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Autore: love like rockets    30/05/2008    3 recensioni
"Sono stato morto per molto tempo." è tutto ciò che Roxas dice, apatico e schietto, come è sempre, come Sora non è mai stato. "Non c'è bisogno che mi tratti come se fossi reale."
[Sora/Roxas] [tradotto da Fumika]
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roxas, Sora
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'Autrice: Volevo scrivere qualcosa ispirato al fantastico "The Lady of Shalott" di Alfred Tennyson da molto tempo, e ho sempre desiderato/sentito il bisogno di scrivere una Sora/Roxas. Mi sono anche ispirata al sequel di Alice di Lewis Carrol, "Attraverso lo specchio", e alla tristissima canzone "through Glass" degli Stone Sour. Lasciate una recensione e fatemi sapere cosa ne pensate! Muchas gracias.



Through Glass
Tradotto da Fumika


Sora è felice e raggiante e pieno di speranze e meraviglia e amore per il mondo. Così come è sempre stato, così come gli altri si aspettano che sia per sempre.

Ultimamente, però, ha come la sensazione che la vita lo deluda. Prova nostalgia per le stelle, ma non ne conosce il motivo. Non riesce a spiegarlo, ma di recente si sente solo in questo piccolo mondo. Ha tutto ciò di cui ha bisogno per essere felice, ma sorridere sta diventando sempre più difficile.

Lo chiamano "adattamento". Dicono che dopo tutto quello che ha fatto, si sta solo rendendo conto quanto piccolo egli sia in realtà.

Così è un eroe, ma ciò non significa che è grande. E' mingherlino, basso per la sua età, solo un ragazzino di nome Sora con un grande sorriso e scarpe ancora più grandi, ma pur sempre un puntino in confronto all'immensità del cielo. E' ancora piccolo e sta ancora cercando di non esserlo.

Ha detto che resterà a casa, per sempre, che non partirà più per un'altra avventura. Ha fatto quella promessa senza pensarci su perchè l'hanno fatta anche Riku e Kairi, e se loro hanno intenzione di mantenerla, rimarrà insieme a loro.

Ma nessuno gli aveva mai detto che "per sempre" fosse piacevole, seduto tutto da solo, nella sua testa. Inizia a preferire i ricordi alla realtà, perchè può sempre percorrere le catene della memoria fino a qualcosa di familiare, qualcosa che già conosce invece della realtà che lo spinge. Urta. Schiaccia.

--

Ultimamente ha iniziato a vivere nei sogni.

Nei sogni puoi creare qualsiasi cosa desideri. Non ci sono regole, nessuna legge, nessun limite. E' una fetta di Isola Che Non C'è, dove ogni piccolo pensiero allegro può farti levitare a un metro da terra. Preferisce vivere da sogno a sogno. Se ci sarà un altro giorno quando il sogno finirà, si rifiuterà di affrontarlo.

--

Lo specchio ha la maggior attrazione per lui. E' un regalo delle fate buone, guardiane della Principessa del Cuore, Aurora. In esso può vedersi come vuole, potenziato dal valore, rafforzato dal giudizio, sicuro nel controllo, lieto nella sua completezza, sopraffatto dall'oscurità.

Vede il suo riflesso, marrone-blu-bianco, ma non ne è soddisfatto. Sogna, lascia che la sua mente finga, rivolti il corso degli eventi. E' un processo lento, che necessita tempo e ingenuità e tanta fede, fino a quando non può giurare di vedere il cielo pieno di diamanti. Sogna e sogna fino a quando non vede il ragazzo biondo, il ragazzo che non è mai veramente esistito.

"Eccoti." sussurra Sora con reverenza e un tenero sorriso. "Mi sei mancato."

E Roxas, Roxas sorride soltanto.

--

E' strano quanto ciò gli sia più che sufficente per sentirsi finalmente completo. Sora non ha più nostalgia delle stelle.

Non distoglie lo sguardo dallo specchio, e Roxas non lo abbandona. Stanno seduti in silenzio, con le mani premute contro il vetro.

Ma non accade nulla di più, non per il resto di quella seconda notte.

--

Il tempo di Roxas nello specchio è limitato, come Sora scopre la terza notte. Non passa molto tempo prima che per Roxas diventi impossibile apparire interamente, fino a quando non scompare e ridiventa Sora.

Sora protesta dicendo che è come morire.

"Sono stato morto per molto tempo." è tutto ciò che Roxas dice, apatico e schietto, come è sempre, come Sora non è mai stato. "Non c'è bisogno che mi tratti come se fossi reale."

Sora dice no, che lui non è morto, che c'è e se Sora può vederlo, è reale. Non è morto. No.

Roxas distoglie lo sguardo e dice: "Le persone vive solo nei ricordi sono morte."

--

La quarta notte Sora gli chiede di descrivere il mondo nello specchio, dato che non può vedere nulla a parte l'argento e deve esserci un luogo accogliente dall'altra parte.

Roxas dice che è un posto carino.

Sora sorride e dice che deve esserci di più di quello.

