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Autore: MedusaNoir    14/01/2014    6 recensioni
Quel posto era esattamente come lo aveva lasciato: c’erano le pareti di pietra, gli arazzi rosso e oro, c’era il mare oltre le finestre. C’era una brocca con del vino rosso sul tavolo, c’era una fruttiera di vetro colma di uva spina e mandarini di Pentos, c’erano carte e documenti sparsi sulla scrivania. E c’era una donna bionda seduta sul divano, con gli occhi così belli da valere la pena di combattere tutte le guerre del mondo.
[Idealmente post finale. Idealmente. Perché è bello illudersi]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Little Lion Man



Love that will not betray you,

 dismay or enslave you,

 It will set you free.

 Be more like the man

 you were made to be.




«Sei tornato.»

Jaime sorrise, tastandosi il moncherino. «Ormai avevi perso le speranze, non è vero?»

Quel posto era esattamente come lo aveva lasciato: c’erano le pareti di pietra, gli arazzi rosso e oro, c’era il mare oltre le finestre. C’era una brocca con del vino rosso sul tavolo, c’era una fruttiera di vetro colma di uva spina e mandarini di Pentos, c’erano carte e documenti sparsi sulla scrivania. E c’era una donna bionda seduta sul divano, con gli occhi così belli da valere la pena di combattere tutte le guerre del mondo.

Brienne si alzò, cinta da un paio di pantaloni scuri e un giacchetto di cuoio, e Jaime la trovò meravigliosa come se indossasse gli abiti della seta più pregiata del continente. Si alzò e lo raggiunse, cingendolo in un abbraccio che lo fece finalmente ringraziare di essere tornato a casa, di aver superato anche quell’ennesima battaglia.

«Le nostre truppe erano rientrate prima» disse Brienne, scuotendo la testa e vomitando le parole che l’avevano assillata per giorni. «Voi eravate scomparsi, io non sapevo… Non avevo idea di cosa… Continuava a chiedermi perché non tornavi, perché…»

«Brienne.» Jaime le posò una mano sulla spalla e avvertì il suo corpo tremare a quel tocco. Nonostante le sue braccia lo cingessero ancora, nonostante i loro volti fossero così vicini, Brienne rabbrividì solo quando le dita di Jaime incontrarono la sua spalla. Come se in quel momento si fosse resa conto che era davvero ancora vivo. «Ci stavamo nascondendo, ho ritenuto più prudente non inviare corvi.»

«Hai fatto bene, però…»

«Ti ho fatta agitare così tanto, donzella

Sperava che chiamarla in quella maniera che lei tanto detestava l’avrebbe indignata a tal punto da calmarla, e così fu. Brienne storse il naso e si allontanò leggermente da lui, dandogli un paio di imbarazzate pacche sulla schiena.

«Dovresti lavarti, Jaime. E passare a salutare Tyrion, ti aspettava.»

«Mi spiace deluderti, ma sei la mia seconda tappa.»

Alle spalle di Jaime risuonarono dei rapidi passi, accompagnati da una voce affannata che urlava: «Guarda, mamma, guarda! Sono un leone, ROOOOOAR!»

Tyrion indossava una cappa gigantesca per lui, dei colori dei Lannister e di Tarth, e sul petto aveva l’emblema della casata del padre; gli occhi, però, erano di un blu così intenso che Jaime si ritrovò a pensare di nuovo che sì, per quegli occhi valeva la pena di rischiare la vita in ogni fottuta battaglia.

Accarezzò i ricci biondi del bambino, che si illuminò e sollevò le braccia verso il padre. Jaime ridacchiò e lo afferrò, girando su se stesso per farlo volare in aria. Scambiò uno sguardo fugace con Brienne, la vide sorridere in quel modo genuino che l’aveva fatto innamorare: non c’erano complotti dietro quelle labbra, non c’erano guerre da vincere e regni da conquistare: era l’amore a farla sorridere.

E, in quegli ultimi anni, sorrideva così spesso da convincere Jaime che era finalmente diventato l’uomo che era nato per essere.











Happy WenchSlayer Day!
Piccola flash scritta perché a Roxar era piaciuta l'idea di un piccolo Jaime che correva incontro a una piccola Brienne, gridando le parole che qui ho messo in bocca a suo figlio. Ehm, sorry, Rox, ho leggermente barato, ma spero ti piaccia lo stesso!
Il titolo riprende quello di una canzone dei Mumford & Sons (che ho scoperto calmarmi parecchio mentre scrivo) e anche la citazione iniziale appartiene a loro, precisamente a Sigh no more.
Non chiedetemi perché abbia chiamato Tyrion il "cucciolo di WenchSlayer", credo che non ci sia bisogno di spiegarlo. Mi sembrava il solo nome che Jaime potesse dare a suo figlio (e alla fine l'ho spiegato, accidenti!).
Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento e di aver convertito quanta più gente possibile alla WenchSlayer!

Medusa, a Lannister
   
 
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