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Autore: poetzproblem    13/01/2014    1 recensioni
Per la prima volta da molto tempo, Quinn non vede ombre ad oscurare l'intimo splendore di Rachel. L'intensità del suo sguardo è solo per Quinn, e lei si lecca nervosamente le labbra, immergendosi nel calore del sorriso di Rachel. La speranza nel suo petto sboccia come un fiore che apre i petali sotto il sole, e la paura comincia a svanire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Rachel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Heart to Heart'
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NDT: questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui oppure qui. Lasciate una recensione se vi va, così potrò tradurla e inviarla all'autrice. 

NDA: Scritto per la Faberry Week, giorno 6, College. Ispirato dal post di lrbcn - lrbcn.tumblr.com/post/25725456809

 

Absence Makes the Heart

by poetzproblem

Life without love is a shadow of things that might be.

~Neil Gaiman

 

Per un qualche bizzarro scherzo del destino (Quinn Fabray è segretamente convinta che Dio lo abbia orchestrato solo per divertirsi un po' mentre si occupa dei disastri che la razza umana tende a combinare) Rachel Berry e Santana Lopez sono diventate coinquiline a New York City. Nessuna delle due lo voleva—è successo e basta.

Santana si è trasferita a New York alla fine di luglio, determinata a perseguire il suo obbiettivo di diventare famosa con qualsiasi mezzo possibile. Finora, è diventata famosa tra i clienti regolari dell'Ellen's Stardust Diner, dove (per il momento) è riuscita a trovare e a tenersi un impiego di cameriera cantante.

Quinn non è ancora sicura di come lavorare nel ramo dei servizi riesca a conciliarsi con la pungente personalità di Santana, ma comunque è riuscita a vivere con Rachel per gli ultimi cinque mesi senza strangolarla nel sonno con un calzino, quindi Quinn suppone che i miracoli possano accadere.

Per quanto riguarda Rachel, vive con Santana perché non è riuscita a condividere la stanza del dormitorio con la coinquilina che le era stata assegnata dal dipartimento della NYADA che si occupa degli alloggi per le matricole. Ad essere onesta, Quinn aveva incontrato la sua ex compagna di stanza in un'occasione—perché una volta era stata più che sufficiente—e in confronto a lei Rachel era apparsa conciliante, altruista e sana di mente. Quinn onestamente sospetta che Rachel fosse stata sul punto di spedire la sua compagna di stanza in un posto peggiore di una ex fumeria di crack, poi Santana era arrivata e le aveva offerto la seconda camera da letto del suo appartamento (camera che era praticamente uno sgabuzzino) e in cambio Rachel avrebbe dovuto contribuire con metà dell'affitto. È una sistemazione conveniente per entrambe e rende le visite di Quinn più divertenti.

O forse rendeva è la parola migliore.

Quinn non è stata a New York fin dall'ultimo weekend di gennaio. Ora è marzo.

Dice (a chiuque glielo chieda) che è carica di lavoro per via dei suoi studi a Yale, e non è interamente una bugia. Le lezioni che sta seguendo questo semestre sono impegnative ed ha dozzine di compiti da consegnare, ma non è il motivo per cui sta evitando New York. La verità è che Quinn non riesce a non pensare alla sua ultima visita, e agli infiniti shot di tequila che Santana aveva continuato a servirle, e la sensazione delle morbide mani di Rachel che cercavano costantemente il contatto con qualsiasi parte di lei riuscissero a raggiungere, e al fatto che si era svegliata nel letto di Rachel con quel corpo minuto stretto al suo e le loro gambe avvinghiate assieme.

Era stata una dolcissima tortura.

Non era accaduto nulla di inappropriato che Quinn senta il desiderio di rimpiangere—solo due (migliori) amiche addormentate l'una accanto all'altra dopo una notte di alcol, chiacchiere e risate e un bel po' di lacrime versate sugli amanti assenti (Santana su Brittany ancora Lima, e Rachel su Finn, arruolato e spedito in Iraq). Nove mesi dopo, Finn Hudson è ancora un'ombra sempre presente che oscura lo splendore di Rachel. È ciò che impedisce a Quinn di avvicinarsi troppo alla sua fiamma.

