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Autore: Lady Uchiha 23    12/01/2014    1 recensioni
Lui se ne era andato. Di nuovo. Sakura lo aveva amato, ma non era bastato.
Hey :D è la mia prima fanfiction in assoluto, mi sono ispirata alla canzone di Tiziano Ferro cantata con Laura Pausini ''Non me lo so spiegare''. Recensite in tanti! :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Non me lo so spiegare.






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Un po’ mi manca l’aria che tirava,
o semplicemente la tua bianca schiena.


Sakura era seduta sul letto. Guardava il vuoto davanti  a sé come se ci fosse la cosa più interessante del mondo – come se ci fosse lui. Da quando se ne era andato le sue giornate erano vuote; mangiava, dormiva, ma non faceva niente che potesse riempire la sua vita. -E’ un vuoto incolmabile.- si diceva, e prendeva in giro anche sé stessa.


E quell’orologio non girava,
stava fermo sempre da mattina a sera.


La sua esistenza si era fermata, proprio come quell’orologio appeso di fronte al letto, che le ricordava solamente il baratro in cui lui l’ha fatta cadere.
Si era annullata. E malediceva il momento in cui lo aveva amato e si era illusa.


Come me, lui ti fissava.


Il momento in cui Sasuke aveva deciso di andarsene era stato drammatico: Sakura e Naruto avevano provato tutti i modi per farlo rimanere e ad un certo punto le parole non erano servite più.
I due fissavano Sasuke con sguardo carico di sofferenza, perché lo stavano perdendo di nuovo.

Io non piango mai per te,
non farò niente di simile,
no, mai.


Sasuke si trovava in un alloggio di fortuna. Era scappato semplicemente per paura. Aveva paura di perdere di nuovo tutto. Il suo villaggio, i suoi amici, quella ritrovata felicità, il maestro Kakashi, Naruto e Sakura. Soprattutto Sakura, e quel sentimento che, lo sentiva chiaramente, iniziava ad impossessarsi di lui. Non voleva perderla, non di nuovo.
E, a modo suo, lasciandola al villaggio con Naruto l’aveva salvata. Era arrabbiato, con sé stesso più che altro, ed era triste, ma non avrebbe mai pianto per lei.


Si, lo ammetto, un po’ ti penso,
ma mi scanso, non mi tocchi più.


Lo faceva infuriare il fatto che di tanto in tanto, tra il vagare dei suoi pensieri ci fosse sempre il viso di lei. In quei momenti si chiudeva ancora di più in se stesso e si odiava perché Sakura gli mancava terribilmente, lei, il tocco dolce delle sue mani, quel suo bel sorriso e i suoi occhi verde speranza.


Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare,
credere di stare bene quando è inverno.


Per  il periodo che erano stati insieme Sakura era stata il ritratto della felicità. Nelle sere d’inverno si mettevano sul divano e lei parlava fino allo sfinimento, di cose che non avrebbe detto a nessuno, ma Sasuke ascoltava in silenzio e lei sapeva che in fondo gli piaceva ascoltarla.
Certo, Sasuke non era di gran compagnia, ma quando ad un certo punto lei si stancava e si addormentava, lui sorrideva e la copriva, mettendola a letto. Ed erano felici.


E te, togli le tue mani calde,
non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose.


A volte Sakura rimaneva per ore a guardarlo mentre lui svolgeva qualsiasi tipo di attività. Dopo un paio di ore si accendeva qualcosa nei suoi occhi e, immacabilmente, lo andava ad abbracciare, mentre le lacrime iniziavano a rigarle il viso.
Lui le ripeteva - Sei grande, non devi piangere! -, ma sapeva che lei aveva paura di perderlo e ripensava sempre a quella volta in cui lui stava per morire.
Sakura smetteva di piangere e sorrideva, nonostante lui fosse sempre così duro e non l’aveva neanche sfiorato l’idea di abbracciarla.


Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale,
che anche se non valgo niente
per lo meno ho te.


Solo in quel momento Sasuke si rendeva conto di quante cose avevano fatto insieme in quel poco tempo. Avevano viaggiato non poco, avevano arredato casa, pitturato i muri, avevano comprato una grande libreria che ben presto si riempì, avevano aggiunto una stanza per gli ospiti e rinnovato il guarda roba. Avevano persino comprato un’auto.
E Sasuke, sebbene si mostrasse riluttante ogni volta che Sakura aveva una nuova idea, aveva apprezzato tutto.
Perché era lei.
Era lei che faceva sembrare tutto bello. E ammise finalmente anche a se stesso che senza di lei non era più niente.


Ti permetto di sognare,
e se hai voglia, di lasciarti camminare.


Sasuke la lasciava sognare. In fondo non ci trovava nulla di male, e poi era così bello vederla felice e piena di speranze. Una volta Sakura si era messa in testa di voler vincere a tutti i costi un concorso di pasticceria, nonostante fosse negata.
E Sasuke la fece vincere, corrompendo i giudici.
Si, era proprio bello vederla felice.


Scusa sai non ti vorrei mai disturbare,
ma vuoi dirmi come questo può finire?
Non me lo so spiegare.


