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Autore: Feel Good Inc    01/06/2008    10 recensioni
"Lui è sempre stato il mio migliore amico, sempre al mio fianco, sempre pronto ad aiutarmi e consolarmi. [...] Ed è strano per me pensare che in tutto questo tempo mi abbia nascosto di provare qualcosa per me..."
Della serie: come comportarsi quando sai che un tuo amico è cotto di te?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David 'Gordo' Gordon, Elizabeth 'Lizzie' McGuire, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Benvenuti nella mia seconda fic su “Lizzie McGuire”! Dopo aver constatato che la mia one-shot su questo telefilm ha fatto sì che fosse creata l’apposita categoria nel sito, già che c’ero ho deciso di pubblicare anche questa long-fic, che ho iniziato a scrivere anni fa, quando ho visto per la prima volta LMG in tv, salvo poi interrompermi per mancanza di stimoli. Beh, ora gli stimoli li ho ritrovati, eccome; e quindi lavorandoci un po’ su e rendendola un po’ più presentabile (considerate che la stavo scrivendo tipo quattro o cinque anni fa, non so se mi spiego… U_U), ho deciso di presentarvi la prima storia a più capitoli che abbia mai scritto in assoluto. Solo una precisazione: la storia non tiene assolutamente conto del film (quando l’ho iniziata non era ancora uscito! ^^), e i personaggi principali hanno circa sedici anni e sono già al liceo. Ah, un’altra cosa: mi sono lasciata molto influenzare dalla serie, tanto che ho riprodotto alcune situazioni, modificandole un po’; vi sarà più chiaro quando vi imbatterete in scene di questo tipo, e spero che allora non mi accuserete di poca inventiva. È solo che il ripetersi di dati eventi ha il duplice scopo di conferire veridicità alla storia e di rafforzare dei concetti… Beh, ad ogni modo confido nella vostra benevolenza… ^///^

Dedico questa storia a BabyDany94, la prima che abbia commentato la mia one-shot What dreams are made of.

 

 

IL MIO MIGLIORE AMICO

1. L’ultima settimana di scuola

 

Oggi è lunedì, il primo giorno dell’ultima settimana di lezioni. Ancora cinque giorni e poi finalmente la libertà dell’estate. Non vedo l’ora. Insomma, la scuola mi piace, ma mi piace anche quando è chiusa, se non di più.

Miranda, Gordo e io usciamo dalla mensa e ci dirigiamo al solito tavolino in cortile, poggiamo sul piano i vassoi del pranzo e ci sediamo. Miranda è in preda a uno dei suoi attacchi di parlantina e pettegolezzi.

«Ho sentito dire che Ethan Craft ha snobbato Claire per il ballo di fine anno…»

Mi blocco con la forchetta davanti alla bocca.

«Ethan ha snobbato Claire

«Già», conferma Miranda. «Lei lo ha invitato venerdì scorso, ma Ethan ha risposto di avere già un’idea su chi vuole accompagnare al ballo.»

Il mio cervello comincia a lavorare freneticamente. Afferro il braccio di Miranda, che sussulta e mi fissa come se fossi impazzita.

«Miranda, lo sai cosa significa questo?»

«Le tue patate si raffreddano», interviene Gordo.

«Oh, fammi pensare…» Miranda si finge assorta per un istante, poi mi rivolge uno sguardo ovvio. «Che Ethan andrà al ballo con Kate?»

Grandioso. E questa dovrebbe essere la mia migliore amica.

«No!», grido, quasi isterica. «Significa che inviterà me! Ho fatto colpo!»

«Lizzie, torna sulla Terra e non partire in quarta. Ora pensa con razionalità…»

«Non sono irrazionale, sono realista. Ethan ha finalmente capito tutto.»

«Tutto cosa?», mi interrompe con aria esasperata.

«Come, tutto cosa? Ha capito che la cotta per lui non mi è mai passata e che nemmeno io gli sono indifferente, no?»

