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Autore: Shirangel    02/06/2008    11 recensioni
Bill ha un problema, un problema che Tom deve risolvere. E tra pianti, cactus e ricordi di Zio Eustachio, ce la farà il povero Ragazzo In XXL a riportare la quiete a casa Kaulitz?
Genere: Commedia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Friend For Bill

 
Era tutto tranquillo a casa Kaulitz, e la serenità regnava sovrana mentre gli uccellini volavano e cantavano nel cielo.

 
.

 
..

 
...

 

Naaah, impossibile.

Quando mai casa Kaulitz è tranquilla?

Eppure dalla villa sperduta (si, nel deserto) e solitaria (come no) non proveniva alcun rumore.

Ipotesi A: un nuovo tipo di bomba ne aveva ucciso gli abitanti senza radere al suolo l’abitazione (facciamo i corni).

Ipotesi B: i proprietari stavano smaltendo una bella sbronza.

Ipotesi C: la bellezza di Tom Kaulitz aveva sbalordito il mondo, che si era fermato cristallizzando tutti per poterlo osservare meglio.

Ipotesi D: Bill Kaulitz stava architettando qualcosa.

E quando il suddetto esplicò la sua macchinazione, Tom seppe che avrebbe dovuto rispondere D, e non C a Gerry Scotti quando gli aveva posto la domanda. Ma ora aveva problemi più gravi di un milione non vinto e la conseguente rabbia del fratello.

Che era sempre un guaio relativo al fratello.

Doveva decidersi ad autonomizzarsi da lui, comunque.

 

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Il Ragazzo Stuzzicadenti fece la sua Teatrale Comparsa nel salotto, con tanto di Depressa Aria Malinconica intorno; nel mentre, Colui Che Si Veste Con Tendoni Da Circo era comodamente seduto (leggi: spaparanzato) sul divano, con birra in una mano e il telecomando nell’altra. Lentamente, il chitarrista voltò il suo sguardo sull’afflitto fratello, e lo fissò.

Bill ricambiò l’occhiata, sospirando colmo di sofferenza.

Tom continuò a guardarlo.

Bill ri-ricambiò l’occhiata, sforzandosi di apparire disperato&abbatttuto.

Tom continuò a continuare di guardarlo.

Finché non schiuse le labbra e…

Trangugiò un sorso di birra, tornando a guardare la tv, decisamente più attraente.

Bill spalancò la bocca, talmente stupito dal notare lo scarso livello di attenzione che gli era stato dedicato da distruggere la Depressa Aria Malinconica e creare la Sorpresa Aria Attonita. Ma si riscosse in fretta, perché una poco appetitosa mosca aveva deciso di esplorare la sua cavità orale spalancata.

“Tom” capitolò, pronto a rivelare il Torbido Segreto Che Gli Attanagliava Il Cuore. “Io… mi sento solo.” Svelò, abbassando i Pandosi Occhi sulle candide mattonelle, in attesa della reazione del gemello. E mai, mai si sarebbe aspettato quella reazione.

Che fu uno sbuffo contrariato, seguito da un “Merda.”

“Tom? … Tom! Tom hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto?”

“Certo che ho sentito la tua voce, che mi ha impedito di segnarmi la terzultima cifra del numero di telefono non in sovraimpressione di Melanie.”  Mugugnò lui, continuando a guardare la ragazza seminuda che sculettava nel tubo catodico.

Bill non degnò di uno sguardo la rossa che sorrideva sensualmente, e si piantò di fronte alla fonte di distrazione che aveva circuito il povero Biondo Rastato.

“Sentire non è ascoltare.” Protestò ”Quanto ‘senti’ una cosa vuol dire che ti entra in un orecchio e ti esce dall’altro, senza dare il tempo al tuo cervello di assimilare la questione.”

“Bravo” si complimentò  lui  “perfetta descrizione di quanto è successo. Ora levati, Melanie ha deciso che non le serve più il reggiseno.” Per tutta risposta, l’angelico Bill posò il dito sul simpatico pulsante rosso che sembrava dire ‘premimi e le funzioni cerebrali di tuo fratello saranno ristabilite’ e spinse con tutta la forza che aveva nell’indice destro. Sorridendo, si voltò trionfante verso il fratello che non fece una piega, mentre il programma scorreva indisturbato.

“L’ho fatto disattivare da un pezzo quel dannato bottone.” Commentò Tom, continuando a bere la sua birra e non staccando lo sguardo dal primo piano sulla natica di Melanie. “Mi hai rovinato troppi di questi fantastici momenti.”

