Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: sakura182blast    01/06/2008    14 recensioni
Non avevo esattamente presente il vero significato dell'amore. Non avevo mai provato nulla del genere prima d'allora. Naturalmente la mia vita era sempre stata incentrata sulle persone a me care e sulla mia famiglia. Ma ecco che all'improvviso fece capolino nella mia esistenza un' altra persona, il suo nome era Shaoran Li. E fu allora che io cominciai ad esistere solo per lui, rinegando nome, paure, incertezze. Solo per lui, il mio angelo, il mio demone.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eriol Hiiragizawa, Li Shaoran, Sakura, Sakura Kinomoto, Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao a tutti, sono tornata! Lo so che ho finito la scorsa FF proprio due giorni fa però non riuscivo a stare lontana da questo sito… sigh, mi mancava il fatto di aggiornare ma, soprattutto, mi mancavate voi!
Così mi sono detta “Ma se la nuova FF è quasi finita, perché non pubblicarla?” e quindi eccomi qui!
Allora, vi premetto un paio di cose prima di lasciarvi leggere: la FF, come ho già detto, è ispirata a Twilight (il mio libro preferito!), però ci sono un sacco di cose che ho cambiato; ad esempio qui ci sono personaggi ed avvenimenti che nel libro non hanno riscontri.
Vi dico anche che c’è un vago riferimento alle carte di Clow, ma che, in ogni caso, non hanno un ruolo significativo in questa FF.
Aggiungo solo, in extremis, che questo cap è di una cortezza assurda ma si tratta solo di un’introduzione.
Detto questo, non posso che augurarvi buona lettura!





Something’s Gonna Change Now





Un trasferimento… tutto inizia così di solito no?
Tomoeda, una tranquillissima cittadina lontana qualche chilometro dalla costa est; città famosa per la sua calma e la sua immane tranquillità: industrializzata, ma non troppo; una popolazione numericamente nella media; tenore di vita dei suoi abitanti né eccessivamente alto, né eccessivamente basso.
Davanti ad una casa a due piani di colore giallo sole v’era un camion di una ditta di traslochi ed alcuni uomini vestiti con una divisa degli stessi colori del mezzo che trasportavano degli scatoloni dentro e fuori da quell’abitazione.
Nel vialetto era parcheggiata una Station Wagon blu notte, probabilmente appartenente ai nuovi padroni di quella casa.
Seduta sul sedile posteriore di quell’auto c’era una ragazza; diciotto anni circa, i capelli corti e color miele, gli occhi grandi e di un colore che faceva invidia ai più brillanti smeraldi, un’espressione accigliata che proprio stonava coi delicati lineamenti del suo volto.
Nelle orecchie teneva le cuffiette del suo Ipod rosa metallizzato, alzato a palla con della musica altamente rumorosa sperando di poter in quel modo dimenticare per quale motivo in quella fresca mattinata di inizio settembre si trovava seduta nell’auto di famiglia, nel vialetto di quella casa sconosciuta, in quella cittadina dove mai aveva desiderato abitare.
All’improvviso una tasca della sua grande borsa a tracolla beige iniziò ad agitarsi freneticamente.
Per nulla intimorita da quell’insolita agitazione la ragazza sbuffò ed allungò una mano sul bottone a pressione di quella tasca slacciandolo con il secco movimento di tre sole dita.
Da lì uscì un buffo pupazzetto giallo con grandi orecchie e due piccole alucce bianche sulla schiena.
Il peluche si librò a mezz’aria sbattendo veloce le ali e si avvicinò al volto della giovane, togliendole poi con un violento strattone entrambe le cuffiette.
“Ma che cavolo combini?!” abbaiò la ragazza senza rilassare la sua espressione buia.
“Sakura, dannazione! Come hai potuto chiudere la borsa sapendo che c’ero io dentro?! Ho trascorso tutto il viaggio nel tentativo di non soffocare!” esclamò isterico il pupazzo mentre sbraitava come un forsennato nelle orecchie della giovane, già lungamente provate dalla musica altissima.
“E tu perché ti ci sei infilato dentro?! Ormai tutti sanno di te, potevi evitarlo!” ribattè seccata la castana.
“Beh…” l’altro fissò lo sguardo verso il basso, un po’ imbarazzato dalla sua avventura dentro alla borsa. “… Ho visto che avevi lì dentro un sacchetto di caramelle, così sono entrato per mangiarle ma tu poi mi ci hai chiuso dentro! Lo hai fatto apposta! Confessa ragazzina scorbutica!”
“Lasciami in pace, baka-peluche!” sbraitò di nuovo lei, Sakura, cercando di rinfilarsi almeno una delle due cuffie dell’Ipod, ma il peluche la precedette, afferrando il piccolo arnese e spegnendolo, gettandolo poi su uno dei due sedili anteriore dell’automobile.
“Sentimi, so che Tokyo ti manca terribilmente e che questa città, beh… non regge il confronto, ovvio, ma non è colpa mia se ti sei quasi fatta scoprire là! Se siamo venuti via è stato solo per la tua incolumità…” mormorò il pupazzetto sedendole sul sedile accanto.
“Lo so, Kero, lo so…” sbuffò Sakura incrociando le braccia al petto e soffiando via una ciocca di capelli dal viso.
“Però sai…mi trovavo così bene lì…” ammise infine con delle timide lacrime che premevano per uscirle dagli occhi.
“Forza, non piangere! Vedrai che anche qui ti ambienterai presto! Piuttosto… la prossima volta quando usi le Sakura Card cerca di stare più attenta. Non possiamo fuggire in lungo ed in largo per tutto il Giappone scappando da chi ha dei sospetti riguardo ai tuoi poteri!” Kero sorrise e risalì all’altezza del volto della ragazza, asciugandole quelle lacrime che avevano preso a scenderle lungo le guance. “E poi domani inizia un nuovo anno scolastico, ottima occasione per conoscere gente nuova!” asserì infine il pupazzetto sedendosi sulle sue ginocchia.
All’improvviso la portiera posteriore dell’auto si aprì ed apparve il volto di un ragazzo moro, dagli occhi castani, sembrava davvero esausto; evidentemente aveva sfacchinato parecchio con tutti quegli scatoloni.
“Ehy mostriciattolo! Potresti venire a darci una mano in casa o pensi che te ne starai in macchina a frignare ancora un po’?” domandò sarcastico il bel giovane fissandola un po’ trafelato.
“Touya, ma si può sapere perché devi sempre scassare?!” sbuffò la giovane poco prima di uscire controvoglia dall’auto afferrando la sua borsa a tracolla.
Lo sguardo del ragazzo cadde poi su Kero che lo fissava interrogativo.
“Anche tu potresti essere d’aiuto, sai? Forza, muovi le tue chiappette gialle ed entra in casa!” lo esortò infine Touya.
Anche il pupazzetto uscì dall’auto, evitando di farsi notare da occhi indiscreti ma, poco prima di avviarsi verso l’ingresso della casa, alzò gli occhi al cielo con la schiena percorsa da un brivido.
C’era qualcosa di veramente strano nell’aria, forse una sorta di cattivo presagio.
Non sapeva bene perché, ma improvvisamente desiderò con tutte le forze portare subito Sakura via da quella città, colto dalla sensazione più brutta che avesse mai provato.






Spero che vi sia piaciuta, come introduzione, e che vi abbia incuriositi almeno un po’! Dal prossimo la situazione comincerà un poco ad evolversi, promesso! Ci si vede al prossimo cap, ciaoooo!
MoKO-cHAn
   
 
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