«Ecco, vedi, è questo che intendevo con le parole “Non partire in quarta”…»

«Insomma, Miranda, da che parte stai?»

«Come sarebbe? Adesso te la prendi con me?»

Mi sento sfilare la forchetta di mano. Mi volto a guardare Gordo, che ha già la bocca piena e mi guarda a sua volta.

«Beh? Te l’avevo detto che si raffreddavano…»

Miranda approfitta della mia distrazione per divincolare il braccio dalla mia presa.

«Lizzie», sospira, «io non sono certo contro di te. Hai tutto il diritto di andare ad invitare Ethan. Guarda, è laggiù.»

Mi volto verso la direzione che mi indica e lo vedo, bello come il sole, che parla con i suoi amici. Il cuore già mi batte a mille. Guardo di nuovo Miranda.

«Vuoi dire che dovrei invitarlo io

Non avevo pensato a questa opportunità. È piuttosto imbarazzante.

Miranda alza le spalle.

«Se sei convinta che Ethan voglia andare al ballo con te, non vedo il problema. Accetterà.»

Oddio, no, adesso cominciano ad affiorare i dubbi… Beh, grazie tante, Miranda.

«Ehi, ragazzi.»

Larry Tudgeman si avvicina al nostro tavolo. Uao, si è pettinato, stamattina. Se solo si cambiasse quella vecchia camicia, ogni tanto…

«Miranda, posso parlarti un attimo?», esordisce.

Sorrido alla mia amica. Ora vedremo lei soffrire.

Miranda si volta verso di me prima di rispondergli.

«Come? Credevo volessi parlare con Lizzie…»

Le mollo un calcio sotto il tavolo. Larry sembra non accorgersi di nulla.

«No», dice tranquillamente, «volevo parlare proprio con te.»

«Beh… Ah… Certo, vengo subito.»

Con uno sguardo atterrito, Miranda si alza e lo segue. Sappiamo entrambe che Larry sta per invitarla al ballo, e sappiamo entrambe che lei gli rifilerà una scusa qualsiasi e rifiuterà. Conosco troppo bene la mia migliore amica, forse meglio di me stessa.

Mentre Miranda si allontana con Larry, io mi volto di nuovo verso Ethan e cerco di racimolare tutto il mio coraggio. Gordo mi dà una lieve pacca sulla spalla.

«Non preoccuparti», dice, «Miranda ha ragione. Se vuole andare al ballo proprio con te, Ethan non rifiuterà il tuo invito.»

Annuisco, prendo fiato e mi alzo.

Mi sembra di procedere al rallentatore attraverso il cortile, mentre cerco di scegliere le parole adatte a ciò che mi aspetta. Ma quando sono a pochi passi dal tavolo di Ethan e sto già sfoderando il mio sorriso migliore, accanto al ragazzo dei miei sogni appare Kate, come materializzatasi dal nulla. Mi blocco, sorpresa.

«Ciao, Ethan.» Pronuncia il suo nome con un tono alto e chiaro, con l’evidente intenzione di farsi sentire da tutta la scuola. «Mi chiedevo se non avessi per caso voglia di venire al ballo della scuola con me, sabato.»

Trattengo il fiato e resto immobile al mio posto. Speriamo che dica di no, speriamo che dica di no…

Nel silenzio generale, Ethan guarda Kate e poi sorride. Quel sorriso che mi fa sciogliere, rivolto ad un’altra, rivolto a Kate Sanders. Finalmente Ethan risponde.

«Sì, forte. Mi piacerebbe.»

Sapevo che avrebbe detto di… Un momento: ha detto di ?

Torno a respirare mentre guardo Kate sorridere melensa. Mi chiedo se sono destinata a dovermi fare da parte tutte le volte. Non mi rimane altro da fare che voltare le spalle e tornare al mio pranzo.

Ritorno al tavolo come un automa e mi lascio cadere a sedere.

«Mi sa che sei arrivata tardi, eh?», osserva Gordo.

Ma davvero? Strano, non me n’ero accorta.

