A Friend For Bill
Era tutto
tranquillo a casa Kaulitz, e la serenità regnava sovrana
mentre gli uccellini
volavano e cantavano nel cielo.
.
..
...
Naaah,
impossibile.
Quando mai casa
Kaulitz è tranquilla?
Eppure dalla
villa
sperduta (si, nel deserto) e solitaria (come no) non proveniva alcun
rumore.
Ipotesi A: un
nuovo
tipo di bomba ne aveva ucciso gli abitanti senza radere al suolo
l’abitazione
(facciamo i corni).
Ipotesi B: i
proprietari stavano smaltendo una bella sbronza.
Ipotesi C: la
bellezza
di Tom Kaulitz aveva sbalordito il mondo, che si era fermato
cristallizzando
tutti per poterlo osservare meglio.
Ipotesi D: Bill
Kaulitz stava architettando qualcosa.
E quando il
suddetto esplicò la sua macchinazione, Tom seppe che avrebbe
dovuto rispondere
D, e non C a Gerry Scotti quando gli aveva posto la domanda. Ma ora
aveva
problemi più gravi di un milione non vinto e la conseguente
rabbia del
fratello.
Che era sempre
un
guaio relativo al fratello.
…
Doveva decidersi
ad
autonomizzarsi da lui, comunque.
\/\/\/\/
Il Ragazzo
Stuzzicadenti fece la sua Teatrale Comparsa nel salotto, con tanto di
Depressa
Aria Malinconica intorno; nel mentre, Colui Che Si Veste Con Tendoni Da
Circo
era comodamente seduto (leggi: spaparanzato) sul divano, con birra in
una mano
e il telecomando nell’altra. Lentamente, il chitarrista
voltò il suo sguardo
sull’afflitto fratello, e lo fissò.
Bill
ricambiò
l’occhiata, sospirando colmo di sofferenza.
Tom
continuò a
guardarlo.
Bill
ri-ricambiò
l’occhiata, sforzandosi di apparire
disperato&abbatttuto.
Tom
continuò a
continuare di guardarlo.
Finché
non schiuse
le labbra e…
Trangugiò
un sorso
di birra, tornando a guardare la tv, decisamente più
attraente.
Bill
spalancò la
bocca, talmente stupito dal notare lo scarso livello di attenzione che
gli era
stato dedicato da distruggere la Depressa Aria Malinconica e creare la
Sorpresa
Aria Attonita. Ma si riscosse in fretta, perché una poco
appetitosa mosca aveva
deciso di esplorare la sua cavità orale spalancata.
“Tom”
capitolò,
pronto a rivelare il Torbido Segreto Che Gli Attanagliava Il Cuore.
“Io… mi
sento solo.” Svelò, abbassando i Pandosi Occhi
sulle candide mattonelle, in
attesa della reazione del gemello. E mai, mai si sarebbe aspettato quella reazione.
Che fu uno
sbuffo
contrariato, seguito da un “Merda.”
“Tom?
… Tom! Tom
hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto?”
“Certo
che ho
sentito la tua voce, che mi ha impedito di segnarmi la terzultima cifra
del
numero di telefono non in
sovraimpressione di Melanie.”
Mugugnò
lui, continuando a guardare la ragazza seminuda che sculettava nel tubo
catodico.
Bill non
degnò di
uno sguardo la rossa che sorrideva sensualmente, e si piantò
di fronte alla
fonte di distrazione che aveva circuito il povero Biondo Rastato.
“Sentire
non è
ascoltare.” Protestò ”Quanto
‘senti’
una cosa vuol dire che ti entra in un orecchio e ti esce
dall’altro, senza dare
il tempo al tuo cervello di assimilare la questione.”
“Bravo”
si
complimentò lui “perfetta
descrizione di quanto è successo.
Ora levati, Melanie ha deciso che non le serve più il
reggiseno.” Per tutta
risposta, l’angelico Bill posò il dito sul
simpatico pulsante rosso che
sembrava dire ‘premimi e le funzioni cerebrali di tuo
fratello saranno
ristabilite’ e spinse con tutta la forza che aveva
nell’indice destro.
Sorridendo, si voltò trionfante verso il fratello che non
fece una piega,
mentre il programma scorreva indisturbato.
“L’ho
fatto
disattivare da un pezzo quel dannato bottone.”
Commentò Tom, continuando a bere
la sua birra e non staccando lo sguardo dal primo piano sulla natica di
Melanie. “Mi hai rovinato troppi di questi fantastici
momenti.”
Il Cantante Nei
Jeans Che Stritolerebbero Ogni Persona Con Un Girovita Normale volse lo
sguardo
al nero cielo della notte, sorridendo amaramente con aria vissuta.
“Non
smetterai mai
di stupirmi, piccolo Tomi.” Sussurrò, perso nelle
profondità dei suoi pensieri.
