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Autore: RevolutionVoltage    11/01/2014    0 recensioni
Taylor odia Ed, Ed fa di tutto per farsi amare.
Non riusciva a capire.
Taylor andava d’accordo con tutti, tranne che con lui.
Suonava e si divertiva con la chitarra insieme a Niall.
Andava a fare shopping, sebbene i gusti fossero nettamente diversi, con Louis.
Guardava i film sul divano del salotto della casa dei cinque con Liam.
Parlava sempre con Zayn, riuscendo a storcergli almeno tre frasi in più di quelle che il moro si prefiggeva di non superare ogni giorno.
Nonostante la brutta storia con Harry, voleva sinceramente bene il riccio.
Mentre lui, bé, sembrava quasi che lo odiasse.

Di: Starlight
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Counting Star'
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skinny love

Skinny Love




-No, senti, io non ce la faccio più, Harry, mi odia! E’ palese, mi ODIA-
Ed, dopo neanche due giorni in sala studio con Taylor non ne poteva più.
Non poteva iniziare una conversazione con lei che si trasformava in un litigio.
Non poteva fare una battuta spiritosa che veniva subito spento con un “Non fa ridere” da parte della bionda.
-Magari ha il ciclo, lasciala un po’ tranquilla…-, aveva risposto il riccio al telefono quando il rosso aveva finito di sfogarsi.
-Lasciarla tranquilla?-, ripeté Ed, -Sono io che devo stare tranquillo, se no come faccio a scrivere? E la tua cara casa discografica ci ha dato solo una settimana per scrivervi un singolo, dimmi tu come faccio a lavorare insieme a quella vipera che non mi lascia in pace..e pensare che dovrei fare una canzone INSIEME a lei. Ti rendi conto?-
-Uh uh-, Harry commentò e spostando il telefono dall’orecchio bisbigliò -Un secondo, arrivo!- probabilmente a un Louis che stava reclamando l’attenzione del suo partner.
Quando il rosso se ne accorse sbuffò rumorosamente, cercando di buttare fuori tutta la rabbia.
Non bastava Taylor, ci si metteva anche Harry. -Ok, ho capito, hai di meglio da fare. Ciao.-, sbottò prima di chiudere la chiamata, afferrare la maniglia antipanico della porta dello studio e tornare all’interno, pronto a litigare.
-Hai finito di telefonare ai tuoi amichetti?-, lo salutò Taylor mentre Ed rientrava nella Control Room. Ed alzò gli occhi al cielo senza farsi notare prima di accomodarsi su una sedia girevole e riafferrare il suo blocco appunti e la penna che cominciò freneticamente a tormentare, facendo andare su e giù il tappo che faceva comparire e scomparire la punta della penna.
-La smetti, per favore? Non riesco a concentrarmi.-, lo ammonì Taylor, seduta sul pavimento, senza alzare lo sguardo dal suo quadernino rosso.
-Scusami.-, rispose Ed cercando di stare più calmo possibile e lanciando via la penna per prendere in mano una matita.
Taylor scriveva come se non ci fosse un domani, frasi e frasi che andavano a riempire con la sua scrittura tondeggiante le righe del quaderno. Alzando un attimo lo sguardo si accorse che Ed aveva lo sguardo perso nel vuoto verso la Living Room, così decise di girare rumorosamente la pagina di quaderno per far intendere al rosso che lei, al contrario di Ed, stava combinando qualcosa di buono, mentre lui non faceva nulla. Ed, infatti, capì il significato di quel gesto, scrisse velocemente qualcosa sul blocco e girò rumorosamente la pagina, guardando Taylor che, intanto, aveva riempito altre due pagine e si apprestava a girare la pagina che, per rispondere a Ed, girò ancora più bruscamente. Poi Ed né girò subito un’altra e Taylor fece lo stesso.
Andarono avanti così per alcuni minuti finché Ed, seccato, si alzò dalla sedia, prese in mano la chitarra e cominciò strimpellare, finché non escogitò un giochetto fastidioso per irritare la bionda.
Quando Taylor scriveva qualcosa pizzicava una corda.
Quando si toccava i capelli un’altra corda.
Quando lo guardava un’altra ancora.
Dopo pochi secondi di quella strana musichetta, Taylor cominciò a capire il giochetto e gli lanciò un’occhiataccia, spostandosi poi nervosamente i capelli che le ricadevano sulla spalla destra dietro la schiena, Ed stava per pizzicare la corda corrispondente a quel gesto ma si fermò, consapevole di non essere più un bambino piccolo.
Non riusciva a capire.
Taylor andava d’accordo con tutti, tranne che con lui.
Suonava e si divertiva con la chitarra insieme a Niall.
Andava a fare shopping, sebbene i gusti fossero nettamente diversi, con Louis.
Guardava i film sul divano del salotto della casa dei cinque con Liam.
Parlava sempre con Zayn, riuscendo a storcergli almeno tre frasi in più di quelle che il moro si prefiggeva di non superare ogni giorno.
Nonostante la brutta storia con Harry, voleva sinceramente bene il riccio.
Mentre lui, bé, sembrava quasi che lo odiasse.
Il loro primo incontro era andato benissimo: lei aveva sorriso per tutto il tempo e lo aveva riempito di complimenti, mentre lui l’aveva sommersa di domande personali per cercare di capire la sua personalità e i suoi gusti in vista, magari, di una collaborazione musicale.
Dopo quella volta in cui, almeno da parte sua, pensava fossero stati bene, lo aveva evitato come la peste. Quando si incontravano per caso lei lo evitava deliberatamente. Quando lui la chiamava per uscire o per chiacchierare lei non rispondeva nemmeno al telefono.
Questo fino alla settimana prima.
Ora, invece, il comportamento di Taylor era passato dall’evitare volontariamente Ed all’essere assolutamente maleducata con lui: lo infastidiva, lo prendeva in giro, quasi lo insultava.
Ed proprio non riusciva a capire per quale motivo Taylor avesse acconsentito a collaborare insieme a lui per la canzone. Da solo, a questo punto, avrebbe di sicuro lavorato meglio.
Dopo altre due ore nello studio trascorse in completo silenzio tra gli sguardi in cagnesco dei due, Taylor si alzò da terra con il quaderno rosso in mano e chiese a Ed -Sei riuscito a buttar giù qualche idea o oggi la tua musa ispiratrice si è presa una vacanza?- al che Ed, abbastanza offeso, aveva mostrato il blocco note a Taylor ribattendo -Ha solo tardato ad arrivare…-, prima di aggiungere sinceramente -Dimmi che ne pensi..-
Taylor aveva letto velocemente alcune righe e poi aveva riconsegnato il blocco a Ed sorridendo.
-Ti piace?-, le aveva chiesto Ed incredulo.
-Non sono riuscita a leggere una parola. La tua scrittura è semplicemente illeggibile.-
-Ok, te la leggo io.-, aveva risposto Ed, trattenendo una qualsiasi rispostaccia.
Dopo che Ed ebbe finito di esporle i versi della canzone e averle spiegato come intendesse comporre la base Taylor commentò -Il testo è troppo diabetico, per non dire banale. E poi, non dobbiamo forse farla insieme?-
Ed, esasperato, esclamò -E allora fammi vedere cosa hai scritto tu!-, avvicinandosi a Taylor per prenderle il quaderno dalle mani. Al che la ragazza si strinse rapidamente il quaderno al petto con fare protettivo quasi urlando -No! No! No!-.
Ed l’aveva guardata sorpreso, poi si era alzato dalla sedia, si era infilato la felpa e, raccolto blocco e chitarra, si era diretto verso l’uscita dello studio senza neanche guardarla e borbottando -Adesso basta.-, prima di sbattere rumorosamente la porta dietro di sé.
**
Dal quaderno rosso di Taylor:

