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Autore: AnnabethJackson    13/01/2014    5 recensioni
[Percabeth]
Sequel della OS "Il regalo perfetto".
Percy è alla ricerca del regalo perfetto da fare ad Annabeth per Natale e dopo il disastro combinato a Luglio decide di rimediare... che succederà?
Dal testo:
"Fece scorrere la lista dei nomi degli inquilini della palazzina, in cerca di quello giusto. Quando lo trovò, premette il campanello ed attese. Se ci fosse stato Jason con lui avrebbe potuto alleggerire il vento che soffiava, invece doveva stare lì a congelare, in attesa che qualcuno si facesse vivo.
Finalmente, dieci minuti dopo, la porta d'ingresso si aprì e una figura incappucciata fece la sua comparsa. Doveva riconoscerlo; lui non aveva pensato a mettersi il cappello e la sciarpa.
-Era ora! Lo sai che ore sono?- esclamò, alzando la voce per farsi sentire sopra al vento"
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A come amore, P come Percabeth'
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Premessa:
Questa ff è il seguito de “Il regalo perfetto”. Se volete comprendere e gustare meglio il finale consiglio calorosamente di leggere prima l'altra (basta cliccare sul titolo). Altrimenti leggete questa e basta.



 
Alla ricerca del regalo perfetto




Nevicava. Nevicava tanto.
Quell'anno una perturbazione proveniente dal Nord aveva raggiunto l'America. New York, ora, era attraversata da una forte tormenta di neve che impediva al 97% dei suoi abitanti di uscire di casa anche solo per comprare il pane. Non si riusciva a vedere a cinque metri dal proprio naso, e il vento peggiorava la situazione. I barboni si erano rifugiati nelle case famiglia per evitare di morire assiderati. Persino i serial killer se ne stavano nasconti nel loro appartamenti, pianificando un altro perfetto omicidio e permettendo ai poliziotti un giorno di ferie.
Il restante 3% comprendeva gli addetti agli spazzaneve per liberare le strade della città dalla neve, coloro che, come tutti gli anni, avevano rimandato all'ultimo gli acquisti dei regali di Natale, e ovviamente, il semidio Percy Jakcson.
Quello era il giorno peggiore che gli potesse capitare, ma il ragazzo non aveva altra scelta.
A Luglio quando la sua ragazza, Annabeth, aveva compiuto gli anni, era riuscito a trovare un regalo perfetto da farle. Ma poi tutto era andato storto e si era rirovato a dover ricorrere al piano B... un libro. Sarebbe stato comunque un bellissimo regalo da fare alla sua ragazza, amante dei libri, se non fosse stato per la scelta disastosa che aveva fatto. Annabeth gli aveva urlato contro accusandolo di non conoscerla veramente. Aveva rischiato seriamente di dover usare l'ambrosia per riparare qualche osso rotto. Alla fine, però, tutto si era risolto per il meglio, anche se la figlia di Atena lo aveva obbligato ai lavori forzati per due settimane.
Percy era intenzionato a rimediare facendole un perfetto regalo di Natale, e, viste le sue esperienze passate, aveva pensato bene di chiedere aiuto all'unica persona esperta in quel campo.
Combattendo contro il vento forte e la neve che gli offuscava la vista, arrivò finalmente a destinazione.
Fece scorrere la lista dei nomi degli inquilini della palazzina, in cerca di quello giusto. Quando lo trovò, premette il campanello ed attese. Se ci fosse stato Jason con lui avrebbe potuto alleggerire il vento che soffiava, invece doveva stare lì a congelare, in attesa che qualcuno si facesse vivo.
Finalmente, dieci minuti dopo, la porta d'ingresso si aprì e una figura incappucciata fece la sua comparsa. Doveva riconoscerlo; lui non aveva pensato a mettersi il cappello e la sciarpa.
-Era ora! Lo sai che ore sono?- esclamò, alzando la voce per farsi sentire sopra al vento.
-Lo so, lo so, scusa! E' che più tardi devo uscire con Jason, e non riuscivo a trovare il mio cappello preferito.- si scusò, alzando le mani in segno di resa.
Percy sembrò dimenticarsi improvvisamente di quello che stava dicendo. I suoi occhi si fecero vacui, ma subito ritornò in sé.
-Allora, cos'hai in mente di preciso? Tipo dei trucchi o...?- chiese come se non fosse successo niente.
Piper sorrise, enigmatica.
-Tranquillo, sono una ragazza e conosco i gusti di Annabeth, devi solo seguire i miei consigli e tutto andrà per il meglio.-


