sul viso del ragazzo, gli sembra quasi di averlo sentito trattenere il fiato.

<< E tra dieci anni? Mi amerai ancora, Magnus? >>

<< Non lo so, Alec come faccio a saperlo? Non so cosa accadrà, ma Dio sa se posso smettere. >>

<< E quando sarò vecchio?- la voce del ragazzo si riduce ad un sussurro speranzoso mentre avanza di un passo, un passo appena, e Magnus deve stringere i pugni con forza per evitare di scattare in avanti e stringerlo a sé. - Quando sarò vecchio e rugoso, quando non potrò muovermi senza l'aiuto di qualcuno, non potrò fare nulla da solo, quando della bellezza di cui ti sei innamorato non resterà che un ricordo, mi amerai ancora? >>

Ancora un passo in avanti e in qualche modo lui si ritrova con il palmo di Alec premuto sulla sua guancia, accarezzandolo poco sotto un occhio felino. Ma Magnus non può farlo. No, quello era il ragazzo che aveva tentato di strappargli l'immortalità, praticamente di ucciderlo.

Si allontana riluttante, seguendo con lo sguardo la mano di Alec, rimasta per un istante sospesa a mezz'aria prima di precipitare al fianco del ragazzo, dandogli la possibilità di non guardarlo direttamente negli occhi.

<< Non posso Alec, io non... >>

<< Certo. Capisco. >>

Fa un passo indietro. Un altro ancora. Gli rivolge un debole sorriso e gli volta la schiena, e allora Magnus non può più vedere quegli occhi tanto espressivi, il viso spigoloso, le labbra socchiuse... non vede più quel tutto, come l'aveva chiamato prima il ragazzo, e ne è terrorizzato.

<< Alec. >>

Gli basta pronunciare il suo nome per rendersi conto che, in realtà, non ha la minima idea di cosa dirgli. Vuole solo un ultimo assaggio di quella dolce agonia, probabilmente, un ultimo sprazzo di blu, un ultimo sorriso...

<< Tu sarai sempre bello. >>

Magnus non ottiene un sorriso però. Solo uno sguardo confuso.

<< Sarai sempre bello perché ti amo. >>

Quelle parole, le sue stesse parole, riescono a straziargli il cuore, vedere una lacrima silenziosa rotolare pigramente sulla guancia del ragazzo gli toglie il fiato.

Lui si volta di nuovo, muovendo qualche passo verso le scale, forse cercando la forza di non correre fuori.

<< Alec! >>

I loro occhi si incontrarono, condividendo uno sguardo stranamente pacifico mentre il cuore di Magnus sembra invece urlare e la sua gola chiudersi. Ma la sua mano scivola dalla maniglia della porta che avrebbe dovuto chiudere.

Non sapeva chi dei due si era mosso per primo, ma non aveva importanza. Solleva il palmo a cancellare quella piccola lacrima, un gesto umile e semplice e al tempo stesso scintilla che accende fiamme affamate che li avvolgono entrambi, mentre i loro respiri si fondono e le mani si affrettano sulla pelle dell'altro, impazienti di conoscerne ogni centimetro ancora una volta.

E non ci sono più parole.


§-...-§


Quando i loro cuori rallentano la loro corsa, sono ancora insieme, non disposti a parlare, ad allentare la presa o lasciare l'altro andare.

E in qualche modo riescono ad addormentarsi sentendosi finalmente a casa, al sicuro. Le labbra di Magnus ancora sulla fronte di Alec.


§-...-§

 

Alec se n'è già andato quando Magnus finalmente si sveglia, e senza il corpo dolorante e un calzino sotto il divano in salotto crederebbe che si sia trattato di un sogno, di un'allucinazione bella in modo terribile.

E Magnus non può biasimarlo per essersene andato, hanno entrambi bisogno di tempo per pensare e decidere se quella notte abbia effettivamente cambiato qualcosa.

Ma lui pensa, e pensa per ore e giorni e settimane e davvero non sa cosa fare, non ha idea di quale sia la cosa giusta da fare e in realtà nemmeno vuole saperlo. Tutto quello che vuole, di cui ha bisogno è Alec.

Non ha ancora preso la sua decisione quando si trova davanti all'Istituto, immobile, in attesa.

Lui non sa, anche se li vede.

Non sa chi altro ci sia oltre ad Alec, non sa che parole gli rivolgono, perché c'è solo Alec, solo e sempre Alec.

