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Autore: Serenity452    15/01/2014    9 recensioni
Undici anni dopo la Quarta Guerra Mondiale Ninja contro Kaguya, Itachi è sopravvissuto passando più di otto anni in coma, disperso in un villaggio senza nome.
Al suo risveglio decide di rimanere nell'ombra e vivere come cacciatore di taglie, per non portare scompiglio nella nuova e pacifica vita di Sasuke, ristabilitosi a Konoha dopo anni di viaggi in giro per il mondo.
Ma quando Itachi torna in segreto nel proprio villaggio ritrova Luna, la bambina che aveva salvato anni prima sulla strada di casa con Kisame.
Tuttavia Luna ormai diventata una ragazza adulta, bella e apparentemente indipendente.
Una ragazza capace di risvegliare in lui una passione irrefrenabile che farà tremare i loro cuori.
Una lotta interiore tra amore di lei e negazione di lui, fra differenze d'età, fragilità nascoste e amicizia.
Certo, se poi ci si mettono pure Naruto e Boruto, siamo sicuri che la storia d'amore funzionerà, no?
E Sasuke, come la prenderà?
[Revisione di You'll be in my heart!]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie, Più contesti
Capitoli:
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Capitolo I: Moonlight



La notte era ormai calata da un paio di ore quando Itachi Uchiha, accompagnato da Kisame Hoshikagi, decise che era giunto il momento di accamparsi per la notte, nonostante fossero a meno di due giorni da Konoha.
-Fermiamoci qui, Kisame!-Disse l'Uchiha, alzando leggermente il suo cappello di paglia, dando un occhiata al suo compagno.
-D’accordo Itachi, un po' di riposo ci farà bene!-Disse sghignazzando l'altro che, come suo solito, era davvero divertito da ogni sorta di decisione di Itachi, che dei due era il leader, incaricato della cattura del Kyūbi e del suo Jinchūriki, Uzumaki Naruto.
-Più avanti c’è una grotta, schiaccerò un pisolino lì, d'accordo Itachi?-
L’altro annuì semplicemente, sparendo poi in una nuvola di fumo.
L’uomo dalle fatture di squalo slacciò un po’ la sua tunica nera con le nuvole rosse, chiaro segno di appartenenza all'Akatsuki.
Itachi non era un gran chiacchierone, ma quando spariva, significava che aveva la luna storta ed era meglio lasciarlo andare.
Perciò Kisame non se la prese quando l'Uchiha lo piantò in asso senza dire neppure una parola e, spensierato, si mise a ronfare.


La corrente era forte, troppo forte.
L’acqua le entrava nella bocca ad ogni tentativo di prender aria.
Ma poi, più si sforzava di respirare e stare a galla, più sprofondava giù nell'acqua, per poi tornare a galla sbracciando e poi di nuovo sotto, stremata.
Stava affogando, l’acqua entrava anche attraverso le narici e l’ossigeno le mancava da troppo.
Ad un tratto sentì una fitta di dolore al fianco e si accorse di essere andata a sbattere contro un tronco tranciato che galleggiando le saettava addosso spinto dalla forza della corrente.
La vista le si stava annebbiando, forse a causa dell’acqua, delle lacrime e del dolore. Così alla fine l'oscurità sopraggiunse e lei dovette cedere il passo.
Era morta.


Itachi si avvicinò alla riva del fiume, portò le mani nell’acqua fredda e si sciacquò il viso.
Presto sarebbe giunto a Konoha. La terra che aveva abbandonato, tradito.
Guardò il suo riflesso nell’acqua.
Traditore.
Assassino e traditore.
Alzò lo sguardo e notò qualcosa che galleggiava e si dimenava come una furia, cercando probabilmente di resistere allo scorrere dell'acqua.
Era un bambino forse.
Ma come diavolo c'era finito nel fiume a quell'ora della notte? Era da solo?
Itachi, d’improvviso, s'accorse che i loro occhi si erano per un attimo incrociati e, chissà per quale motivo, qualcosa in lui si turbò, come se un fulmine l’avesse diviso a metà dalla testa ai piedi.
Deglutì spaventato da quella sensazione di disagio ed inconsapevolezza.