Roxas dice che è come qualsiasi cosa tu possa immaginare e anche di più. Alberi di mandarini e cieli di marmellata, con fiori di cellophane verdi e gialli che torreggiano sopra la tua testa. E' un mondo di menti immacolate, dove il sole brilla in eterno, è tutto ciò che potrebbe rendere felice Sora.

"E un giorno," promette Roxas, "ti ci porterò."

--

Il quinto giorno, Sora porta Riku e Kairi davanti allo specchio perchè ha bisogno di sapere se anche loro possono vedere Roxas.

Riku aggrotta solamente le sopracciglia e gli chiede se sta scherzando.

Gli occhi di Kairi scandagliano la superfice argentea, ed è sorpresa.

E' quasi riuscita a vedere qualcosa.

Sussurra un un nome, una domanda. E' così confusa.

Ma poi scuote la testa.

"Sora, ti prego," dice, preoccupata, mentre Riku si mantiene cautamente a distanza. "Non c'è niente lì dentro. Vieni fuori con noi, per favore?"

Ma Sora dice che non li vuole vedere, che ha finalmete compreso che lo specchio è tutto ciò di cui ha bisogno.

Gli occhi di Kairi si riempiono di lacrime e prende la mano di Riku, correndo fuori dalla stanza.

Sora si scusa con Roxas, dicendo che tutto è a posto ora.

Preme la guancia contro il vetro e Roxas è lì, i suoi occhi-naso-labbra belli e pallidi e riflessi più e più volte, e Sora si sente a casa.

--

Non ha lasciato la sua stanza da quel giorno. Nessuno lo cerca. Non mangia, non dorme.

Tutto ciò che guarda è il bellissimo ragazzo nello specchio.

Poi Sora viene a sapere che sua madre ha chiamato un medico.

Riku e Kairi hanno raccontato tutto a sua madre.

Il dottore sta arrivando per portarsi via Sora, e lo specchio, e Roxas, lontano, molto lontano. Il dottore sta arrivando per separarli, per portare via Roxas e il suo paradiso dai cieli di diamante.

Ma Sora non glie lo permetterà, non lascerà che nessuno tocchi Roxas.

Piuttosto la morte.

--

Il sesto giorno la madre di Sora gli dice di aspettare nella sua stanza; il medico è alla porta e presto andrà tutto bene.

"Non vuoi vederlo, Sora?" chiede Roxas, disperatamente.

"Vedere cosa?" risponde Sora, inclinando il capo, lo sguardo confuso.

"Il mondo attraverso lo specchio." dice Roxas, "Ti ci porto. Non è ciò che desideri?"

"Sì" ammette Sora. "Voglio davvero vederlo. Voglio vederti."

Roxas allunga una mano fantasma, flebile immagine fuori dallo specchio.

"Vieni via con me?"

Sora prende la mano di Roxas, sente le impronte digitali uguali-ma-diverse che completano le sue, sente quanto è tiepido Roxas.

Fa un passo nello specchio e Roxas gli chiede se fa male.

Fa male. Oh, fa molto male. Ma cosa importa a Sora?

Starà con Roxas, starà con lui ora e per sempre.

E' ciò che ha sempre desiderato. E' ciò che ha sempre sognato.

Può quasi percepire le bellissime labbra di Roxas sulle sue, quasi, mentre passa attraverso lo specchio.

--

Il dottore arriva per portare via Sora.

Dice che è una tragedia che sua madre non abbia chiamato prima. Questo genere di cose può essere segno di qualsi cosa: di un crollo psicologico, dipendenza da droghe, un problema che potrebbe aver messo radici due anni fa durante l'avventura, se così può esser definita, di Sora.

Il dottore dice tutto con un tono da affari; ha visto migliaia di questi casi e l'apatia che ne consegue. Ma per la madre di Sora, ogni possibile diagnosi appare una tragedia.

Ecco perchè urla quando il medico le dice che è accaduto qualcosa.

Ecco perchè urla quando il medico la conduce, isterica, su per le scale.

Ecco perchè urla quando la porta della camera di Sora si apre.

Ecco perchè urla quando vede lo specchio d'argento in mille pezzi.

Ecco perchè urla quando vede il corpo di Sora, il suo unico bambino, il suo bellissimo bambino, morto dissanguato.

Ecco perchè urla quando vede il vetro nei suoi occhi, il vetro nel suo cuore, il vetro dovunque allo stesso tempo.

Ecco perchè urla quando lui se ne è andato, adato via per sempre attraverso lo specchio, andato via in un luogo in cui lei non può seguirlo.


***



Note della traduttrice:Vi ho portato una fanfiction su un pairing un po' "atipico" anche per il fandom inglese, ma che tuttavia mi ha colpito profondamente per la sua delicatezza e lo stile scorrevole nonostante le numerose ripetizioni, che ne sottilineano la drammaticità.
Spero di essere riuscita a renderla bene in italiano, non è mai facile, ho cercato di attenermi alla traduzione letterale, rimanegiando solo lo stretto necessario.
Che dire, spero vi sia piaciuta e credo che tornerò presto con un'altra one-shot dello stessa autrice (ho già adocchiato una bellissima Rikux!AntiSora XD).
Fumika

  
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