«Beh», sospiro, passandomi le mani sul viso, «mi sbagliavo. Ovviamente, io non sono abbastanza… Kate per andare al ballo con Ethan Craft. Nemmeno per sperarci.»

«Lizzie», dice Gordo a mezza voce, «tu sei fantastica così come sei, e lo sei proprio perché tu sei tu, e non Kate.»

Lo guardo e cerco di sorridergli, ma all’improvviso mi sento in imbarazzo. È sempre così, ormai, quando Gordo mi fa un complimento qualsiasi. È così fin da quella sera, quando Kate mi ha guardato e mi ha ordinato di aprire gli occhi, spiattellandomi in faccia che Gordo ha una cotta per me.

Mi rifiuto categoricamente di credere a una tale sciocchezza, ma… Ma lo ammetto, quelle parole non mi danno pace.

Conosco Gordo da tutta una vita, e non si tratta di un eufemismo. Siamo praticamente cresciuti insieme. Lui è sempre stato il mio migliore amico, sempre al mio fianco, sempre pronto ad aiutarmi e consolarmi. Quando ho avuto quella storia con Ronnie Jacobs e ho provato la mia prima delusione d’amore, Gordo era lì. Quando Ethan mi ha detto chiaramente che per lui sono solo un’amica, Gordo era lì. È sempre stato lì. Ed è strano per me pensare che in tutto questo tempo mi abbia nascosto di provare qualcosa per me…

I miei pensieri vengono bruscamente interrotti da un tonfo.

Miranda è appena crollata sulla panca. Sospira e riprende in mano il suo vassoio.

«Bentornata. Che ti ha detto Larry?»

Sì, lo ammetto, la sto stuzzicando. Beh, devo pur cercare di tirarmi su il morale, no?

Miranda mi fulmina con lo sguardo e si caccia in bocca una forchettata di patate al forno.

«Lo sai benissimo. Mi ha invitata al ballo.»

«Tranquilla, Miranda.» Sorrido con rassegnazione. «Non dovrai passare tutta la serata da sola, sabato. Ci sarò io accanto a te. Purtroppo Kate mi ha preceduto con Ethan.»

Miranda mastica più lentamente.

«Ehm… Lizzie…»

«Già, almeno faremo tappezzeria insieme.»

«No… Lizzie… Non hai capito…»

«Cosa non ho capito?»

Riprende a masticare furiosamente.

«Ecco… Ho accettato l’invito di Tudgeman.»

Rimango a bocca aperta. Ehi, un attimo solo: è proprio Miranda Sanchez a parlare o un pericoloso alieno mutante che ha preso le sue sembianze per divertirsi alle nostre spalle?

«Cosa hai fatto?»

«Ho dovuto farlo», cerca di giustificarsi. «Tanto non ci sarebbe stato nessun altro ragazzo disposto ad invitarmi, perciò tanto valeva dire di sì a Tudgeman. Non mi piace affatto l’idea di andare al ballo senza cavaliere, Lizzie.»

«Miranda, ma lo sai cosa stai dicendo? Stiamo parlando di Larry Tudgeman, accidenti! Io gli ho concesso un solo appuntamento e il giorno dopo lui era convinto che fossimo fidanzati! Te ne sei dimenticata, forse?»

Deglutisce e comincia a tossire, rischiando di strozzarsi. Gordo le versa un bicchiere d’acqua. Miranda lo afferra e lo vuota in un solo sorso.

«Non… Non ci avevo pensato», bofonchia tornando a guardarmi. «Oddio, Lizzie, è terribile! Domani tutta la scuola crederà che io stia con Larry Tudgeman! La mia reputazione è rovinata!»

«Se è questo che ti preoccupa, sappi che lo crederanno già da oggi. Ad ogni modo, ormai non puoi andare da lui e rimangiarti tutto. Non sarebbe carino nei suoi confronti.» Mi passo stancamente una mano tra i capelli. «Beh, se non altro tu non andrai al ballo da sola.»

