Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Triz    11/01/2014    3 recensioni
Nell'universo Mirai di Dragon Ball, non solo i guerrieri Z hanno combattuto contro i cyborg. Il samurai Goemon Ishikawa XIII si prepara ad affrontare la sua ultima battaglia con la fedele Zantetsuken.
Piccola crossover con Dragon Ball, ma spero che possiate comunque apprezzarla. Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goemon Ishikawa XIII
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Mirai Trilogy'
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Esplosioni.
Il rumore delle esplosioni è l'unica cosa che Goemon Ishikawa XIII sente nell'oscurità della notte oltre allo stridere della sua fedele Zantetsuken che sta affilando.
Non sente altro che esplosioni da molti anni, ormai.
Goemon si sistema addosso il cappotto logoro e riprende l'affilatura della spada, mentre Fujiko si rigira nelle coperte, addormentata.
Non avrebbe mai creduto di ritrovarsi sotto lo stesso tetto di quella donna. Se non fosse stato per quei due cyborg, probabilmente a quest'ora sarebbe in giro a fare spettacolari rapine con Lupin e Jigen.
Al pensiero dei suoi complici, Goemon si ferma e sospira tristemente.
C17 e C18 sono stati troppo forti persino per loro.

Il samurai ricorda ancora il giorno in cui i cyborg sono arrivati.
Camuffato abilmente, Lupin era entrato in una villa per rubare l'Occhio di Nettuno, un preziosissimo zaffiro, sotto il naso dell'ispettore Zenigata, che aveva fatto uso dei suoi uomini migliori. Goemon e Jigen aspettavano Lupin vestiti da poliziotti e nell'attesa il pistolero aveva acceso l'ennesima sigaretta.
Un raggio azzurro e la villa era parzialmente crollata. Poliziotti nel panico, Zazà urlava ordini inutilmente e Jigen metteva in moto, pronto a prendere Lupin e a svignarsela.
Due ragazzi avevano iniziato a sparare raggi luminosi e a uccidere tutto ciò che capitava sul loro cammino. Uno aveva i capelli neri e sembrava quello più feroce, mentre la ragazza bionda che era con lui appariva semplicemente annoiata.
Entrambi avevano gli occhi dello stesso colore del ghiaccio.
Lupin aveva fatto in tempo a uscire dalla villa e a vedere la macchina con i finti poliziotti dentro. Con lo zaffiro ancora in pugno, Lupin aveva cominciato a correre.
Purtroppo per lui, la bionda lo aveva visto.
«Lupin, attento!» aveva urlato Jigen prima che C18 puntasse un dito contro il ladro.
Un solo, sottile raggio bianco e per Lupin era stata la fine.
Goemon aveva dovuto usare tutta la sua forza per trattenere Jigen, mentre C18 si avvicinava al cadavere di Lupin per osservarlo meglio.
«Questo non ti serve più, stupido terrestre» aveva detto la ragazza togliendogli dalla mano l'Occhio di Nettuno e mettendoselo in tasca.
Chissà come, Goemon aveva convinto Jigen a mettere in moto e ad andarsene, possibilmente prima che C17 e C18 si accorgessero anche di loro.


Ripensando a quel giorno così triste, Goemon continua ad affilare la Zantetsuken. Pensa alla morte di Lupin, pensa a Zenigata, anche lui ucciso dai due cyborg nel vano tentativo di arrestarli insieme a tutti i suoi poliziotti, e pensa anche a Jigen.
Anche la pistola di Jigen aveva fallito.
Fujiko, invece, si era salvata per miracolo quando era andata dai cyborg per convincerli ad allearsi con lei, a fare rapine in cambio di tutto l'oro del mondo. Inutile dire che no, non aveva convinto né C17 né C18.
Anzi, se non fosse stato per un ragazzo biondo di nome Gohan, a quest'ora anche Fujiko sarebbe morta.
E da quel giorno Goemon viveva con lei, la proteggeva dai cyborg, le faceva forza e si stupiva ogni giorno per la sorprendente e fulminante maturità che Fujiko dimostrava.
L'avida e opportunista ragazza che aveva conosciuto era morta e sepolta da molto tempo.

Il sole era appena sorto e Goemon Ishikawa XIII aveva appena finito di affilare la Zantetsuken.
Goemon si alza e si avvicina all'armadio, da dove tira fuori le sue vesti da samurai dopo tanti anni e le indossa lentamente mentre Fujiko dorme ancora.
Impugna saldamente la spada, si dirige verso la porta e si ferma: si volta verso Fujiko, che si è aggomitolata in posizione fetale, e le sorride triste.
Goemon esce di casa, pronto ad affrontare la sua ultima battaglia.

C18 si annoia.
Da un po' sbotta in continuazione: «Che palle!» mentre il fratello ride divertito alla vista di tutti quei terrestri che fuggono terrorizzati.
Gli occhi azzurri della bionda brillano alla vista di una figura solitaria che si avvicina temerariamente a loro: «Ehi, C17, guarda! Un altro terrestre che morirà» dice rivolta al gemello e il moro sorride.
Goemon è impassibile, non trema mentre i gemelli si avvicinano a gran velocità. Estrae di poco la spada dalla fodera.

Appena ha sentito del nuovo attacco dei cyborg, Trunks è volato di corsa verso la stessa città in cui il suo maestro Gohan ha trovato la morte.
Non sa se C17 e C18 siano ancora lì, per questo si trasforma in Super Saiyan e vola più velocemente.
Nuove macerie, nuovi cadaveri di innocenti appaiono agli occhi del figlio di Vegeta e nuove grida di disperazione di chi aveva perso i propri cari si levano al cielo color piombo.
E un nuovo cadavere era là dove Trunks aveva trovato Gohan.
Una donna castana piangeva accanto al corpo di un uomo dai capelli lunghi e neri vestito come un samurai. Le pupille vuote fissava il cielo grigio che minacciava pioggia, mentre una lunga spada spezzata giaceva accanto a lui.
«No, Goemon, no» singhiozzava la donna.
I capelli di Trunks tornano lilla e il giovane lascia lì la donna in lacrime. Ne ha viste troppe di ragazze e donne come Fujiko Mine.
Si allontana in volo convincendosi che la prossima volta i cyborg non la passeranno liscia.
Trunks lo farà per Gohan e per quel samurai che non conosce e che fissava il cielo con gli occhi morti.

Fine
  
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