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Autore: itsmemarss    11/01/2014    1 recensioni
Viola non è una ragazza comune, così come non lo sono Dimitri, Rufus, Magdalena e Zachary.
L'Istituto li ha accolti sotto la sua ala e difficilmente li lascerà andare. Il motivo? Non vi resta che scoprirlo, leggendo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Imago



Sto fissando il bordo del precipizio. Sotto di me non vi è che il vuoto. Il baratro scuro. 
Se ora avanzassi di un passo, mi ritroverei sospesa per un impercettibile secondo, prima di cadere. Poi suppongo che morirei a causa del contatto col suolo, anche se secondo alcuni me ne andrei prima grazie a un infarto. In ogni caso, avrei raggiunto il mio scopo. 
E sarei libera. Da ciò che sono, da ciò che potrei diventare. Soprattutto lo sarebbe chiunque mi stesse intorno, smettendo così di rischiare la vita.
Sono una mina vagante. Una cazzo di bomba ad orologeria, nascosta sotto un involucro di carne e grasso. Addobbata da un paio di occhi blu e una fila di denti bianchi. A completare il camuffamento, una matassa di capelli corvini. Ecco qua l'identikit del killer perfetto, colei che se perdesse il controllo farebbe fuori qualunque testimone. 
Ma sono troppo codarda per fare un favore al mondo. Perciò mi limito semplicemente a pensare ai mille modi in cui potrei togliermi la vita. Preferibilmente, senza soffrire troppo.
C'è stata una volta però in cui sono arrivata così vicino alla morte, da poterla sfiorare. Sentirne il fruscio del mantello nero. Avvertirne il freddo respiro sulla nuca. 
È stata una cosa involontaria. Un incidente che non era dipeso del tutto da me. Avevo ingoiato della candeggina, convinta che fosse chissà quale bevanda frizzante. Capitemi, avevo due anni e la curiosità più forte dell'istinto di sopravvivenza. 
Ora, direi che ho più paura che altro. 
Qualcuno mi chiama e mi volto, cadendo dal letto e fuori dal sogno. Mia madre è sulla porta della mia camera, lo sguardo freddo. È vestita impeccabile già alle 7 del mattino. Mi ordina di alzarmi ma lo fa non aprendo bocca. E io mi limito a fare come dice. 
Tra poco passeranno a prendermi e mi porteranno all'Istituto. Vorrei non doverci andare. Vorrei che tutto quello che è successo fosse solo un brutto sogno. Ma questa è la realtà e ho ucciso delle persone a causa di ciò che sono in grado di fare. 
Scuoto la testa per allontanare il ricordo e cerco di focalizzarmi sull'unica cosa positiva di tutto questo. Dimitri. Non lo vedo da cinque anni ormai, da quando avevo deciso di cercare di vivere una vita normale. Mi viene da ridere. Di me. Io non sono normale
E merito di essere rinchiusa per sempre.
   
 
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