Quando l’aveva incontrata per la prima volta parlava con una collega delle forniture di alcuni medicinali.
Sapeva che aspetto aveva la madre di Scott, s’era informato prima di recarsi sul suo posto di lavoro, ma quando arrivò lei era di spalle e fu lui a riconoscerla.
Appena sentì la sua voce wolf drizzò le orecchie e Peter non poté far altro che voltarsi: nel momento esatto in cui riuscì a vederla in volto – rideva per chissà quale battuta controllando qualcosa sul computer, picchiettando i tasti con sole due dita e litigando col mouse – wolf uggiolò d’impazienza e gioia trasmettendogli quelle stesse sensazioni.
Erano sei anni che non si sentiva così, come quando rientrava a casa e Cora e gli altri bambini correvano rumorosamente giù dalle scale facendo a gara per abbracciarlo per primi, tutti preda della medesima euforia per il ritorno di un membro del branco..
“Posso aiutarla?”
Si riscosse e portò avanti il piano, sorridendole forse più del dovuto ma non poteva proprio farne a meno, e wolf guaiva ininterrottamente come a pregarlo di un maggior contatto: non poté accontentarlo – non perché fosse meno bramoso di lui – finché non furono soli in macchina.
“Non abbiamo superato la strada del ristorante?”
Si erano persi e no, non faceva parte del piano: Beacon Hills non era cambiata molto, ma provate voi ad orientarvi dopo sei anni.. e di notte, per di più!
“Uhm.. mi fermo, così la cerchiamo col navigatore..”
La guardò mentre digitava il nome del ristorante e non poté resistere quando lei alzò nuovamente gli occhi su di lui: fino a quel momento wolf era rimasto paziente in un angolo – cucciolo ubbidiente – ma, nel sfiorare la guancia di Melissa, Peter avvertì il suo muso nelle dita.
“Ti dispiace..?” sussurrò, anche se ormai la stava già toccando.
Il cuore di Melissa accelerò, poté sentirlo, e anche il suo – il loro – lo fece.
Le cadde il cellulare di mano, per la sorpresa o l’emozione – anche lei sentiva lo stesso o era soltanto lui.. soltanto loro a.. – e comprese che era il momento: avvertì la testa di wolf nella sua, il suo ringhio basso ed eccitato, osservando la donna piegata in avanti.
L’avrebbe odiato per un po’, ne era cosciente, ma era certo che poi avrebbe capito. Con Scott sarebbe stato più difficile, soprattutto perché con lui aveva recitato la parte del cattivo.. che poi aveva davvero pensato quelle cose, ma come spiegargli che adesso c’era molto più dietro?
“No, Scotty, tranquillo! Non trasformerò tua madre per farti dispetto.. lo sai, no, che i lupi sono alcuni dei pochi animali monogami in natura.. beh, indovina un po’: Melissa è la mia compagna!”
Non gli avrebbe mai creduto, lui stesso stentava a crederci: la vita è davvero bastarda quando vuole!
Melissa McCall era una donna forte e determinata, protettiva e amorevole e sì, la conosceva appena, ma era la sua compagna, wolf gliel’aveva indicata. La volevano entrambi, Peter e wolf.
Wolf la voleva, l’aveva sempre cercata, per dare un senso alla propria esistenza e goderne appieno finalmente. Peter la voleva per avere di nuovo una famiglia: Derek era suo nipote ma poteva sentire il disprezzo che nutriva nei suoi confronti, e se solo avesse saputo la verità su Laura.. e poi finalmente avrebbe rafforzato il legame con Scott. Due piccioni con una fava!
Pensava a tutto questo, Peter, mentre la guardava con gli occhi di wolf e sentiva spuntare le zanne.
Le farà male, si diceva, ma è necessario.. solo un piccolo morso, devo essere delicato ma andare in profondità.. poi le starò accanto, le spiegherò ogni cosa e lei capirà, sì, lei capirà perché..
Quando arrivò il colpo, la macchina si spostò leggermente in avanti, l’esclamazione spaventata di lei lo fece ritrarre e mentre Melissa scendeva inveendo contro Stiles comprese che no, non poteva farlo, non ancora, non finché Scott non fosse entrato nel suo branco.
Per il momento – e al solo pensiero wolf scoprì le zanne, ringhiando e mostrando la lingua, minaccioso – doveva starle lontano.