Girarono per le strade di New York un paio di ore, visitando numerosissimi negozi, ma senza comprare nulla.
Etravano, giravano per gli scaffali, provavano capi -o meglio, Piper provava vestiti su vestiti- e poi uscivano. Ed ogni volta Percy era sempre più imbarazzato.
I ragazzi della sua età, i quali aspettavo le rispettive fidanzate fuori dai camerini, lo guardavano con invidia, e Percy non ne riusciva a capire il motivo. Gli stessi ragazzi, quando Piper lasciava il camerino, posavano i loro famelici occhi sul fondoschiena della ragazza, ed era allora che Percy capiva. Quegli allocchi pensavano che la figlia di Afrodite fosse la sua ragazza... stupidi mortali, non potevano sapere che esisteva una creatura ancora più bella di nome Annabeth.
Alla fine Piper lo trascinò in un bar, dicendo che faceva troppo freddo per continuare a camminare.
Si sedettero ad un tavolo, ordinando dei caffè caldi e delle brioche.
Parlarono un po' del più e del meno, ma poi Piper guardò casualmente l'orologio e saltò su dalla sedia.
-Che succede?- chiese Percy confuso come un calamaro.
-Scusa, Percy, ma sono in ritardo per il mio appuntamento con Jason, e sai benissimo che odia i ritardatari.- disse affannata mentre indossava la giacca. -Segui i miei consigli e vedrai che troverai il regalo perfetto. Ci vediamo domani sera, baci!- detto ciò uscì dal bar lasciando dietro di sé una ventata di aria fredda.
Percy era sbigottito. Era successo tutto così in fretta che ci mise un po' ad assimilarne i fatti.
Il vero problema era che Piper non gli aveva dato proprio nessun consiglio.
Era nei guai. Un'altra volta.


-Oh, Cielo! Ti sei fatto male?- esclamò la commessa accovacciandosi accanto al figlio di Poseidone.
Percy stava girovagando per le strade di New York senza meta, quando all'improvviso era scivolato su una lastra di ghiaccio davanti ad un negozio, cadendo, e la commessa, che stava spazzando la neve dall'ingresso, lo aveva subito soccorso.
Quando il ragazzo alzò gli occhi, capì che il fato si stava prendendo gioco di lui. La ragazza, che lo aveva soccorso, era la stessa che gli aveva consigliato quel regalo disastroso.
Per qualche strano motivo, Percy si trovava fuori dalla libreria nella quale era entrato a Luglio. Qualcuno, lassù, gli voleva proprio male. E lui aveva una lista lunghissima di possibili candidati.
Intanto la ragazza sembrava averlo riconosciuto.
-Oh, mai io l'ho già incontrata! Era venuto a comprare un libro per la sua fidanzata, vero?- esclamò entusiasta di riuscire a ricordare. -Allora, le è piaciuto?- chiese piena di aspettative.
Lui si alzò, alla bell'e meglio, e cercò di pulirsi i pantaloni dalla neve, poi si rivolse alla commessa con un sorriso imbarazzato. Il suo sguardo era così pieno di aspettativa che in cuor suo, Percy, non se la sentiva di deluderla.
Dopotutto, che male avrebbe fatto raccontarle un piccola bugia innocente?
-Si, ne è stata felicissima. Grazie mille del consiglio.- le sorrise cordiale.
Lei sembrò entusiasmarsi ancora di più.
-Ottimo! Presumo quindi che sia qui per comprarle un'altro libro per Natale, non è vero?- chiese come se fosse ovvio.
All'inizio Percy si spaventò per quella proposta. Aveva promesso a sé stesso che non le avrebbe regalato un libro, mai più. Mai poi, rimugiando sulle possibilità che gli restavano, si convinse che l'idea non era affatto male.
-Beh, si. Questa volta, però, le vorrei regalare un libro istruttivo, da cui possa imparare molte cose, non so se mi spiego.- disse cercando di farsi capire. Comprandole un libro istruttivo sarebbe andato sul sicuro, e non avrebbe fallito.
La commessa si illuminò, sorridendo.
-Certo! Venga con me. Ho quello che fa per lei.- lo guidò lungo gli scaffali del negozio, fermandosi davanti ad un libro dei tanti. Lo prese e glielo mostrò.
-Molti uomini e donne lo hanno acquistato. Le posso assicurare che ha insegnato molto ad ognuno di loro.-
Percy lo studiò per qualche minuto, senza riuscire a decifrarne il titolo. Le lettee continuavano a danzare tra loro. Ma la copertina prometteva bene. E poi, se tutti coloro che l'avevano comprato avevano imparato qualcosa, quanto poteva essere brutto?
-Va bene, lo compro. E, per favore, si ricordi di non usare la carta rosa!- le urlò dietro.