«Ora non disperarti», dice Miranda, preoccupandosi finalmente anche per me. «Ci sono ancora tanti ragazzi disponibili.»

«Davvero?», ironizzo. «Ad esempio?»

Assume un’aria concentrata e riflette per un momento. Poi il suo sguardo si posa su Gordo.

«Tu sei un ragazzo, se non sbaglio.»

Sbircio l’espressione di Gordo. Non saprei dire chi tra noi due è più imbarazzato. Cerca di mostrarsi distaccato e a suo agio.

«Ti ringrazio per la tua arguzia, Miranda, ma devo deluderti: ho promesso a me stesso di non andare a quel ballo, in modo da dimostrare, a me stesso quanto agli altri, che tale ballo non è affatto essenziale per lo studente.»

Miranda lo guarda, perplessa dalla sua nuova strampalata teoria. Io cerco di tagliare corto.

«Non è un vero problema il non avere un accompagnatore», confesso, voltandomi di nuovo nella direzione di Ethan. «Ciò che mi dà più fastidio è l’essere stata di nuovo superata da Kate, ancora una volta. Proprio da quella che un tempo era una delle mie migliori amiche.»

 

***

 

Qualcuno bussa alla porta della mia camera.

«Avanti», ribatto senza alzare lo sguardo.

Con la coda dell’occhio vedo mia madre entrare, chiudersi la porta alle spalle e dirigersi verso il mio letto. Continuo a tenere gli occhi fissi sul libro che sto leggendo.

«Coraggio, Lizzie. Cosa c’è?», comincia senza preamboli.

«Di cosa stai parlando, mamma?»

«È tutto il giorno che sei strana. A cena non hai praticamente aperto bocca e non hai mai ribattuto alle frecciatine di tuo fratello. Decisamente, qualcosa non va. Sputa il rospo.»

Sospiro, chiudo il libro e la guardo.

«Pensavo solo al ballo di sabato sera.»

Il suo viso si illumina.

«Oh, capisco. Problemi con il tuo cavaliere, vero?»

Oddio, pensa che voglia sfogarmi riguardo la persona che dovrebbe accompagnarmi al ballo. Si vede che sarebbe felicissima di darmi qualche consiglio sugli uomini. Del resto, è ciò che fa sempre: mettermi in guardia dai ragazzi di oggi.

«Beh, effettivamente sì. Il problema è che il cavaliere non ce l’ho.»

Per un istante mi sembra sorpresa. Poi mi sorride.

«Coraggio, tesoro, hai ancora tempo per trovarlo. Vedrai quanti bei ragazzi ti inviteranno, nei prossimi giorni. Avrai l’imbarazzo della scelta.»

«Può darsi», la interrompo, «ma non potrò certo sperare nell’invito di colui che vorrei mi invitasse, perché è già impegnato. Non credo che riuscirei ad accettare di andarci con qualcun altro. E il peggio è che anche Miranda è impegnata, per cui non avrò nemmeno la sua compagnia. Mamma, sto seriamente pensando di restare a casa, sabato.»

Mi fermo e riprendo fiato. Non mi sono nemmeno resa conto di aver cominciato una delle mie tirate.

«D’accordo, adesso calmati», dice la mamma. «E ascolta me. Il solo fatto di non volere un altro cavaliere per il ballo non ti impedisce di andarci lo stesso e divertirti. Lo sai che spesso i ragazzi migliori li trovi alle feste, sprovvisti di una dama? Vedrai che anche stavolta andrà così: sabato sera troverai mille ragazzi senza una compagna pronti a chiederti almeno un ballo. Così, invece che avere un solo cavaliere, alla fine ne avrai molti di più, un centinaio almeno.»

Mi sforzo di sorriderle. Mia madre è bravissima a tirare su il morale alla famiglia. Ma, in tutta sincerità, non credo proprio che stavolta seguirò il suo consiglio.

Mi aspetta un lungo, noiosissimo weekend domestico.

   
 
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