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Autore: clairvoyant_disease    13/01/2014    0 recensioni
Avete presente quando vi attaccate a qualcosa, che sia una persona, siano un gruppo di persone, che siano una band o degli attori. Qualcuno che diventi parte del vostro quotidiano e vi faccia sentire parte di qualcosa di grande, condivisibile con molte altre persone così simili a voi.
Immaginatelo. Immaginate poi di vederlo sgretolare lentamente, una persona alla volta, un cambiamento alla volta, un fallimento alla volta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Thank you for these 15 years together but this is the end"

Il riassunto stava in quella frase. Si girò di scatto, il volto coperto di lacrime.
"ca-capisci? è tutto vero" disse l'amica seduta inerme dietro di lei sul letto. Inanimata, spinta da una sorta di dolore psicologico a piangere, null'altro.
Lei, in compenso, non riusciva più ad aprire bocca ed emettere un solo suono dalle corde vocali.
Si voltò di nuovo verso il computer acceso che rumorosamente produceva l'unico suono della stanza con quella ventola ormai stanca e impolverata. Ne aveva passate molte quel povero computer per colpa di questo tipo di eventi anche se soltanto una volta erano stati gravi al solito modo di quel giorno.
Si sistemò meglio sulla sedia e abbassò lo sguardo verso le sue mani e i suoi polsi.
Immediatamente le tornarono alla memoria dei momenti passati, dei momenti felici che però erano terminati già da un pezzo.
Adesso a tutta quella grande parentesi c'era la parola fine.
Le sembrò che fosse probabilmente un sogno quindi rialzò lo sguardo ma lo schermo di quel computer non cambiava di una virgola.
Stesso titolo, stesso corpo del messaggio. Come un dejavu di quasi 5 anni prima.
Di nuovo il panico, anche se minore. Negli anni aveva imparato, anche se molto lentamente, ad abituarsi alle catastrofi e ad imparare a convinverci. Questa era una catastrofe di prim'ordine.
Avete presente quando vi attaccate a qualcosa, che sia una persona, siano un gruppo di persone, che siano una band o degli attori.
Qualcuno che diventi parte del vostro quotidiano e vi faccia sentire parte di qualcosa di grande, condivisibile con molte altre persone così simili a voi. Immaginatelo. Immaginate poi di vederlo sgretolare lentamente, una persona alla volta, un cambiamento alla volta, un fallimento alla volta.

"we both could see, crystal clear, that the inevitable end was near"

"come faremo adesso? come faremo senza di loro? voglio dire, ti rendi conto che adesso un sacco di persone andranno fuori di te"
"taci, porco il clero!" si accorse in quell'istante che aveva ancora la facoltà di parlare e anche di dire cose intelligenti.
Aveva bisogno del silenzio, aveva bisogno di pensare, di metabolizzare e di tracciare un piano mentale di azione per le ore, i giorni e gli anni a venire se proprio le fosse toccato viverli.
"scu-scusa. Meglio se ti lascio sola" disse l'altra tirando fuori le sigarette dalla borsa e uscendo silenziosa dalla stanza.
Lei alzò lo sguardo stanca, quasi avesse chissà quale peso sulle stanze.
Fissò le sue mura, le foto, i momenti felici insieme, i viaggi, gli amici, le esperienze, le lacrime, le risate, le brutte figure.
Sospirò nuovamente, per un momento che sembrò infinito.
Abbassò lo schermo del suo portatile e, forbici alla mano, iniziò a tagliare lo scotch che teneva tutto su, davanti al muro che si trovava davanti.
Fu come tagliare un cordone ombelicale. Fu come tentare di lobotomizzarsi e dimenticare tutti quegli anni in cui una vita vuota e monotona aveva avuto un senso, un obiettivo, qualcosa che la teneva più impegnata di quanto avrebbe addirittura voluto.
Tagliò ogni millimetro di scotch, tolse quadri e cornici e lasciò su soltanto quelle cose che non riguardavano loro ma riguardavano lui.
Anche lui aveva provato a tagliare il filo rosso del destino che li aveva legati un tempo e continuava a stringersi intorno a lei.
Aveva provato a dimenticare, a forzarsi di andare oltre. Aveva tentato di credersi lobotomizzata.
Un grande, eterno fallimento.

"to battle is the only way we feel alive"

Aveva vinto. Lui, si intende e lei aveva alzato bandiera bianca lasciando al suo posto, quello che probabilmente era destino lui avesse.
Quando l'amica tornò su, le mura erano per metà vuote e una vecchia cartellina in plastica dei tempi della scuola, vecchia di chissà quante decadi ormai, stracolma di quelli che erano i suoi "momenti felici" che la spingevano ad andare avanti alla mattina.
L'amica la guardò sbigottita, senza parole
"è finita" disse lei sedendosi esausta sul letto, fissando il nulla.
"ancora non riesco a crederci" rispose l'altra sedendosi di fianco "ed ora? seriamente, io non riesco a chiedermi altro"
"il silenzio" rispose lei.
Era il silenzio che la stava attanagliando, la stava mangiando dentro, la stava trascinando giù.
Giù dove era già stata in precedenza, dove non c'era modo di salvarsi da sola.
Chiuse gli occhi e lasciò che i suoi demoni la prendessero senza forza, senza opporre la minima resistenza, e tornassero padroni di lei, della sua anima, della sua lucidità. O almeno, di quel poco che rimaneva ormai di lei.
"I fell apart"




 
Ci tengo a precisare che questa "cosa" è stata dettata da un presagio che porto avanti da tempo e che piano piano si sta rivelando corretto.
Non c'entrano niente i 30 Seconds To Mars, è la loro canzone che è perfettamente adatta.
Se dovesse tutto avverarsi entro la fine di questo anno, beh, sappiamo che ho un sesto senso veramente sovrasviluppato.
Speriamo di no.
  
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