Boccheggia sotto il suo sguardo sorpreso, lo prende tra le braccia, schiaccia il suo corpo contro quello del ragazzo e lo bacia, e Alec sa di amore, di tutto quell'amore che gli era tanto mancato.

Lui non sa cosa sta facendo, ma tutto è Alec, e questo è tutto quello che vuole in questo momento.


§-...-§

 

È passata una settimana da quel bacio all'Istituto che Alec si ripresenta alla sua porta e pronuncia quelle parole di nuovo: Mi amerai ancora?

E Magnus non ha tempo per dire ancora una volta il suo “sì” perché Alec lo spinge contro il muro, le mani che corrono sui suoi vestiti e sulla sua pelle mandandola a fuoco, e si prende tutto quello che vuole, tutto quello di cui Magnus ha bisogno.

Ha bisogno di ogni contatto, ogni sussulto e gemito, di ogni urlo e della raucedine della voce, la vista dei segni neri sulla pelle d'avorio, segni che Magnus ama e odia.

 

§-...-§


Non accade tutto il tempo.

A volte possono restare lontani per pochi giorni, ma altre da settimane e Magnus deve trattenere la sua preoccupazione e imporsi di non uscire a cercarlo.

E a volte Alec se ne va ancora la mattina, ma pian piano inizia a rimanere, facendo colazione in silenzio prima di correre fuori dalla porta, lasciando un bacio sulla guancia di Magnus se è fortunato.

E ancora c'è il rito della domanda, della promessa, e per lo più è tutto quello che si dicono, mentre sono i loro corpi a parlare, e in qualche modo Magnus si sta innamorando ancor più di prima.


§-...-§

 

Il clima si fa sempre più teso man mano che la guerra si avvicina e Alec inizia a presentarsi più raramente e nei momenti più strani.

Magnus lo tiene stretto desiderando scacciare tutta la paura, dimenticare il mondo fuori dalle sue mura sicure e tutto il dolore che porta.

Alec non parla mai della sua famiglia, lascia che siano i suoi occhi a comunicare tutta la sua preoccupazione e al tempo stesso a supplicarlo di non fare domande; Magnus non può rivolgergli un sorriso comprensivo e stringerlo più forte.

 

§-...-§

 

La notte in cui è finito tutto, quella in cui Jonathan viene finalmente spedito dritto all'inferno, Magnus non ha idea di dove sia Alec, ed ha così fottutamente paura perché non l'ha visto per più di tre settimane.

Ma i suoi occhi si spalancano nel momento in cui sente i piedi di Alec posarsi sul primo gradino della scala antincendio, e lui quasi vola fuori dalla porta e giù fino al piano terra, fino a quando si trova faccia a faccia con il ragazzo.

È coperto di sangue e il suo viso è mortalmente pallido e i suoi occhi riflettono solo paura, più paura di quanto Magnus abbia mai visto.

Alec quasi collassa tra le sue braccia e mentre singhiozza continua a baciarlo e Magnus si trova a fare l'amore con lui più dolcemente di quanto pensava fosse possibile, dandogli tutto quello che ha.

 

§-...-§

 

Ai funerali non abbandona il suo fianco, pronto a sorreggerlo, stringerlo, fare tutto quello che è necessario.

Alec non gli parla, ignora tutti in realtà, tutti tranne Clary, mentre Magnus diventa il soggetto di sguardi ostili o confusi. Ma non ha importanza, perché anche Alec lo sta guardando, ed Alec è tutto ciò che conta.


§-...-§

 

Magnus non sa se Alec semplicemente non riesce più a restare all'Istituto o se vuole passare più tempo con lui, ma il ragazzo passa sempre più tempo nel loft sempre colorato, a volte solo seduto sul divano sfogliando libri o imparando ricette da programmi di cucina mondani nel tentativo di istruire poi sua sorella, o a letto, o sul pavimento, o sul tavolo, o sulla poltrona o dovunque siano finiti dopo ore di baci e di carezze.

E mentre fare sesso con Alec lo fa bruciare come se fosse un piccolo pianeta con un'orbita troppo vicina al sole, in qualche modo gli basta solamente sfiorarlo per farlo sentire vivo.

Alec ancora non parla molto con lui, ma inizia lentamente a dirgli cosa sta facendo, a lasciargli delle piccole note prima di uscire e a raccontargli qualche dettaglio della sua giornata quando rientra.

Si accorge che a poco a poco le cose di Alec stanno tornando nel loft. Trova i suoi maglioni scuri mescolati con i suoi vestiti nella cesta del bucato, ma preferisce non parlarne, non accennarci nemmeno per paura di allontanarlo, di perderlo un'altra volta, perché non sa come potrebbe gestire un'altra separazione.