“Ma ancora non puoi competere con Me, dovrai lavorare sodo
per quantomeno
sperare di raggiungere il Mio livello di Genio Supremo Del
Male.” Di nuovo, le
labbra sottili si incresparono malinconicamente, mentre staccava la
corrente.
“Bill”
ribatté
aspro il gemello “Siamo dentro casa e non puoi vedere il
cielo, che non è
nemmeno buio perché è mezzogiorno. E
‘piccolo’ non sono, visto che sono nato
prima di te. Poi dimmi che risultati ha avuto la tua grande
opera, visto che la tv va a pile.”
Silenzio.
“Ti
pare questo il
momento di sottolineare certe stupidaggini? Sono in preda ad una
profonda crisi
mistica e nemmeno te ne accorgi!” brontolò il
Cantante Incompreso.
Ancora silenzio.
Occhiata a Bill.
“Non
so nemmeno che
diamine è una crisi mistica.” replicò
lui, molto
interessato.
Il Moro Tinto
non
rispose, boccheggiando come un pesce
fuor d’acqua.
Tom
riportò lo
sguardo su Melanie.
Bill
sbatté un paio
di volte le palpebre.
Il Rasta
percepì il
rumore causato dall’urto che le ciglia del fratello
provocarono quando
sfiorarono la pelle. E in quel momento, ebbe
paura. Seppure troppo tardi, si affrettò a
spegnere il Dannato Aggeggio e a
riportare gli occhi sul gemello.
“NoBillScusaScherzavoScusaTiAscolto!”
Balbettò, anche se consapevole che era troppo tardi.
“Cattiiiiiiiiiiiiiivooooooooooooooh!
Non mi vuoi bene!” strillò l’afflitto,
coprendosi gli occhi con le mani e
singhiozzando con tanta forza da spaccarsi il diaframma se non si fosse
allenato con costanza durante gli anni di piagnucolii rivolti al
fratello e
alla madre. “Sei un bruto! Preferisci Melanie, che
è brutta e cattiva, a me!”
“No!
Giuro! Hai
visto? Ho spento!” rispose alla velocità della
luce lui, implorando la Fata Dei
Fratelli Maggiori di aiutarlo.
Bill lo
guardò, non
del tutto convinto.
Tom
annuì
vigorosamente con la testa per sostenere le sue parole.
Fu allora che accadde.
Una sequenza di
catastrofici eventi degni dell’apocalisse.
Il cellulare del
Ragazzo In XXL squillò.
Il proprietario,
senza pensarci, lo tirò fuori.
Il labbro di
Bill
tremò.
E un urlo pari a
cinquemila decibel sconquassò l’aria, frantumando
lo schermo del cellulare e
ogni singolo vetro nei dieci chilometri circostanti.
“Vedi?
Vedi?!?! Non
mi ascolti mai!”
strillò
teatralmente, gestando con le mani al pari del più esaltato
direttore
d’orchestra. “Ed ecco perché io mi sento
solo…” concluse sussurrando,
accasciandosi sul pavimento e rannicchiandosi stringendo le gambe al
petto. “Il
dolore mi devasta il cuore, Tom.”
Terzo
round di
silenzio.
“Wow…
Emo.”
Commentò interessato Tom, portandosi alla bocca una manciata
di popcorn presi
da chissà dove. “Posso guardare mentre ti tagli le
vene?”
Una
vena pulsò
pericolosamente sulla tempia del cantante. “No.”
“Beh,
posso
accontentarmi anche di vedere quando ti scoppierà la vena
sulla testa.”
Rifletté il ragazzo.
“Tooooooooooooooooooom!”
protestò Bill “Io ho un problema!”
“Come
si dice…
problemi tuoi.” Scosse le spalle filosofico il biondo,
continuando a divorare i
popcorn.
“Indovina
chi deve
risolverlo?” lo ignorò il Piccolo Fratello
Indifeso facendo gli occhi dolci.
“Umh…
tu?” provò,
ponderando l’idea di riaccendere la tv ora che si era calmato.
“No!
In base
all’articolo 14B comma 7 dei ‘Diritti del fratello
minore e del cantante’ il
più grande –guarda caso, tu- deve fare del suo
meglio per sostenere, aiutare
e/o soccorrere il fratellino in difficoltà. Inoltre, a
quanto dice l’articolo
28 comma 9, il chitarrista –casualmente, sempre tu- deve fare
del suo meglio
per sostenere, aiutare e/o soccorrere il cantante in
difficoltà.” Sproloquiò
Bill, tirando fuori un tomo enorme e un paio di occhialetti da
psicologo,
posandoseli sul naso. Arrivò fino a pagina 16158, e
scorrendo con il dito le
righe in times new roman 3,5 trovò quello che cercava e lo
ficcò sotto gli
occhi di Tom. “Guarda, è tutto vero!”