E, rapido più che poté, camminò sull’acqua ed afferrò il bambino per il colletto della camicia per poi sollevarlo, tirandolo via dall’acqua irrequieata.
Fu solo in quel momento che si accorse che si trattava di una bambina.
Tornò sulla sponda, mentre lei tentava di riprendere fiato e tossiva acqua, chiedendosi seriamente cosa ci faceva una bambina di nemmeno otto anni, in un fiume in piena, sola, col rischio di annegare.
Una volta che l’ebbe delicatamente distesa sul prato, la bimba rimase immobile con le mani al collo, impegnata a tossire e sputare acqua.
Itachi la fissò a lungo, osservando i particolari capelli color miele della bambina, lunghi fino al sedere, lisci e lucenti, appiccicati dall’acqua.
Era un po’ paffutella con le guance piene ed arrossate.
Era Carina e Buffa.
La piccola smise finalmente di tossire e tentò di pronunciarsi.
-G-gla-zi-e… p-per-r av-vel-m-i… sal-va-to…-Mormorò fra i singhiozzi e le lacrime, mentre Itachi la guardava impassibile, rivedendo in lei il piccolo Sasuke che aveva abbandonato anni prima.
Chissà quant'era cresciuto? Ma era inutile domandarselo, presto l'avrebbe rivisto.
Comunque, tornando alla bambina, doveva essere molto piccola perché non parlava molto bene.
-Come sei finita nel fiume? -Chiese con tono inespressivo lo shinobi.
-Sono caduta, mentre celcavo la via di casa…-Rispose la bambina asciugandosi gli occhi ma senza risultato, perché continuava a piangere e tremare.
-Sei da sola?-Chiese ancora, sondando il territorio con lo sguardo.
-I-io mi sono pelsa! Si è fatto buio e non ho visto più nulla!-Pianse lei, stringendosi le braccia attorno al piccolo corpo infreddolito.
Vedere quella bambina, vederla soffrire, gli spezzò il cuore, che già da tempo era in frantumi nel petto di Itachi.
In qualche modo, si sentì in dovere di aiutarla.
Sentì che la strana ed incerta sensazione che aveva avuto nell'esatto momento in cui i loro occhi si erano incrociati, era qualcosa di profondo e predestinato.
Qualcosa senza nome né spiegazioni.
Qualcosa di potente e senza confini.
-Da dove vieni?-La piccola smise di singhiozzare, tendendo le mani strette in un pugno verso gli occhi per strofinarli.
A pensarci, Itachi non conosceva ancora il colore di quegli occhi.
-V-vengo d-da Konoha!-Il Mukenin si sorprese ed il suo primo pensiero fu quello di alzare i tacchi ed andarsene, fregandosene della piccola disperata dagli occhi misteriosi.
-Capisco…-Disse, non poteva davvero andarsene, non era così crudele da abbandonare una bambina che, di certo, non poteva conoscerlo benché venisse da Konoha.
-I-io… il mio papà mi ha detto che non devo mai parlare con gli sconosciuti! Devo andare! Grazie per avermi salvato!-Disse alzandosi e, accennando un piccolo inchino per salutare, fece qualche passo di corsa, voltandosi, ma Itachi la prese per un braccio.
La piccola si spaventò ed iniziò a dimenarsi terrorizzata.
-Aspetta… Konoha non è da quella parte…-Lei si fermò per guardarlo, per la prima volta.
Itachi, finalmente li vide.
Erano due occhi grandi e ambrati, innocenti e caldi.
L'arancio che si fondeva con l'ambra dava una sfumatura color miele a quelle gemme di luce d'oro.
Anche la bambina lo squadrò, l'uomo aveva due occhi neri molto profondi e cupi, persino stanchi, se possibile.
I capelli lunghi, erano altrettanto neri e lucenti, lisci come la seta.
Portava anche un coprifronte del villaggio della foglia.
Il suo stesso villaggio.
Ma il logo era attraversato da una linea orizzontale.
La piccola così sgranò gli occhi color miele, capendo cos'era era quell’uomo.
Un Mukenin.
Un ricercato che poteva benissimo ucciderla da un momento all'altro.