E Dio, quanto lo ama.


§-...-§

 

Alec lo chiama a tarda notte, chiama e gli chiede di incontrarlo su un tetto di una palazzina nel cuore della città.

È una notte calda di fine luglio e quando Magnus arriva e apre la porta trova Alec in piedi sul bordo.

Avvolge le braccia strettamente attorno alla sua vita e sente il suo corpo rilassarsi mentre lo tira verso il centro del tetto. Passa qualche secondo e Magnus sta ancora cercando di calmare il battito furioso del suo cuore quando Alec scoppia a ridere, ride con una risata quasi isterica che nutre ancor di più quel terrore che tentava di domare.

Ci vuole un po' per farlo calmare e si rende conto che deve aver bevuto parecchio, ma alla fine seppellisce il viso nell'incavo della sua spalla.

<< Izzy ha avuto un bambino. >>

Magnus non ha visto la sorella di Alec da quasi cinque anni ormai e la notizia lo sorprende, ma gli provoca anche un forte dolore al petto perché si sente tagliato fuori da una parte importante della sua vita.

<< È un bella notizia, no? >>

<< È un maschio, Magnus- sussurra appena. -L'ha chiamato Max. >>

E Magnus capisce, vede il dolore in quegli occhi incantatori e vorrebbe solo portarlo via, farsene carico e scorgere di nuovo quella luce che lo fa sentire a casa.

<< Maximiliam Alexander Lightwood. >>

Si rannicchia tra le sue braccia e tutto quello che può fare è tenerlo stretto, lasciarlo singhiozzare e urlare per la frustrazione e per la paura e infine accetta il suo bacio.

Quando si toccano quella notte, quando sono nudi sul tetto, il fuoco che brucia nei loro cuori li tiene legati Magnus bacia le lacrime di Alec e fa tutto il possibile per rendere questo il miglior dannato sesso che abbiano mai avuto, e grida di dolore e di gioia mentre le unghie di Alec scavano nella schiena e può sentire l'odore del sangue mescolarsi con quello del loro sudore.


§-...-§

 

Le cose non sono perfette, non sono mai perfette e mai vorrebbe che lo fossero.

Anche quando Alec si allontana più spesso ed è terribilmente difficile, perché ancora non dice a Magnus cosa sta facendo e dove sta andando.

Ovviamente sta combattendo, uccidendo demoni com'è evidente dalle ferite con cui torna a casa e che solo a malincuore permette a Magnus di guarire. Fa male vedere i tagli, i lividi, tutto quel sangue ora che poteva aiutare, che poteva evitargli dell'inutile dolore, se solo Alec gli permettesse di aiutarlo, se solo lo lasciasse libero di fare tutto il possibile per proteggere l'uomo che ama.


§-...-§

 

Lascia l'appartamento quasi tutti i giorni, mentre Magnus cercando di tenerlo a casa il più a lungo possibile fino a quando Alec deve strapparsi fisicamente dalla sua stretta, fino a quando se ne va per fare il suo dovere sotto lo sguardo desolato di Magnus.

Solo che a volte non torna, e ogni volta lui si fa prendere dal panico, nonostante non dubiti affatto delle sue abilità come cacciatore. Le ore che li separano sono una tortura inevitabile e la sua mente non vorrebbe altro che essere sempre accanto a lui.

Dopo che è stato lontano per una settimana, Magnus deve seriamente trattenersi dal gettare un incantesimo di monitoraggio e di andare a cercarlo, ma sa che Alec non potrebbe perdonargli una tale intrusione nella sua vita da cacciatore, così si limita ad un altro incantesimo che gli permette di sapere se è in pericolo o se è ferito, perché non è sicuro che riuscirebbe a perdonarsi l'averlo abbandonato quando aveva bisogno di lui.

Passano altre due settimane e un suo cliente abituale gli fa notare che è dimagrito, il suo viso privo di glitter e i suoi capelli scompigliati. Quando si guarda allo specchio vede che sì, ci sono delle mezzelune scure sotto i suoi occhi e i vestiti che indossa sono i primi che ha trovato quella mattina e fondamentalmente il suo aspetto stanco e il suo sguardo vuoto riflettono piuttosto bene come si sente in quel momento. Ma non ha importanza, perché Alec sta bene e non ha dubbi che tornerà da lui.

