Fanfic su artisti musicali > Big Bang
Segui la storia  |       
Autore: Whats Her Name    15/01/2014    4 recensioni
Sapevo che sarebbe stata l'avventura più importante della mia vita. Ed eccomi qui. A Londra, con le mie amiche di sempre a costruirmi un futuro. Il primo grande passo verso l'indipendenza, l'abbiamo compiuto insieme...Anche se credo che fra tutti i possibili eventi che ci siamo immaginate, la più inaspettata è capitata a noi.
Tre (decisamente) non comuni coinquilini, sono pionbati inaspettatamente nelle nostre vite.
Ji Yong, Seung Hyun e Young Bae, ancora fatico a ricordare, ma sopratutto a pronunciare i loro nomi. Anche loro come noi, fuggiti dalla loro Corea, per costruire passo dopo passo il loro futuro, con una valigia e tanta voglia di vivere e divertirsi.
Con una piccola differenza, noi semplici studentesse loro fantomatici e grintosi artisti musicali.
Chi lo avrebbe mai detto che quegli strani vicini da lì a poco, sarebbero diventati i nostri folli compagni di avventure?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon, T.O.P., Taeyang
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Soffia una leggera brezza mattutina e il sole irradia timido e leggero le piccole pozzanghere ai lati della strada, è decisamente caldo, considerando che ci troviamo a metà febbraio.
Mi affaccio al portone munita solo di una tuta rosa e una leggera felpa con il collo alto, in ogni caso non sento freddo. Mi soffermo ad osservare la città svegliarsi; al lato opposto della strada un'anziana e goffa signora cerca con forza di alzare la serrattura del negozio; Riesco ad intravedere il rosso accesso delle rose e un'altra infinità di sfumature di altri fiori, dei quali non conosco il nome; Sono una frana quando si tratta di riconoscere le piante, anche se in fondo è perchè non mi sono mai interessata veramente alla botamica.
La giornata è iniziata in maniera decisamente diversa, non solo per lo strano alzamento di temperature, ma anche perchè questa mattina è toccato a me andare a prendere il caffè allo starbucks poco distante. Di solito sono esonerata da questi incarichi, a dirla tutta sono io che, con una scusa e un'altra, non lo faccio quasi mai. Ad essere sinceri, non saprei spiegare il motivo del mio improvviso gesto di gentilezza, non che non lo fossi, semplicemente non chiedetemelo di prima mattina.
Un soffio di vento leggermente più forte mi scompliglia i lunghi capelli rossi, che mi finiscono dritti in faccia; Con un rapido gesto li sposto e con passo leggero mi incammino a prendere la colazione alle mie compagne, non che, amiche di stanza.
Mi volto un secondo verso l'edificio da cui sono appena uscita, molto piccolo e tranquillo, solo tre piano collegati da strette e polverose scale; la zona è relativamente tranquilla, è situata in periferia, lontana dal caos di Londra, ma comunque poco distante dalla metropolitana, la quale ci permette di arrivare in un batter d'occhio in centro città.
Mentre mi avvicino al Bar, allungo la mano verso il muro alla mia sinistra, sfiorando con la punta delle dita il freddo cemento ricoperto di rugiada; osservo le scritte d'amore sui muri, alcune scritte di fretta altre con precisione e pazienza, alcune colorate altre a caratteri neri;
Chissà quante vite ha osservato questo muro, quanti amori ha visto finire e quanti iniziare.
Mi fermo di colpo, quando il mio dito si poggia su una superficia differente, ed osservo il foglio di carta attaccato sul muro.
"GREEN DAY LONDON 24 FEBRUARY"
Sul mio volto si accende un enorme sorriso, e resto qualche istante a contemplare quell'immagine; strappo di colpo la locandina e faccio marcia indietro a passi veloci.
Erano anni che non assistevo ad un loro concerto, a dire il vero erano mesi che non leggevo aggiornamenti su di loro; la tipica notizia che dà un colore in più alla giornata, sicuramente stamattina, non me lo sarei mai aspettata.
Apro di fretta il portone e salgo le scale, saltandole due per volta; la passione per i green day era nata quando frequentavo le medie, ma a differenza di quello che tutti dicevano, a me non è mai passato questo amore, anzi più passa il tempo e più mi rendo conto che è la musica fatta per me.
Arrivo al primo piano, e intravedo la signora Emily, sulla quarantina scontrosa più che mai, credo di non averla mai vista sorridere, tanto che sono arrivata alla conlusione che forse non ne sia nemmeno capace.
scavalco di fretta le scale, immersa nei miei pensieri; mi accorgo di avere il fiatone, non sono abituata a fare certi sforzi di prima mattina, anzi a dire il vero non sono abituata e basta; rischio di fare gli ultimi scalini in ginocchio, se non fosse per la vecchia e logora ringhiera che mi salva all'ultimo momento. Iinizio a bussare a ritmo di musica, ridacchiando come una scema.
"Hei apritemi!!! forza non ho tutto il giorno"
La porta si apre, e due occhi a mandorla si stropicciano stanchi; Kwon, o come lui vuole essere chiamato (il suo nome d'arte), "G dragon"; si tira indietro i capelli rossi arruffati, forse adesso troppo lunghi, e mi osserva con aria soprepsa; abbasso lo sguardo e noto che indossa dei ridicoli boxer con le paperelle, che mi strappano una sonora risata.
"Fammi indovinare, hai sbagliato di nuovo appartamento?"
Mi guarda con un ghigno ironico ed io sorrido di rimando; poi mi ricordo del foglio e glielo mostro fiera.
"GUARDA CHI VIENE A LONDRA!!! Non prendete impegni per quel giorno chiaro?"
So benissimo che a lui non piacciono, ne tantomeno agli altri, o perlomeno me lo immagino; non sono tipi da musica Punk; ma non mi importa, a dirla tutta, non mi pongo nemmeno il problema.
Non gli lascio nemmeno il tempo di rispondermi che scappo subito al piano di sopra, per raggiungere le mie compagne.
Sento dei passi riecheggiare dietro di me, e la voce di Kwon, che ripete il mio nome, rassegnato sicuramente all'idea che non mi sarei mai fermata a dargli spiegazioni.
Vedo la porta semiaperta e con la mano la spalanco, volto leggermente lo sguardo e lui è lì, dietro di me, ed è ancora con quell'imbarazzante pigiama. Credo che li sognerò la notte quelle stupide anatre gialle; ridacchio al pensiero.
nella piccola cucina c'è Veronica, seduta sul tavolo che legge impegnata un gigantesco libro di medicina; si volta di scatto verso di noi, e mi scruta con gli occhi marroni interrogativi, forse allarmata solo del fatto che non avevo in mano quello che lei voleva: il caffè.
"Ma non dovevi andare a prenderci la colazione o sbaglio?"
"Ho qualcosa di meglio, guarda qua?"
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Big Bang / Vai alla pagina dell'autore: Whats Her Name