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Autore: MedusaNoir    12/01/2014    10 recensioni
[Frozen- Il Regno di Ghiaccio]Il principe Hans delle Isole del Sud venne alla luce una mattina d’estate. Tuttavia, a eccezione della madre e delle levatrici, nessuno se ne accorse.
[Storia ambientata prima degli eventi narrati in Frozen]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hans
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A kingdom of isolation

Il principe Hans delle Isole del Sud venne alla luce una mattina d’estate. Tuttavia, a eccezione della madre e delle levatrici, nessuno se ne accorse.

 

Non è raro incolpare un orfanello della morte della madre, dilaniata dal suo desiderio di nascere, ma per la prima volta nella storia del Sud il piccolo Hans venne accusato di avere posto fine alla vita del padre: tale rimprovero proveniva da Kasper, Trygve e Steinar, tre dei suoi dodici fratelli maggiori. Kasper aveva sette anni quando Hans nacque, Trygve sei e Steinar cinque ed erano soliti passare insieme gran parte del tempo; ultimogeniti prima dell’arrivo di Hans, i tre bambini erano consapevoli di non poter aspirare alla corona del loro regno, così si lasciavano coccolare dalla madre e dai servitori del castello, che li riempivano di attenzioni e di dolci parole per rimediare al trono su cui difficilmente avrebbero seduto. Hans era inaspettato, un figlio capitato per caso nel ventre della regina Iselin, e i suoi fratelli più prossimi detestavano vedere il pancione della madre ingrandirsi sempre più; i fratelli maggiori invece erano presi da altre preoccupazioni dovute alla guerra contro l’Arcipelago del Fuoco e ben poca attenzione avevano da prestare a quell’ennesima prole del re.

Hans nacque mentre sorgeva l’alba, nello stesso momento in cui suo padre, il re Erlend, cadeva in battaglia.

 

I suoi fratelli lo accusarono di avergli portato via il padre e Hans non riusciva a capire perché.

 

La salma di re Erlend venne portata nelle Isole del Sud poche settimane dopo, tra i pianti e le grida del popolo; chi piangeva e gridava più forte era la regina Iselin, che si era gettata sull’armatura del marito defunto, troppo scossa per ricordare a se stessa la compostezza da tenere in una tale situazione. Hans era rimasto solo con i domestici privati dei regnanti, che erano così abbattuti dalle circostanze e talmente abituati alla presenza di un neonato in quella stanza che non lo degnarono di attenzioni.

Kasper, Trygve e Steinar approfittarono di quel momento per entrare nella camera della regina e mostrare a Hans il loro disprezzo.

«Ci hai portato via nostro padre!»

«Sei un verme, sei tutto rosso, non ti voglio come fratello!»

«Potevi morire tu al suo posto!»

«Già! Cosa ci facciamo ora con te?»

«Dovremmo darti agli squali!»

«È vero, facciamolo mangiare dagli squali!»

Hans aveva osservato sorridente i visi sfocati dei fratelli, senza neppure sospettare il significato di quei suoni che uscivano dalle loro bocche.

 

Per cinque anni gli rivolsero insulti e sguardi d’odio, poi compresero che sarebbe stato più divertente fingere che il principe Hans fosse invisibile.

 

I suoi fratelli maggiori non avevano tempo per giocare con lui, mostrandosi tuttavia sempre gentili in sua presenza, sorridendogli e chiedendo alla loro madre come stesse crescendo il bambino. Hans non riusciva a comprendere perché tre di loro, però, fossero così ostili nei suoi confronti; Kasper si divertiva a spingerlo quando tentava di reggersi sulle proprie gambe, Trygve lo chiamava “carota ammuffita” e Steiner lo inceneriva con lo sguardo ogni volta che Hans tentava di avvicinarsi a lui.

Il giorno del suo quinto compleanno, il principe Hans entrò nella sala da pranzo indossando un paio di finte medaglie d’oro al petto gonfio, fiero di aver raggiunto quel traguardo senza essere stato gettato agli squali come minacciavano sempre i suoi fratelli, ma si immobilizzò in quella camminata sicura di sé quando notò che al tavolo sedevano soltanto Kasper, Trygve e Steiner; si disse che doveva essere forte e raggiunse comunque, a passo più lento, la sua sedia, si issò su di essa e salutò cordialmente i presenti: «Buongiorno.»

Non ricevette risposta.

 

Hans non sapeva cosa fosse peggio. Era un principe, ignorato fin dal giorno della sua nascita, e ora anche i suoi fratelli si erano dimenticati di lui.