Non riesce a distrarsi però, non riesce a pensare a nient'altro, così esce di casa con la speranza che l'aria fresca -sebbene non esattamente pulita e profumata- riesca a confortarlo in qualche modo. È immerso nei suoi pensieri quando per sbaglio urta un passante.

<< Mi dispiace! >> esclamano entrambi contemporaneamente, solo per poi restare ugualmente senza fiato.

Lei, dal viso più maturo ma ancora aggraziato, è la prima a riprendersi dallo shock.

<< Dov'è Alec? >>

Il modo in cui Isabelle gli parla, chiaramente aspettandosi una risposta, non fa che gettare sale su una vecchia che non si decide a chiudersi. Non sa più quasi niente di lei, perché Alec non gli dice niente e lui non ha il diritto di curiosare, ma lei quanto sa di lui? Alec le parla di lui e del loro rapporto? Parla con lei così poco come fa con Magnus?

Conosce i dettagli della vita di Alec meglio di lui?

Ma non lo vede abbastanza spesso da sapere che Magnus non ha sue notizie da tre settimane? O forse è semplicemente Alec che lo sta evitando per qualche motivo e lei gli sta tenendo il gioco?

La sua espressione preoccupata escluderebbe l'ultima ipotesi, ma non per questo Magnus è più tranquillo quando lo trascina insieme ad una testolina mora su una panchina all'ingresso di un piccolo parco.

<< L'hai visto? >>

<< No, io... >>

<< Nemmeno noi- lo interrompe seccamente Isabelle. -Non ci ha detto dove stava andando, non ci ha dato un modo per contattarlo e io davvero... e se gli fosse successo qualcosa? E se fosse... >>

<< No! >>

Magnus non si era reso conto di aver alzato la voce e davvero non era sua intenzione, ma il piccolo Max non può che rannicchiarsi spaventato tra le braccia della sua mamma.

<< Sta bene. >>

<< Quindi ti ha chiamato >> dice Isabelle, e il sollievo è tale da farle dimenticare quanto fosse irritata con il fratello.

<< Non proprio, ho usato un incantesimo. >>

<< Lo stai monitorando? >> in un solo istante il sollievo si trasforma in rabbia e il piccoletto si aggrappa con ancor più forza alla camicia di Isabelle.

<< No, non voglio invadere la sua privacy, mi sono solo accertato delle sue condizioni di salute. >>

Dopo quelle parole si instaura un silenzio... strano, imbarazzante quasi. Un tempo Magnus e Isabelle avrebbero potuto parlare e scherzare con facilità, avevano avuto tanto in comune. Ma quei tempi erano passati ed ora sono pressoché degli sconosciuti, accomunati solo da una preoccupazione sempre più forte.

<< Allora, tu sei... ahi! >> strilla Isabelle mentre il piccolo nephilim sembra divertirsi a giocare con i suoi capelli. Deve armeggiare un po' per districarli da quelle manine paffutelle, mentre il bambino ridacchia per quel tiro alla fune e i suoi occhioni -di un blu tristemente famigliare- si illuminano di gioia.

<< Ciao Max. >>

<< Alec ti ha parlato di lui? Di noi?- Isabelle appare incredibilmente sorpresa e Magnus teme quasi che le cadano gli occhi fuori dalle orbite.- Insomma, avevo capito che... >>

<< Mi ha detto di Max, sì- il piccoletto allunga le manine verso di lui, cercando di afferrare la camicia verde evidenziatore. -Ma ci sono moltissime cose che non so. >>

Quasi tutto in realtà, è costretto ad ammettere mentalmente.

<< Oh... e vorresti sapere quello che ti sei perso in questi anni? >>

<< Mi piacerebbe, sì, ma... non mi dice un sacco di cose Izzy. Sono curioso, ma non voglio spingerlo. Se lui vuole condividere questa parte della sua vita con me gliene sono grato, sono felice, però quando sceglie di non farlo preferisco rispettare la sua decisione. Lui... ti parla di me? >>

La donna gli rivolge un triste sorriso e gli stringe una mano brevemente.

<< Lui non parla con me delle cose importanti, Magnus, ma lui è felice con te, ne sono assolutamente sicura. >>

Cercando di cancellare la tristezza, Magnus accarezza dolcemente la testa scura del bambino, che la solleva curiosamente perché i suoi occhioni possano esplorare quel nuovo giocattolo gigante. Afferra un dito e se lo infila in bocca senza pensarci due volte, mordicchiandolo.

Tra una buffonata e l'altra del piccolo Max i due si ritrovano a ridacchiare insieme, mentre lui ancora rosicchia e rosicchia come se stesse cercando di capire se avesse trovato qualcosa di commestibile.

