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Autore: stayherelou    11/01/2014    0 recensioni
«E mi chiedo, mentre mi stendo su qualcosa che -purtroppo- non può inghiottirmi, come ci si senta ad essere giusti. Ad essere bravi. A non essere me.»
One-shot scritta di getto, molto molto introspettiva. Louis è solo una proiezione.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Unease, malessere. Il male di essere. L'essere è male?
Per me.
Sì.

Poche volte sono stato così male come ora.

Forse è solo dolore fisico, dovuto al fatto che ho mangiato qualche biscotto stamattina e poi nulla fino alle due passate.

Forse è solo paura, paura dell’ennesima delusione che causerò, a loro e a me.

Forse è solo il male, e forse dire 'solo' non è per niente appropriato, perchè questo male mi divora l’anima, mi corrode il cuore, mi fa desiderare di piangere fino a che non sia completamente disidratata e mi accasci a terra come un corpo senz’anima.

Sento miliardi di emozioni, tutte negative, farsi strada dentro di me, scorrermi nelle vene, invadermi i polmoni, stringermi i muscoli.

Un suono, la paura.

Vorrei solo buttarmi a terra e piangere, piangere, piangere, chiedere scusa per come sono, chiedere scusa se sono così, se non sono come si aspettavano, come si aspettava. Vorrei solo scusarmi, col cuore in mano, per essere diventato (o forse nato?) così, per essere solo qualcuno che si ama incondizionatamente ma - se questo legame non ci fosse- che non ci si penserebbe due volte prima di fare a cambio.

Vorrei non dover vivere questa vita, vorrei essere qualcun altro, vorrei trovare una zip sulla mia pelle, tirarla giù e fuggire da questo corpo, da questa vita, da questa stanza.
Ma l'unica zip che trovo è quella del mio giacchetto di jeans, ormai indossato miliardi di volte. La zip scorre velocemente, mi sfilo il giacchetto e lo butto sul letto già molto disordinato, ma mai quanto la mia testa, la mia vita.

Mi tolgo anche le mie Vans nere, sono stanco.

Vorrei scusarmi con tutti, vorrei parlare e tirare fuori l'orrore che provo per me stesso, vorrei aprirmi e lasciarmi aiutare.
Vorrei, ma ho paura. Vorrei, e anche se trovassi coraggio, ciò che non troverei sarebbe qualcuno disposto ad ascoltarmi. Ad ascoltarmi davvero.
Vorrei scusami ancora, ma non quelle scuse che si recitano ormai come da copione solo perchè 'è buona educazione', ma quelle parole ricche di vergogna, di rammarico, quelle parole che urlano disperate perdono.

Non sono mai stata ciò che gli altri volevano, non ho mai visto il volto di mia madre completamente fiero, mentre mi diceva qualcosa di positivo su di me che non fosse seguito da un 'ma'.

Sono dispiaciuto, dispiaciuto per essere ciò che sono, perchè vorrei solo strapparmi di dosso questa pelle, ridurla a brandelli e fuggire via, correre tanto da perdere il fiato, forse anche i sensi, e svegliarmi in un mondo dove io sto bene con me stesso, dove non sono così schifosamente sbagliato in ogni cosa io faccia, parola io dica.

La paura si impossessa della mia testa, brividi, scosse, ancora paura.

E mi chiedo, mentre mi stendo su qualcosa che -purtroppo- non può inghiottirmi, come ci si sente ad essere giusti.
Ad essere bravi.
A non essere me.

  
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