Il Cantante Nei Jeans Che Stritolerebbero Ogni Persona Con Un Girovita Normale volse lo sguardo al nero cielo della notte, sorridendo amaramente con aria vissuta.

“Non smetterai mai di stupirmi, piccolo Tomi.” Sussurrò, perso nelle profondità dei suoi pensieri. “Ma ancora non puoi competere con Me, dovrai lavorare sodo per quantomeno sperare di raggiungere il Mio livello di Genio Supremo Del Male.” Di nuovo, le labbra sottili si incresparono malinconicamente, mentre staccava la corrente.

“Bill” ribatté aspro il gemello “Siamo dentro casa e non puoi vedere il cielo, che non è nemmeno buio perché è mezzogiorno. E ‘piccolo’ non sono, visto che sono nato prima di te. Poi dimmi che risultati ha avuto la tua grande opera, visto che la tv va a pile.”

Silenzio.

“Ti pare questo il momento di sottolineare certe stupidaggini? Sono in preda ad una profonda crisi mistica e nemmeno te ne accorgi!” brontolò il Cantante Incompreso.

Ancora silenzio.

Occhiata a Bill.

“Non so nemmeno che diamine è una crisi mistica.” replicò lui, molto interessato.

Il Moro Tinto non rispose, boccheggiando come un pesce  fuor d’acqua.

Tom riportò lo sguardo su Melanie.

Bill sbatté un paio di volte le palpebre.

Il Rasta percepì il rumore causato dall’urto che le ciglia del fratello provocarono quando sfiorarono la pelle. E in quel momento, ebbe paura. Seppure troppo tardi, si affrettò a spegnere il Dannato Aggeggio e a riportare gli occhi sul gemello.

“NoBillScusaScherzavoScusaTiAscolto!” Balbettò, anche se consapevole che era troppo tardi.

“Cattiiiiiiiiiiiiiivooooooooooooooh! Non mi vuoi bene!” strillò l’afflitto, coprendosi gli occhi con le mani e singhiozzando con tanta forza da spaccarsi il diaframma se non si fosse allenato con costanza durante gli anni di piagnucolii rivolti al fratello e alla madre. “Sei un bruto! Preferisci Melanie, che è brutta e cattiva, a me!”

“No! Giuro! Hai visto? Ho spento!” rispose alla velocità della luce lui, implorando la Fata Dei Fratelli Maggiori di aiutarlo.

Bill lo guardò, non del tutto convinto.

Tom annuì vigorosamente con la testa per sostenere le sue parole.

Fu allora che accadde.

Una sequenza di catastrofici eventi degni dell’apocalisse.

Il cellulare del Ragazzo In XXL squillò.

Il proprietario, senza pensarci, lo tirò fuori.

Il labbro di Bill tremò.

E un urlo pari a cinquemila decibel sconquassò l’aria, frantumando lo schermo del cellulare e ogni singolo vetro nei dieci chilometri circostanti.

“Vedi? Vedi?!?! Non mi ascolti mai!” strillò teatralmente, gestando con le mani al pari del più esaltato direttore d’orchestra. “Ed ecco perché io mi sento solo…” concluse sussurrando, accasciandosi sul pavimento e rannicchiandosi stringendo le gambe al petto. “Il dolore mi devasta il cuore, Tom.”

Terzo round di silenzio.

“Wow… Emo.” Commentò interessato Tom, portandosi alla bocca una manciata di popcorn presi da chissà dove. “Posso guardare mentre ti tagli le vene?”

Una vena pulsò pericolosamente sulla tempia del cantante. “No.”

“Beh, posso accontentarmi anche di vedere quando ti scoppierà la vena sulla testa.” Rifletté il ragazzo.

“Tooooooooooooooooooom!” protestò Bill “Io ho un problema!”

“Come si dice… problemi tuoi.” Scosse le spalle filosofico il biondo, continuando a divorare i popcorn.

“Indovina chi deve risolverlo?” lo ignorò il Piccolo Fratello Indifeso facendo gli occhi dolci.

“Umh… tu?” provò, ponderando l’idea di riaccendere la tv ora che si era calmato.

“No! In base all’articolo 14B comma 7 dei ‘Diritti del fratello minore e del cantante’ il più grande –guarda caso, tu- deve fare del suo meglio per sostenere, aiutare e/o soccorrere il fratellino in difficoltà. Inoltre, a quanto dice l’articolo 28 comma 9, il chitarrista –casualmente, sempre tu- deve fare del suo meglio per sostenere, aiutare e/o soccorrere il cantante in difficoltà.” Sproloquiò Bill, tirando fuori un tomo enorme e un paio di occhialetti da psicologo, posandoseli sul naso. Arrivò fino a pagina 16158, e scorrendo con il dito le righe in times new roman 3,5 trovò quello che cercava e lo ficcò sotto gli occhi di Tom. “Guarda, è tutto vero!”

