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Autore: allison742    12/01/2014    4 recensioni
- Belle parole… lasciano il segno. – è una signora anziana a parlare, poggiandomi una mano sulla spalla, mentre l’altra se la porta al cuore.
Annuisce, comprensiva.
- Quali parole?
- Quelle parole, figliolo. Quelle fantastiche parole. E’ stato bravo a comporle. Magari qualcuno le avesse dedicate a me… - continua imperterrita, con aria sognante.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mondo è bello perché è vario
 




Nome?
Nathan Fillion
 
Età?
42
40
38
 
Professione?
Attore
 
Pratichi attività fisica?
Ogni giorno, regolarmente.
Spesso… voglio dire, talvolta.
Wii Sports è considerato attività fisica?
 
Ti piace la natura?
Pff! Ovvio che mi piace la…
No, aspetta. Le istruzioni dicevano di essere sinceri. Odio la natura.
 
Soddisfatto della mia ultima risposta, e soprattutto di essere stato sincero, ripongo il modulo di iscrizione al corso di yoga sul sedile accanto e cerco parcheggio.
Ho bisogno di un caffè.
Sterzo all’improvviso, notando uno spazio vicino a Starbucks. Una ola di clacson si alza alle mie spalle.
Pardon. Mormoro stringendo i denti.
Non importa, stamattina sono felice, e non saranno certo un paio di autisti a rovinarmi la giornata.
Spengo il motore e riprendo in mano il modulo.
 
Come ti definiresti?
Affascinante.
Incredibile.
Stupendo.
Straordinario.
Bellissimo.
Simpatico.
Seducente.
 