Perché, nonostante sua madre le avesse ripetuto in continuazione, nei suoi sei anni di vita, che lei non sarebbe mai diventata una Kunoichi, aveva sempre amato il mondo degli Shinobi e, per quanto una bambina ne sia capace, si era sempre tenuta informata ascoltando le conversazioni degli adulti. Quell'uomo era un criminale che aveva tradito Konoha.
-T-tu… mi u-ucci-d-der-rai! Lasciami!-Itachi la trattenne mentre la piccola cercava di fuggire, infuriando come una matta per liberarsi dalla sua presa.
-No, aspetta! Non ti ucciderò! Accidenti bambina, non urlare! Finirai per attirare Kisame!-Cercò di calmarla il ragazzo, ma la bambina non ne volle sapere.
-NON È VEROOO! AIUTOOO! TU MI VUOII RAPIIIREEEE! AIUTOOO!-Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo.
-Ehiiii! Ehiii!-Itachi la tirò sù prendendola da dietro il colletto della camicia, alzandola da terra.
La squadrò, indossava una maglia a maniche lunghe blu scuro, il colletto bianco da cui la stava tenendo copriva un fiocco rosso e sotto portava una gonna a pieghe dello stesso colore del pullover, che arrivava più o meno sulle ginocchia.
Quindi la bambina non frequentava l’accademia per diventare una kunoichi, ma una semplice scuola per civili.
-Mettimi giù!-Pregò la bambina stanca di urlare e spaventata.
Itachi l’accontentò e si inginocchiò poggiandosi sulle punte dei piedi con le mani posate sulle gambe, poi guardò la piccola e sorrise.
La bambina lo fissò sorpresa dalla bellezza e la dolcezza di quel sorriso.
-Tranquilla… non ti voglio rapire piccolina, io sto andando a Konoha, se vuoi potrai fare il viaggio assieme a me…-Lei lo guardò, poi voltò il capo, effettivamente non sapeva dove si trovasse casa sua, sapeva solo che aveva camminato, ma non ricordava più in quale direzione, da sola non poteva farcela, anche una mocciosa come lei poteva ben capirlo.
-V-va b-bene!-Itachi si alzò e slacciò la sua tunica dell'Akatsuki, per poi posarla sulle spalle della piccolina, che sembrò proprio arrossire, mostrandogli un sorriso.
Era davvero buffa.
Inaspettatamente, il ragazzo si sentì afferrare per un polso.
-Tu...Non sei cattivo, velo [vero]? I-io...farò la brava, se mi riporterai a casa!-Disse la bambina guardandolo dritto negli occhi.
L’Uchiha, invece, si pietrificò sotto quello sguardo speranzoso e delicato.
Lui non fare del male? Ma lui faceva del male a tutti quelli che trovava sul suo cammino.
Ne aveva fatto anche al suo fratellino, che era la persona che più amava al mondo, sopra ogni altra cosa, benché il suddetto fratello fosse convinto dell'esatto contrario e non vedesse l'ora di ucciderlo.
Ed adesso si trovava dinanzi una bambina che lo pregava di non fargli del male.
A lui che più di tutti odiava la guerra e il dolore, lui che desiderava la felicità per il mondo, lui che, invece, non aveva fatto altro che provocare sofferenza e dispiacere.
-No, non ti farò del male… te lo giuro…Ti riporterò a casa sana e salva, piccolina!-La bambina spalancò gli occhi, le lacrime silenziose scomparvero ed a sostituirle fu un piccolo sorriso sul suo volto paffutello.
Itachi stava facendo tante promesse, tanti giuramenti, eppure non sapeva spiegarsi come mai tanta sicurezza, pur sapendo cosa in realtà era capace di fare.
In lei rivedeva Sasuke ogni momento, in ogni sguardo o sorriso.
-Seguimi, poco distante da qui c’è una grotta, è lì che mi sono accampato per la notte…-Lei annuì, Itachi fece il primo passo ma si accorse che la piccola gli teneva ancora la mano, la guardò ma lei non accennava a lasciarlo andare.
-A-asp-petta… I-io…-La piccola abbassò lo sguardo diventando rossa.
-Cosa c’è adesso!?-Domandò l’Uchiha con un tono un po’ freddo che ormai, per abitudine gli veniva naturale.