Sakura, seduta ancora sul letto, ripensava a quando, per un mese intero, aveva cercato Sasuke. Aveva girato in lungo e in largo, chiedendo informazioni, girovagando per i boschi ma non lo trovò.
L’assenza di tracce la frustava ma, nel caso in cui l’avesse trovato, cosa gli avrebbe detto? Lui sarebbe stato infastidito e se ne sarebbe andato.
Non trovava una soluzione e soprattutto continuava a chiedersi il motivo della fuga di Sasuke.


Non me lo so spiegare.


Sasuke si accorse che la sua fuga non aveva avuto senso. Scappando, aveva comunque perso tutto ciò che temeva di perdere. Aveva ferito Sakura per l’ennesima volta e, stavolta lo sapeva, senza un motivo.


La notte fonda e la luna piena,
ci offrivano da dono solo l’atmosfera.


Una sera Sakura aveva insistito per fare una passeggiata notturna. Lei gli camminava vicino e gli prese la mano e lui per la prima volta la strinse, se lo ricordava bene, Sasuke. Quella notte l’aveva baciata con tutto l’amore di cui era capace. E si era accorto di amarla sul serio.
Sakura ricordava quel bacio come se fosse stato il primo. Sasuke l’aveva baciata con dolcezza e passione e per la prima volta sentì di essere amata.
Al chiaro di luna l’unica lacrima che si fece strada sul suo viso sembrava d’argento, ma Sasuke la asciugò e non ci fu più posto per altre lacrime.


Ma l’amavo, e l’amo ancora.


-Ti amo.- disse Sakura per la prima volta.
Ma Sasuke non rispose, e la baciò ancora. Ma quella era più di una risposta: era una promessa.
Sakura lo ama ancora. Anche se se n’è andato, anche se lo detesta, anche se l’ha lasciata sola, lei lo ama.


Ogni dettaglio è aria che mi manca,
e se sto così sarà la primavera.


La ragazza aveva iniziato a dare la colpa delle sue lacrime a tutto tranne che a Sasuke. A volte si diceva che era colpa dell’allergia primaverile, altre ci convinceva che le mancava Naruto o Ino.
Ma lei sapeva che piangeva per i suoi occhi scuri, per quelle mani che raramente la stringevano, per quelle labbra.
Sapeva che era per lui. Non sapeva mentire, neanche a sè stessa.


Ma non regge più la scusa.


Sasuke aveva inventato solo scuse. Adesso se ne rendeva davvero conto. Aveva raccontato bugie a sé stesso e a Sakura. Alla fine l’aveva persa davvero, ma l’unico colpevole era lui.
Dopo mesi Sakura si era stancata di raccontarsi balle. Doveva accettare la realtà. Sasuke se ne era andato.
Doveva ricominciare a vivere.


Ma vuoi dirmi come questo può finire?


Il ragazzo aveva pensato di tornare sui suoi passi. Amava Sakura, ma come avrebbe sconfitto la paura eterna di perderla?
Sakura non si dava pace. Lo pensava sempre.
Sarebbe andata sempre peggio finché non avesse avuto almeno una spiegazione da colui che era il suo amore impossibile.


Può finire?


Sasuke bussò alla porta.
Sentì i suoi passi avvicinarsi in fretta, ma avvertì anche qualcos’altro in quel rumore che conosceva bene: apatia. Sakura aprì la porta, gli occhi più tristi che mai.
Alzò lo sguardo e lo vide: Sasuke.
Come il ragazzo si era aspettato la prima reazione di lei furono le lacrime. Ma non ci fu nessun sorriso o abbraccio. Lei richiuse semplicemente la porta. Di certo Sasuke non l’aveva immaginato, ma senza perdersi d’animo entrò da una finestra aperta e le si mise di fronte.
I due si studiarono a lungo mentre lei piangeva in silenzio.
-Io… Sono imperdonabile. Anzi faccio proprio schifo. Me ne sono andato per la seconda volta e senza dirti niente. Tu mi hai detto che mi ami e io ho avuto paura. Paura di perderti perché ti amo anche io.- Sakura si avvicinò a lui e gli diede uno schiaffo; Sasuke si sentì ferito moralmente più che fisicamente. ---Tu non avevi il diritto di andartene! Quella notte mi hai fatto una promessa! Te ne sei dimenticato? E come hai potuto solo pensare che mi avresti potuto perdere? Sono anni che ti amo in silenzio e finalmente era arrivato il momento in cui potevamo stare insieme e potevo amarti realmente. Ma tu hai rovinato tutto!- urlò Sakura tra le lacrime, crollando a terra e coprendosi il viso.
Il ragazzo si mise vicino a lei e l’abbracciò, come mai aveva fatto prima di allora.  
-Perdonami… Davvero. Solo ora ho capito quanto grande sia il tuo amore e quanto grande sia il mio per te. Tutti questi anni sei stata la mia salvezza, inconsciamente, mi aggrappavo sempre a te per non perdermi. Tu sei la mia luce e la mia speranza. Avevo una paura folle di perderti e a modo mio ti avevo salvata allontanandomi da te -.
Sakura alzò gli occhi e vide il suo sorriso, il sorriso per cui aveva pianto da sempre.
Lo abbracciò forte, ridendo tra le lacrime,
-Giura che non mi abbandonerai più! - disse lei, e lui giurò.
Era tutto diverso.
Finalmente si amavano davvero.
Era tutto finito.
  
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