È maledetta dal fatto che desidera qualcosa che non potrà mai avere, e durante l'ultima visita, con l'eccesso di alcol che aveva in corpo, era stata dolorosamente, spaventosamente vicina a confessare qualcosa che non avrebbe dovuto dire.

Le ci sono voluti più di quattro anni per diventare amica di Rachel e ora che ha provato quanto sia meravigliosa questa posizione, non ha intenzione di metterla in pericolo per qualcosa di incerto ed effimero come l'amore.

Non è tanto coraggiosa.

È meglio mantenere un po' di distanza tra loro e c'è riuscita per due mesi—a parte email e telefonate e messaggi e sessioni su Skype—ma Santana ha altre idee. Un fatto di cui Quinn è informata quando l'altra ragazza la chiama un venerdì mattina.

"Tu vieni in città questo weekend," ordina senza preamboli.

Quinn sospira, "Santana, non è un buon momento. Io…"

"Ti interrompo qui," la blocca Santana, il suo tono tradisce la sua irritazione.

"Ne ho abbastanza di quel 'sono troppo occupata' che usi come scusa, Fabray. Sei riuscita a scarrozzare le tue chiappe extra large e malvestite a New York due volte ogni dannato mese, superando senza lamentarti la settimana di orientamento delle matricole, gli esami di metà semestre, gli esami di fine semestre e le vacanze invernali e all'improvviso non riesci a liberarti per un fottuto weekend. Non la bevo."

"Non me ne importa, Santana. Questo finesettimana non posso muovermi," insiste Quinn in tono stanco.

Un lungo silenzio è la sua unica risposta prima di sentire lo sbuffo irritato di Santana.

"Nemmeno per Rachel?"

Quinn chiude gli occhi e siede sul letto.

"Non ha bisogno di me lì a New York," sussurra, sentendo lo stomaco stringersi mentre sussurra quelle parole.

"Mi stai prendendo in giro, cazzo?" urla Santana. "È il suo primo show, Quinn. Certo, è solo una stupida esibizione della NYADA, ma è importante per lei."

Quinn serra la mascella, stringendo il pugno finchè le unghie non le penetrano nel palmo. Vorrebbe insultare Santana per aver preso alla leggera qualcosa di così significativo per la carriera di Rachel. Non è solo un'esibizione. È una celebrazione per i migliori studenti della scuola e Rachel—una matricola—è stata invitata a cantare. È terribilmente importante e Santana lo sa.

Lo sa anche Quinn.

Vuole così tanto essere presente, incoraggiare Rachel, ma, "Non posso. La…la chiamerò più tardi e le augurerò buona fortuna."

"Perché una telefonata basterà a consolarla di non aver visto la tua faccia," ringhia Santana.

"Gesù, Quinn, se dovrò stare seduta a guardarmi di nuovo ogni singola foto che Berry ti abbia mai scattato mentre lei frigna e blatera di quanto sei fotogenica, giuro che noleggerò un dannato furgone, guiderò fino a Yale, ti salterò addosso mentre vai ad una delle tue noiose lezioni di filosofia, ti legherò, t'imbavaglierò, ti butterò nel furgone e poi ti scaricherò ai piedi da hobbit di Rachel, così potrà fare come Gollum e sbavarti addosso di persona."

Quinn registra a malapena la minaccia di rapimento, troppo concentrata sul pensiero che Rachel stava guardando delle sue foto. Si preme le dita contro le labbra, sussurrando, "Sta…sta davvero facendo questo?"

Santana sospira, "Sì. Quindi porta qui il culo, Q. Le manchi. È irritante."

"Anche lei mi manca," mormora Quinn senza pensare.

"Lo so," le risponde gentilmente Santana. "E per quel che vale, penso che tu sia un'idiota a non dirle la verità."

Il cuore di Quinn accelera i battiti, costringendola a prendere un profondo respiro, "Io...Io non so che cosa stai parlando."