Stare sempre solo o con i membri dell'Akatsuki l'aveva reso uno shinobi dal cuore capace di mascherare le proprie emozioni anche quando non era necessario.
-Tu… tu sei… un Mukenin vero?-Itachi rimase a bocca semi aperta, poi sorrise leggermente.
-Sì…-Rispose semplicemente, la bambina tornò a guardare per terra, diventando triste.
-Ecco… ma… io so che i Mukenin sono pericolosi, perché sono assassini e traditori… e fanno del male…-Disse lei sempre a testa calata.
Beh, era sveglia la bambina.
-É vero, i Mukenin sono dei criminali, molte volte anche assassini, ma io non farei mai del male ad una bambina indifesa! Piccina, te l'ho promesso e manterrò la mia promessa…-La piccola spalancò gli occhi sorpresa dalle parole di Itachi, che le aveva posato una mano sul capo arancione, facendola arrossire di nuovo, imbarazzata.
-Non mi fido molto delle promesse dei maschi, se farai come il mio papà, ti odierò per sempre!-
-Il tuo papà eh! Sarà di certo preoccupato, vero?-Chiese lo shinobi, non badando a ciò che la piccola fanciulla gli aveva riferito.
-No, lui non sa che mi sono pelsa, vede Mukenin-san, mio padre viaggia molto… e io lesto [Resto]sola…-
-Davvero? Tuo padre è… un ninja?-Domandò l’Uchiha leggermente preoccupato, se il padre fosse stato uno shinobi, sarebbe stato un problema e avrebbero dovuto eliminarlo se questi avesse scoperto che la figlia era stata trovato da un ninja traditore, ed in effetti, anche la bambina sarebbe stata un problema, loro erano sotto copertura, in missione segreta, e lui cosa aveva fatto? Non aveva minimamente pensato che la bambina avrebbe potuto fare una descrizione di lui o della sua tunica nera a nuvole rosse.
Aveva salvato una bambina e gli aveva promesso di portarla a casa, agendo in modo sconsiderato. Però, a risollevarlo, furono le parole della stessa bimba.
-No, mio papà non è un ninja, lui… suona! È un musicista…Per questo viaggia molto… e io lesto [Resto] a casa con la mia mamma finché non torna, ma ieri o forse l’altro ieri… io… sono stata cattiva…-Spiegò la bambina intristendosi ancor di più.
Itachi si calò di nuovo e le prese le manine, trattenendo una risata per il modo davvero divertente in cui lei parlava.
-Come ti chiami?-Allora le chiese, guardandola con dolcezza.
-I-io? Io mi chiamo… Luna…-
-Che bel nome che hai…-
-Grazie… e tu come ti chiami?-
-Ecco… veramente, non potrei dirti il mio nome, sai sono in missione segreta, però… se mi giuri, come io ho giurato a te di riportarti a casa, che non lo dirai mai a nessuno, te lo dirò…-La piccola guardò attentamente gli occhi del ragazzo.
-Te lo giulo [giuro] su tutte le mie action figure di Sailor Moon e Kenshiro! Non lo dirò mai a nessuno! E poi tu mi hai salvata dal fiume, devi essele forte almeno quanto Ken, o pel-lomeno [per] quanto l'Hokage!-Il Mukenin sorrise, un po' incerto.
Di che diavolo stava parlando? Chi era questa Sailor Moon e questo Kenshiro adesso?
-Sailor...Moon e Kenshiro?-Chiese decisamente dubbioso.
-Non li conosci? Tu non guardi Sailor moon e Ken? Hokuto no Ken, vanno in onda dalle quattro in poi, su Neko-tv!-
Oh ecco, parlava di Anime, una volta anche Sasuke da piccolo si era appassionato ad un certo Anime di un uomo chiamato l'uomo tigre.
Ogni tanto, quando non era impegnato fra compiti e missioni, gli aveva fatto compagnia, nonostante non fosse tanto propenso a quei generi di anime violenti.
-Allora, me lo dici come ti chiami, Mikenin-san?-
-Io mi chiamo Itachi…-La piccola lo guardò un po’ strana, quasi sconvolta, l’Uchiha pensò che la sua reputazione fosse nota anche alla bambina. Un grande guaio, cosa gli diceva la testa oggi!?
