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Autore: amu hinamori    11/01/2014    2 recensioni
Da quando ero diventata una spia ne erano successe di cose…
Tutto era iniziato per gioco, poi era diventata un’ossessione e ora è il mio lavoro. Ma non tutto era come desideravo…
(è una fanfic che stravolge un po' la trama in generale del tutto, spero che vi piaccia.)
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Pov. Amu
Da quando ero diventata una spia ne erano successe di cose…

Tutto era iniziato per gioco, poi era diventata un’ossessione e ora è il mio lavoro. Ma non tutto era come desideravo…

Fra tutto quello che odiavo del mio lavoro era il “a chi dire chi sono veramente o no” e lo stesso valeva per Utau, Rima, Yaya, mio fratello maggiore Itachi, mio fratello minore Sasuke, Nagihiko e Kukai. Da quando Tadase era partito per la borsa di studio che aveva vinto, tutta la sua famiglia si trasferì e proprio in quel periodo Yaya, Rima, Kukai e Nagihiko erano entrati nella squadra, perciò tagliammo definitivamente i contatti con Tadase. Invece, con Ikuto quasi tutti li avevano mantenuti, tutti tranne io. Mantenere i contatti con qualcuno che non fa il tuo stesso lavoro equivale a metterlo a disposizione per una sparatoria o roda del genere. Per me, con Ikuto, doveva essere un segreto anche se volevo evitare in ogni modo di mentirgli, ma era per il suo bene. Gli volevo bene, sì gli volevo bene, avevo aperto gli occhi da ben tre anni, ero riuscita a capire che Tadase era solo un pretesto, io l’unica persona che volevo era Ikuto, ma non potevo dirgli la verità, non ora.
Esattamente un anno fa, a causa di una serie di avvenimenti strani, si iniziò a parlare di una ragazza dai capelli rosa, che uccideva i cittadini giapponesi. Non venni identificata, ma feci delle ricerche insieme ai miei fratelli e scoprimmo un programma di clonazione genetica infiltrandoci dentro dei server di una compagnia chiamata “Fire”.

A causa di uno sparo, mi ero ferita alla carotide e persi molto sangue. Ne uscii incolume, ma dei ricercatori della Fire riuscirono a prelevare una quantità di Dna dalla quale, riuscirono a fare, in tutto, dieci cloni di me. Ora in giro ne rimangono solamente quattro visto che non appena lo abbiamo scoperto ci siamo mobilitati tutti e subito così sei di questi cloni non esistono più ora ma quattro di loro sono ancora in giro, e per me quattro è come trovarmi davanti a me quattro diverse Amu, con quattro personalità diverse, una peggio dell’altra. Tutti i nostri genitori sapevano la verità e facevano il possibile per proteggermi visto che l’obbiettivo di questi cloni era uccidermi. Cambiai tutto di me, mi feci passare per Yurika Hinamori, sorella gemella di Amu e misi una parrucca blu per mascherare i miei capelli. Ora che sono con i ragazzi e i genitori di Utau in macchina per andare al aeroporto per andare a prendere Ikuto che torna dal suo viaggio durato circa tre anni e mezzo.

Pov. Ikuto
Scesi dal aereo e andai a recuperare le mie valigie, ritornare in Giappone dopo tre anni è una bella sensazione. Andai nella grande sala d’attesa dove ci imbarcava per i voli e mi misi ad aspettare Utau e i miei che volevano venirmi a prendere. Ero così felice di rivedere i miei genitori, un po’ meno mia sorella, e tutti i miei amici. Ma soprattutto avrei rivisto Amu, quel piccolo scricciolo di ragazza dai capelli confetto che facevo disperare così tanto, anche se la amavo più di ogni altra cosa.
-IKUTOOOOOOOOOOOOOO- sentii una voce fin troppo famigliare urlare il mio nome. Mi voltai, vidi Utau, i miei genitori, Yaya, Rima, Nagihiko, Kukai, i fratelli di Amu e una ragazza dai lunghi capelli blu che era quasi uguale ad Amu, anzi, era uguale identica ad Amu, che si fosse tinta i capelli?
-Ikuto, da quanto tempo- disse mia sorella abbracciandomi.
-Utau… com’è bello rivederti- risposi ironico.
-Utau calmati o lo strangoli- affermò Itachi ridendo.
-Già infatti- disse mia madre,- Utau ti ricordo che a questo mondo hai solo un fratello quindi evita di farlo esplodere- aggiunse mio padre, Utau si staccò da me.
-Che bello rivedervi tutti- affermai io, -ma dov’è Amu?-
-Amu….- disse mia sorella.
-Sì?- chiesi io.
-Beh…vedi Amu…è….Kukai come si può dire?- chiese guardando il ragazzo e anch’io guardai lui.
-Vediamo un po’…Amu è…mmm…Yaya come si può dire?- chiese sciogliendosi le braccia.
-Beh…come si può dire? Rima qualche idea?- ma la ragazza fece segno di no, poi lo chiese a Nagihiko ma stesso segno.
Qui era successo qualcosa, qualcosa in cui centrava Amu.
-Itachi, Sasuke, potrei sapere dov’è vostra sorella Amu?- chiesi io impazientito.
-Perché lo chiedi a noi?- chiesero in coro.
-Beh perché magari voi siete i suoi fratelli, magari perché vivete sotto lo stesso tetto, magari perché avete gli stessi genitori o magari perché condividete il 50% di Dna uguale?- chiesi io retorico.
-Maledetti legami di famiglia- disse Sasuke.
-Giuro che io da domani mi trasferisco- disse Itachi.
-Sì, e io cambio cognome già che ci sono- aggiunse Sasuke.
-La volete smettere e darmi una risposta- dissi io, giuro che se non mi danno la risposta li disintegro uno ad uno.
-Ehm… qual era la domanda?- mi chiese Sasuke.
-Mio Dio, dov’è finita Amu?- dissi io.