<< Quanti anni ha? >>

<< Sette mesi. >>

La sua voce lascia trasudare chiaramente un orgoglio e una gioia che la guerra aveva cancellato per molto tempo. Ma quei giorni bui sono finiti e ora ognuno sta re-imparando a vivere.

<< Possiamo incontrarci qualche volta? >>

Magnus scuote la testa.

<< Non credo sia una buona idea. Se Alec preferisce tenerci in due parti separate della sua vita, non posso andare contro la sua volontà, lo amo troppo per poterlo fare. >>

<< Lo so, Magnus. >>

Si abbracciano e si salutano brevemente, scambiandosi i numeri di telefono per ogni evenienza.

Magnus torna a casa, ma la sua passeggiata, al posto di avergli schiarito le idee, gli fa sentire ancor di più la mancanza di Alec.

 

§-...-§

 

Alec cade tra le sue braccia pochi giorni dopo, un'espressione esausta in viso e diverse bruciature lungo entrambi gli avambracci, e anche se Magnus vorrebbe interrogarlo sulle ultime settimane si mette subito al lavoro per guarirlo e allontanare il dolore che deforma il suo viso, cercando di ignorare il senso di colpa.

E mentre Alec che ovviamente è terribilmente stanco, riesce a restare sveglio abbastanza a lungo da mormorare un dolce ringraziamento e gli deposita un bacio su una guancia prima si sprofondare in un sonno profondo, lui proprio non riesce a dormire per quel piccolo tradimento.

Alec sembra così pacifico addormentato accanto a lui, i capelli terribilmente spettinati e una mano intrecciata alla sua. Magnus guarda mentre Alec respira lentamente nel buio, ascolta i piccoli suoni che fa, quando lui si sposta nel letto e lo avvolge tra le sue braccia.

I suoi capelli hanno bisogno di essere tagliati, sono diventati troppo lunghi e ora gli nascondo il viso. La tentazione è troppo grande da gestire, e Magnus sposta le ciocche scure di lato, scivola più vicino e lascia le labbra sfiorano la superficie pallida della spalla e del collo di Alec, respira il suo profumo famigliare.

Ma questo è sufficiente e finalmente riesce ad addormentarsi, con Alec al sicuro tra le sue braccia.

 

§-...-§

 

Di tanto in tanto Magnus riesce ancora a trascinarlo fuori dall'appartamento portandolo un po' ovunque -al parco, in gelateria, al ristorante- solo per vederlo sorridere ancora.

E Alec sorride e il suo viso sembra illuminarsi come quelle stelle che si potevano vedere molto più chiaramente secoli fa. Magnus si ritrova colpito da quel sorriso genuino dopo tanto tempo ad affrontare pericoli infiniti.

Ama il modo in cui la mano di Alec scivola nel sua quando sono a piedi, ama il modo in cui solleva un sopracciglio quando Magnus inciampa sue parole perché il suo fidanzato lo ha distratto in qualche modo, ama l'espressione giocosamente arrabbiata che gli rivolge quando fa scivolare la rugiada da delle foglie dietro la sua testa.

Anche in questi momenti perfetti, lontani dal tempo, Alec deve andare e Magnus non può proprio abituarsi a quella sensazione di vuoto che gli stringe il petto.

Ma poi Alec torna. Torna sempre.


§-...-§

 

Un giorno, un rumore di vetri rotti fa correre Magnus in bagno, dove trova Alec pesantemente appoggiato al lavandino, gli occhi chiusi e circondato da piccoli frammenti trasparenti.

Lui non sa cosa stia succedendo, ma la mano di Alec sta sanguinando e lui sembra arrabbiato e sconvolto, così decide di ignorare tutte le sue proteste e lo solleva come si farebbe con una sposa e lo deposita sul loro letto, dove procede ad estrarre delle piccole schegge e a fermare il sangue.

Più volte Alec cerca di tirar via la mano, non è niente dice, ma Magnus lo fulmina con lo sguardo e continua il suo lavoro fino a quando la pelle non è completamente rimarginata.

<< Cos'è successo? >>

Alec non lo guarda, sembra trovare un buco nei suoi calzini in corrispondenza dell'alluce estremamente interessante.

<< Niente. >>

<< Alec non è “niente”! Lo specchio del bagno è in frantumi e tu... >>

<< Ho esagerato, va bene! E ti dico che non importa >> fa per scendere dal letto ed allontanarsi, ma Magnus lo afferra per un braccio e non ha la minima intenzione di lasciarlo andare tanto in fretta.