-Ti… chiami… Itachi…-Il Mukenin deglutì, maledicendo il momento in cui le aveva rivelato il suo nome, controllato dallo sguardo della piccola.
Dio, cos'avrebbe fatto se Luna avesse saputo di lui?
-Che… blutto [brutto] nome!-l’Uchiha si risvegliò da suoi pensieri, rimanendo a bocca aperta.
Questa non gliel’aveva mai detta nessuno. Trovava il suo nome brutto!!
Tuttavia, tirò un sospiro di sollievo che non riuscì spiegarsi.
Non dover usare lo sharingan per cancellarle la memoria era un sollievo.
-Ah…ahahah…-Ridacchiò lui irritato, non era vero che il suo nome era brutto!
-Scusami se ti ho detto che il tuo nome è brutto… ma “donnola”… di solito portano sfortuna, morte e distruzione…-Itachi si accorse che Luna lo stava guardando in modo un po’ paranoico.
Era quasi inquietante, come quell'anbu. Yamato.
Sì, le somigliava in qualche modo, quando aveva quell'espressione.
-Ma comunque, per me, sono ploprio carine le donnole… -Disse con dolcezza.
Lui la fissò per un po’ e sospirò per poi ridere.
-Ah davvero? Allora lo prendo per un complimento!-
-Ma lo era, Itachi-san! Anche se non hai un nome carino, sei anche più bello del mio papà! Accidenti!-Borbottò lei, improvvisamente infuriata e rossa come un peperone.
L'Uchiha la guardò intenerito e non poté che sorridere.
Così, giusto per vedere quanto davvero poteva imbarazzarsi una bambina, fece il gesto più romantico del mondo.
La prese in braccio come una principessa.
Lei smise di farfugliare cose come: “Accidenti se sei calino [carino]!” “Quanto corri veloce, Itachi-san?” “Itachi-san, hai una fidanzata?”
Sgranò gli occhi e lo guardò.
-Luna-chan, sei davvero una curiosona, neh?-Scherzò il ragazzo, spiccando un salto su un ramo, dirigendosi verso il rifugio dove lo aspettava Kisame.
Lui sarebbe stato un bel problema.
-A proposito, come hai fatto a perderti, piccina?-
La bambina prese fiato e sorrise birichina, accucciandosi sul petto di Itachi che saltava agilmente qua e là.
-Io…sono scappata da scuola…-Ammise, quasi come se avesse paura di una qualche punizione e difatti Itachi si fermò.
-Cosa?!... –La bambina strizzò gli occhi, impaurita dal tono sorpreso e brusco di Itachi.
-S-si… mentle scappavo, un bidello mi inseguiva, ma sono finita nel bosco, ho camminato tanto tanto, ma… poi… non lo so si è fatto buio, e c’erano dei Mostli [mostri], che facevano rumore, sembrava che nel bosco ci fossero tigli, olsi, lupi, selpenti, insetti schifosi![tigri, orsi, serpenti] Ho avuto tanta paura ed ho continuato a scappare per tornare a casa, ma il bosco non finiva mai! Mai mai!-Luna aveva iniziato a parlare in un modo molto più infantile e sconnesso, segno di quanto era stata spaventata in quelle ore solitarie.
-Poi, ho visto il sole, ero tanto stanca, così penso che ho dormito da qualche parte, non lo so per quanto tempo, poi mi sono svegliata e si stava facendo di nuovo buio, avevo tanta fame e sete! Così ho trovato il fiume, volevo bere, ma poi… non lo so, sono caduta! Sigh!-La piccola cominciò a singhiozzare e lasciar scendere qualche lacrima, Itachi si rattristò e sentì il cuore sciogliersi ancora e ancora.
-Ehi, ehi… non ti preoccupare, adesso non ti succederà più nulla di brutto, piccina!-Esclamò, stringendola un po' a sé, per confortarla.
Luna apprezzò e si sentì protetta, come non mai nella sua vita.
Non sempre c'era stato qualcuno per lei ad abbracciarla così.
Ed onestamente le piaceva essere chiamata piccina.
