12/01/2014
4 recensioniDisclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne
e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e
a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata
scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine
lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui
descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non
ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia
autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.
"Tutti abbiamo una ferita segreta per riscattare la quale combattiamo."
- Italo Calvino -
Notti bianche
Selina non ha rimpianti da regalarti, ma solo morsi e graffi con i quali sanguinare e tornare a vivere - a soffrire.
È rimasta alla finestra a osservare la tempesta arrivare, incurante del vento gelido - del grido agonico d'una città che era tornata a respirare.
"È viva." mormora nel fragore dei tuoni "È riemersa da quelle acque gelide e nerastre, gonfia e tumefatta come un annegato, ma viva."
Le sfiori le spalle, premendotela al petto e passandole una mano tra i capelli - la tenebra nel pugno e la sua disperazione sulle labbra.
"Lo è sempre stata, Selina." e si volta la gatta, pallida e terribilmente bella "Solo che non ce n'eravamo mai accorti."
E Gotham ruggisce.
La prima volta è un cercarsi sotto le maschere e senza la pelle, un ansito spezzato e i suoi gemiti sulla lingua - nel cuore.
Si inarca all'indietro Selina, offrendoti tutto quello che può - tutto quello che ha.
È giù umida tra le cosce, perché la comprensione è diventata desiderio e la felicità una chimera sempre più vicina.
Ti circonda la vita con le gambe, piantandoti i talloni nella schiena e le unghie nel fianco, una cicatrice in più da esibire come una medaglia.
"Selina..."
L'orgasmo spezza ogni altra domanda.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Selina è una donna pigra.
Il sole è già alto (e secondo te sta già anche per tramontare) quando si degna di scendere in cucina e guardarsi attorno confusa.
Storna lo sguardo dal muro e lo porta sulla tazza che hai tra le mani - caffè alla nocciola - e ti sale in grembo senza chiedere alcun permesso.
"Ben svegliata." replichi ironico "Programmi per la giornata?"
Selina alza un sopracciglio, spiando l'orizzonte che va scurendosi.
"Era un battuta?"
"Forse."
Ti sfila il caffè dalle dita e ne beve un sorso, fissandoti da sopra il bordo della tazza.
"E tu?" domanda noncurante "Nessuna idea?"
Quando finisci sul pavimento - il suo sorriso contro il petto, un calore familiare a basso ventre e nel cuore - il cielo si è già tinto di rosso.
Ci sono fantasmi che non hanno ragione d'esistere, altri che - come Rachel - trovano spazio tra il rimorso e l'ineluttabile.
Selina conosce bene quella sensazione e ti stringe il polso in una morsa assassina - disperata - guidandoti e incoraggiandoti.
Non cerca di dominare - non questa volta - e si lascia consumare da un amplesso che fa male, il bagnato di un amore di carne sangue lacrime.
Chiude gli occhi e colpisce per non essere ferita, perché il sesso è un linguaggio che vi è sempre stato congeniale, così come la violenza e la guerra tra le strade di Gotham.
Chiude gli occhi e si sente strappare dall'interno, il tocco leggero dei tuoi polpastrelli su per la nuca e poi sul mento, a cercare una bocca che non ha sempre detto la verità, ma che è stata sincera nel suo reclamarti - nel suo amarti.
"Bruce..."
E il tuo nome è tutto quello di cui avevi bisogno per dimenticare: per lasciare andare un fantasma di vetro e pioggia.