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Autore: Ale_Hutcherson    11/01/2014    0 recensioni
Ever è una adolescente di 17 anni. Ha una vita difficile. Picchiata da suo padre fin da piccola, costretta a lavorare nei campi ogni giorno e vive una vita senza amici, feste o ragazzi. Nathan, suo vicino di casa è l'unico con cui Ever ogni tanto interagisce. Un giorno andando in bici scoprirà la sua vera natura : essere un Discendente. Insieme a Nathan passerà molte avventure dove cresceranno insieme e verranno fuori a galla storie che non potevano mai immaginarsi fossero vere..
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Uno schiaffo secco e freddo sul mio viso mi sveglia. Apro gli occhi di scatto mentre mio padre sta iniziando la solita ramanzina. Il suo tono si fa sempre più grave e se non intervengo subito, mi subirò una delle sue punizioni. Di solito faccio così, inizio con la dispiaciuta poi quando vedo che la situazione non cambia mi trasformo in una bestia. Se ne va via sbattendo la porta in un fracassante rumore per le mie povere orecchie. Mi alzo a fatica dal letto, sono ancora intorpidita per tutto il lavoro che ho fatto ieri. Questi non sono lavori da donne , lo so perchè mia mamma lavora fuori città in una bottega , mia sorella pulisce la casa , la nonna cucina e io sono l'unica a arare i campi, pulire gli animali, portargli fuori, curargli quando sono malati, e tutto questo con le sgridate di mio padre. Mi metto dei pantaloni corti fino al ginocchio e una canotta larga, oggi il sole splende alto nel cielo quindi mi aspettano belle sudate per tutto il giorno. Lavo i denti, viso,occhi,faccia e corro giù per le scale. La nonna è l'unica che riesce a mettermi di buon umore anche in una giornata che è iniziata col piede sbagliato. Sospiro e mi siedo davanti alla tavola imbandita della colazione. Come mai non c'è mia sorella? A quest'ora sarebbe già essere sveglia per iniziare con le pulizie di Domenica. Inizio a mangiare una fritella con un po' di marmellata, anche se il mio stomaco è chiuso, non voglio offendere la nonna dopo tutto il lavoro che ha fatto. Arriva Kayla con il suo solito sorriso stampato in faccia. Non so proprio come faccia ad essere sempre sorridente lei. Beh forse perchè non deve lavorare quasi 24 ore su 24 sotto un sole cocente o una tempesta di pioggia. In più non deve neanche prendersi le botte da nostro padre perchè non glielo mai permesso a lui di toccare Kayla, non finchè sono viva. Ho sentito male o le mie orecchie si inventano i discorsi? Pare proprio di no. La prima volta in tanti anni che papà si fa "gentile" con me. Non mi viene da credere. Finisco la mia colazione e mi avvio verso la stalla. Metto da mangiare alle galline, ai conigli, ai polli, poi vado verso i cavalli. Mio padre ha una scuderia dove insegna ad alcuni ragazzi e ragazze come cavalcare e destreggiarsi con i cavalli. Molto severo e giusto ma anche si complimenta con loro quando riescono a fare buoni risultati. Mi avvicino a loro cauta, potrei spaventargli e là si che mio padre si arrabierebbe davvero con me. Gli spazzolo, gli accarezzo il muso e gli do da mangiare. Mi piace stare in mezzo agli animali. Fin da piccola sono cresciuta con loro e non saprei proprio farne a meno. Den, mio padre, compare sulla soglia con il volto incruciato. Musica per le mie orecchie! Niente sudate cocenti sotto il sole oggi ma cacche di cavallo e fieno. Bene, questa deve definirsi una buona giornata per me! Scompare dalla mia vista in fretta prima che io possa metterlo a fuoco. Sorrideva? No devo essermi sbagliata. Però mi pare di aver visto bene, non aveva il solito viso scavato e arrabbiato anzi. Il tono era tranquillo e aveva una luce diversa nei suoi occhi. Un colpo di fortuna direi. Mi metto all'opera per finire più in fretta possibile tutto il lavoro. Dopo 5 ore passate nelle stelle e nei box posso dire finalmente di aver finito. Goccioline di sudore si appiccicano alla mia maglietta, mi sento davvero uno straccio. Corro in casa per darmi una lavata. Mi immergo nella vasca piena di schiuma e mi rilasso. Penso a oggi. All'umore di Den, a come tutto mi era stato più facile. Mi sento come una farfalla che dopo ore e ore di volo, si posa su un fiore e si appisola cullata dal vento. Non mi sento più così da quando.. Da quando c'era mamma. Yuli c'era sempre stata per me e mia sorella quando eravamo bambine. Ci raccontava le favole, ci rimboccava le coperte, ci portava al parco nelle giornate di sole. Tutto era tranquillo e felice. Poi siamo cresciute. Lei ha iniziato a lavorare fuori città e noi ci occupavamo della casa e degli animali. Den iniziava a sgridarmi e picchiarmi quando non facevo bene il mio lavoro ma la nonna o mia sorella non vedevano mai quando lo faceva. L'unica cosa di cui potevo essere tranquilla è che mai Den aveva toccato mia sorella quando lo faceva con me. Anche adesso alcune volte mi da delle sberle ma niente di che perchè ho iniziato a difendermi. Nell'ambiente in cui sono cresciuta ho imparato a farmi un carattere duro e selvaggio. Non sono come le altre ragazze. A 17 anni si pensa di avere il ragazzo, a uscire con le amiche e a far festa, non di certo a come difenderti da tuo padre o come svolgere il tuo lavoro bene. Sta il fatto che madre natura però non mi ha dato un brutto corpo. Sono di media statura, un fisico slanciato, capelli biondo ramato lunghi quasi fino alla fine della schiena, occhi marroni come i tronchi degli alberi e un viso grazioso. Io però non lo mai usato a mio favore queste mie qualità visto il mio carattere impulsivo e per niente coordiale. A scuola non ho nessuna amica, ci vado solo perchè devo se voglio costruirmi un futuro. Alcune volte scambio un saluto con il mio vicino di casa, Nathan. Viene a scuola mia, ha 17 anni come me penso e se devo dire la verità non è affatto male. Media statura, corporatura di un vero uomo, capelli neri come la cenere e occhi marroni come i miei. Non ho mai provato a interagire con lui, non so come aprirmi con le persone e sinceramente non mi interessa più di tanto. La pelle inizia a immorbidirsi finchè non si rangrizisce. Tolgo il tappo dello scarico e lascio che l'acqua si risucchi in quel buco. Esco dalla vasca e mi guardo allo specchio. Sembro una ragazzina indifesa in questo momento. Mi vesto con degli shorts verdi militare, una canotta bianca larga e delle scarpe bianche basse. Mi asciugo i capelli con il phon e poi me li spazzolo finchè non diventano come la seta. Prendo il cellulare e la mia borsa ed esco di casa. La mia vecchia bici con il cestino davanti mi aspetta e mentre monto in sella mi programmo il pomeriggio fuori di casa.
 
  
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