Sei fidanzato?
No
S
No
 
Sbuffo,  lanciando i fogli e la matita nel porta-oggetti. Che diavolo di domanda è? La privacy non esiste più?
Scendo dall’auto sbattendo la portiera.
E anche chi mi ha convinto a iscrivermi a yoga! Penso, entrando nel locale. Ripristino il sorriso, cercando di dimenticare quello stupido quiz.
- Salve. La vedo allegro eh?
Mi volto di colpo. Un signore con la barba e una camicia a quadri mi sorride. Non ho la minima idea di chi sia.
- Ehmm… dice a me?
- E a chi altro? Si è divertito stanotte? Ha l’aria di uno che ha appena…
- Ok. Ok, stop. – lo fermo intuendo, prima che continui. Ma questo cosa ne sa?! – Non sono argomenti che di solito inserisco nei miei discorsi. Buona giornata.
Scuoto la testa, stranito. La conversazione più bizzarra mai capitata.
Mi dirigo verso la cassa, quando una signora mi prende per un braccio.
- Nathan? Nathan Fillion?
- Si? – chiedo con una finta cortesia. Un caffè in pace è chiedere troppo?!
- Volevo complimentarmi con lei, davvero. Proprio una bella ragazza, bravo!
- E stiamo parlando di… - le chiedo, mostrando la mia miglior faccia da che-diavolo-stai-dicendo?
- Oh, non faccia finta di niente, lo sanno tutti. Complimenti!
- Lo sanno tutti cosa? – cerco di ribattere, ma lei se  n’è già andata, strizzandomi l’occhio.
Esterrefatto, riesco ad arrivare alla cassa.
- Il solito grazie.
- Facciamo per due oggi? – mi chiede il commesso.
- Scusi?
- Ordina solo per lei?
- E per chi altro dovrei prendere il caffè? – chiedo, allargando le braccia.
- Non lo so, me lo dica lei. – mi risponde, mostrando un sorriso a trentadue denti.
Ma cosa diavolo hanno tutti oggi?!
- Il solito, prego.  – ripeto, cercando di mantenere la calma.
Stampa lo scontrino e mi fa un cenno con il capo.
Mi sposto al bancone, dove la solita ragazza prepara i caffè.
- Eccolo qua il nostro cavaliere. Era ora Mr. Fillion! Sono davvero contenta per lei. – esclama passandomi il caffè.
- Suppongo di doverti ringraziare, ma non so per cosa.
- Non faccia finta di niente… non c’è nulla di cui vergognarsi! Anzi, fossi io al suo posto… - esclama, con occhi sognanti.
- Al posto di chi?! – mi sto veramente innervosendo adesso.
- Però! Mi piace la versione del “sgancio la bomba e poi nego tutto”; è una sorta di strategia?
- Ma quale bomba e strategia?! Meglio che me ne vada da qui…
- Meglio si! Immagino che l’aspetti una giornata piena, faticosa, intensa…
Non le rispondo, lasciandola con il suo sorriso e le sue fantasie.
- Belle parole… lasciano il segno. – è una signora anziana a parlare, poggiandomi una mano sulla spalla, mentre l’altra se la porta al cuore.
Annuisce, comprensiva.
- Quali parole?
- Quelle parole, figliolo. Quelle fantastiche parole. E’ stato bravo a comporle. Magari qualcuno le avesse dedicate a me… - continua imperterrita, con aria sognante.
- Mi scusi, ma devo proprio andare, sono di fretta.
- Immagino. Immagino che la stia aspettando. Non la trattengo oltre. Buona fortuna per tutto.
Le do un’ultima occhiata e sparisco dietro la colonna.
Appoggio la schiena e bevo un sorso di caffè. In questa città sta succedendo qualcosa di strano.
- Gran gnocca! Complimenti. – un ragazzo di circa vent’anni mi stringe la mano, annuendo con ammirazione.
Riesco a stento a non esprimere il mio parere sui suoi jeans strappati e il cappello rosso fuoco, circondato da enormi cuffie vibranti di metal, figuriamoci a sorridergli.
- Prego? – rispondo quindi stizzito.
Ma lui non mi ha sentito, troppo concentrato a battere i piedi a tempo di musica.
Lascio correre, trovando una scappatoia verso l’uscita.
Buffo come tutti i più strambi della zona abbiano deciso di trovarsi da Starbucks proprio stamattina.
- Lo sapevo! Lo sapevo che era vero! Sono anni che sogno un tweet come quello! OH MIO DIOOOOO!  - una signorina, tutta vestita di rosa confetto (dettaglio determinante per capire il personaggio), con le mani sulle guancie, mi blocca il passaggio, travolgendomi.
Quale tweet?! Di cosa sta parlando? Ma non ho nemmeno il tempo di replicare.
- Davvero? E’ successo davvero? Voglio dire, non è un finta notizia, e poi domani sarà tutto smentito, perché io non potrei sopravvivere alla cosa, io ho bisogno di sapere… - smetto di ascoltarla, e mi concentro sulle sue espressioni. Nella mia mente lampeggia una sola parola: pazza.
- Non voglio interromperti, ma devo proprio andare.
- Oh, sì, ha ragione. Scusa. Immagino ti stia aspettando in macchina. E non voglio far aspettare nessuno. Non io. Tu. Tu non devi far aspettare nessuno. Non sarebbe carino. E il caffè si raffredderebbe… aspetta, hai un solo caffè in mano! Quindi è tutto falso?!
Mi scoppia letteralmente in lacrime, e colgo l’occasione per togliermi di mezzo.
Il mondo è bello perché è vario, dicono.
Finalmente raggiungo la porta, e la spalanco.
Un folata d’aria mi invade i polmoni; sto già meglio.
Ancora sotto shock, bevo il caffè in un colpo solo, e lo getto nel cestino.
- Ti sei dato da fare eh? Beato te! – commenta il postino, lasciando una lettera nella casa accanto, per poi scomparire di nuovo tra la folla.
A questo punto, o sono pazzi tutti, o lo sono diventato io.
Il sole è ormai alto nel cielo… ma quanto sono rimasto lì dentro?
Metto automaticamente una mano in tasca per controllare l’ora, ma la trovo vuota… dove diavolo è finito il mio telefono?
Sto per andare nel panico. Magari me l’hanno rubato, mi hanno disorientato apposta con tutti quelle frasi ambigue, in modo da fregarmi il telefono.
O forse… forse sono davvero diventato pazzo.
Mi dirigo verso la macchina, ancora concentrato nell’interno della mia tasca, come se potessi trovare un magico portale in cui sia sparito il telefono.
- Cercavi questo?
Una voce interrompe il mio tentativo di ricerca fantascientifico. Alzo gli occhi.
E’ Stana, e tiene una mano a mezz’aria. Tra le dita scorre lentamente il mio iPhone. Sul suo volto un sorriso non vuole scomparire.
Ad un tratto si stacca dalla mia portiera e fa un passo verso di me.
- L’hai dimenticato a casa stamattina… - un altro passo - … così ho pensato di… - un altro passo ancora.
Ormai pendo letteralmente dalle sue labbra. Oh, come se non fosse sempre così! Una vocina interna si fa sentire.
- Hai pensato di…? – la incito a continuare.
Di colpo si fa seria, guardandomi negli occhi.
- Lo so. Lo so che non vuoi farlo sapere al mondo, ma non ho resistito… mi sembrava la cosa giusta da fare... orami sono anni che siamo una coppia… – ammette restituendomi il telefono.
- Quindi sei stata tu... – ora sì che i pezzi si uniscono. Ecco tutti i commenti di stamattina da dove sono nati…
- Mi ami ancora? – chiede, cauta.
- Come se avessi scelta!
Lei ride. E anche io.
La stringo a me a la bacio, poi la avvolgo in un abbraccio, accarezzandole la schiena.
- Ora che facciamo? – chiede, più bella che mai.
- Tu, non lo so. Io… io penso che cambierò la password di Twitter. – rispondo, allegando in un promemoria mentale di cambiare la risposta al quiz del corso di yoga.
Finalmente potrò dire la verità. Tanto ormai lo sanno tutti, o no?
 
 




 
   
 
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