Lo Sventurato chiuse il libro e lesse ad alta voce: “’I diritti del fratello minore e del cantante’, sottotitolato ‘Come fregare i fratelli maggiori e i chitarristi’,di Bill Kaulitz.” Lo fissò annoiato “E dovrei fidarmi di questa roba?”

“Beh” provò lui, preso alla sprovvista “Non sarebbe una cattiva idea!”

“Scordatelo”Il chitarrista tirò via il volume,che atterrò sul divano, sfondandolo.

Erano pur sempre tre milioni e mezzo di pagine.

“Tomi” pigolò l’altro “Ti prego…” l’Aulico Tom, dando segno d’innata pazienza, sospirò  così pesantemente da aspirare tutta l’aria che aveva nei polmoni, roteando gli occhi fino a rischiare di farseli schizzare via dalle orbite.

“E va bene” comunicò “Che problema c’è?” il giovane Billy sbatté stizzito un piede a terra, contrariato.

“Ma come? Ancora non l’hai capito?! Te l’ho detto *rilegge il capitolo e controlla* ben due volte!”

“Embè? Non c’è due senza tre.” Sentenziò saggiamente il saggio biondo. “Su, viene dallo Zio Tom e racconta la tua storia.”

“Nostro zio si chiama Eustachio” petulò il minore, ancora infastidito. “Ed è morto due anni fa.”

“Pace all’anima sua.” Affermò l’altro “Anche se glielo avevo detto che fare il bagno nella lavatrice era pericoloso.”

“Già” rabbrividì il moro “Ti ricordi? Hanno dovuto raschiare via il cervello con un spatola. Era tutto maciullato.”

“Non ci stava tanto con la testa, il povero zio.” Ricordò il Ragazzo Con Il Cappello Saldamente Attaccato Chioma. “Ti ricordi quando ha cercato di farsi il buco per l’orecchino con il trapano? Il suo lobo destro non è più stato lo stesso.”

Non c’è più stato nessun lobo destro, Tom” lo corresse spazientito il gemello. “Ora per cortesia torniamo ad occuparci del mio problema?”

“Se proprio insisti…”

“Dunque, come avrai capito io…” sospiro addolorato e occhi tristi “…mi sento solo.”

Tom alzò un sopracciglio.

Poi anche l’altro.

Poi entrambi divennero un tutt’uno coi capelli.

Poi alla fine parlò.

“Stiamo insieme tutto il giorno. Come diavolo fai a sentirti solo?!”

“Ma TomTom!” protestò il Cantante Dalla Lingua Bucata “Tu sei me, io sono te. Siamo la stessa persona, non posso farmi compagnia da solo!” tese la trappola con ordita arguzia

“Oh” s’addolcì il gemello “Che cosa carina da dire.” Ci cascò come un allocco. “Allora chiama Andreas, no?”

“Ma Andreas non potrà stare sempre con me…”

“Chiamalo oggi, e dopodomani, e il giorno dopo ancora. Ci sarà quanto vuoi!”

“Ma metti che si ammala proprio quando mi sento solissimo.”

“Chiama Georg.”

“Potrebbe essere malato anche lui.”

“Gustav!”

“Non è da escludersi un’ipotesi di epidemia…”

“Idea!” esultò il biondo. “Ti compro un cactus!”

“…”

“…”

“…”

“Okay, è un’idea stupida.”

Decisamente.

“Bhe, non si ammala, non ti interrompe quando parli e ti ascolta. Cosa vuoi di più?”

“Io” affermò Bill. “Voglio…”

 

 

Salve ragazzuoli <3

Primo capitolo di due o tre.

Cosa vuole Bill così ardentemente da maciullare le balle al povero Tomi? (XD) lo saprete nel prossimo capitolo!

Avevo detto che non sarei tornata per un po’ su questa sezione, ma quando l’ispirazione chiama chi sono io per sbatterle la porta in faccia?

Prima fiction comica, con risultati disastrosi O.O ma lo dedico con tutto il mio affetto alla mia gemegnata FrancescaKaulitz <3

BUON NON COMPLEANNO TESORO! 364 DI QUESTI GIORNI ALL’ANNO!

(pessima battuta, lo so XD)

Se volete insultarvi fatelo pure, se volete complimentarvi (?) anche, se volete dire qualsiasi cosa, accomodatevi.

Baci **

   
 
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