La risata divertita di Santana risuona lungo la linea, ma grazie al cielo è breve.

"Mentimi quanto vuoi, Quinn, ma smettila di mentire a te stessa. Fidati, sarai più felice."

"Non puoi saperlo," obbietta Quinn.

"Ascolta, io vivo con Berry, okay? Non è irraggiungibile come pensi che sia."

"Non dirlo," gracida Quinn, combattendo contro la speranza che minaccia di sbocciarle dentro.

"Vabbè," la interrompe Santana. "Farlo, non farlo—è una scelta tua, ma in questo momento stai mandando a puttane la vostra amicizia. Quindi fai i bagagli perché se stasera non ti vedo verrò a prenderti e non sarà piacevole."

La linea diventa muta, e Quinn lascia cadere il telefono, passandosi le mani tra i capelli. non è coraggiosa, ma non è nemmeno forte abbastanza da stare lontana da Rachel per sempre. Alzandosi dal letto, raggiunge la scrivania e tira fuori l'abbonamento del treno.

Dopo tre torturanti ore di lezione, un'ora passata a fare la valigia, e due ore su un treno, Quinn respira l'aria di New York City per la prima volta in due mesi. Santana viene a prenderla in stazione, le sopracciglia scure inarcate quando vede quello che Quinn ha addosso—una giacca scura su un vestito bianco, e capelli spettinati che hanno disperatamente bisogno di un taglio, lunghi fino alle spalle.

"Che c'è?" chiede Quinn, passandosi le dita tra i capelli nel tentativo di riordinarli.

"Sei fortunata che Rachel sarà così felice di vederti che non si accorgerà del casino che sei."

Quinn abbassa lo sguardo su di sé e aggrotta la fronte.

"Pensavo di cambiarmi," mormora.

"Scusa, biondina. Non c'è tempo," le dice Santana, prendendola sottobraccio e trascinandola via.

"Rachel sono-puntuale-fino-alla-morte Berry è già a teatro. Si stava aggirando per l'appartamento come una pazza, e forse l'ho minacciata di buttarla dalla finestra se non avesse smesso, così ha deciso di andare là un anticipo."

Quinn rallenta e fulmina Santana con lo sguardo.

"Non le hai detto che sarei venuta?"

Santana si stringe nelle spalle, "Non ero sicura se ti saresti tirata indietro, così ho pensato che fosse meglio evitare di eccitarla per niente. È già abbastanza fuori di testa."

Le farfalle nervose che hanno attaccato lo stomaco di Quinn per tutto il giorno si riorganizzano e cominciano un'altra offensiva. Prende un profondo respiro mentre Santana continua a guidarla fuori dalla stazione nelle strade affollate di New York, fermando un taxi. Prima che se ne renda conto, Quinn viene spinta fuori dall'auto, davanti all'anfiteatro della NYADA. Santana afferra la sua valigia e la prende per mano, accompagnandola senza esitare tra i membri dello staff affaccendati dietro le quinte, salutandoli con un cenno. Ovviamente la riconoscono e nessuno le ferma.

Aggirano la parte laterale della struttura, dove le quinte si aprono sul palcoscenico e la fresca serata primaverile, e Santana lascia andare la sua mano e la gira fisicamente nella direzione giusta finchè non vede Rachel, che indossa un cappotto nero, passeggiare in giro con gli altri artisti.

"Vai a prenderla," ordina Santana, dandole una lieve spinta.

Quinn deglutisce a fatica e fa un passo, ma mentre lo fa, Rachel si volta e comincia a salire le scale che portano al palco. Quinn non è sicura di dove stia andando tanto di fretta. Lo spettacolo non comincerà che fra un'ora, e per un attimo pensa che forse non dovrebbe interrompere la preparazione di Rachel, ma poi ricorda il tono irritato che aveva la ragazza quando Quinn le aveva detto che non ce l'avrebbe fatta ad essere presente quella sera, e sa che almeno deve far sapere alla sua migliore amica che è lì per sostenerla.