 

Per due anni i tre principi si dilettarono a fingere che Hans non esistesse e, inizialmente, lui fu felice di quell’improvviso cambio di rotta: si sentiva libero, poteva correre da un’ala all’altra del castello senza temere di incorrere negli scherzi subdoli dei fratelli, poteva mangiare tutto il dessert e partecipare ai ricevimenti della regina.

Tuttavia, dopo alcuni mesi, si accorse che la situazione lo stava innervosendo. Eccetto il principe Joakim, erede al trono, tutti i fratelli più grandi di Kasper si erano allontanati dalle isole per sposare nobildonne di altri luoghi o si assentavano spesso per missioni diplomatiche; gli altri erano ancora troppo piccoli per lasciare il castello, così Hans, che aveva sempre goduto delle sporadiche attenzioni dei fratelli maggiori, si ritrovava a passare le giornate in solitudine. Sua madre doveva tenere il regno, i domestici da tempo non erano più eccitati all’idea di un bambino fra quelle mura e l’unica compagnia di Hans era il suo cavallo. Avrebbe desiderato perfino attirare le ire di Kasper o Trygve, pur di fare qualcosa.

Di tanto in tanto si presentava alle porte delle loro stanze e bussava piano.

«Volete costruire un castello di sabbia?»

Neanche quelle volte ricevette risposta e ascoltare il loro silenzio era l’unica cosa che potesse fare.

 

Era strano come certe distanze facevano sembrare tutto più piccolo. I timori che un tempo controllavano Hans ora non potevano più raggiungerlo.

 

Quando il principe Hans delle Isole del Sud giunse ad Arendelle, erano ormai trascorsi quattordici anni. Kasper, Trygve e Steiner si erano sposati da tempo con alcune nobildonne, abbandonando il castello di re Joakim, ma Hans si sentì libero solamente quando i suoi piedi si posarono sul molo di quel regno misterioso, dove nessuno vedeva l’erede al trono da quando era una bambina.

Il principe respirò a fondo quell’aria salmastra, assaporando la libertà: non c’erano più fratelli a insultarlo, a fingere che non esistesse o, da quattordici anni a quella parte, a trattarlo come un estraneo che per puro caso si era ritrovato a dimorare nel castello. Non c’erano più gli alti muri che avevano circondato la sua infanzia priva di giochi, non c’era la consapevolezza di dover attendere la morte di dodici fratelli prima di poter salire al trono. Non c’era più niente, solo quel senso di libertà.

Era giunto ad Arendelle per l’incoronazione della regina Elsa e aveva colto al volo la richiesta di Joakim di rappresentare le Isole del Sud in quella occasione; le parole del re sembravano celarne altre – «Non hai nulla da fare qui, non c’è bisogno della tua presenza.» – ma Hans era felice di poter lasciare la terra natia per qualche giorno. Forse anche di più.

Nessuno vedeva la regina di Arendelle da anni e questo presupponeva che neanche lei fosse in compagnia di altri principi o nobili da parecchio tempo; sarebbe stato facile farla innamorare di lui, di quella gentilezza che nelle Isole del Sud tutti elogiavano, perché sarebbe stato il primo uomo a trattarla con tenerezza, che lei fosse uno scorfano o meno – quali altri motivi l’avrebbero tenuta segregata nel castello per così tanto tempo, se non una sorprendente bruttezza?

Era arrivato, per Hans, il tempo di vedere cosa fosse in grado di fare. Senza la consapevolezza di dodici fratelli fra lui e il trono delle Isole del Sud, senza regole dinastiche che lo tenevano ancorato al suo ruolo di ultimogenito. Il principe Hans era finalmente libero e avrebbe mostrato ai suoi fratelli che cosa era capace di ottenere: il trono di Arendelle.

Il ragazzo perfetto era scomparso, ormai.








Buonciao! Spero che la storia vi sia piaciuta :)
A me Hans piace. Mi è piaciuto quando ha aiutato i cittadini di Arendelle, quando ha salvato la vita a Elsa e quando ha detto: «Oh, Anna... Se solo qualcuno ti amasse.» È un antagonista figo, nulla da dire. E ho scoperto che mi piace scrivere di lui (mi piace anche scrivere di Draco Malfoy e Viserys Targaryen, se è per questo... Credo di dover fare un po' di autoanalisi, mh).
Note: il titolo è una citazione di "Let it go", come lo sono l'ultimo "titoletto" dei paragrafi e alcune frasi dell'ultima scena, mentre «Volete costruire un castello di sabbia?» è un riferimento a "Do you want to build a snowman?"
Grazie per aver letto!

Medusa, a frozen Lannister
   
 
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