Era la vigilia di Natale e la sala pullulava di persone intente a gustare gli stuzzichini e a chiaccherare animatamente.
In un angolo, però, si trovavano due persone prese a confabulare come se si stessero raccontando il segreto più importante del mondo.
-Allora, che le hai preso?- chiese Piper lanciando un'occhiata in direzione di Ananabeth che stava parlando con Leo di chissà quali marchingegni.
-Tranquilla! Questa volta credo di aver fatto la cosa giusta. Tra poco vedrai.- le rispose Percy fiero di sé stesso.
La figlia di Afrodite lo studiò per qualche secondo, non essendo tanto sicura di quello che le aveva appena detto Percy.
Poco dopo venne il momento di scambiarsi i regali e tutti presero posto, chi sul divano, chi sulle sedie.
Venne il turno di Percy. Estrasse da un sacchetto il pacchetto azzurro -e se ve lo state chiedendo, sì, era ancora quello con gli aereoplanini- e lo porse ad Annabeth. Lei riconobbe subito la carta e lanciò un'occhiata di fuoco al suo ragazzo, come per ammonirlo.
-Tranquilla, tesoro. Questa volta ti piacerà.- disse alzando le mani in segno di resa.
Annabeth studiò ancora per qualche secondo il pacco poi finalmente lo aprì.
Rigirò tra le mani il libro, respirando molto lentamente.
Non so come, tutti, tranne Percy, capirono che sarebbe finita male e, instintivamente, cercarono di allontanarsi il più possibile dalla figlia di Atena.
Piper, dal canto suo, guardò Percy allarmata, scuotendo la testa.
Il ragazzo pensò di averla scampata, almeno quella volta, e invece, quando Annabeth lo guardò, avrebbe voluto aver accettato l'offerta divina di Zeus anni prima. Perché capì che sarebbe morto, molto presto.
-Mi stai prendendo in giro, Testa d'Alghe?- sussurrò Annabeth senza entusiasmo. -Mi hai comprato Cinquanta sfumature di Nero? Io ti uccido.-
E Percy era sicuro che non stesse scherzando.


-Amico l'hai combinata veramente grossa. Credo che questo sia peggio di quando hai baciato Rachel...-
-CHE COSA???-







Angolo Ross:
Buongiorno, lettori! Innanzitutto dedico questa storia alla mia Rossa (lei sa perché). Se siete arrivati fin qui è un ottimo segno. Vi è piaciuta questa piccola cosuccia? Giuro che quando ho scritto la prima OS non era mia intenzione scrivere un seguito... ma qualcuno (tu sai chi) me l'ha suggerito, ed ecco qui il risultato! Che dire? Grazie di avrla letta!
Mi scuso in anticipo per ventuali errori di svista/battitura.
Alla prossima storia, bacioni,
Ross <3
P.S. Se ve lo state chiedendo, sì, quello che parla alla fine è Leo.
  
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