<< Per favore, Alec. >>

<< No, è stupido e... >>

<< Per favore! >>

Alec sbuffa e non accenna a voler alzare lo sguardo.

<< Il tuo piede sanguina. >>

Magnus sbuffa spazientito e gli basta un fluido movimento della mano per richiudere il piccolo taglio e far combaciare perfettamente ogni piccola scheggia di vetro resuscitando lo specchio.

<< Maledizione, Alec! Che diavolo... >>

<< Ho i capelli grigi! >>

Si copre velocemente la bocca con le mani e sembra rimpiangere quello che ha detto, ma Magnus si limita a guardarlo incredulo.

<< È per questo che hai rotto lo specchio? >>

<< Non l'ho fatto apposta! Io... lascia perdere, ok? Non è niente. >>

Ancora una volta Alec tenta di alzarsi, ma non ha fatto i conti con le braccia di Magnus che lo imprigionano strettamente.

<< Alec... >>

<< Sto invecchiando, ok? Ho cercato di ignorarlo, ma io sto invecchiando, mentre tu rimarrai come sei adesso. >>

Magnus si limita a sbuffare e ignora tranquillamente tutti i tentativi di Alec di divincolarsi fino a quando questo sembra essersi stancato. Poi inizia a ispezionare con attenzione la testa del suo compagno.

<< Dove sono questi capelli grigi? >>

<< Magnus, smettila! Non è divertente! >>

<< Ah, eccoli qui. >>

Ci sono alcuni capelli più chiari ai lati del suo viso, ma non sono molti, e Magnus si ritrova a fantasticare sull'aspetto che avrà il suo compagno tra qualche anno, quando un bel colore argenteo avrà sostituito il nero pece, e Magun sorride perché sa che Alec sarà ancora bellissimo.

<< Magnus! Lasciami andare! >> da bravo combattente, il suo compagno a ripreso a dimenarsi come un'anguilla.

<< Sono belli. >>

<< Che cosa? >> chiede immobilizzandosi all'istante, troppo confuso per continuare i suoi piani di fuga.

<< Sei dannatamente sexy. >>

<< Magnus, davvero non sono in vena di questo genere di conforto o... >>

<< Io non sto cercando di consolarti, sto solo dicendo la verità! Amo te e il tuo corpo, con o senza capelli grigi. >>

<< Ma... >>

<< Ti ricordi cosa mi hai chiesto tanti anni fa? >>

<< Sì. >>

<< E ti ricordi anche cosa ho risposto? >>

<< Sì. >>

<< Vuoi chiedermelo di nuovo? >>

Alec lo guarda con quei suoi occhi blu che non sono invecchiati di un giorno e Magnus vuole solo far sparire quell'ombra di dubbio che si è intrufolata nella loro perfezione.

<< Mi ami ancora? Mi amerai ancora? >>

<< Sì, sì e sempre sì. E ora ne sono persino più convinto di vent'anni fa. Solo perché i tuoi capelli stanno sbiadendo non significa che tu non sei più la persona di cui mi sono innamorato. >>

Alec arrossisce un poco a riprova delle parole dello stregone e si rilassa contro il suo petto, passandogli una mano sulla guancia dolcemente.

<< Davvero? >>

Senza aspettare una risposta lo tira verso di sé per un lungo bacio languido, diverso da quelli di tutti i giorni, carico di comprensione e di promesse.

<< Ho davvero bisogno di rispondere a questa domanda? >>

<< Voglio una risposta- fa subito Alec con un sorrisetto. -Ma non deve essere per forza verbale. >>

E Magnus è ben felice di accontentarlo.

 

§-...-§

 

Passa un po' di tempo prima che Alec riprenda a parlare della sua famiglia ed è una vera sorpresa per Magnus sentirlo raccontare delle vite delle persone che ama e dei loro figli, dopo anni di silenzio.

<< Domenica prossima sei libero? >>

La richiesta sorprende Magnus, che alza le sopracciglia in modo suggestivo fino a quando Alec si stufa e lo colpisce, provocando ovviamente un broncio infantile e poi delle avance che fanno arrossire terribilmente Alec, che però insiste con la sua domanda e lo allontana un poco.

<< Allora? >>

Magnus annuisce brevemente prima di tuffarsi, affamato, sulle labbra di Alec ancora una volta; Magnus pensa davvero che non riuscirà mai a stancarsi dell'emozione provocata da quel semplice contatto.