Caro Ed,
scusami per tutto. Davvero.
Non era mia intenzione farmi odiare da te.
E’ che…ok, lo scrivo, così non ci penso tu. Tu mi piaci. Davvero tanto, Ed.
Fin dal nostro primo incontro, quel bellissimo giorno, non ho potuto fare altro che pensare a te.
Mi dispiace di averti trattato male e per averti insultato o preso in giro, se l’ho fatto è perché…
non so se riesco a scrivertelo, non so se capiresti…è una cosa così stupida che…
Va bene, ho fatto finto di odiarti, ho fatto finta di non voler avere niente a che fare con te.
Tutto questo perché non voglio…non desidero che tra noi ci sia qualcosa, che possa mai esserci qualcosa tra noi perché so che non andrebbe bene.
Con la storia di Harry alle spalle, i giornali, la mia, forse, incapacità nell’avere una relazione decente…Davvero, non meriti di avere tutti questi fastidi a cui pensare.
Ma forse magari neanche ti piaccio.
Dopo oggi immagino che non mi vorrai più vedere…
Immagino tu sia andato alla casa discografica per rifiutarti di scrivere la canzone.
Ho acconsentito al progetto della canzone in un momento di speranza in cui pensavo che stando con te avrei potuto dirti che mi piacevi, ma non ne ho avuto il coraggio…è stato anche un attimo di egoismo da parte mia perché scrivere una canzone con te sarebbe una delle cose più belle che potrebbe capitarmi.
Scusami, ancora. Mi sento veramente una stupida.
Non meritavi e non meriti affatto di essere trattato così.
Immagino che ora sarai andato alla casa discografica per rinunciare al progetto…
Nel caso tu non l’abbia fatto, non lo fare, me ne andrò via io dal progetto…è giusto così.
Sono sicura che la canzone che scriverai sarà meravigliosa.
A proposito, il testo che mi hai fatto leggere oggi è davvero bellissimo.
Ci sono delle frasi davvero molto romantiche e spero con tutto il cuore che tu non l’abbia cancellato a causa mia.
Spero anche di avere il coraggio di darti questa specie di lettera.
Quando non ho voluto farti vedere cosa avevo scritto su questo quaderno è perché avevo già iniziato a scriverla e avevo paura che l’avresti letta.
Bé, ora puoi leggerla.

Domani torno a New York…
L’ho scritto solo per dirti che se vuoi mi puoi telefonare lì, se vuoi parlare.
Scusami ancora,
ti auguro il meglio,
sempre tua,
Taylor

  
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