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Autore: Gio_Snower    13/01/2014    0 recensioni
[Vip TenchouxKuroneko] [Dedicata a Lady]
Tenchou sta vivendo la sua solita giornata tra le nuove emozioni e nuove esperienze scivolando su un cornicione canticchiando e Kuroneko che passava di là, saltando da un tetto all'altro, lo "salva"...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Dangerous Day
 
Si nasce tutti pazzi. Alcuni lo restano.
Samuel Beckett
 
 
Scivolava sul cornicione al ritmo di una canzoncina che aveva in testa, canticchiando nel frattempo un altro motivetto, totalmente discordante con i suoi passi sfuggevoli che aumentavano il rischio di una possibile caduta.
Guardò di sbieco verso il basso e davanti a lui si prospettò una caduta di circa 4 piani, una molto dolorosa se fosse avvenuta.
Oppure si sarebbe spiaccicato al suolo in una frazione di secondo senza prima aver il tempo di provare paura?
Avrebbe poi, sicuramente, provato paura cadendo?
Non ne era certo e questo lo fece sorridere di quel suo sorriso sbilenco e molto instabile, mutevole come il tempo o lo scorrere dei suoi pensieri.
Insomma, ce n’erano di cose a cui paragonarlo, ma non avrebbe di certo perso tempo così. Era troppo impegnato a vivere, a sperimentare, a provare.
Un giorno aveva pure provato l’apatia, ma non gli era piaciuta molto.
Era così noiosa e senza senso…s’era stufato, eppure aveva resistito quel giorno intero pensando solamente al tempo che scorreva o alla sua voglia di non muoversi, di rimanere immobile aspettando la brezza sulla sua pelle che entrava dalla finestra, di udire le voci o le macchine degli abitanti o di chissà chi, forse una persona di passaggio e s’era perso nei suoi pensieri più reconditi.
Ma oggi, sì, oggi era un giorno nuovo e splendido.
Il sole era alto e sebbene non amasse le giornate particolarmente calde, quella gli andava a genio.
Il cielo era azzurro, una distesa uniforme di un azzurro pallido e quieto e gli infondeva una strana calma e spensieratezza che da giorni non sentiva.
Era d’animo inquieto, forse?
Non avrebbe saputo dire nemmeno questo.
Oh, il mondo aveva tanto cose da vivere, da scoprire, da gioire.
Continuò a passeggiare sul cornicione, ondeggiando ad ogni cambio di tonalità della melodia nella sua mente e fischiettandone tutt’altra allegramente, sentita chissà dove.
 
 
Correva tranquillamente da un tetto all’altro facendo sport con il suo migliore amico Len, quando vide un ragazzo ondeggiare e camminare sul cornicione canticchiando.
Fece cenno a Len di andare avanti che rispose con una smorfia e con un cenno affermativo.
La conosceva bene d’altronde e sapeva che non poteva contrastare del tutto la sua testardaggine e la sua voglia di vivere.
Corse verso di lui, ma non sembrò notarla.
Vide che si sporgeva.
Lo pigliò per un braccio e lo tirò verso di sé, preoccupata.
Voleva buttarsi?
Lui le crollò addosso con tutto il suo peso. Doveva essere leggermente più alto di lei. «Oh…che botta...» borbottò lui con una voce profonda, leggermente roca e con una strana nota stonante in essa.
«Ma sei pazzo?!» esclamò lei.
Lui la fissò con occhi azzurri gelidi, poi gentili.
«Potrebbe essere, non ne sono sicuro.» rispose lui. Un lieve sorriso gli increspava le labbra.
«Volevi ucciderti?» chiese lei. Poi iniziò a piangere, come al solito troppo coinvolta dalle sue emozioni.
Pianse pensando che quel ragazzo – sebbene non lo conoscesse – non dovesse fare un gesto così estremo nonostante la sua situazione che – tra parentesi – non conosceva, ma che credeva incredibilmente pessima se l’aveva spinto a fare questa cosa!
«Guarda che stavo solo passeggiando.» la informò lui.
«Passeggiando?» disse lei asciugandosi gli occhi. «Su un cornicione?» esclamò.
Lui annuì e la fissò aspettando.
Lei scoppiò a ridere. «Sei incredibile!»
«Eh?» la guardò perplesso.
«Sei incredibile! Perché l’hai fatto?» gli chiese lei curiosa dopo aver ripetuto la prima frase.
«Perché m’andava.» il ragazzo alzò le spalle e spostò i capelli dal viso.
Ora che lo notava, esso aveva metà dei capelli colorati di rosso mentre l’altra metà era blu, come se fosse stato indeciso sul colore ed avesse optato per tutti e due.
«E tu rischi la vita perché ti va?»
«Bè, la vita è mia, no?» sorrise lui accattivante.
«Sì, ma…Lascia perdere.» disse lei con un gesto della mano.
Lui si abbassò e leccò il sangue dalla ferita che non s’era accorta d’avere.
«Ah, wow. Ma senti, amico, ho già qualcuno che mi piace.» disse lei.
«Ma lui non ti ricambia, inoltre tu insisti comunque nel volergli dire quanto lo ami ma lui ti respinge perché è innamorato di un’altra, giusto?» rispose lui.
«Come hai fatto?» chiese.
Come poteva sapere di Len? E di lei se non ne conosceva neppure il nome…o forse sì?
«Il tuo sguardo.» rispose lui.
Lei rise.
Si sentiva stranamente leggera. Lui la guardò come se la volesse aprire e analizzare in ogni piccola parte.
Era voglioso di sezionarla e passeggiava sui cornicioni dei tetti, wow, questo sì che era divertente!
«Io mi chiamo Kuroneko.» si presentò.
«Il mio nome è Tenchou, Vip Tenchou, per la precisione.» disse lui scostandosi da lei.
«Piacere, Tenchou.»
«Piacere mio, Kuroneko. Bè, una giornata interessante, devo dire. Non è da tutti i giorni incontrare un gatto nero1!» disse lui facendo una battuta.
«Se alla prossima mi chiami Koneko2, giuro su Dio che ti uccido.» disse Kuroneko.
Gli occhi azzurri di Tenchou brillarono, come se stesse pianificando qualcosa.
«Vuoi venire con me?» le chiese.
«Dove?»
«Ai gatti piacciono i posti alti, no?» rispose vago lui, sorridendo con un sorriso sbieco.
Era affascinante con quell’aria scarmigliata, quei capelli colorati, quella camicia bianca macchiata e quei jeans neri.
Kuroneko cedette. «Va bene.» disse con aria di sfida alla quale – in risposta – il sorriso di Tenchou s’allargò ancora di più.
 