Si affretta a muoversi, inseguendo Rachel e chiamandola, ma la ragazza non si ferma. Ha già messo piede sui gradini quando Quinn chiama di nuovo il suo nome, più forte, questa volta.

Rachel si ferma e si volta, sorpresa, il suo sguardo saetta freneticamente qua e là finchè non si posa su Quinn, e i suoi occhi si spalancano.

"Quinn?" sussurra incerta, le sue labbra si incurvano lentamente in un timido sorriso mentre scende i gradini e si avvicina.

Quinn trattiene il respiro, perché Rachel è…meravigliosa. E confusa.

"Pensavo che tu," comincia, e la sua voce si spezza, mentre scuote la testa. "Che ci fai a New York?"

"Santana mi ha chiamata," le dice Quinn, desiderando istantaneamente di aver detto qualcos'altro del tipo—Dove altro dovrei essere? Non mi perderei questo per nulla al mondo. Ti amo.

La parole che non riesce a dire non sembrano importare granchè, perché prima che si renda conto di quello che sta accadendo, è stretta in un abbraccio familiare e chiude gli occhi, passando le braccia attorno alla vita di Rachel, assaporando la sensazione che si prova a tornare a casa, e respirando il profumo che ha imparato ad associare alla felicità.

"Mi sei mancata così tanto," mormora Rachel contro la sua spalla, e Quinn si sente in pace per la prima volta da mesi.

"Anche tu mi sei mancata, Rach."

L'abbraccio di Rachel si fa più stretto, solo per un secondo, prima di lasciarla andare e fare un passo indietro.

"Non posso credere che tu sia qui," dice, con gli occhi scintillanti. Per la prima volta da molto tempo, Quinn non vede ombre ad oscurare l'intimo splendore di Rachel. L'intensità del suo sguardo è solo per Quinn, e lei si lecca nervosamente le labbra, immergendosi nel calore del sorriso di Rachel. La speranza nel suo petto sboccia come un fiore che apre i petali sotto il sole, e la paura comincia a svanire.

"Non potevo stare lontana. Non posso mai starti lontana," ammette a bassa voce.

Rachel chiude gli occhi solo per un momento, e il suo sorriso si addolcisce. Quando incontra di nuovo gli occhi di Quinn, ci sono infinite, silenziose promesse nel suo sguardo.

"Dobbiamo parlare."

Quinn annuisce lentamente, "Lo so."

"Dopo l'esibizione," dice Rachel, tendendo una mano per afferrare quella di Quinn e stringendola gentilmente. "Promettimi che non sparirai."

"Ci sarò," promette, "e ti dirò se sei stata brillante o semplicemente eccezionale," la prende in giro con un sorriso scherzoso. Rachel sorride di nuovo, tirandole la mano finchè non si trova nel suo spazio personale. Quinn smette di respirare, chiedendosi cosa accadrà adesso. Rachel si avvicina, inclinando la testa all'ultimo secondo, per posarle un bacio lieve sulla guancia, vicino all'angolo della bocca.

"Non sai quanto ho desiderato che tu fossi qui," sussurra.

Rachel alla fine fa un passo indietro, mordendosi timidamente il labbro inferiore, e Quinn le posa una mano sulla guancia. Un ragazzo chiama Rachel per rivedere con l'orchestra alcuni cambiamenti dell'ultimo minuto al suo arrangiamento, e lei si volta a guardarlo e annuisce.

"Devo andare adesso," dice a Quinn.

"Uh huh," riesce ad esalare Quinn, sentendosi ancora stordita dalla sensazione di calore datale dall'innocente bacio di Rachel.

"Dì a Santana che le devo un favore," dice Rachel con un sorriso prima di voltarsi e correre su per le scale. Quinn prende alcuni tremanti respiri, poi ride deliziata, sentendosi leggera e piena di speranza, e tanto, tanto felice. Entrambe devono un favore a Santana, e se conosce bene la sua amica, Santana non permetterà a nessuna delle due di dimenticare questa notte. E a Quinn va benissimo così.

 

  
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