Lo
Sventurato
chiuse il libro e lesse ad alta voce: “’I diritti
del fratello minore e del
cantante’, sottotitolato ‘Come fregare i fratelli
maggiori e i chitarristi’,di
Bill Kaulitz.” Lo fissò annoiato “E
dovrei fidarmi di questa roba?”
“Beh”
provò lui,
preso alla sprovvista “Non sarebbe una cattiva
idea!”
“Scordatelo”Il
chitarrista tirò via il volume,che atterrò sul
divano, sfondandolo.
Erano
pur sempre
tre milioni e mezzo di pagine.
“Tomi”
pigolò
l’altro “Ti prego…”
l’Aulico Tom, dando segno d’innata pazienza,
sospirò così
pesantemente da aspirare tutta l’aria
che aveva nei polmoni, roteando gli occhi fino a rischiare di farseli
schizzare
via dalle orbite.
“E
va bene”
comunicò “Che problema
c’è?” il giovane Billy sbatté
stizzito un piede a terra,
contrariato.
“Ma
come? Ancora
non l’hai capito?! Te l’ho detto *rilegge il
capitolo e controlla* ben due
volte!”
“Embè?
Non c’è due
senza tre.” Sentenziò saggiamente il saggio
biondo. “Su, viene dallo Zio Tom e
racconta la tua storia.”
“Nostro
zio si
chiama Eustachio” petulò il minore, ancora
infastidito. “Ed è morto due anni
fa.”
“Pace
all’anima
sua.” Affermò l’altro “Anche
se glielo avevo detto che fare il bagno nella
lavatrice era pericoloso.”
“Già”
rabbrividì il
moro “Ti ricordi? Hanno dovuto raschiare via il cervello con
un spatola. Era tutto
maciullato.”
“Non
ci stava tanto
con la testa, il povero zio.” Ricordò il Ragazzo
Con Il Cappello Saldamente
Attaccato Chioma. “Ti ricordi quando ha cercato di farsi il
buco per l’orecchino
con il trapano? Il suo lobo destro non è più
stato lo stesso.”
“Non c’è più stato
nessun lobo destro,
Tom” lo corresse spazientito il gemello. “Ora per
cortesia torniamo ad
occuparci del mio problema?”
“Se
proprio insisti…”
“Dunque,
come avrai
capito io…” sospiro addolorato e occhi tristi
“…mi sento solo.”
Tom
alzò un
sopracciglio.
Poi
anche l’altro.
Poi
entrambi
divennero un tutt’uno coi capelli.
Poi
alla fine
parlò.
“Stiamo
insieme
tutto il giorno. Come diavolo fai a sentirti solo?!”
“Ma
TomTom!”
protestò il Cantante Dalla Lingua Bucata “Tu sei
me, io sono te. Siamo la
stessa persona, non posso farmi compagnia da solo!” tese la
trappola con ordita
arguzia
“Oh”
s’addolcì il
gemello “Che cosa carina da dire.” Ci
cascò come un allocco. “Allora chiama
Andreas, no?”
“Ma
Andreas non
potrà stare sempre con me…”
“Chiamalo
oggi, e
dopodomani, e il giorno dopo ancora. Ci sarà quanto
vuoi!”
“Ma
metti che si
ammala proprio quando mi sento solissimo.”
“Chiama
Georg.”
“Potrebbe
essere
malato anche lui.”
“Gustav!”
“Non
è da
escludersi un’ipotesi di epidemia…”
“Idea!”
esultò il
biondo. “Ti compro un cactus!”
“…”
“…”
“…”
“Okay,
è un’idea
stupida.”
“Decisamente.”
“Bhe,
non si
ammala, non ti interrompe quando parli e ti ascolta. Cosa vuoi di
più?”
“Io”
affermò Bill. “Voglio…”
Salve
ragazzuoli
<3
Primo
capitolo di
due o tre.
Cosa
vuole Bill
così ardentemente da maciullare le balle al povero Tomi?
(XD) lo saprete nel
prossimo capitolo!
Avevo
detto che non
sarei tornata per un po’ su questa sezione, ma quando
l’ispirazione chiama chi
sono io per sbatterle la porta in faccia?
Prima
fiction
comica, con risultati disastrosi O.O ma lo dedico con tutto il mio
affetto alla
mia gemegnata FrancescaKaulitz <3
BUON
NON COMPLEANNO
TESORO! 364 DI QUESTI GIORNI ALL’ANNO!
(pessima
battuta,
lo so XD)
Se
volete
insultarvi fatelo pure, se volete complimentarvi (?) anche, se volete
dire qualsiasi
cosa, accomodatevi.
Baci
**