È un po' deluso quando Alec gli assicura scuotendo la testa tra il divertito e l'imbarazzato, che non ha in programma alcun giochetto che coinvolge manette pelose, sciarpe usate a mo' di bende e ringhi quasi animaleschi. È ancora peggio quando si rifiuta di dargli alcun indizio sul loro programma per la giornata.

Così quando arriva il giorno stabilito, Magnus si scopre piuttosto impaziente e curioso, al punto da mettere in ordine l'intero appartamento per tentare di ammazzare il tempo.

Alec si limita a dirgli che stanno andando a pranzo da qualche parte e Magnus indossa i vestiti più stravaganti che riesce a pescare dal suo armadio giusto per farsi dire se il suo abbigliamento sia adeguato o meno al misterioso appuntamento. Alec si limita a roteare gli occhi quando lo vede e forse capisce il suo stratagemma perché gli dice che potrebbe anche vestirsi con dei sacchi di patate e sarebbe comunque bellissimo.

Maledetto Lightwood.

Prendono la metropolitana, facendo una breve tappa in quella pasticceria che hanno scoperto insieme qualche anno prima e comprano una torta al cioccolato. Riprendono la loro corsa sotterranea e sbucano in un quartiere del Queens che Magnus non riconosce.

<< Alec, dove siamo? >>

Lui lo ignora tranquillamente, passeggiando tra gli edifici fino ad imbattersi in una porta rossa. Suona brevemente il campanello e rimane in attesa silenziosamente nonostante l'attesa si protragga piuttosto a lungo e lo stesso Magnus sia tentato di suonare una seconda volta.

<< Ehi, Al-Magnus!- esclama Isabelle con un sorrisone. -Non posso credere che tu abbia portato Magnus senza dirmi niente! >>

Si liberano dei cappotti e si lasciano guidare dalla padrona di casa attraverso un lungo corridoio.

<< Be', in realtà io speravo che mi avrebbe portato in un albero di lusso e avremmo passato tutta la notte con lui dentro di me e... >>

La mano di Alec raggiunge la sua bocca un istante troppo tardi, e quando Magnus si volta riesce a vedere un adolescente magro in piedi accanto ad una seconda porta.

<< Non ho sentito niente >> assicura, anche se nessuno sembra credergli e la faccia di “zio Alec” inizi a bruciare in modo adorabile.

Vedere poi Alec giocare con i bambini e chiacchierare con il ragazzo fa spuntare un sorriso quasi commosso sul viso di Magnus, ma non può fare a meno di chiedersi se il suo compagno abbia mai voluto dei figli e se avesse scelto di averne se non fosse rimasto con lui.

E in qualche modo Alec riesce a leggere molto bene quello sguardo e gli regala un bacio tenero che fa inorridire i bambini alle sue spalle che sembrano sul punto di vomitare. Sono tutti ben contenti però di riavere lo zietto con loro subito dopo.


§-...-§

 

È difficile vedere Alec invecchiare. È ancora bello, anche se ne dubita spesso.

La parte peggiore è la paura che Alec lo lascerà all'improvviso, inaspettatamente, perché Magnus non ricorda di essere mai stato vicino a qualcuno per tanto tempo e il futuro gli fa sempre più paura.

È una pugnalata nello stomaco ogni volta che vede Alec inciampare o con quella sua brutta tosse mentre lui non può fare niente per aiutarlo.

Dice ad Alec che va tutto bene, che è solo una piccola caduta insignificante, che ha solo bisogno di riposare.

Ma il corpo di Alec è sempre più fragile, e anche se la sua anima è rimasta quella di sempre, quella di cui si era innamorato, e Magnus sente il loro orologio correre troppo in fretta.

Può solo sedersi accanto al suo letto in ospedale e tenergli la mano, cercando di mostrarsi forte.


§-...-§

 

<< Mi ami ancora? >>

Alec smette di seguire la televisione mondana e gli rivolge uno sguardo sorpreso.

<< Pensavo che quella fosse la mia domanda. Non hai bisogno di chiederlo. >>

<< Sì, invece, perché io... io non sono più la persona di cui ti sei innamorato. >>

<< Questo non è assolutamente vero. Sei la persona migliore che abbia mai incontrato >> risponde Alec sempre più confuso. Da quando era Magnus ad avere quei dubbi?