-V-va bene! Posso restare in braccio, Itachi-san?-
-Ma certo, riposa pure, siamo quasi arrivati...-


-Oh Itachi sei tornato!-Sbottò Kisame appena lo vide.
-Kisame…-Sussurrò l’Uchiha guardandolo con una sorta di dubbio.
Cosa gli avrebbe detto riguardo Luna?
Kisame, per l'appunto, si accorse della bambina avvolta nella giacca di Itachi e sgranò gli occhi tondi.
-E lei chi diavolo è!? Itachi, ma… -
-Lei è Luna… l’ho trovata qui vicino, stava annegando e l’ho salvata, la riporterò a Konoha…-Kisame non poteva vederla ma stava cercando di capire che età e che aspetto avesse.
Fu in quel momento che lei si svegliò dall'improvviso sonno di pochi minuti e guardò Itachi, con aria rapita e le guanciotte rosse.
-Una bambina? Di Konoha?-Domandò Kisame, scettico, palesando la sua presenza a Luna.
La bambina si spaventò chiaramente, non si aspettava che assieme ad Itachi ci fosse qualcun altro, quindi cercò di localizzare la voce dell'altro compagno di Itachi, terrorizzata.
-Tranquilla, lui è Kisame, non ti farà nulla...-
Luna lo vide, aveva l’aspetto inquietante, le fatture di uno squalo e dal suo sorriso si capiva bene che anche i denti erano in linea con l'aspetto.
Lei urlò e si aggrappò ad Itachi nascondendo il viso nella sua maglia.
-Bravo! L’hai spaventata!-Esclamò Itachi, alzando gli occhi al cielo. Kisame lo imitò con un sorriso strafottente e divertito.
-Dai Luna, non piangere, Kisame sarà buono con te se non frignerai...-
Con quelle parole Luna sembrò calmarsi, ma guardò Kisame con gli occhi ancora lucidi.
Lo shinobi di Kiri, sorrise ancora più diabolicamente.
Ma stavolta Luna fu più determinata.
-I suoi denti...-
-Non la mangerai vero, Kisame?-Domandò Itachi, mentre si piegava sulle gambe e lasciava scendere Luna privandola della giubba dell'Akatsuki.
-Se proprio non posso...-Rispose fintamente annoiato l'uomo-squalo.
Il discorso sembrò cadere lì, anche se Luna e Kisame si scrutavano.
Lei preoccupata ed insicura, lui divertito ed incuriosito.
Itachi intanto aveva acceso un fuoco, recuperato una maglia dalla sua borsa ed un elastico per capelli, ma Luna non aveva fatto in tempo ad accorgersi di come lui facesse ad accendere un fuoco con la magia, rimanendo delusa.
A quel punto poi, Itachi, si avvicinò a lei e le prese delicatamente i capelli, restando alle sue spalle.
Li carezzò con cura, facendo scendere via tutta l'acqua, strizzandoli per bene.
Poi li legò in un bel chignon e le mostrò maglietta, invitando la bambina ad accostarsi con attenzione verso il fuoco caldo.
-Ora togli i tuoi vestiti bagnati, potrai indossare questa, così non ti ammalerai...-
Luna annuì ed in principio tentò di togliersi la maglia, ma poi si bloccò rimanendo a fissare il terreno. Itachi capì e sorrise raddolcito dalla sua piccina che troppo le ricordava Sasuke, quando era ancora un pulcino, piccolo e timido.
-Posso aiutarti?-Domandò lui, ma Luna non rispose, così il moro si avvicinò, si calò e prese il bordo della maglia, ma la piccola si ritrasse lasciando Itachi ancora più perplesso e stupito, rendendosi conto che la bambina era imbarazzata.
-Luna… non temere, non ti guardiamo!-Disse, mentre lei guardava altrove ed annuiva, poco convinta.
-Forse potremmo tenerla con noi, è divertente!-Scherzò Kisame restandosene seduto nel suo angolo, Itachi non lo degnò di uno sguardo ma Luna per un attimo lo guardò con interesse e un po' di rossore sul viso.
-Qualcuno la starà cercando di sicuro, è troppo rischioso...-Disse Itachi non prendendo neppure in considerazione l'idea né tanto meno l'espressione di Luna.