I gabbiani stridevano e il tramonto s’allargava sopra la città, inondandola di una tenue luce rosate, mentre il cielo si scuriva passando dall’azzurro ad una specie di rosa chiaro e violaceo.
«Qui è davvero alto.» disse Kuroneko.
Lui sorrise. Era il suo posto segreto.
L’aveva portata su una cabina di una ruota panoramica caduta in disuso molti anni prima.
Da lì si vedeva tutta la città e nemmeno i palazzi riuscivano a bloccare la vista del tramonto e del mare.
Tenchou osservò Kuroneko.
Essa aveva biondi capelli scarmigliati e di un taglio decisamente maschile, era alta, robusta ed aveva un piercing sul labbro che si collegava con una catenella ad un orecchino, i suoi occhi rossi sembravano di una sfumatura arancione per via della luce del tramonto e il suo viso era dai lineamenti raffinati e femminili.
Gettò un’occhiata al completo dark gotico che indossava e sorrise. Era una ragazza interessante e sembrava poter passare da un’emozione all’altra quasi fosse un gioco.
Ora era stupita.
Sentì una specie di collera montare dentro di sé, vedendola vagare con lo sguardo lontano, lontano da lui.
Si avvicinò e…
 
Le labbra di Tenchou avevano un tocco leggero seppure selvaggio.
L’aveva presa totalmente in contropiede tant’è che non si sarebbe mai aspettata di essere baciata da lui, ma quegli occhi azzurri la inchiodavano lì e le facevano ricambiare il bacio invece di respingerlo.
Alla fine lei arrossì.
«Ma cos--»
«È tanto sbagliato?» sbottò lui.
«No, ma…Lunatico.» bofonchiò lei rossa in volto e toccandosi le labbra.
«Volevo solo…»
Eh no, il volevo solo proprio no!
Prima l’aveva fatta piangere, poi ridere infine l’aveva stupita e poi baciata.
E lei quando lo guardava…quando lo guardava tutto spariva e la sua concentrazione cadeva inesorabilmente su di lui, lui che adesso aveva un broncio riflessivo e non la guardava. Proprio no!
Gli saltò addosso e lo baciò.
«Allora ti va bene.» esclamò Tenchou quando si staccarono.
«Tu non eri un genio?» gli chiese lei.
«No, ero pazzo.» rispose lui.
«Ed io ora lo sono, grazie a te.» sorrise lei.
«Sei pazza?»
«Sì, di te.»
«Sarà la stessa cosa per me?» la provocò lui.
Lei gli tirò un pugno e rise.
«Chi lo sa?»
Lui abbozzò un sorriso.
«Perché intanto non viviamo questo pazzo pericoloso giorno?»
«Ottima idea.» rispose Tenchou e poi continuò a baciarla.
 
 
NOTE
Kuroneko1: Gatto Nero, anche se sono sicura che lo sapevate già.
Koneko2: Gattino.


Dedicata a Lady, questa OS è tutta per lei.

 
   
 
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