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Autore: Narcis    13/01/2014    1 recensioni
--- ℰ sono proprio le abitudini a mostrarci il vero aspetto delle cose.
"[...] Anche oggi il rito serale si è concluso, e la notte sembra fare meno paura."
{ 1• Elizabeth Comstock
{ 2• Booker DeWitt
{ 3• Rosalind & Robert Lutece
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lo specchio riflette il suo volto stanco, gli occhi solcati da un contorno di sonnolenza, la pelle lattea che aspetta solo il momento in cui potrà finalmente stendersi e rilassarsi. Non sa che ore siano di preciso, Elizabeth. Sa solo che ha bisogno di dormire, ma che ancora non vi riesce.
Si sfiora una guancia con una mano, sospirando con poche forze. Le spalle ricadono lievemente in avanti, muovendo la vestaglia da notte leggera e bianca come la neve fresca che cade dal cielo e che lei non ha mai toccato.

Intravede, grazie al riflesso sullo specchio, una vecchia cartolina di Parigi attaccata alla parete opposta, voltandosi lentamente verso di essa. La Torre Eiffel, “vecchia” solo qualche anno più della ragazza, taglia in due il panorama della meravigliosa città francese, aumentando in lei la voglia di visitarla, un giorno.
Forse, nell’attesa, potrebbe dare un’occhiata proprio lì, dove uno squarcio invitante la chiama come la Serpe maledetta chiama a sé l’ingenua Eva.

Così si avvicina, cauta, osservando quella fotografia in bianco e nero.
Con un semplice gesto delle mani, simile a quello che chiunque farebbe normalmente per aprire le tende per fare entrare i raggi solari mattutini, il tempo e lo spazio si piegano ai voleri della bruna, mostrandole ciò che desidera vedere.
Troppo piccola per passarvi dentro ma abbastanza grande da poter guardare al di là di essa, la cartolina diventa una finestrella sulla realtà parigina serale.
Le strade sono illuminate, i camini delle abitazioni in stile tipicamente francese fumano, così come le macchine a vapore che, più raramente dei carri e delle biciclette, percorrono avanti e indietro le strade leggermente ciottolose. Al centro della visuale, la torre ferrosa piramidale si innalza verso lo scuro firmamento puntellato di stelle luminose e vibranti.
 
Elizabeth rimane ammaliata da quella vista, ed i suoi turchesi innacquati di stanchezza paiono riacquistare un improvviso brillio, nemmeno fossero incastonati di diamanti. Se fosse sicura delle mancate conseguenze, allungherebbe volentieri una mano dentro quel piccolo squarcio, anche solo un istante, potendo finalmente convincersi mentalmente di essere uscita da quella dannata torre che la tiene prigioniera da tempo immemore.
Ma adesso è tardi, e non è di certo tempo per fare la malinconica viaggia mondo.
Sospira, così, amareggiata, facendo mezzo passo indietro, ripetendo al contrario il gesto di prima; e la cartolina torna tale.
 
Vorrebbe prender sonno, ma sta attendendo ancora. Non vuole venir meno alla sua routine quotidiana, anche se ormai si rende conto che il momento “del rito” è passato.
Si siede sul bordo del letto, portando le mani in grembo, abbassando la testa. Sconsolata ancor più di prima, scuote il capo, e l’ennesimo sospiro esce dalle sue labbra.
 
 
Poi, però, la svolta.
 
 
Una musica fin troppo familiare riecheggia da lontano. Un rumore meccanico, accompagnato da un’altrettanto artificiale melodia, si ripete come un disco rotto, facendosi sempre più vicina.
Gli occhi di Elizabeth si alzano, puntandosi contro la finestra della stanza. Un sorriso appena accennato ma comunque dolce si irradia sul suo volto già più sereno, per non dire sollevato.

Un occhio, o per meglio dire un fanale verde, fa capolino dai vetri della finestra, scrutando vigile al suo interno, al fine di notare che sia tutto al proprio posto.
Passano alcuni secondi di silenzio.
L’occhio del grande volatile meccanico si sposta, lasciando spazio ad una poco aggraziata mano che, con un’improbabile delicatezza, sfiora appena quei vetri che la separano dalla ragazza, quasi con paura di poterli rompere.
Subito dopo, insieme ad una melodia talmente dolce da ricordare quella di un carillon, il guardiano vola via, lasciando la giovane finalmente in balia delle braccia di Morfeo.
 
 

 « Buonanotte anche a te, Songbird. »
 
 

Anche oggi il rito serale si è concluso, e la notte sembra fare meno paura.
  
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