Pov.Amu
Ero rimasta li senza fiatare, i ragazzi erano in difficoltà e anche i genitori di Ikuto, l’unica cosa da fare era dargli una risposta, e subito.
-Amu non è qui- affermai io, lui alzò il capo e mi fissò.
-E tu chi sei?- mi chiese squadrandomi.
-Yurika Hinamori, sorella gemella di Amu- affermai io, -e tu devi essere Ikuto, giusto?-
-Sorella gemella? E da quando Amu ha una sorella gemella?- chiese Ikuto.
-Da quando siamo nate- dissi io retorica. C’è da dire una cosa però: stavo improvvisando su tutto quello che stavo dicendo.
-Ok, scusami in che senso non è qui? Qui in questa area del aeroporto?- chiese lui.
-No- dissi io.
-Si è nascosta?- mi chiese di nuovo.
-No, vedi Amu…- cercai di parlargli.
-È qui in aeroporto?- mi chiese ancora.
-No, Ikuto..-non riuscivo a dirgli quello che gli volevo far credere.
-Ma è in città?- mi chiese di nuovo.
-No, ma lei..- ero bloccato, non riuscivo a parlargli.
-Ma è in Giappone?- mi chiese.
-Ikuto, cerca di calmarti- gli consigliò la madre.
-Mamma, voglio sapere dov’è Amu- affermò lui.

Non sapevo cosa fare, odiavo mentire, ero sconcertata. Se gli avessi detto la verità sarebbe stato messo in pericolo e ci bastava già la gente che voleva uccidere me. Ikuto continuava a chiedere dov’ero, i suoi genitori mi guardavano come per dire “Digli qualcosa, ti supplico”, tirai un respiro e poi iniziai a pregare che andasse tutto liscio come l’olio.
-Amu non c’è- affermai.
-Questo l’ho capito anche io- mi rispose lui.
-Voglio dire che non c’è più- ribattei io.
-Intendi dire che non tornerà in Giappone?-mi chiese.

Ti prego Ikuto, scusami per quello che sto per fare ma è per il tuo bene.

-Intendo dire che è morta- gli dissi con voce alta.
La faccia di Ikuto sembrò perdere ogni tipo di movimento, gli occhi diventarono assenti, lo sguardo vuoto che mi fissava.
-Come…morta?- riuscì a dire.
-Sì Ikuto- disse suo padre reggendomi il gioco.
-Proprio così- disse la sorella appoggiandogli una mano sulla spalla.
-Ikuto…- disse la madre.
-Amu…è…morta…- disse Ikuto.
-Ikuto…- disse il padre.
-Amu…è morta- ripeté lui.
-Ikuto…- disse Itachi.
-Amu è morta- disse lui.
-Ikuto- dissi io cercando di evitare ogni tipo di movimento che mi facesse sembrare me.
-Non ci credo…- disse lui a bassa voce.
-Ikuto è la verità- disse Sasuke.
-Io non ci credo- ripeté ancora.
-Mi dispiace- disse la sorella.
-Io…Io…IO NON CI CREDO!!!!! NON È VERO!!!!!!!!!!!!!- urlò lui.

Angolo Autrice:
ciao sono tornata con una nuova fanfic, è un po' diversa dalle altre, ma spero comunque che vi piaccia.
vi prego: recensite

baci amu


 
  
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