Sono su questo aereo e non so cosa aspettarmi  quando atterrerò  a destinazione, so quello che ho lasciato : i miei amici, la mia scuola, il mio ragazzo dave..che credevo d’amare tanto.
Chi mi guarda in questo momento penserà dove vai? Perché stai andando via ,da cosa fuggi?
Boston era la mia casa, ci sono cresciuta, ma il troppo dolore mi impedisce di andare avanti normalmente ed ho bisogno di fuggire..
Mi chiamo Ellie..un nome stupido quanto probabilmente la mia decisione. cosa si fa quando non ti è rimasto nulla? Si ci lascia cadere in un baratro che ti spinge inevitabilmente sempre più in basso? Oppure si ci rimbocca le maniche cercando di ricominciare da chi siamo cercando di riprenderci un po’ di quella felicità che all’età di 17 anni dovrebbe spettare ?
E allora eccomi qui, all’aeroporto di questo paesino , dove mi aspetta la mia nuova vita, tra un fresco venticello e l’aria torbida.
Mia zia doveva venirmi a prendermi, il mio aereo è atterrato da circa mezz’ora e l’aspetto qui da più o meno venti minuti…poteva organizzare almeno un accoglimento più caloroso per dimostrarmi che non le pesa a fatto avere la sua nipotina ,unica nipotina, orfana con lei.
Forse il pensiero la turba più del dovuto , insomma quali turbe può avere un adolescente che da 8 mesi vive senza i suoi genitori morti schiantati una sera di novembre quando la strada era troppo scivolosa per consentire ad una motocicletta di aderire perfettamente al suolo..di terribili ed immaginabili…ed invece eccomi, alta, con la mia chioma castana che sfoggio il sorriso più falso del pianeta.Non tutti devono capirti, non tutti vogliono capirti..i miei occhi sarebbero inondati di lacrime se solo io non volessi sforzarmi di nascondere le mie fragilità, il mio dolore, la mia perdita..
Dopo cinque minuti che l’aspetto , vedo la sua auto rossa avvicinarsi , vedo la sua chioma rossa riccia scendere dalla macchina e con un sorriso indecifrabile mia zia Catie e a due palmi dal mio viso ha quasi 40 anni ma la sua pelle è giovane,  i suoi occhi vispi e verdi e pare molto più giovane
“Ellie cara , che piacere vederti! Quanto sei cresciuta! Lascia…questi bagagli ti peseranno parecchio!
“ non preoccuparti zia, non sono cosi pesanti quanto sembra ,sono più forte di ciò che pensi! Non lasciarti ingannare !”
“lo so….!”  Ci fissiamo per una decina di secondi..mi guarda con apprensione, avrei dovuto forse evitare quella frase a volte dimentico che io ho perso i miei genitori ma lei ha perso sua sorella…il silenzio diventa quasi pesante e decido di romperlo…
“ allora, dove abitiamo? Quanto dista da qui?!” vedo il suo sguardo illuminarsi, un sorriso sincero le appare sul viso..
“ non molto , dobbiamo passare a prendere la cena.. qual è il tuo cibo preferito?! Devo cercare di mettermi al passo! Ceno sempre sola e il frigo straborda di surgelati che non voglio assolutamente refilare alla mia nipotina appena arrivata! Che zia sarei?
“non farti problemi..ma se posso scegliere..sceglierei qualcosa di goloso! Come una pizza !”
“ perfetto, monta in macchina! Ti farò assaggiare la pizza più buona di tutta l’america del nord!”
Nel tempo trascorso in auto, ho passato gran parte del tempo in silenzio, catie mi ha raccontato del suo lavoro, dei suoi hobby… come se mi può sembrare immaginabile una 40enne che nel suo tempo libero si da al canto in una band di hippie attempati in locali notturni , e di Beacon hills dicendomi che è un paese piccolo , ma pieno di giovani e che sicuramente farò amicizia!
Non so quanto tempo sia passato dall’ultima volta in cui ho dovuto sforzarmi a fare amicizia, non sono una tipa socievole. O estroversa! Anzi ho bisogno di tempo per aprire bocca e per legarmi a qualcuno , a Boston avevo un gruppo di amici si, ma ci conoscevamo dall’asilo ..non ho mai dovuto fare amicizia…sono spaventata a morte.
Arriviamo a destinazione, casa di catie è proprio carina! Si divide in due piani con un bel giardinetto con veranda sull’davanti e una vista su uno spettacolare se pur inquietante bosco sul retro .
Una volta entrata, mi mostra la mia camera, è al secondo piano dell’abitazione piccola ma molto confortevole . sistemo un po’ le valigie prima che catie mi chiami per la pizza che è appena arrivata.
Ci sistemiamo sul tavolone del soggiorno e chiacchieriamo del più e del meno..quell’ondata di malinconia che mi aveva avvolto mi ha quasi del tutto abbandonata , zia catie è simpaticissima e sa farmi ridere a crepapelle ..la pizza finisce e ormai sono quasi l’una di notte pensiamo che è il caso di prepararci per dormire.
Quindi dopo esserci date la buonanotte mi rintano nella mia ho preso un libro dall’infinita libreria del soggiorno di zia catie , è un libro sulla storia del posto, miti e leggende, mi ha attirata sin da subito.. quindi mi metto nel letto , tiro su le coperte e accendo la lampada sul comodino e m’immergo nella lettura..
Ad un certo punto sento provenire dal bosco uno strano verso, forse un ululato…ma ci sono i lupi in questo stato?...possibile?