Libri > Fairy Oak
Ricorda la storia  |       
Autore: Celeste98    11/01/2014    2 recensioni
Cosa succederebbe se durante la Battaglia qualcosa non andasse nel verso giusto?
Pervinca e Vaniglia stanno per compiere l'incantesimo che riporterà l'equilibrio tra luce e buio, ma Pervinca nel mezzo dell'incantesimo manda via sua sorella. Perchè? Cosa ha intenzione di fare Vì? E se la caverà da sola?
Il Nemico che attacca Fairy Oak prova un odio profondo verso Magici luminosi e Non Magici, e distrugge tutti coloro che si mettono contro di lui.
Cosa succederebbe se i Saggi del villaggio decidessero di evocare gli spiriti dei loro antenati per aiutarli? E se invece degli antenati qualcun'altro aiutasse i cittadini di Fairy Oak?
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
questa è la mia prima storia in assoluto, se vi ho incuriositi leggete
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pervinca Periwinkle, Scarlet Pimpernel, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era notte fonda e l’unica cosa che si poteva ancora scorgere grazie alle poche fiaccole ancora accese erano solo macerie. Del bel villaggio di Fairy Oak era rimasto l’ombra di se stesso. L’esplosione provocata da Pervinca nella speranza di distruggere il nemico aveva fatto il suo dovere, lasciando dietro di sé solo una fittissima nuvola di polvere. Quando il fumo si dissolse i cittadini, si precipitarono sul luogo dell’esplosione. Primi fra tutti furono Dalia, Cicero e Vaniglia, seguiti da Tomelilla e Duff.
 «Aaaaaaaaahhhhhhh» il villaggio si bloccò all’udire quel grido agghiacciante. A urlare era stata Dalia, inginocchiata in preda ai singhiozzi davanti ad un pezzo di stoffa galleggiante su un letto di sangue. Al suo fianco Cicero teneva le mani tra i capelli a tirarli senza rendersi conto delle lacrime che continuavano a solcargli il viso e degli urli disperati che continuava a lanciare, e Vaniglia che dal canto suo scossa da violenti singhiozzi continuava a negare col capo come a volersi svegliare da quell’incubo. Fin quando raccogliendo le poche forze che le erano rimaste, si mise in piedi e urlò con tutti il fiato che aveva:
«Noooooooooooo. Pervincaaaaaaaa» dopo solo il buio.
Era ormai mattina quando finalmente riuscirono a riportare la famiglia Periwinkle nella loro casa. Insieme a loro c’erano i Burdock e i Pollimon insieme anche a Shirley e Jim. Nessuno fiatava nella casa. L’unica cosa che rompeva quel silenzio innaturale erano i continui singhiozzi. Immerso in quel doloroso silenzio, Cicero pensava. Pensava alle risate delle sue bambine che fino alla settimana prima riempivano le stanze di quella casa ormai troppo vuota. Pensava ai lori litigi, o a tutte le volte che ha trovato Pervinca che curiosava nel suo studio o intenta ad utilizzare il telescopio. Non ci sarebbe stato più niente di tutto questo. E quel silenzio ogni secondo che passava faceva sempre più male, finché spinto da non so quale forza si inginocchiò davanti alla moglie e le prese le mani nelle sue.
«Perdonami Amore mio. Non ho saputo proteggere la nostra famiglia. Se solo avessi cercato di capire di più Pervinca, di farmi spiegare i suoi sogni, i motivi per cui si svegliava urlano, adesso sarebbe ancora qui con noi. Spero solo che un giorno tu riuscirai a perdonarmi». Al pronunciare il nome di sua figlia, Cicero non riuscì più a trattenere le lacrime che ora sgorgavano senza tregua dei suoi occhi. Dalia ascoltò il marito tra le lacrime e quando e quando finì lo abbracciò con tutta la forza che aveva.
 «Non è colpa tua, Amore. Non è colpa tua» continuò a sussurrargli all’orecchio. Rimasero così, in ginocchio abbracciati davanti al camino a dare libero sfogo al loro dolore. Intanto anche altri genitori stavano piangendo la scomparsa della loro figlia.
«Me l’hanno strappata dalle braccia. Non ho potuto fare niente per fermarli» continuava a dire, in preda ai singhiozzi e alla disperazione, Adelaide Pimpernel. Quella notte il portone che sigillava la grotta, dove era nascosti i bambini e alcune donne non magiche, era stato sfondato da piante spinate dotate di vita propria e demoni spaventosi. Scarlet, che in quel momento era abbracciata a sua madre, era stata presa alle caviglie da una di quelle piante ed era stata trascinata via. Dopo l’esplosione tutti i demoni e le piante erano scomparsi senza lasciare traccia. Adelaide e Pancrazio al ricordo di ciò che accadde poche ore prima non davano nessuna impressione a voler calmare la loro disperazione, stringendo ancora tra le mani i brandelli di stoffa e nastri che facevano parte dell’abito di Scarlet e che erano rimasti in mano a sua madre. Quella notte il bene aveva vinto ma nessuno festeggiò. Tutti pensavano a quelle due ragazzine di 10 anni con le lacrime agli occhi e la speranza che per almeno una delle due ci fosse ancora la possibilità di essere ritrovata.
**
Due bambine prive di sensi e sanguinanti erano sdraiate nella neve a pochi metri di distanza l’una dall’altra.
«Aster corri, le ho trovate» un ragazzo con i capelli scuri si avvicinò a controllare le loro condizioni. Poco dopo fu affiancato da un altro ragazzo un po’ più alto del precedente ma con i capelli biondi.
«Dobbiamo portarle subito da Flora, stanno perdendo molto sangue» disse di nuovo il primo ragazzo.
«Derek sono congelate, devono essere qui da molto» disse preoccupato il biondo, e poi continuò «Va bene, tu prendi la bionda io vado dall’altra» e così fecero. Verso metà del tragitto la bambina bionda parve riprendersi un po’ e aprì gli occhi. Derek, il ragazzo che la stava portando in braccio, la guardo e le sorrise.
«Sta tranquilla Scarlet, tu e Pervinca siete al sicuro ora».
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fairy Oak / Vai alla pagina dell'autore: Celeste98