No, Luna era una bambina, non l'avrebbe trascinata in quell'orrore fatto di morte e dolore.
-Nessuno sa che sono scappata, la mia mamma non verrà a cercarmi e non manderà nessuno, dice sempre che se non fosse per me, sarebbe una donna libera e se sparissi, potrebbe ricominciare da capo...-
Itachi non gli rispose e non le diede retta.
Era solo una bambina che aveva fatto una marachella ed aveva paura di tornare a casa, non c'era altra spiegazione.
Tutti i genitori amavano i proprio figli.
Persino i suoi, dovevano averlo amato quando lui....
Le sfilò la maglia, scacciando i ricordi, Luna allora arrossì riportando la sua attenzione sul moro dallo sguardo inespressivo e vuoto.
Si lasciò sbottonare la camicetta e persino togliere la canottiera.
Il fuoco le riscaldava la pelle nuda.
Itachi le tolse anche la gonnellina ed in un attimo era in mutandine, ormai rese trasparenti dall’acqua.
Pensò subito che era necessario coprirla, non era carina in mutande, Kisame poteva benissimo vederla.
Chissà poi perché ci stava pensando, era una bambina, maledizione.
-Adesso rimani qui accanto al fuoco, potrai asciugarti un po'…-Gli disse lui.
Luna si accucciò sulle ginocchia ed Itachi, lui ne fu sollevato e le passò la maglia, aiutandola ad indossarla, in fretta.
Le stava larghissima e questo lo distrasse dai pensieri negativi, così sia lui che Kisame risero mentre lei cercava di tirar fuori le mani dalle lunghe maniche, sbracciandosi in modo ridicolo.
-Ehi, cosa avete da ridere, bakayaro, accidenti!!?-Domandò Luna alzando le braccia, da dove penzolava una bella quantità di stoffa che non le permetteva di far uscire le manine.
In viso era rossa ed infervorata con le guance gonfie d'aria ed il muso lungo.
-Accidenti, Itachi-san, siete due mascalzoni, fate così solo perchè sono piccola!-
-Sei piccola come un criceto...Dai, vieni qui, ti aiuto ad asciugare i capelli...-
L'Uchiha si mise accanto al fuoco e l'invitò a sedersi fra le sue gambe incrociate.
Luna arrossì e poi sorrise contenta, correndo fra le braccia di Itachi.
-Ci sai fare con i bambini! Oh, ma certo! Hai un fratellino, Sasuke!-Dichiarò Kisame, afferrando dallo zaino una maglia.
-Asciugala con questa...-Disse l'Hoshikagi , lanciandola ad Itachi, che la prese al volo e poi sciolse i lunghi ed arancioni capelli di Luna.
-Hai un Otouto, Itachi-san? Si chiama Sass'kè?-
-Sì, ormai dovrebbe avere tredici anni, più o meno...-Le raccontò lui, frizionandole i capelli per asciugarli, poi, visto che lei gli dava le spalle ed era rivolta con il volto verso il fuoco, la sollevò e la voltò verso sé, così che i capelli fossero diretti verso il calore del fuoco.
Lei incrociò le gambe sulle sue e lo guardò con gli occhi grandi ed assonnati.
-Anche lui è uno Shinobi, Itachi-san?-Chiese sorreggendosi il mento con una mano.
-Già...-
-Dev'essere bello, essele uno Shinobi, tutte quelle avventure, neh Itachi-san?-
Il ragazzo moro la guardò con un sorriso amaro, era ancora una bambina ingenua ed inconsapevole delle atrocità della vita, sopratutto quella a cui era costretto uno Shinobi.
La morte, il dolore, la guerra e gli inganni erano la base di quelle vite che già da bambini erano costretti ad intraprendere.
Luna era fortunata, non avrebbe mai conosciuto nulla di tutto quello schifo, di quella crudeltà.
-Oh certo, puoi uccidere chi ti pare, no, Luna!-Esclamò allegramente Kisame, attirando l'attenzione di Luna.
Itachi guardò male il compagno e sistemò i capelli di Luna, in modo che si asciugassero per bene.
