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Autore: kurage    12/01/2014    3 recensioni
[AlphaBAT]
Over my shoulder, running away.
Feels like I'm falling, losing my way.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Over my shoulder, running away.
Feels like I'm falling, losing my way.


Fin da bambino ho sempre sentito come se tutto fosse sulle mie spalle. Non potevo fare una sola mossa falsa, altrimenti l'avrei pagata molto cara. E i miei coetanei sapevano bene come farmela pagare. 
Suyeob è strano, non gli parlate.
Ero un bambino particolare, un po' eccentrico. Essere diverso, attirare troppo l'attenzione non è mai un bene. Avevo problemi di dislessia, così all'età di dieci anni mia madre mi ritirò da scuola. L'unica cosa che mi dava davvero conforto era la musica. Cominciai a studiare canto e pianoforte. Quando la mia mente era immersa nella melodia, niente poteva andare storto. 
Ma non avrei potuto ignorare la società per sempre. Qualche anno dopo ricominciai a frequentare la scuola, e tutti i problemi tornarono a galla. Non mi volevano lasciare così, sarebbe stato troppo bello. 
Non avevo alcun amico, nessuno con cui trascorrere il tempo, con cui divertirmi. Nessuno che mi difendesse. A casa i miei familiari mi stavano vicino, ma a scuola ero da solo. E quando sei  solo contro tutti si sa bene come va a finire. Gli insegnanti facevano finta di non vedere, e sebbene mia madre si fosse spesso appellata all'alta carica, gli atti di bullismo non finivano. 
Pensavo che sarebbe continuata così in eterno. Pensavo che nessuno sarebbe venuto a salvarmi. Anzi, ormai ne ero convinto. 

Quando camminavo per i corridoi la gente non la smetteva di bisbigliare. Alunni, insegnanti.
Gay, dicevano. 
E anche se fosse stato, essere omosessuale non è mica una malattia. Ma questo forse è troppo complicato da capire per quella gente. 
Personalmente io penso che non vi sia poi tanta differenza tra amare un ragazzo o una ragazza. L'amore, se sincero, è sempre amore. Ma nella mia vita non mi era mai capitato di essermi innamorato di una persona. Nessuno si era mai fatto amare per la sua gentilezza e per la sua cortesia nei miei confronti. 

Ma un giorno incontrai una persona.
Erano appena ricominciate le lezioni dopo le vacanze estive, durante la ricreazione, me ne stavo seduto per conto mio nel giardino, sotto l'ombra di un grande albero. Un ragazzo che non avevo mai visto mi si avvicinò e si sedette accanto a me. Rimasi parecchio sorpreso da quel gesto così insolito. Mi girai lentamente a guardarlo, mentre lui mi sorrideva.
«Che ci fai qui tutto solo?» mi domandò. 
Ancora sbalordito non riuscii a rispondere alla domanda, ma solo ad emettere qualche suono indistinto. Di certo non era normale che una persona mi si avvicinasse e mi rivolgesse la parola. Non ero psicologicamente pronto ad una cosa del genere. 
Non vedendo alcuna risposta da parte mia si presentò.
«Ah, piacere, io sono Lee Sanha, sezione F. Sono qui da poco.»
Dicendo ciò mi porse la mano e io con un po' di incertezza gliela strinsi annuendo.
«Io sono Kim Suyeob, sezione J.»
«Ah, tu sei Suyeob? Ho già sentito parlare di te.»
«S-sul serio?» chiesi stupito. «Da chi?»
«Ragazzi, insegnanti.. dicono che sei una persona problematica, e che se voglio avere una buona reputazione non devo farmi vedere in giro con te eccetera eccetera.»
Impallidii. Lui rise.
«Ma non è da me ascoltare quello che dicono le persone,» disse ancora sorridendo. 
Aveva un bel sorriso, nonostante l'aspetto incutesse un po' di timore.
«E hai intenzione di continuare a rivolgermi la parola?» chiesi sempre più incredulo. 
Annuì.
«Perché no, mi sembri una brava persona.»
Ci fu un attimo di silenzio, io continuavo ad annuire ripercorrendo nella mente quello che era appena successo. Stavo cercando da qualche parte un passaggio che probabilmente mi era sfuggito e che mi aveva fatto fraintendere tutto. O magari stava scherzando. 
«Sai,» ruppe il silenzio. «Neanche io avevo amici dove stavo prima, per questo mi sono trasferito. Tutti mi evitavano, nessuno voleva parlarmi. E' quello che succede anche a te, no?»
Annuii.
«Sì, ma non hai paura che se ti vedessero stare con me poi tornerà tutto come prima? Insomma, se tutti sanno che frequenti una persona come me nessuno vorrà parlarti e tutti ti eviteranno. Torneresti al punto di partenza.»
«No. Almeno avrei te, no? Tu non sei nessuno
Fece lo stesso sorriso di prima. Io ricambiai con un sorriso un po' ironico.
«Io non sono nessuno. Strano, tutti mi hanno sempre detto il contrario.» 
«Tutti sbagliano.»
«Tutti dicono che sono gay.»
«Lo so. Lo sei?»
Sollevai le spalle.
Improvvisamente avvicinò il suo viso al mio e poggiò le sue labbra sulle mie, dandomi un leggero bacio. 
«Be', io sì.»
  
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