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Autore: Ginevra93    02/06/2008    1 recensioni
So che ci sono alcune incongruenze, vi chiedo di non farci caso quando leggete. Io la vita della morte in persona la immagino così...spero che vi piaccia, recensite!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA MORTE

Sono stanca. È passato tanto, troppo tempo da quando ho ricevuto l’incarico di prelevare le anime dai corpi su questa terra, da quando mi entusiasmavo ad ogni nuovo ordine. Non so quanto tempo sia passato esattamente: l’alienazione impedisce di ragionare anche a creature come me. Sì, sono la Morte, quella che temono tutti, quella che quando è destino che arrivi, non c’è più niente da fare, quella che ci si immagina con una tunica nera, incappucciata e con la sua fedele falce precisissima nella mira, che deruba il corpo della sua anima senza indugio. Ma nessuno sa come sono veramente: in realtà io non ho forma. Se l’anima mette in atto un suicidio sarò la pistola con cui si sparerà, se decade in un incidente sarò l’autobus che la travolgerà, se viene uccisa a coltellate sarò la lama del coltello che le trapasserà il cuore.

Un tempo ho avuto una vita. Una vita misera. Piena di difficoltà e solitudine, ricolma di odio e di vendetta. Solo questo ricordo di essa. Quando morii fui mandata negli Inferi, dove, dopo qualche tempo, ebbero pena per me e poichè non avevo poi così tante colpe, mi proposero di lavorare per l’autorità divina divenendo, appunto, la Morte. In me c’è rimasto un solo soffio della mia vecchia anima.

Coloro che ancora sono in vita non so dire se siano fortunati o meno: sono certa solo del fatto che il sentiero che stanno percorrendo è ripido, tortuoso e irregolare, è non c’è mai un tratto in cui la pendenza si addolcisca. In realtà sono loro a dover scegliere se vivere serenamente, ciò non dipende da altro se non dalla loro forza di spirito, dalle loro capacità e non da fattori esterni alla loro anima. La felicità delle persone non è data dal destino, dal Fato o dal Disegno Divino, ma dagli uomini stessi, che decidono della loro sorte. Io non ho il privilegio di conoscere dettagliatamente il disegno divino e i pensieri di Dio, a volte mi pare che gli uomini non siano altro che un esperimento di Dio, inizialmente destinato a durar poco e infine prolungato per puro divertimento. Per una sola cosa ringrazio il Signore: per aver dotato gli uomini di una mente in cui rinchiudere tutti i loro pensieri e ricordi. La mente dell’essere umano è l’unica cosa di lui che non può essere violata: uno dei miei vaghi ricordi della vita terrena mi fa capire che io mi ci rifugiavo spesso. Oramai non so più bene di che cosa sia piena la mia mente, forse di indifferenza. Di pura indifferenza verso tutto il poco che conosco e ricordo del mondo. Non provo né dolore né odio nel privare gli umani della loro vita, forse perché a me che è successo in uno dei modi più terribili e non ho sentito nulla.

Ora non mi fermo mai: sono dotata di più tempo degli esseri umani e godo della capacità di teletrasportarmi e di incarnarmi in qualunque cosa, così da assolvere correttamente il mio compito.

Vivo, o meglio, esisto, se così si può dire, oltre che per il mio lavoro, aspettando il giorno in cui nessuno morirà. C’è questo giorno nel disegno divino. Sarà il giorno in cui nessuno popolerà la terra. Il giorno in cui io stessa cesserò di esistere e tutto sprofonderà nel buio dell’Universo, sempre ch’esso ci sarà ancora, e il giorno in cui davvero regnerà la pace, in cui tutto sarà giusto. Sarà il giorno in cui il Bene Supremo regnerà sul poco che sarà rimasto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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