-Davvero? Non sembra diveltente [divertente] però! Gli Shinobi più fighi sono quelli come Ken il guerriero, lui salva le persone più deboli!-
Kisame la guardò per un attimo, sbalordito, poi alzò gli occhi al cielo.
-Sarà meglio dormire, i bambini a quest'ora delirano!-E così, il ninja di Kiri, si sistemò sul suo sacco a pelo e prese a ronfare.
Itachi e Luna rimasero un po' in silenzio, finché lui non prese il sacco a pelo e lo sistemò sul pavimento.
-Itachi-san...Non riuscirò a dormire...-Affermò la piccola sconsolata.
Itachi la fissò un po’ perplesso e lei non lo guardò in faccia, spostandosi piano dal sacco a pelo.
-Le mie mutande… sono bagnate…-Detto questo la bambina rimase a fissare il volto del ragazzo sconvolto e si udì la fragorosa risata di Kisame.
Luna lo guardò male domandandosi cosa ci fosse da ridere.
-Bakayaro di uno squalo, non è colpa mia! Non faccio la pipì a letto da quando sono diventata grande!-Si infuriò la bambina, facendo ridere ancora di più Kisame, che rotolava nel suo giaciglio.
-Itachi che effetto fai ahahaha!-Non poté risparmiarsi quindi Kisame, ma stavolta Itachi lo guardò malissimo.
Nel frattempo Luna senza pensarci più, tirò su la maglia e si sfilò la biancheria ricoprendosi con la maglia, più velocemente che poté.
Silenzio.
Itachi deglutì.
Di solito non stava bene fare certe cose, nemmeno se era una bambina a farle.
Togliersi le mutandine davanti a due perfetti estranei era troppo.
Come poteva sgridarla santo cielo?
E più continuava a darsi dell’imbecille, per essersela presa tanto, più sentiva che avrebbe voluto sculacciarla.
Quella bambina era troppo spontanea, innocente ed ingenua per rendersi conto della situazione e lui, che da quando aveva lasciato Sasuke, era stato troppo serio, calcolatore e persino sadico, con Luna aveva mostrato un lato di sé apprensivo, gentile e protettivo, che pensava di non conoscere più dopo tutti i cadaveri che si era lasciato alle spalle in diciassette anni di vita.
Non capiva perché che lei si fosse tolta le mutande davanti a lui e Kisame lo infastidisse tanto, dopotutto era lui che l'aveva spogliata, prima.
Si stava rincitrullendo.
Lei sbadigliò strofinandosi gli occhi.
-Itachi, metti anche questa ad asciugare…-Disse porgendogli la mutandina bagnata. Itachi la prese un po' bruscamente e la sistemò vicino agli altri abiti, accanto al fuoco. Eppure ricordava di aver visto suo fratello saltellare per casa in mutande o addirittura nudo, all'età di Luna, prima di un bagno o d'estate più volte.
Non si era mai comportato o sentito così con lui.
Stava diventando paranoico. Doveva calmarsi.
Luna si avvicinò a lui, che la prese in braccio e la distese accanto a lui, coprendola per bene.
Kisame era tornato silenzioso, nel suo stato di solita dormiveglia, benché fossero al sicuro.
Chiese gli occhi, stanco e impensierito.
Dopotutto era impossibile che qualcuno non si accorgesse che una bambina era scappata da Konoha, no?
Ma allora perchè erano passate già due notti e nessuno l'aveva rintracciata?
A Konoha non erano così incapaci da non ritrovare una bambina di sei anni o giù di lì.
Che la piccola non avesse mentito, riguardo la madre ed il fatto che nessuno l'avrebbe cercata?
La piccola in questione si strinse a lui, nascondendosi fra le sue braccia.
-Arigatō, Itachi...-Gli disse, piano.
-Uhm?-
-Stanotte non ho più paura, se verranno dei nemici, mi proteggerai un pochino, velo [vero]?-
Itachi spalancò gli occhi e il suo cuore si sciolse dal ghiaccio che, negli ultimi sette anni, lo aveva tenuto prigioniero.
Così l'abbracciò senza rispondere, ma era bastato un piccolo gesto per far cadere lui e Luna fra le braccia di Morfeo.



Fine I capitolo.
 

   
 
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