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Autore: I promise    15/01/2014    1 recensioni
"Cosa ho fatto?" Eracle se lo ripete in continuazione. Le mani gonfie e tnte di rosso, di sangue, del suo sangue. Cade in ginocchio. Muore dentro. Perdonami. Ti prego.
Ciaooooooooooo ecco una flashfic su i sentimenti di ercole dopo l'uccisione dei suoi figli e della sua adorata moglie; infatti ingannato da Era che offusca la sua mente crede che i suoi figli siano nemici pronti a usurpare il trono di Tebe. La pazzia vince l'eroe, e la realizzazione dell'accaduto gli provoca un terribile dolore...... spero di essere stata chiara!!!!! UN BACIO I promise
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ercole punta la spada alla gola del suo nemico. Lo guarda. Pian piano affonda la lama dilaniando il morbido collo della sua vittima. Della sua donna. Lui però non lo sa. Lo fa. Le recide la gola. La uccide.  Prima che il freddo abbraccio della morte la trascini nell’Ade, lei lo guarda. Le mima una frase breve e autentica. Ti amo. Lui realizza l’accaduto e la vede cadere di peso, per terra sul gelido marmo del palazzo di Tebe.                                                                                                                                                                                                             Impazzisce. Ti amo. Il caldo sangue che fuoriesce le provoca delle convulsioni. Sta affogando nel suo stesso sangue.                                            
 Le si avvicina.”Megara, ti prego. Perdonami!” “Cosa ho fatto, guardami avanti!” lui le chiede scusa. La copre con il suo mantello porpora, la vuole al caldo. Ma lei è già fredda. Eppure mai come il suo cuore. Guarda i suoi grandi occhi caldi spalancati, intenti a fissare le pareti dell’Inferno. Lui ha sbagliato. Ha perso. Lei non è riuscita a vincere la morte. Nessuno ha vinto. La bacia dolcemente, strappa i suoi abiti e la ricopre di soffici stracci bianchi che  si intingono di liquido rosso. Il suo sangue. La dondola e la culla anche se lei non può ascoltare la sua canzone. Le sussurra dolci parole all’orecchio. Urla. E’ colpa sua. Si dilania con la spada le labbra, le deforma. Non sente dolore. Sente di averla persa. La ama. La amava.

Si alza. A terra altri corpi. I suoi figli. Sangue del suo sangue. Dona un bacio sulla fronte a tutti e nudo, senza più speranza gli dice addio. Continua a voltarsi e chiede perdono a quei corpi ad ogni passo. Piange copiosamente e si abbandona ai singhiozzi.

Porta la spada al petto. Un rivolo di sangue esce. E’ pronto, non ha paura. Vuole raggiungerli.
  
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