<< Io non... >>

<< Ti ho sempre amato e sempre lo farò. Sempre. >>

<< Anche ora che sono così debole, incapace di muovermi e di fare qualsiasi cosa senza averti accanto, ora che non riesco a lasciarti andare senza piangere, e che non posso nemmeno pensare quando tu non ci sei? >>

<< Magnus... >>

<< Io non so nemmeno come dovrei vivere senza di te. Sei tu che mi mostri tutte le cose belle del mondo, che mi fai ancora vedere la luce tra tanto dolore. >>

La mano di Alec stringe la sua con inaspettata forza, una forza che ricorda a Magnus quella che aveva da ragazzo. La sua presa era la stessa di allora, proprio come un suoi occhi, che lo scrutavano spaventati.

<< Se qualcuno merita il paradiso, quello sei tu Alec, lo sappiamo entrambi, e questo significa che non saremo più accanto a te. Mai più. E io non so come fare a gestire tutto questo. >>

<< Se c'è un paradiso, io non voglio starci senza di te. Questo è certo, ma Magnus, ti prego... >>

<< Non so se posso farcela senza di te, io non sono più niente senza di te, non ho uno scopo, non saprei come andare avanti. >>

<< Non ti azzardare, Magnus Bane- fa Alec sedendosi di scatto, anche se dalla smorfia sul suo viso Magnus capisce che rimpiange quella decisione. -Se ti azzardi a seguirmi troppo presto, non te lo perdonerò mai. >>

Magnus non risponde, preferisce spingere di nuovo Alec a sdraiarsi accanto a lui e nasconde il viso nell'incavo della sua spalla.

<< Tu devi restare. Puoi fare così tanto bene ancora, puoi aiutare tantissime persone e se dovessi morire ce ne sarebbero tantissime a piangere per la tua morte. Hai ancora così tanto da fare. Qualcuno deve badare a Max e agli altri. >>

Le lacrime tornano a scivolare lentamente sulle sue guance e Magnus odia il modo in cui Alec si era insinuato sotto la sua pelle fino al suo cuore e l'abbia fatto innamorare così velocemente. Magnus sa solo che non è pronto per questo momento e che non lo sarà mai. Potrebbero avere l'eternità e ancora non sarebbe sufficiente, perché ci sono cose che sono oltre il tempo.

<< Non posso Alec, tu non... non sono mai rimasto con una persona così tanto tempo. Ti ho amato e ti amo ancora così maledettamente tanto che non so cosa fare. >>

Le ultime parole abbandonano la sua bocca con un sussurro appena udibile, ma Alec lo sente e gli accarezza il viso usando giusto un briciolo di forza per alzarlo verso di lui e tirarlo in un bacio, ed è proprio come una volta, Alec prende la sua vita e sposta sottosopra su di lui, solo che quella potrebbe essere l'ultima, o una delle ultime volte, che Magnus sente le mani del suo compagno correre sul suo corpo.

Alec respira velocemente, forse per lo sforzo, forse per un'emozione che non si è ancora affievolita, ma gli sorride, e il suo viso e il mondo intero sembrano più luminosi.

<< Gli infermieri saranno sconvolti. >>

<< Una volta avresti balbettato adorabilmente e ti saresti spostato subito >> risponde Magnus ridacchiando.

<< Una volta avevo paura che mi avresti lasciato quando avrei iniziato ad invecchiate, ma ora sono vecchio e per qualche motivo tu sei ancora qui. >>

Si china su Alec e gli deposita un bacio sulla fronte, e quando parla non può che essere ancora una volta catturato da quegli occhi azzurri un po' annebbiati.

<< Questo è perché ti amo. Non importa cosa pensi, Alec, tu sei sempre stato bello, non importa a che ora del mattino, non importano i vestiti e non importano gli anni. E anche la tua anima è sempre stata così bella e perfetta, nemmeno la guerra è riuscita a sporcarla. >>

<< Magnus, io... >>

<< È proprio come hai detto tu tanti anni fa, Alec. Ti amo per tutto, perché tu sei il mio tutto. >>  


Piccolo angolo della traduttrice:
Se siete arrivati fino a qui posso solo dirvi una cosa: grazie. Certo, questa storia non è opera mia, ma ho davvero fatto del mio meglio per tradurla e offrirla a voi. Spero solo di non aver fatto troppi pasticci e aver rovinato tutta la magia...
Inutile dirvi che sia io che l'autrice apprezzeremmo molto le eventuali recensioni, anche da una riga, davvero.
La cosa più bella però sarebbe avere la consapevolezza di avervi lasciato qualcosa con questa storia, magari anche una piccola speranza in attesa dell'ultimo libro della saga.

A presto!

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: GiveUpResistance